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ETRUSCHI ERBORISTI

Post n°294 pubblicato il 08 Gennaio 2010 da zoeal
 

Il filosofo e botanico greco Teofasto, allievo di Aristotele, nella sua Historia Plantarum, dice che Eschilo, poeta greco del V secolo a.C, scriveva che i Tirreni sono esperti nella preparazione di farmaci. Teofrasto tramanda invece che l’Etruria è ricca di piante officinali. Tali affermazioni sono avallate anche da Dioscoride e Plinio il Vecchio. Esiodo nella sua opera Teogonia, narra di un’antica leggenda secondo la quale i figli della maga Circe divennero principi etruschi ai quali la madre insegnò l’arte della preparazione di farmaci e filtri magici.

Quali erano però le piante usate dai guaritori etruschi che a Marco Terenzio Varrone, sembrarono così isolati, misteriosi ed impenetrabili quando li osservò elaborare farmaci sul monte Soratte.

Facciamone una carrellata:

L’EFEMERO o ELLEBORO: questa pianta consta di vari tipi ma in generale sono tutte velenose per la presenza di alcaloidi e glucosidi ad azione digitalica. Venivano usate per la cura delle malattie mentali, dopo numerosi trattamenti che ne riducevano la velenosità, a causa dello spiccato potere sedativo.

IL COLCHICO o ZAFFERANO FALSO: liliacea che cresce in autunno, era utilizzata per la gotta nonostante la tossicità dovuta alla presenza dell’alcaloide colchicina.

L’ACHILLEA MILLEFOGLIE: tonico digestivo, antiemorragico era usata per le dispepsie nervose, nelle enteriti e per la cura anche per via esterna di emorroidi e varici, ragadi e pustole. Si beveva mista con aceto nelle difficoltà urinarie e per il mal di denti.

LA TIFA ( il cosiddetto ‘bischero di palude’): possiedono rizomi ricchi di amidi, proteine e zuccheri, molto nutrienti in caso di convalescenze o effetti di cattiva nutrizione e fisico gracile.

IL LINO: i semi contengono olii, zuccheri, amidi, mucillagini e albumine. Contengono anche la linamarina, che scissa per idrolisi dà luogo al venefico acido cianidrico. I semi erano usati per la loro azione emolliente, per le enteriti, la dissenteria, i catarri, la gonorrea, le cistiti e le piaghe dolorose. Le bende di lino erano utilizzate come fasciature.

IL SEMEN TUSCUM: probabilmente si trattava del farro maggiore, graminacea che macinata era impiegata per maschere facciali cosmetiche.

LA NEPETA: oggi non è facilmente idenficabile perché fonti diverse la associano ad erbe differenti. Per alcuni storici era l’erba gatta, per altri la mentuccia, per altri ancori la menta vera e propria. In Toscana, per esempio la mentuccia viene chiamata nepitella o nipitella, per cui credo che la Nepeta sia stata la mentuccia. Pianta aromatica e digestiva. La Nepa però è anche una varietà di ginestra che contiene un alcaloide velenoso, la ulexina, usata in passato come purgante o all’esterno per le ulcere.

CAUTA – MUTUKA: ci è giunto solo il nome ma non sono identificabili.

IL BACCARO:profuma di pepe ed il rizoma se schiacciato sa di canfora. Era utilizzato come potente starnutatorio e serviva per far rinvenire gli ubriachi.

Inutile soffermarsi con le erbe medicinali conosciute anche dall’odierna erboristeria, come il papavero, l’alloro, il ginepro, l’olivo: l’Etruria ne era ricca e sicuramente, anche in mancanza di fonti certe, sicuramente venivano utilizzate.

 

fonte: Etrusca Medicina - Vittorio Gradoli

 

 

 
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"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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