Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

Messaggi di Febbraio 2009

I MEDAGLIONI DI TURAN

Post n°190 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da zoeal
 

Invecchiando mi è venuta anche la faccia tosta che non ho mai avuto prima, per cui, ho avuto un'idea: dopo aver terminato la revisione de "I medaglioni di Turan", aver debitamente convertito il manoscritto in Pdf ed averlo firmato digitalmente in modo da dotarlo di data certa e proteggerlo col copyright (nella remotissima ipotesi che dia spunto a qualcuno per copiarlo e pubblicarlo ... ma non si sa mai, de gustibus non est disputandum e chissà, magari a uno o due potrebbe anche piacere ... e comunque sia è farina del mio sacco e intendo proteggerlo come una madre col suo bambino), dopo aver fatto tutto questo ho pensato di pubblicarlo a puntate su un nuovo blog dove ogni post è esclusivamente dedicato al libro. Voi che ne dite? pensate che sia una buona idea?

il link al nuovo blog è questo ROMANZOX

ho pubblicato un antipastino ...

 
 
 

RICOMINCIO

Post n°189 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da zoeal

Stanchezza, crisi ... ma devo ricominciare almeno fino al prossimo intoppo ... mi piego ma non mi spezzo (almeno per ora) e poi devo ancora finire di revisionare il mio libro che sta lì finito e piange (pure lui).

Ancora non vi siete liberati di questo blog ...^__^

 
 
 

C R I S I

Post n°188 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da zoeal

 
 
 

KALOUSION

Post n°187 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da zoeal
 

Avevo anticipato che mi sarei avventurata alla ricerca dell’antica Caletra (Marsiliana d’Albegna), ebbene, come pensavo, non ho trovato nulla: dove forse era situata l’acropoli etrusca, c’è un castello medioevale, non visitabile perché proprietà privata e gli altri resti sono sparsi per boschi e campagna, irriconoscibili o in luoghi impraticabili.Ho scoperto però i resti di un altro sito etrusco, ufficialmente quasi sconosciuto “         KALOUSION” .

BREVI CENNI

Il centro di Kalousion è visibile nella sua interezza solo con l’aereo; si estendeva per 230 ettari (considerate che il comprensorio di Vulci era di 107 ettari). Oltre all’immensità, Kalousion aveva una particolarità, non si trattava di una vera e propria città ma era costituito da una serie di “borghi” separati tra di loro da terreni  agricoli ma uniti da un intricato sistema stradale che si dipartiva da una via principale ai lati della quale erano edificate la maggior parte delle abitazioni. Il tutto circondato da 6 km di cinta muraria che è stata visibile fino al diciannovesimo secolo, quando è stata smontata per farne pietrisco utilizzato per la massicciata di una strada statale nelle vicinanze.

Inutile ripetere che Kalousion fu incendiata e rasa al suolo tra il 294 e il 280 a.C, dalle armate di Roma, che in quel periodo, nell'Etruria meridionale avevano "gettato l'atomica".

Di questo centro, sono stati riportati alla luce solo pochi metri quadri che fra l’altro si trovano in un campo coltivato ma il proprietario in questo caso, ne consente l’accesso purchè i visitatori siano rispettosi e chiudano in cancello all’uscita. Adesso il sito prende il nome di “Doganella”, dall’omonima fattoria che li ingloba.

Visto che la visita è stata breve, abbiamo continuato in direzione del Lago di Bolsena, ci siamo fermati a mangiare a Capodimonte e poi abbiamo visitato il museo di Bolsena.

Kalousion, quel che ne rimane:

 

 

POI HO TROVATO ANCHE QUELLA CHE SECONDO ME E' UNA RARITA', non avevo mai visto cartelli come questo:

 

 
 
 

E ALL'IMPROVVISO UN CANDIDO VOLTO ...

Post n°186 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da zoeal
 
Tag: ROSELLE

scavi di Roselle, anni '60 : riemerge la collezione di statue dei Bassi.

Una bella esposizione nel salotto buono della città

FONTE: archivio storico fotografico f.lli Gori

il parentado dei Bassi oltre ad altre statue della loro collezione, così come riposizionato nel Museo di Grosseto

 
 
 

MARSILIANA D'ALBEGNA: CALETRA?

Post n°185 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da zoeal
 

Il prossimo fine settimana o uno dei prossimi, vorrei andare a scoprire i resti della presunta Caletra, (sempre che siano visitabili) oggi Marsiliana d'Albegna che dista pochi chilometri da Grosseto.

 Marsiliana d'Albegna, grande e ricco centro etrusco, è famoso oggi solo per il rinvenimento della lavagna di avorio con inciso sul bordo l'alfabeto: la tavoletta, incerata a dovere, fu presumibilmente il "quaderno" di un antichissimo alunno delle classi "elementari" etrusche.

 SAPRO' DARVI POI MAGGIORI INFORMAZIONI E FORSE ANCHE QUALCHE FOTO MIA.

qualche immagine del sito: THUI

 

La tavoletta:

 
 
 

SARA' ...

Post n°184 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da zoeal

I sogni son desideri,
chiusi in fondo al cuor.
Nel sonno ci sembran veri
e tutto ci parla d'amor.
Se credi chissà che un giorno
non giunga la felicità...
non disperare nel presente
ma credi fermamente
e il sogno realtà diverrà!
Se il mondo soffrir ti fa..
non devi disperar...
Ma chiudi gli occhi per sognar
e tutto cambierà.
I sogni son desideri
chiusi in fondo al cuor.
Nel sonno ci sembran veri
e tutto ci parla d'amor.
Se credi chissà che un giorno
non giunga la felicità
non disperare nel presente
ma credi fermamente
e il sogno realtà diverrà!


 
 
 

MANTUA ME GENUIT ...

Post n°183 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da zoeal
 

 

 

Mantua d’alto lignaggio illustre e ricca

 

E non d’un sangue.

 

Tre le genti sono,

 

e de le tre ciascuna a quattro impera,

 

di cui tutte ella è a capo, e tutte insieme

 

son con le forze d’Etruria Unite

 

 

 

Parliamo di Virgilio, il grande poeta nato appunto a Mantova. Una autorevole rivista di archeologia, ci dice che a Bagnolo San Vito si nasconde un abitato etrusco del V secolo a. C mentre l’abitato etrusco della città si trova dove ora sorge il Palazzo Ducale. Quindi Mantova ha chiare origini etrusche. Prendiamo il nome completo del Sommo : Publio Virgilio Marone e ricordiamo che il “marone” etrusco era una carica investita di funzioni sacerdotali. La stessa struttura fisica di Virglilio era ben lungi dalla figura ieratica che è stata costruita dopo, in realtà fonti latine ce lo raffigurano di costituzione robusta, colorito bruno e spalle larghe. Virgilio, senza dubbio, aveva origini etrusche e la storia che l’ha visto nascere ed affermarsi come poeta è rocambolesca.

Privato dei campi in riva al Mincio a causa di un “pasticciaccio brutto alla romana” in quanto per un errore “catastale” gli era stato praticato un esproprio a favore di un ex centurione romano un tale Arrio, egli si recò a Roma per rivendicare le sue terre, rivoltosi al governatore di Mantova Asinio Pollione, questi lo presentò a Mecenate che ebbe l'occasione di leggere le prime sue opere “le Bucoliche” e lo prese in simpatia intercedendo con Augusto affinchè fosse riparato l’errore. Il centurione Arrio però lo venne a sapere e minacciò di accoppare il poeta se gli fossero stati tolti a sua volta i possedimenti in cui si era già insediato. Così, Mecenate, per riparare al danno offrì come risarcimento a Virgilio un podere in Campania, dove il poeta visse e compose tutte le sue opere.

 

FONTE: “Guida alla cucina etrusca, cibi e divertimenti d’Etruria” di Clotilde Vesco.

 
 
 

CERCO con permesso DI VOLTARE PAGINA

Post n°182 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da zoeal

E TORNO ALLE MELE RENETTE ... ancora non ho provato, anzi non ho trovato le mele renette, chissà se altre mele vanno comunque bene ...

 
 
 

PUBBLICHE SCUSE

Post n°181 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da zoeal
 

Questo post, per fare le mie pubbliche scuse alla famiglia Vannozzi, che si è sentita insultata da un mio post relativo alla Biga D'oro. Non era mia intenzione offendere nessuno, il tono in cui ho riportato il post era lo stesso che ho tratto da un articolo su  un giornale locale e che si basava su una ricerca sulle cronache dell'epoca (1903) ivi compresa la colorita descrizione della vicenda e purtroppo dei personaggi, ben lungi da me fomentare altre polemiche, screditare gli interpreti di quella vecchia vicenda o altro. Rivolgo le mie scuse sincere a tutti coloro che si sono sentiti feriti e naturalmente ho già provveduto a rimuovere il post perchè la mia intenzione non era di certo barcamenarsi tra beghe processuali che mi sembra di capire siano ancora in atto. Ho solo riportato il dossier di altri sbagliando o forse male interpretando, sono mortificata e di questa ingenuità ne terrò conto in futuro, considerando che questo è solo uno stupido blog.

 la replica

 

 vorrei inoltre fare una precisazione ... io non mi spaccio per dotta in materia, io mi documento e riporto ciò che trovo.

 
 
 

LA RUBRICA DI SASERNA

Post n°180 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da zoeal
 
Tag: Saserna

Saserna, era agronomo e tuttologo  etrusco vissuto verso la fine del II secolo a.C. che aveva acquisito proprietà terriere nella Gallia Cisalpina, presso Piacenza. Fu tenuto in gran considerazione anche dai Romani, per aver scritto un apprezzato trattato di agronomia, terminato e divulgato poi da suo figlio.Era anche un personaggio molto curioso in quanto, oltre agli argomenti strettamente attinenti all’agricoltura, aveva dispensato consigli in diversi campi (salute, bellezza, igiene ecc…), alcuni sono stati tramandati fino a noi dagli storici romani, e al giorno d’oggi appaiono molto bizzarri.

Alcuni esempi.

PER ELIMINARE LE CIMICI: procurarsi del cocomero selvatico serpentario ( non credo che nessuno abbia problemi di cimici in casa però che ne so, se avete un orto, una stalla, un fienile e siete interessati, il cocomero serpentario dovrebbe essere quella pianta pelosa che fa delle palline piene di semi e dei fiori giallastri), farlo marcire in acqua e spargere la mistura puzzolente nel luogo da disinfestare. Se le cimici sono nel letto (ohi ohi) pulirlo e disinfettarlo con un unguento composto da fiele di bue mescolato ad aceto. Lui garantiva i risultato.

PER DEPILARSI IN MODO INDOLORE: far bollire una mela renetta in circa un litro di acqua, quando l’acqua si è ridotta di 2/3, far intiepidire ed umettarsi le zone da depilare. Secondo lui i peli cadono come se nulla fosse.

IL VOSTRO CANE FA I CAVOLI SUOI E NON VI SEGUE?: porgetegli una rana cotta (ma che schifo!), non vi abbandonerà più!

Probabilmente il nostro Saserna era più pratico di agricoltura, fu il primo che studiò l’importanza dell’alternare le colture per non impoverire il terreno, in particolare consigliava di piantare fave dove l’anno precedente erano stati seminati cereali; le fave, una volta fiorite dovevano essere recise e interrate perché così facendo reintegravano la terra di azoto.

Aveva calcolato inoltre che per 8 iugeri (circa un ettaro) erano necessari 45 giorni di lavoro di un uomo, per cui,  il numero di contadini e di schiavi di cui dotarsi doveva essere commisurato alla quantità di terra posseduta, calcolando un margine che doveva tenere conto di eventuali malattie o infortuni. Due buoi erano invece necessari per arare 50 ettari.

 CORRO A COMPERARE UNA MELA RENETTA .... secondo voi dovrà essere biologica?

 

 
 
 

I Medaglioni di Turan

Post n°179 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da zoeal

HO FINITO!


L'HO SCRITTO!


Devo rileggere, correggere, integrare, omettere, ancora un poco e poi a voi ... (potrebbe essere anche una minaccia! ^__^)

 

 

 

 
 
 

AMBIENTI ETRUSCHI

Post n°178 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da zoeal
 

VIAGGIO VIRTUALE NELLA MIA MAREMMA , PRESENTE E PASSATO

 
 
 

ORGOGLIO DI MOGLIE

Post n°177 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da zoeal

Mi perdonerete se vado clamorosamente fuori tema, ma dovevo far vedere a tutto il mondo di come, il mio maritino, che normalmente ha a che fare con contabilità, carte e scartoffie come me, ha saputo, nei ritagli di tempo, costruire quest'opera MAGISTRALE, che qui vediamo appena compiuta ma che adesso fa la sua bella figura piena di libri ed oggetti vari.

PRENDI L'ARTE E METTILA DA PARTE ... dice un proverbio, metti che un giorno vicino, l'umanità debba ricominciare ad arrangiarsi da sola ... io almeno il falegname in casa, ce l'ho!

 

e poi ... (non con le legna della libreria, naturalmente)

 

 
 
 

aruspici, maghi, antiche tradizioni

Post n°176 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da zoeal
 

Riprendo una puntata precedente a modo di promemoria. Dicesi aruspice colui che praticava l'aruspicina, pratica etrusca di arte divinatoria che consisteva nell'esame degli eventi meteorologici, del comportamento degli animali ed in particolare delle viscere (soprattutto il fegato) per trarne segni e norme di condotta.L'arte aruspicina comprendeva la determinazione del templum o la divisione del cielo secondo lo spazio sacro. Gli scrittori romani ci hanno tramandato che l'aruspice delimitava lo spazio con la direzione Cardo (Nord-Sud) e la direzione perpendicolare Decumano (Est-Ovest): si orientava verso sud e delimitava sulla mano sinistra (Est) la pars Familiaris, sulla destra (Ovest) la pars Hostilis, di fronte (Sud) la pars Antica, sul retro (Nord) la pars Postica. Il cielo veniva così diviso in 16 settori dedicati alle divinità : le divinità del NordEst erano le più favorevoli e comprendevano il sovrano celeste Tinia e la sua consorte Uni ; il settori a NordOvest erano i più infausti ed erano dedicati ai demoni dell'oltretomba. A seconda dell'apparizione nei vari settori del cielo di fulmini, o del volo degli uccelli, o di meteore e altri fatti eccezionali, l'aruspice divinizzava la volontà degli dei che governavano quel settore del cielo. Per corrispondenza anche il fegato degli animali sacrificati veniva diviso in settori dedicati alle varie divinità, che servivano a divinare per mezzo delle particolarità osservate, ci resta un modello di fegato in bronzo con le divisioni e i nomi degli dei.Gli aruspici erano vestiti con una mantello frangiato e un alto cappello conico, e tenevano in mano un bastone con l'estremità a spirale chiamata lituo, dal loro abbigliamento deriva la figura del mago. Alle donne etrusche, invece erano tramandati riti antichi e pozioni magiche preparate con l’uso sapiente di erbe, tutte le signore di buona famiglia dovevano apprendere questi segreti.

Lasciando perdere i moderni ciarlatani a pagamento, ma facendo un discorso più ingenuo e casalingo, che è rimasto oggi di questa “arte” ? In Toscana, fino a qualche decennio fa, ma forse anche ora qualche persona anziana nelle campagne si ricorda qualche rito, è esistito un rapporto molto stretto con la magia e soprattutto con le pratiche per togliere (o inviare) il malocchio e sopravvivono ancora alcune superstizioni.

Mi ricordo un rito che conosceva mia nonna per curare gli orzaioli (quelle fastidiose e dolorose infiammazioni agli occhi), c’era un periodo, quando ero bambina che ci soffrivo particolarmente e nonostante i colliri a base di antibiotici immancabilmente si ripresentavano. Mia nonna allora si ricordò di un “rito” insegnato a lei da sua madre e che probabilmente si era tramandato da chissà quanto tempo, il rito era quello della “cucitura dell’occhio” che detto così fa rabbrividire ma che in realtà è innocuo, ci vuole solo mano ferma. Consiste nel prendere ago e filo e svolgere davanti all’occhio ammalato dei movimenti come quelli che si fanno quando si cuce … devo dire che al di là dello scetticismo e della paura di essere punta, non ho più avuto orzaioli, neanche mia nonna ci credeva molto però … chissà?

Avete conoscenza di altri antichi riti innocui delle tradizioni popolari?

 

 
 
 

IL GIOCO LETTERARIO DI WRITER

Post n°175 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da zoeal
 

IL FOLLE

 Era una magnifica giornata, tiepida e  trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate  e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo  la sera prima… Emilio ne conservava l’amaro in bocca. Tuoni e fulmini, anche il cielo si era scomodato a cadere per impedirgli di vederla ancora per l’ultima, inesorabile volta! O per portarla via con sé, in un luogo sconosciuto, uno qualsiasi lontano da lì, se lei avesse voluto, se lei non avesse avuto paura dell’ignoto o della morte, se … era una creatura così gracile ed eterea …

Il castello di Monforte … austero ed offuscato da una leggera nebbiolina si ergeva su di un picco, e lui lo poteva osservare nella sua interezza dall’avamposto sulla via che  presidiava insieme ai suoi uomini.

Lui, doveva proteggere il suo rivale, ironia della sorte!

Respirò quell’aria fresca a pieni polmoni e scrocchiò nervosamente le dita.

Il duca l’avrebbe mandata ospite di cugini, nelle colline raggiunte dalla brezza di mare, lontana miglia e miglia da lì; doveva cambiare aria, dicevano i medici, ma Emilio, sapeva che la malattia della sua amata era proprio il marito scellerato che le era stato imposto dal padre e dai fratelli!

 Non gli era stato consentito di presiedere alla scorta assegnata per il viaggio, che avessero sospettato qualcosa? Quella notte insonne, mentre i lampi illuminavano il suo alloggio, aveva allora deciso cosa fare. Il convoglio la stessa mattina passò proprio di lì, lei scostò leggermente la tenda della carrozza e rivolse all’amato un ultimo disperato sguardo, gli occhi gonfi per un lungo ed estenuante pianto. Si, era certo, avrebbe posto in essere il suo piano.

Dopo qualche settimana uno sconosciuto si presentò presso la dimora agreste, un aspetto fin troppo fiero ed elegante per proporsi come stalliere ma non ci badarono; qualcuno invece sulle montagne aveva appena sepolto quel che credevano il comandante delle guardie di Monforte, precipitato in un crepaccio, forse disarcionato dal suo cavallo, ritrovato a pascolare beatamente li vicino, il volto irriconoscibile per le ferite riportate nella caduta.

Passarono un paio di giorni, il nuovo stalliere scorse una dama scendere la scala del maniero, bella come una rosa appena sbocciata, sorridente e fresca mentre l’altro uomo, che l’accompagnava, la stava baciando sul collo con avidità.

-          Emilio! – esclamò lei che impallidì quando vide lo stalliere che la stava osservando.

-          Ho ucciso un innocente per cambiare identità e portarti via con me! – urlò lui con la voce rotta puntandole addosso i suoi occhi di fuoco.

Poi se ne andò con dignità, non si ebbero più notizie certe della sua sorte, si dice che tornò tra le sue montagne; la gente di lassù infatti ricordò per diverso tempo di un folle, che per espiare una sua qualche sconosciuta pena, camminò tutta la vita senza meta, vivendo di elemosina, finchè gli stenti e la fatica non se lo portarono via, in una magnifica giornata tiepida e trasparente, nell'abbraccio di innevate cime lontane a cui aveva teso, per l'ultima volta, la mano ...

 

 

Grazie a tutti coloro che avranno la pazienza di leggere e di commentare in modo positivo ed anche negativo, le critiche servono per migliorare!

 
 
 

TRAMONTI ETRUSCHI

Post n°174 pubblicato il 03 Febbraio 2009 da zoeal
 

Tramonto rosa di settembre ....

Tramonto giallo di novembre ....

tramonto rosso ancora di novembre

FOTO: tramonto rosa e tramonto rosso: marito

tramonto giallo: io

 
 
 

GUERRIERI ETRUSCHI

Post n°173 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da zoeal
 

Anno 294 a.C, l’Etruria meridionale sta subendo la sferzata finale da parte delle legioni romane. La città di Rusel, ormai vessata da quattro anni di strenua  resistenza che l’hanno indebolita di uomini e mezzi, si appresta alla resa prima di essere travolta dalla tempesta distruttiva.

Un destino oscuro però è in agguato, spegnendo nel suo vortice anche la fulgida luce di due sacri pegni. Un nobile guerriero è costretto dagli eventi ad intraprendere un’odissea personale in un mondo che ormai non è più il suo e dove scoprirà che niente e nessuno è come sembra ... fino a che...

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

MAGIA DEL PHOTOPAINT

 

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ENIGMATICO APOLLO DI VEIO:IL SORRISO CHE AMMALIA

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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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