Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

Messaggi di Aprile 2009

IL PENSIERO ETRUSCO DEL PROF.GIOVANNI FEO

Post n°225 pubblicato il 30 Aprile 2009 da zoeal
 

LA DONNA E LA GEOMANZIA IN PILLOLE

(quando avrò finalmente più tempo vi farò un "bellissimo" riassunto delle parti più interessanti dei suoi libri)

Il principale aspetto della civiltà etrusca è forse quello che concerne l’importanza del “femminile”, aspetto nel quale si evidenzia l’estrema antichità di quel popolo che, assegnando alle donne un ruolo di primo piano, tramandava un modello “matriarcale” di origini neolitiche. Per questa preminenza le donne etrusche non furono comprese da Greci e Romani che, per invidia o chiusura mentale, si prodigarono a coprirle di discredito, accusandole di amoralità e bassezze varie. Ma, in tali accuse, si rivela invece il ben noto atteggiamento di Greci e Romani verso ogni tipo di diversità, giudicata barbara, inferiore ed esecrabile. Un’emblematica figura storica è quella di Tanaquil, moglie del re Tarquinio Prisco, sacerdotessa iniziata alle arti oracolari: alla sua morte Tanaquil venne divinizzata e il suo culto, molto popolare in Roma, fu officiato sul colle Quirinale nel tempio di Ercole. L’arte di interpretare i fenomeni celesti è tradizionalmente associata nelle antiche civiltà a sacerdoti, a maschi. Nella società etrusca fu invece una ninfa e sibilla, Vecu (o Vegoe) a rivelare l’arte celeste, l’arte fulgurale, ad un sacerdote di Chiusi, Aruns Veltumnus. La principale celebrazione religiosa etrusca si svolgeva annualmente presso il Fanum Voltumnae, sulle sponde del lago di Bolsena. Il fanum era un territorio consacrato a Voltumna, nome latinizzato della grande dea etrusca delle acque e del fato. L’importanza del principio femminile emerge anche nella religione etrusca, imperniata su antiche forme di culto della Terra, la madre terra. Il culto comprendeva un tipo di approccio al territorio del tutto speciale, basato su quella che possiamo chiamare una vera “scienza” del territorio, da alcuni autori definita anche “geografia sacra” o “geomanzia”. Il territorio, corpo fisico e materiale della madre terra, veniva studiato nelle sue diverse caratteristiche e qualità, arrivando a determinare dove e come si manifestava il “sacro”, ovvero una speciale energia o influsso di natura divina, ritenuto sia creativo che distruttivo. In certi luoghi, per esempio grotte, sorgenti, alture, si riteneva che un potere sacro avesse dimora e che gli esseri umani, con appropriati riti, potessero entrarvi in contatto e trarne conoscenze e benefici. Riscoprire le regole di questa antica scienza sacra può essere oggi di estremo interesse e utilità, se consideriamo, per esempio, che in molti paesi orientali ancora sopravvive una tradizionale scienza del territorio: il Feng Schui (“scienza del vento e dell’acqua”), utilizzata per orientare sia i templi che gli edifici civili e, soprattutto, per favorire nei modi migliori la fluidità e lo scorrere dell’energia creatrice e primordiale (il ‘chi’ o ‘ki’).

 
 
 

DIALOGO TRA DU'TRUSCHI DELLA BASSA MAREMMA

Post n°224 pubblicato il 28 Aprile 2009 da zoeal
 

 TIRSE E CAE

-         Oh Tirse! Oh te che pensi di ‘shti rumacchi?

-         Hae, a me mi pargono un tantinello strani, tutta shta foga di venì qui! Tutta ‘shta voglia d’armeggià coll’armi!

-         Anco a me m’appare ‘na bischerata se proprio te lo devo dì! Si stava tanto bene  prima, ora un si po’ shta manco alla meria tutti calmi e paciosi a piglià ‘l fresco che ti pòi ritrovà a gambe all’aria tutto d’un canto!

-         Oh che ti devo dì si vede che gli garba i posti ! Quando c’era il Luhumone Porsenna stavano boni boni…un ci stanno più i luhumoni d’una vorta! Ora so’ lì, tutti grassi pallati a magnà e beve e un sanno più manco come s’appiglia ‘n arma oh che si pò fa?

-         Oh un te lo so dì…però ‘n idea ce l’avrebbi! E polesse bona anco per te!

-         E che vor di?

-         O dunque te lo spiego: a loro gli garba i posti e se li vogliano… allora gli si vendano! Pensa Hae…io c’ho l’iugeri all’Argentario…già lo vedo zeppo di rumacchi a piglià ‘l sole…c’ho già l’insegna in testa: “Albergo da Tirse”.

-         E io che posso fa?

-         O un c’hai ‘l vino bono?

-         Un ce li posso miha imbriahà tutti!

-         No però tra tutt’e due si protrebbe inventà ‘na cosa nova…fammi pensà…eccola m’è venuto il lume! A questa un c’aveva pensato nessuno è fresca fresca: faremo uno “stabilimento balneare”!

-         Te vaneggi Tirse, il mì vino t’ha fatto male! E chi vòi che ci venga all’Argentario a piglià ‘l sole, un c’è nulla!

-         Omo di poca fede Hae…lo vedrai, lo vedrai…verrà ‘l giorno che un ci si potrà passà dalla folla!

-    Mammeglio bigonzo! Torniamo a lavorà…và!

 

 
 
 

COSA (CUSSA o CUSIA): CITTA' ETRUSCA O ROMANA?

Post n°223 pubblicato il 27 Aprile 2009 da zoeal
 

Una ventina di anni dopo la caduta di Roselle, Roma decise di rendere come centro di maggior importanza della zona, non quella che fu la grande città dominante, ma optarono per colonizzare la collina di Ansedonia, dove fondarono Cosa. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che decisero di intromettersi nella zona di influenza vulcente, costituendo un porto vicino e concorrente.

La città crebbe con l’architettura tipica romana ed ebbe per diversi anni anche un discreto sviluppo. Secondo molti archeologi, non fu edificata su un insediamento abitativo etrusco ma fu costruita dal nulla, secondo altri invece questo non è vero. Se devo dir la mia, propendo per la seconda ipotesi e spiego il perché. Al di sotto della collina di Ansedonia, a livello del mare ci sono opere e canalizzazioni di epoca etrusca (la cosiddetta Tagliata Etrusca, anche se qualcuno dice sia romana, nonostante il sistema con cui è stata scavata direttamente nella pietra che fa tornare alla mente le vie cave etrusche) e perché Cosa, come Roselle è circondata da una bellissima cinta muraria con massi ciclopici: assolutamente diversa dall’architettura difensiva romana. Inoltre, perché i Romani, già padroni incontrastati della zona avrebbero dovuto dotare il loro insediamento di una cinta muraria così imponente? Per difendendersi da chi? Dalle incursioni piratesche? Da Vulci ormai ridotta all’ombra di se stessa? Da COSA?

 

 
 
 

RASNAZIONALPOPOLAR...

Post n°222 pubblicato il 23 Aprile 2009 da zoeal
 
Tag: varie

La Tiu mi ha segnalato questa (Tiu non ho resistito è troppo bella, se la devo togliere dimmelo!)

NATURALMENTE E' UNO SCHERZO!

ah! dimenticavo PD sta per: "Per Dinci!" (tipica esclamazione Rasna della costa maremmana)

 
 
 

SAI COS'E' L'ISOLA DI LEMNO...

Post n°221 pubblicato il 20 Aprile 2009 da zoeal
 

NOTIZIE GEOGRAFICHE (Da Wikypedia)

Lemno : è un'isola nella parte settentrionale del Mar Egeo. Ha un'estensione di 476 km2, 17.000 abitanti. È in gran parte collinosa con qualche fertile valletta. Il centro più importante è Myrina sulla costa occidentale con un ottimo porto naturale. Un centro di minore importanza è Mudro. L'isola è un'importante base militare a causa della sua posizione poco lontana dagli stretti del mar di Marmara.Amministrativamente Lemnos appartiene alla prefettura di Lesbo

A noi, però questo ci interessa relativamente.

Quello che ci preme sottolineare è che a Lemno, precedentemente al VI secolo a.C, si sviluppò dal nulla una civiltà evoluta che pur essendo vicina alla Grecia non era greca e pur essendo vicina alla Macedonia non aveva nulla a che fare con il popolo di Alessandro Magno.

Sin dagli anni ’30, si stanno effettuando scavi archeologici in loco condotti anche da archeologi italiani, per molto tempo ci si è chiesti da dove provenisse questa civiltà anche se molti indizi (taciuti colpevolmente dall’italica scuola di pensiero che insiste nel vedere negli Etruschi un popolo  autoctono delle nostre zone) come i templi dedicati a Cibele, le tombe ipogee, le strutture circolari o ellittiche delle csotruzioni, potevano far sorgere il dubbio che vi fossero delle affinità con gli Etruschi.

Questi dubbi sono diventati certezze quando a Kaminia, una località di Lemno, è stata trovata una stele scritta in una lingua e con dei caratteri che non erano affatto nuovi. Per anni non si è voluto cedere allì’evidenza, quando finalmente uno studioso ha avuto il coraggio di dirlo: “ma questo è etrusco!”.

Si tratta di una stele scritta in un idioma che può essere considerato una sorta di etrusco arcaico, un po’ diverso da quello parlato nell’Etruria (che è successivo e sottoposto a influenze di altre lingue).

Perché meravigliarsi? L’isola di Lemno è vicina alle coste della Turchia cioè dall’antica Lidia, la terra da dove giungevano gli Etruschi, è possibile che sia stata colonizzata per prima. La colonizzazione del Mediterraneo da parte di questo popolo è stata graduale e a successive mandate, perché tacere od osteggiare l’evidenza? Misteri del mondo accademico italiano.

 
 
 

DUE ETRUSCHI A ROMA

Post n°220 pubblicato il 20 Aprile 2009 da zoeal
 

IN OCCASIONE DEL COMPLEANNO DELL'URBE (....facciamo loro credere ancora alla leggenda di Romolo...occultiamo la cruda verità....)

Legionario bagnato...legionario fortunato...

anche gli Etruschi hanno apprezzato il coraggio...

panem et circenses...anzi pizza cum patatinem

ed il pomeriggio ci siam riparati dalla pioggia visitando il Museo Nazionale Romano e visto la magnificienza dell'autocelebrazione (noi eravamo un pò più modesti forse è per questo che abbiamo perso?)

il riposo eterno del generale accompagnato dalle gesta gloriose della campagna contro i germanici...(particolare)

foto:maritodizoe

 
 
 

THE TIRSENO'S SONG

Post n°219 pubblicato il 17 Aprile 2009 da zoeal
 

Volevo scrivere di Cosa, della Tagliata Etrusca o di un'altra teoria sulla provenienza degli Etruschi che ho letto proprio ieri sera, ma non ho voglia. Stamani mi sono svegliata con in testa la melodia dell'"Isola di Wight" e cosi....

Sai cos'è l'isola di Lemno
e' per noi l'isola di chi
ha negli occhi il blu
della gioventù
di chi canta Rasna, Rasnal

Per mare un dì
mi trovai così
e cercar qui e là
e non sapevo dove andar

Fra onde blu
e occhi tristi intorno a me
ho visto te
oasi di salvezza essa è

Sai cos'e' l'isola di Lemno
e' per noi l'isola di chi
ha negli occhi il blu
della gioventù
di chi ama Rasna, Rasnal

Senza più terra e voi con me
siam partiti un brutto dì
per approdare fino a qui

Lidi deserti intorno a noi
terra fertile fosti tu
nessuno ci ha fermato più

Sai cos'è l'isola di Lemno
e' per noi il primo scalo che
ha tracciato la via
verso l’Etruria mia
di chi canta Rasna, Rasnal

Sai cos'e' l'isola di Lemno
e' per noi l'isola di chi
ha negli occhi il blu
della gioventù
e da li non ci siam fermati più

poi, quando mi sarà passata la "strullaia" spiegherò, ad uso di chi non lo sapesse ancora, cosa è l'Isola di Lemno...

 
 
 

L'AVEVAMO CAPITO PRIMA DI PIRANDELLO

Post n°218 pubblicato il 16 Aprile 2009 da zoeal
 

Secondo la religione etrusca, l’uomo era costituito dalla somma di due entità: il corpo fisico ed il doppio. Il doppio a sua volta poteva essere distinto in “ombra” ed in “demone”.

 

Al momento della morte, le entità spirituali si dividevano dal corpo fisico il quale, ritornava alla terra. Il cosiddetto “doppio” era definito anche “persona” o “phersu” secondo una concezione inaspettatamente pirandelliana del tutto: lo spirito umano ha un duplice aspetto, quello “che appare” e quello “che è”, il bene ed il male, il razionale e l’irrazionale, lo spirito ed il demone. Non a caso il personaggio che partecipava al rito del “phersu” (quello dell’uomo che alla cieca doveva cercare di difendersi da un cane rabbioso che gli veniva aizzato contro), era incappucciato, indossava cioè una maschera a significato del doppio che alberga in tutti gli esseri umani e presumibilmente il combattimento rituale aveva lo scopo di liberarsi dal lato apparente in modo che la vera essenza potesse trionfare.

Dopo la dipartita, l’ombra era destinata a rimanere tale oppure a rigenerarsi in altro essere umano dopo aver bevuto alla fonte dell’oblio secondo il concetto che ogni cosa essendo parte dell’universo alla fine ci ritorna. Il modo per non reincarnarsi e di ricevere il dono dell’immortalità che permette all’anima di vivere al cospetto e alla pari degli Dei e degli Eroi, era quello di riconoscere in vita la parte demoniaca dell’”io” e di trascenderla.

 

 

 
 
 

PRIMAVERA VIEN DANZANDO...

Post n°217 pubblicato il 15 Aprile 2009 da zoeal
 

 

 

E’ vero, questo post è terribilmente tardivo ma d’altra parte sono in periodo di bilanci (non di vita vissuta ma proprio bilanci in senso stretto del termine). Primavera per gli Etruschi ( e per tutti) significava “rinascita”: gli uccellini cinguettano, i fiorellini si schiudono, le piante germogliano, il clima è mite, c’è il tiepido solicello, gli esseri umani (se non sono stressati terribilmente dal lavoro) hanno tutti gli ormoni in circolo e quindi c’è più voglia di fare biiiipppp ecc…ecc… In primavera per i miei progenitori, rinasceva Phersipnai (Persephone) condannata nei mesi invernali a presiedere il regno dei morti insieme ad Aita, mentre in primavera rinasceva a godere della vita sulla terra. Così nell’equinozio di primavera si celebravano riti festosi per accoglierla di nuovo tra gli umani e in quello di autunno invece si facevano riti più tristi per celebrarne il saluto. La festa di primavera consisteva in fiaccolate notturne che avevano lo scopo di andare a cercare la Dea ed illuminarle la strada del ritorno terreno. Non a caso in alcuni paesi del centro Italia, si celebrano ancora in questo periodo dei riti religiosi di derivazione pagana che implicano processioni notturne e chissà, potrebbero essere rielaborazione delle celebrazioni etrusche! Fatto sta che la fiaccolata era condotta da Menadi, da prostitute sacre ( il cui mestiere era considerato onorevole dagli Etruschi poiché riconoscevano la loro “funzione sociale” rivolta ai vecchi e ai malati), da una sacerdotessa ed un sacerdote nominati allo scopo. Trovata una radura sacra veniva celebrato il matrimonio simbolico tra i due, veniva dato inizio alle danze, alle gran bevute di vino magari mescolato con sostanze afrodisiache ed in breve tempo tutto sfociava (ebbene si!) nel rito degli accoppiamenti. Bella scusa per festeggiare la rinascita primaverile ( e le nascite dopo nove mesi!).

Per chi ritenesse fondata la teoria che le donne etrusche fossero tutte prostitute, tengo a precisare che in linea di massima, alle donne sposate e alle fanciulle era proibito partecipare a questi riti orgiastici a cui prendevano parte prostitute ma anche donne adulte non maritate…( per il rito della rinascita di Adone avveniva la stessa cosa),ho i miei dubbi per quanto riguarda gli uomini…secondo me di loro, non mancava nessuno!

BRICCONCELLI

 
 
 

IMPERO DI QUA IMPERO DI LA...NOI QUAE NOI LAE...UFFA!

Post n°216 pubblicato il 14 Aprile 2009 da zoeal
 

DA "IMPERIUM" SULLE INVENZIONI DEGLI ETRUSCHI: riporto paro paro…

"E ti pareva che non avevano inventato pure il pesce d'aprile!
Pochi sanno che gli etruschi hanno inventato anche tante altre ricorrenze pagane.
Di seguito alcuni esempi:
- Halloween
- Carnevale di Rio
- Columbus Day
- Sagra della porchetta di Ariccia
- Sagra del vino di Marino
- Sagra del Panetùn di Trezzano sul Naviglio
- Festa della macchina di Santa Rosa di Viterbo
- FIFA World Cup di calcio "

VERO ED INFATTI:

Halloween e Carnevale di Rio:  vero abbiamo inventato le mascherate e le maschere.

Columbus Day: si chiamava Enea Day e tutte le lucumonie lo festeggiavano una volta all'anno riunendosi nel luogo sacro dell'antico primo stanziamento degli esuli (forse Voltumnia e il Lago di Bolsena) poi ve siete convinti che i discendenti eravate voi e ci avete massacrato perchè non rivelassimo la verità....

Sagra della Porchetta di Ariccia: non solo abbiamo inventato la porchetta ma pure "il porco" di cinta Senese.

Sagra del vino di Marino: prima che vi insegnassimo a farlo non lo bevevate!

Sagra del panetun: l'antenato si chiama "pan de' morti" ed è la focaccia rituale per i banchetti funebri etruschi, invece dei canditi ci sono i fichi secchi e le noci, spezie e tutto un'altro miscuglio di ingredienti.

Festa della macchina di Santa Rosa: è una specie di torre e le torri le abbiamo inventate noi! Tirreni-Tirseni: secondo alcuni significa "popolo delle torri".

Fifa world cup: al santuario di Voltumnia si giocava sempre a pallone! avemo inventato pure le partite scapoli/ammogliati dopo che si era provato con patrizi/plebei ma ciò creava problemi di ordine pubblico.

A CIO' SI AGGIUNGONO:

la lambada: vedere post sulle danze e la musica

l'hypnotic music: vedi post sulle danze e la musica (pure lo sballo...ma questo no no no è cosa cattiva e non si fa!)

la corsa con i sacchi

la rotola dei formaggi

la corsa sulle giare

Giochi senza frontiere

la pentolaccia

l'altalena

la tela cerata

l'ombrello

le pirofile da forno

i forni a tenuta stagna

la tintura per i capelli

la crema antirughe

le dentiere

la ribollita fiorentina

le scarpe con la zeppa

le scarpe a punta

la stanza da bagno in casa

il mattarello e la spianatoia e da qui si deduce: pure le tagliatelle!

ma si abbondiamo: la crema antiemorroidi (preparazione H significa preparazione Haetrusca!), la crema depilatoria, le pinzette per le ciglia, l’orologio solare.

INOLTRE COSA IMPORTANTISSIMA CHE ABBIAMO CREATO NOI…

R O M A

(ma poi ci siamo pentiti....)

TIE'!!!!!  

 

 

 
 
 

LETTERA AD AVILE TITE

Post n°215 pubblicato il 14 Aprile 2009 da zoeal
 

Valoroso Avile Tite, meno male che ci rimani tu, coraggioso guerriero a tenere alto l’orgoglio del museo Guarnacci di Volterra! Questo perché sei tu che rappresenti la potenza etrusca nel suo maggior splendore, quando nel V-VI secolo a.C eri un soldato forte ed ammirato tanto che sei stato ritratto per i posteri affinchè la tua immagine, fiera, il tuo portamento elegante, le tue trecce che spuntano dall'elmo, le tue armi in bella mostra e la tua accurata e robusta corazza, mostrassero per sempre la gloria che in battaglia tu dimostrasti! Questo di certo non toglie che la collezione di urne cinerarie più grande del mondo sia un patrimonio bellissimo ed inestimabile, tuttavia esse risalgono al III-I secolo a.C. ed il tutto era già ampliamente romanizzato (ai giorni nostri diremmo che è tutto Coca Cola e noccioline). Tutta colpa dei Kaiknas, ( o forse merito, visto che Volterra non fu distrutta?) i signoroni del luogo che ci tenevano a farsi accettare nelle alte sfere della società romana e ci riuscirono pure, visto che piazzarono diversi senatori provenienti dalla loro famiglia, il cui nomen andò progressivamente latinizzandosi, diventando Kekina ed infine Cecina, dando il nome al fiume che passa da quelle parti e poi alla nota località della costa livornese.

Poi c’è la famosissima ombra della sera ed il sarcofago degli sposi anzianotti, l’unico fatto con lo stile etrusco: quella famiglia doveva essere irriducibile!

 

Per carità, tutto bello ed emozionante, però visto il patrimonio inestimabile esposto ed i visitatori che giungono ad ammirarlo da tutte le parti del mondo, mi sarebbe piaciuto non vedere così tanta polvere negli espositori di vetro e poi quella mosca morta accanto ad una statuetta votiva caduta fra l'altro dal suo piedistallo e che nessuno ha tempestivamente raccolto,  non mi pareva poprio un pezzo da museo! Inoltre la puzza di chiuso e di una qualche sostanza chimica nauseadonda il cui scopo ignoro (nonostante le tante finestre che potevano essere socchiuse) rendeva l'aria irrespirabile. Non vorrei infierire ancora ma i cartellini con le descrizioni dei reperti in carta ingiallita e tenuti su con il nastro adesivo? sono anche quelli un pezzo da museo? no perchè mi pare che le macchine da scrivere siano state soppiantate da parecchio tempo dai moderni computer...ma forse mi sbaglio, l'effetto amarcord era voluto!.

Belli anche i cartelli scritti a biro su carta di quaderno a quadretti che indicavano che il vaso mancante nella teca era attualmenente in restauro! fa molto folk.

Che dici Avile, gliela facciamo una bella rinfanfera alla direzione? perchè mi sa proprio che non ci portano tanto rispetto!

Un saluto Avile Tite e se torni in licenza dai Campi Elisi e ti fai una passeggiata all'interno del museo Guarnacci, ricordati di dare una tiratina d'orecchio a chi di dovere anche da parte mia! 

(ps: ieri per Pasquetta, ad occhio e croce il museo avrà avuto circa un migliaio di visitatori, speriamo che non abbiano avuto tutti l'occhio allenato ai percorsi museali come me!)

 

 
 
 

VENERDI' SANTO, VENERDI' DI DOLORE

Post n°214 pubblicato il 09 Aprile 2009 da zoeal
 

Che il Signore Vi accolga e conforti i vostri cari e tutti i superstiti del terremoto in Abruzzo perchè sono loro, adesso che stanno portando la Croce

AMEN

Che questa Pasqua sia un nuovo inizio per tutti, anche per quelli che in questo momento si sentono arrivati alla fine.

PREGHIERA DALLA VIA CRUCIS DI MARIO LUZI 1999

Padre mio, mi sono affezionato alla terra
quanto non avrei creduto.
È bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
È solo una stazione per il figlio Tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri
mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell’uomo, gli alberi e gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna.
Padre, non giudicarlo
questo mio parlarti umano quasi delirante,
accoglilo come un desiderio d’amore,
non guardare alla sua insensatezza.
Sono venuto sulla terra per fare la tua volontà
eppure talvolta l’ho discussa.
Sii indulgente con la mia debolezza, te ne prego.
Quando saremo in cielo ricongiunti
sarà stata una prova grande
ed essa non si perde nella memoria dell’eternità.
Ma da questo stato umano d’abiezione
vengo ora a te, comprendimi, nella mia debolezza.
Mi afferrano, mi alzano alla croce piantata sulla collina,
ahi, Padre, mi inchiodano le mani e i piedi.
Qui termina veramente il cammino.
Il debito dell’iniquità è pagato all’iniquità.
Ma tu sai questo mistero. Tu solo
.

 
 
 

SO' BALTO!

Post n°213 pubblicato il 08 Aprile 2009 da zoeal

RESIDUATI ETRUSCHI LESSICALI? Notare punto interrogativo

 

Polesse: può essere

Polesse che andìa …: puo essere che vada …(al presente: io ando, tu andi, egli anda, noi andemo, voi andete, essi andano ….ovvio voce del verbo andare!)

Fenno: fecero

Andonno: andarono

Semo: siamo

Amo: abbiamo

Se avessete, se facessete

Apis: lapis (così si fa prima)

So balto: sono caduto

Briaho: ubriaco

Ohimene!= ahimè!

Arivederlo= arrivederci

Luha: Luca

Haminare: camminare

 Espressioni tipiche:

Oh te! Ondo vai? = ehi tu! Dove stai andando? (nel primo caso è molto più breve e anche più diretto, ondo permette di sintetizzare benissimo il dove con l'andando!)

Te se’ stato gattivo!= tu sei stato cattivo (ma il gatto che c’entra?)

papà: in Toscana si dice correntemente "Babbo" in turco si dice "Baba"...della serie facciamo un misto!

ma pur non essendo lessicalmente capaci, in Maremma c'è pure qualche "merihano" che si ostina a dare la sua approvazione dicendo OHEI!

 
 
 

CATASTROFE

Post n°211 pubblicato il 07 Aprile 2009 da zoeal

PREGHIERA NEL SILENZIO

 

Molte croci

Trascinate

Da troppi.

Ora,

Nella settimana

Del dolore

Supremo,

Camminano con Te o Dio.

Quelle dei Vivi

E quelle dei morti.

Sostieni ed accompagna,

Solleva ed accogli,

Consola e dai forza.

Siamo solo uomini

sono solo uomini

O Dio,

sono solo umanità,

siamo solo umanità.

Troppo pesante

adesso è la Croce.

 
 
 

RESIDUATI ETRUSCHI

Post n°210 pubblicato il 06 Aprile 2009 da zoeal
 

L'OLIVO DELLA STREGA

Siamo nel magnifico paese di Magliano in Toscana (GR), che già, per la bellezza delle sue mura senesi, per la bellissima campagna, per la vicinanza dell'Argentario, per l'Abbazia di San Bruzio e per i reperti etruschi che si trovano nei dintorni (siamo nel territorio di Kalousion - vedi post), merita una visita. Qui, però si trova un reperto etrusco molto particolare ... particolare perchè è ancora "vivo" e, testimonio perchè l'ho visto ieri con i miei occhi, anche vegeto! E' "L'OLIVO DELLA STREGA":

Questo olivo, molto famoso in zona (e segnalato anche da un cartello turistico) si trova all'interno di un oliveto anch'esso secolare ed aperto al pubblico. Tuttavia questo olivo è il nonno se non il bisnonno degli altri perchè il tronco originario ha la veneranda età di 3000 anni! Il ceppo base, morto di vecchiaia ha fatto da madre per un nuovo albero che ha "solo" duecento anni. Prende il suo nome da una leggenda, in quanto si dice che una strega lo utilizzava per le sue danze infernali, poi trasformandosi in gatto, si poneva tra i suoi rami a guardia. La circonferenza della base è di nove metri!.

L'olio di Kalousion ....

 
 
 

IL GIOCO ACCATTIVANTE DELLE ASSONANZE

Post n°209 pubblicato il 02 Aprile 2009 da zoeal
 

Se lo legge il Prof. Di Mario mi rimprovera … perché da studioso della lingua etrusca sostiene, a ragione, che le assonanze ingannano per interpretare una lingua antica, tuttavia mi sono divertita a cercarle ed il risultato è sconcertante.

 Partiamo dai luoghi degli Etruschi di Maremma:

 IL FIUME OMBRONE: “Umbro” per i Latini, ai tempi degli Etruschi era navigabile per gran parte dei suoi 161 km ed era una via di accesso strategica di collegamento con le altre città etrusche dell’entroterra toscano. Sfociava, in passato, nel Lago Prile probabilmente in un delta paludoso (adesso è un estuario ma è paludoso ugualmente). Lo sapete come si dice in lingua sumera “PALUDE”?  no? Ve lo dico io: “AMBAR”. Se gli etruschi provenivano dall’Anatolia tutto vien da sé…

 IL FIUME ALBEGNA: bagnava le città etrusche di Caletra, di Kalousion, scorreva nei pressi della città di Ghiaccio Forte. Sapete come si dice corso d’acqua in sumero? Si dice “HALBIA”.

 RUSEL: la città del mio cuore etrusco; prima che il lago Prile si prosciugasse, si estendeva su un promotorio che guardava lo specchio d’acqua. Ecco come si dice “promontorio, altura, capo” in diverse lingue antiche medio-orientali:

accadico: RASUM

cananeo: RAS

ebraico: ROS

fenicio: RUSNALK

bretone e antico irlandese: ROS (anche i Celti quindi….)

Ma allora anche RASNA e RASENNA, come si definivano gli etruschi, poteva significare il “POPOLO DEI CAPI”.

 

QUANTO MI GASANO QUESTE COSE!

 

 
 
 

DIVINITA' E DEMONI ETRUSCHI: CALU

Post n°208 pubblicato il 02 Aprile 2009 da zoeal
 

E IL DILEMMA "ITO" E "LAPIS" .... (che in realtà mi pongo solo io...)

Il Piombo di Magliano, rinvenuto nel territorio di Vulci, reca una prescrizione sacrificale riferita a Calu. Questi era, dunque, un dio della morte, ed il suo animale corrispondente era il lupo.
In Etruria non si hanno raffigurazioni certe di Calu, che viene rappresentato assieme a dèmoni piuttosto che singolarmente. Calu era una divinità legata alla morte intesa come avvenimento, non come stato, e la mentalità etrusca, come è noto, riservava maggiore attenzione proprio al momento del passaggio dalla vita alla morte.

Aita, con il capo coperto da una pelle di lupo, e Phersipnai sono la coppia che domina il banchetto perenne nell'aldilà (Tomba dell'Orco, Tarquinia). Calu era un dio della morte, ma, a differenza di Aita, era anche un dio di culto. 

Considerazioni personali: molti Toscani moderni, non parlano volentieri dei loro antenati; molti avvertono la sensazione atavica di disconoscerli, di far finta che la civiltà etrusca non sia mai esistita. Questo per alcuni motivi: per il ricordo "genetico" dell'annientamento; per secoli e secoli di lucido programma di cancellazione della memoria di un popolo; perchè ritenuti, a torto, gente triste che pensava solamente alla morte, ossessionata dalla paura dei demoni che albergavano nell'oltretomba e dai riti praticati per ingraziarseli. La realtà è stata ben diversa: la civiltà etrusca amava la vita e tutti i suoi aspetti piacevoli più di qualunque altra tanto da desiderarli anche nell'aldilà; consapevoli che la vita terrena finisce, ricercavano per il breve spazio temporale dell'esistenza, di godere di tutto ciò che la natura e la vita stessa offre. Tutto il resto è stata squallida propaganda antietrusca, che non a caso si è prolungata, specie in Toscana, ben oltre la caduta dell'Impero Romano, dato che alcuni riti e superstizioni di etrusca memoria, osteggiati e combatutti dal cristianesimo, hanno continuato a sussistere in molti luoghi anche oltre il Medioevo.

E chissà se il modo di dire dalle mie parti: "se n'è ito" che sta a significare "se n'è andato" ma anche "è morto" deriva da "Aita" il Dio del "trapasso" dal quale si è coniato il termine latino "ire-itus"...chissà chissà...

VI PONGO A TUTTI UNA DOMANDA: secondo voi....in Maremma e non so se anche in tutta la Toscana, la matita con la punta di grafite, quella grigia con cui si disegna in pratica, la chiamiamo LAPIS. Io penso che derivi da una reminiscenza latina "Lapis - lapideo, relativo alla roccia" forse riferito alla mina interna con cui si scrive...SAPETE DARMI UN'ALTRA SPIEGAZIONE? e perchè in quasi tutto il resto d'Italia, si chiama semplicemente "matita"? eppure il latino lo parlavano ovunque ...

 
 
 

PORSENNA A SARTEANO?

Post n°207 pubblicato il 01 Aprile 2009 da zoeal
 

 

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INVECE SE VOLETE VEDERE UNO SPECIALE DI STARGATE CON UNO SPLENDIDO FILMATO CLICCATE SU

LA QUADRIGA INFERNALE

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

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"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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PIACEVOLI DISCUSSIONI

POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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