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COME VESTIVANO GLI ETRUSCHI?

Post n°232 pubblicato il 01 Giugno 2009 da zoeal
 

Le nostre conoscenze dell’abbigliamento degli etruschi si basano fondamentalmente sulle testimonianze figurate, che non sempre consentono di distinguere tra i vestiti indossati quotidianamente e quelli che invece sono il frutto di convenzioni artistiche; talora è possibile ricorrere all’ausilio delle fonti scritte sull’abbigliamento dei romani, in parte ispirato a quello etrusco.
I vestiti erano in lana, generalmente colorata e a volte arricchita da inserti in materiale prezioso, ed in lino, lasciato del colore naturale. La documentazione figurata più antica sull’abbigliamento, risalente al VII secolo a.C., mostra per quest’epoca l’impiego da parte degli uomini più giovani e degli atleti del perizoma, ossia di un panno annodato in vario modo intorno ai fianchi, e per gli anziani di una lunga tunica in lana (il chitone), decorata a scacchi e a losanghe ed arricchita di elementi in lamina d’oro cuciti sopra. Il chitone, con l’aggiunta di una cintura in vita, era impiegato anche dalle donne e rappresenta, pur con alcune variazioni, una costante dell’abbigliamento sino alla fine della civiltà etrusca, insieme al mantello. Di quest’ultimo sono attestate varie fogge, in particolare in età arcaica: la cosiddetta tebenna, il mantello etrusco per eccellenza, era un panno di forma semicircolare indossato obliquamente così da lasciare scoperta una spalla oppure indossato come uno scialle; accanto alla tebenna era il mantello rettangolare impiegato dalle donne come una cappa, in modo da velare il capo e ricadere sulla parte anteriore del corpo in due ampi lembi che coprivano le spalle. Intorno alla metà del VI secolo a.C., per influenza di correnti culturali provenienti dalla Grecia orientale, si verifica un sensibile cambiamento nell’abbigliamento: si diffonde il chitone ionico in lino, una veste pieghettata lunga fino ai piedi indossata sia dalle donne sia dagli uomini; questi ultimi spesso portano un chitone lungo solo fino all’altezza dei polpacci, mentre per i giovani e gli atleti il perizoma è sostituito dal chitonisco, ossia da un chitone cortissimo. Dalla fine del secolo, inoltre, la tebenna diventa esclusiva dell’abbigliamento maschile. Dopo l’introduzione del chitone sostanzialmente il vestiario etrusco non subisce importanti modificazioni: dal IV secolo a.C. gli uomini impiegano frequentemente la clamide, un corto mantello agganciato sotto la gola ed indossato talora a torso nudo, mentre dal III secolo a.C il chitone diventa più ampio e, quando è portato dalle donne, è privo di maniche e fermato da una cintura sotto il seno.
A differenza dei greci, gli etruschi, in particolare gli uomini, indossavano frequentemente dei copricapi. Nel corso del VII secolo a.C., per influenza orientale, è attestato l’uso di una sorta di corona, forse di piume, per gli uomini e di un copricapo cilindrico (polos) per le donne; dall’età arcaica sono utilizzati il cappello a tesa larga di origine greca (il cosiddetto petaso) ed il berretto a cupola di stoffa ricamata (detto tutulus), mentre dal V secolo a.C. in poi diviene comune l’usanza di andare a capo scoperto.
Per quanto riguarda le calzature, la documentazione figurata attesta per la prima fase della civiltà etrusca l’uso di stivaletti e di pantofole, mentre dagli inizi del VI secolo a.C. si diffondono i sandali con suola di legno e stringhe di cuoio, che saranno indossati per diversi secoli. Alla metà del medesimo secolo si diffondono le calzature con punta ricurva verso l’alto, sia a stivaletto (detti calcei repandi) sia a pantofola, che tuttavia alla metà del V secolo a.C. sono indossati soltanto da donne di alto rango o attribuiti alle divinità.

LINK:THUI

 
Rispondi al commento:
zoeal
zoeal il 02/06/09 alle 08:55 via WEB
ciao Adam, qualcuno potrebbe lanciare una linea d'abbigliamento ispirata agli etruschi... sarebbe un'idea!
 
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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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