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ETRUSCHEGGIANDO

Post n°230 pubblicato il 17 Maggio 2009 da zoeal

LA NECROPOLI DI POGGIO TONDO (PIAN D'ALMA-Scarlino (GR))

La necropoli di Poggio Tondo, che sorge nella valle dell’Alma nel territorio di Scarlino, è databile tra la metà del VII e la metà del VI secolo a.C. ed è pertinente a un insediamento ricadente sotto l’egemonia di Vetulonia.

Attualmente della necropoli sono visibili quattro sepolture, tre delle quali hanno struttura simile:

constano di una camera a pianta quadrangolare a cui si accedeva mediante un lungo corridoio e presentano una copertura realizzata con la tecnica della pseudocupola. Essa era costituita da una serie di lastre sovrapposte e aggettanti verso l’interno, che formavano anelli di diametro progressivamente decrescente fino ad una lastra di chiusura che veniva collocata alla sommità. All’esterno le tombe si presentavano con la caratteristica forma a tumulo e al di sopra di esso stava un cippo con funzione di segnacolo funerario, ancora oggi visibile nella Tomba 3, detta appunto “del Cippo”

La Tomba 1 detta “del Tamburo” deriva invece il suo nome dal tamburo (composto da uno o due filari di lastre d’alberese) che cinge la base del tumulo, mentre la Tomba 4 detta "delle due Porte" presenta appunto una seconda porta, oltre a quella della camera funeraria, a metà del corridoio di ingresso. Si è ipotizzato che questa sepoltura ospitasse due deposizioni: una, come di consueto, all'interno della camera funeraria vera e propria, l'altra invece in un settore del corridoio dotato di pavimento lastricato; la seconda porta doveva quindi delimitare la porzione di corridoio adibita a camera funeraria

Solo la Tomba 2, denominata “del Carro" si differenzia dalla tipologia planimetrica descritta. La sua forma atipica consiste in un grande vano rettangolare privo di corridoio di ingresso e di elementi che ne definiscano l’ingresso. Venne quindi sigillato, dopo la sepoltura, semplicemente accumulando ciottoli e terra fino a colmare tutta la parte anteriore del vano.

Rimane un problema aperto definire quale fosse la copertura della tomba. Data l’assenza di lastre in pietra, non è possibile ipotizzare una struttura a pseudocupola. Più plausibile è l’ipotesi di una copertura in materiale deperibile (tavole di legno) oppure l’uso di un semplice riempimento di terra e sassi.

LE MIE FOTO: POGGIO TONDO

 
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" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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