Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

Messaggi di Maggio 2009

IL FANUM VOLTUMNAE: lo stanno ancora cercando

Post n°231 pubblicato il 22 Maggio 2009 da zoeal
 

Il fanum Voltumnae, secondo quanto riferito dallo storico romano Tito Livio, era il luogo delle riunioni annuali dei rappresentanti della lega delle città etrusche per dibattere di importanti questioni anche di politica estera, come accadde per esempio a proposito dello scontro fra Veio e Roma. Durante questi incontri oltre alle cerimonie religiose, si svolgevano anche fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni che era proibito interrompere. Il luogo quindi doveva essere vasto e provvisto di grandi spazi per accogliere i numerosi partecipanti al convegno politico religioso e per le altre manifestazioni.

La localizzazione geografica del fanum è stata ricercata, senza successo, fin dal XV secolo. I tentativi sono stati molteplici ma i risultati non sono stati mai confortati da una prova decisiva. Le ipotesi hanno interessato molte località, da Viterbo a Bolsena, da Viterbo e Montefiascone fino al Voltone, nei pressi di Farnese. In realtà l'unico indizio scritto sulla localizzazione del fanum si trova in un'epigrafe di età imperiale romana, molti secoli dopo la fine dell'indipendenza dell'ultima città etrusca.

Si tratta del cosiddetto rescritto di Spello, una disposizione con la quale l’imperatore Costantino concede agli Umbri di poter celebrare le loro annuali cerimonie religiose ed i ludi ad esse connessi secondo una antica tradizione, proprio a Spello e senza doversi più recare, per celebrarli con gli Etruschi "apud Volsinios".  Era perciò sicuramente presso Volsini il luogo dove tradizionalmente si svolgevano le cerimonie politico religiose della federazione etrusca, perlomeno in epoca romana. C'è naturalmente da credere che ciò avvenisse anche quando gli Etruschi erano i dominatori incontrastati dell'Italia centrale.

Un problema sorge quando si pensa che Volsini per i romani era il nome di Orvieto prima che venisse da essi stessi distrutta, ma fu anche il nome di Bolsena dopo che gli abitanti di Orvieto vi furono deportati. Poi c'è da comprendere il significato di quell' "apud" che potrebbe anche voler  dire nei dintorni e chissà in quale raggio.

Negli ultimi anni le ricerche del fanum si stanno concentrando, a cura degli studiosi dell'Università di Macerata, proprio nei pressi di Orvieto, in una località denominata Campo della Fiera situata ad Ovest del pianoro tufaceo sul quale sorge la città del Duomo. Qui si apre una estesa area pianeggiante che deve il proprio nome al fatto di essere stata per secoli sede di fiere e mercati periodici. In questa zona già allo scorcio del XIX secolo si avviarono indagini archeologiche che rivelarono la presenza di un rilevante luogo di culto etrusco. Nel 1876, nella contrada denominata “Giardino della Regina”, tornarono infatti in luce resti di strutture murarie in tufo con elevati fino a m. 1,50 e si recuperarono le interessanti e pregevoli terrecotte architettoniche attualmente conservate al Pergamon Museum di Berlino.
 

Gli scavi condotti un decennio più tardi  evidenziarono l’esistenza di una strada basolata e resti di edifici di epoca romana, terrecotte architettoniche di epoca etrusca, sepolture etrusche e romane, epigrafi sepolcrali ancora di età romana.

Lo scavo nell’area è stato riavviato nel 2000 ed è proseguito con campagne annuali che hanno restituito, di volta in volta, materiali e strutture sempre più numerose. La superficie dell’area indagata finora è di circa tre ettari e si presenta particolarmente articolata. In uno dei settori  più elevati è stato messo in luce un poderoso muro (largo oltre m. 2.50), realizzato a secco e con paramento in opera poligonale su un lato, probabilmente eretto in età augustea; immediatamente a valle è stata individuata una sorta di platea che copriva, in parte, uno scarico di terrecotte architettoniche di notevole qualità e di diversa cronologia.
 

Poco a Sud-Est del grande muro ed in posizione altrettanto prominente, è tornata in luce una potente struttura in conci di tufo nella quale è verosimile leggere il basamento di un imponente edificio, con ogni probabilità di destinazione templare; questa è affiancata da un recinto che delimita un’area occupata da una fontana monumentale per la quale è possibile suggerire un ruolo importante per lo svolgimento del culto. L’area di scavo posta a quota leggermente inferiore rispetto a quelle cui si è appena fatto cenno è attraversata da due strade basolate, una delle quali si dirige proprio l’area ove insistono basamento e fontana. Tale percorso viario, di epoca etrusca e da identificare come la Via Sacra del santuario, si sovrappone ad uno precedente realizzato in epoca arcaica. E’ attualmente in luce per più di 60 metri ed in alcuni punti supera i sei metri di larghezza.
 

La seconda strada basolata, di epoca ellenistica, è stata al momento scoperta per una lunghezza di circa 50 metri: questo tracciato, largo 5 metri e caratterizzato in molti punti da solchi provocati dal passaggio di carri, collegava Orvieto con Bolsena. La porzione centrale dell’area è occupata da un vasto recinto all’interno del quale è insiste un tempio affiancato da due pozzi e preceduto da due altari, uno in trachite, l’altro in tufo, ai quali sia appoggiano strati caratterizzati da residui di inequivocabili azioni sacrificali; lungo uno dei lati dell’altare di tufo è stato inoltre opportunamente apprestato un thesaurus, rinvenuto ancora integro (il contenitore conservava ancora il proprio “coperchio”), che ha restituito più di duecento monete di bronzo e di argento.
 

Del tempio, oltre a due filari della fondazione in conci di tufo, si conserva anche il livello pavimentale in cocciopesto che frammenti lapidei policromi e crocette bicrome rendono più raffinato. Nello spazio compreso tra gli altari ed il tempio è inoltre tornato in luce un busto marmoreo, per il quale è stata proposta l’identificazione con quello dell’imperatore Geta, accuratamente seppellito in una fossa, dato che sembra imputabile alla damnatio memoriae subita dallo stesso imperatore.

Tra i numerosi reperti rinvenuti per qualità e quantità spiccano sicuramente le terrecotte architettoniche. Caratterizzate perlopiù da una policromia ancora estremamente vivida, coprono un arco cronologico piuttosto ampio, compreso tra la fine del VI e gli inizi del III sec. a.C. Cospicuo anche il ritrovamento di consistenti  frammenti di ceramiche attiche, a figure nere e rosse, appartenenti a crateri e coppe di grandi dimensioni, probabili doni votivi offerti al santuario. Seppure di dimensioni contenute anche i numerosi bronzi figurati forniscono una preziosa conferma della sacralità dell’area.

Nonostante i molti indizi l'invito alla cautela è d'obbligo e proviene da fonti decisamente autorevoli. Il professore Giovanni Colonna, ordinario di Etruscologia e Archeologia italica all'Università "La Sapienza" di Roma, nonché Accademico dei Lincei afferma: "Prima di gridare all'eccezionalità del ritrovamento del santuario federale degli Etruschi, ci andrei cauto, serve prudenza, perché mancano ancora elementi importanti che ci possano far affermare che siamo davvero in presenza del Fanum Voltumnae". Importanti le obiezioni sollevate dall'archeologo. "Si è un po' sconcertati dalle piccole dimensioni dell'edificio sacro rinvenuto - spiega il professor Colonna - che sono di soli 6 metri per 6. Anche se questo non è un elemento dirimente. Ma soprattutto -aggiunge- invito alla prudenza perché non sono stati ancora ritrovati doni votivi e non sono state ancora rinvenute le iscrizioni al dio Voltumna. Prima di dire che questo è il santuario federale, il 'Concilium Voltumnae' -sottolinea- attenderei questi elementi". Alcune circostanze, invece, secondo il professor Colonna, potrebbero "deporre a favore del luogo in cui è stato fatto il ritrovamento. L'ubicazione della Lega etrusca a Volsinii - conclude l'archeologo - risale infatti a re Porsenna, all'ultimo quarto del VI secolo avanti Cristo". L'importanza di ritrovare l'iscrizione sacraria è sottolineata anche dal professor Mario Torelli, ordinario di Archeologia Classica all'Università di Perugia ed esperto di etruscologia. "Personalmente credo alla scoperta, ma la mia convinzione personale è ben diversa e lontana dall'essere un fatto scientifico. Comunque, non si potrà avere la certezza assoluta finché non si ritroverà l'iscrizione, ma, francamente, credo sia improbabile che succeda".

Evidentemente la certezza di aver scoperto il mitico Fanum Voltumnae degli Etruschi è ancora lontana.

 Fonte Canino info

 
 
 

ETRUSCHEGGIANDO

Post n°230 pubblicato il 17 Maggio 2009 da zoeal

LA NECROPOLI DI POGGIO TONDO (PIAN D'ALMA-Scarlino (GR))

La necropoli di Poggio Tondo, che sorge nella valle dell’Alma nel territorio di Scarlino, è databile tra la metà del VII e la metà del VI secolo a.C. ed è pertinente a un insediamento ricadente sotto l’egemonia di Vetulonia.

Attualmente della necropoli sono visibili quattro sepolture, tre delle quali hanno struttura simile:

constano di una camera a pianta quadrangolare a cui si accedeva mediante un lungo corridoio e presentano una copertura realizzata con la tecnica della pseudocupola. Essa era costituita da una serie di lastre sovrapposte e aggettanti verso l’interno, che formavano anelli di diametro progressivamente decrescente fino ad una lastra di chiusura che veniva collocata alla sommità. All’esterno le tombe si presentavano con la caratteristica forma a tumulo e al di sopra di esso stava un cippo con funzione di segnacolo funerario, ancora oggi visibile nella Tomba 3, detta appunto “del Cippo”

La Tomba 1 detta “del Tamburo” deriva invece il suo nome dal tamburo (composto da uno o due filari di lastre d’alberese) che cinge la base del tumulo, mentre la Tomba 4 detta "delle due Porte" presenta appunto una seconda porta, oltre a quella della camera funeraria, a metà del corridoio di ingresso. Si è ipotizzato che questa sepoltura ospitasse due deposizioni: una, come di consueto, all'interno della camera funeraria vera e propria, l'altra invece in un settore del corridoio dotato di pavimento lastricato; la seconda porta doveva quindi delimitare la porzione di corridoio adibita a camera funeraria

Solo la Tomba 2, denominata “del Carro" si differenzia dalla tipologia planimetrica descritta. La sua forma atipica consiste in un grande vano rettangolare privo di corridoio di ingresso e di elementi che ne definiscano l’ingresso. Venne quindi sigillato, dopo la sepoltura, semplicemente accumulando ciottoli e terra fino a colmare tutta la parte anteriore del vano.

Rimane un problema aperto definire quale fosse la copertura della tomba. Data l’assenza di lastre in pietra, non è possibile ipotizzare una struttura a pseudocupola. Più plausibile è l’ipotesi di una copertura in materiale deperibile (tavole di legno) oppure l’uso di un semplice riempimento di terra e sassi.

LE MIE FOTO: POGGIO TONDO

 
 
 

INTROSPETTIVA

Post n°229 pubblicato il 15 Maggio 2009 da zoeal
 

Avrei voluto conoscere Alberto Angela ma non per dirgli che sono cresciuta a pane e Quark di suo padre e non mi sono persa nessuna delle puntate di Passaggio a Nord Ovest e neanche per dirgli che la nuova serie di Ulisse non mi piace molto perchè ha troppi toni sensazionalistici alla "Giacobbo", ma per parlare di Paleontologia. Perchè a sei anni volevo fare la palentologa e leggevo tutto quello che mi capitava a proposito degli uomini primitivi ma anche di fossili, poi a sette mi sono convertita all'Etruscologia e per un bel pezzo mi sarebbe piaciuto fare entrambe le cose. Lo so, non sono mai stata "normale" ma chi lo è del tutto in fondo?

Vorrei conoscere anche Valerio Massimo Manfredi per dirgli che mi sono letta una gran fetta dei suoi libri, che mi sono piaciuti tutti tranne l'ultimo "Idi di marzo" perchè lo trovo molto sofferto o perchè magari, ho solo un'idea diversa dalla sua sulla personalità di Giulio Cesare negli ultimi anni della sua vita

Rimpiango invece di non conoscere il latino, di non aver mai studiato il greco e di non capire gli scritti del Prof. Di Mario, quelli a proposito della sua interpretazione della lingua dei padri Rasna perchè quando fa il confronto tra Etrusco, Greco e Sumero, avrei il desiderio di comprendere ma in realtà mi rendo conto che di semantica applicata a queste lingue antiche, non capisco una benemerita mazza.

Vorrei, avrei voluto e rivorrei...invece sono qui sommersa da una valanga di carte, dalle scadenze impellenti, da discorsi inutili, lontano da tutto e lontano dalla mia amata STORIA.

C'EST LA VIE...

 
 
 

L'HO FATTO COSI' E' CONTENTA!

Post n°228 pubblicato il 13 Maggio 2009 da zoeal

Il tuo bel nome? Alessandra
2.Hai un nomignolo?
Più di uno
3.Qual è?
Picci per il mio lui, Anda per gli amici ma ora è caduto in disuso, Zoe per i miei genitori quando ero piccola.
4.Ti piace o ti arrabbi qnd ti kiamano così?
No perché dovrei
5.Sei mai stata innamorata?
Lo sono anche adesso
6.E sei mai riuscita a far innamorare qualcuno?
E certo sennò sarei sola.
7.Hai mai lasciato e poi ti sei pentita?
Si, infatti poi ho rimediato sposandolo.
8.Di solito una storia la chiudi tu o lui?
Ho sempre aperto e chiuso tutto da sola.
9.Il più bel regalo ke hai ricevuto?
Tutti quelli che mi fanno le persone che mi vogliono bene.
10.Hai fratelli o sorelle?
Sono figlia unica.
11.Ti rompono?
Come potrebbero?
12.Sei fiera degli amici ke hai?
Si
13.Cosa pensano gli altri di te?
Pensano che sia una rompiOO, almeno credo.
14.Una frase ke nn ti hanno mai detto ma ke vorresti sentire?
Non mi viene in mente niente
15.Secondo te sei stupido? No
16.E io sn stupida?! Io chi? il test è stupido casomai

17.Hai mai pensato di odiare qualcuno fin al punto di volerla ammazzare?
No, ma picchiare si.
18.Se si vai al manicomio (skerzo)
Ho detto no!
19.Cosa stai facendo adesso?
Mi facevo comodamente i fatti miei prima che quella certa Bea_75 mi obbligasse a fare questo test!
20.Hai mai ricevuto un torto?
Più di uno
21.Hai mai pianto per un giorno intero?
Si
22.L’ultima volta ke hai ballato cn un ragazzo?
Qualche giorno fa, ma ormai è un ragazzo cresciutello.
23.Xkè stai perdendo tempo a fare sto test?
Perché se no la Bea_75 rompe.
24.Stai andando al mare?
Magari!
25.Hai mai incontrato un ragazzo e hai capito subito di amarlo?
No, su queste cose sono tarda.
26.Qual è la cosa ke ti fa più ridere?
Non lo posso dire
27.E quella ke ti fa più piangere?
Vedere bambini che soffrono.
28.Hai un computer?!?!?
E cieeeertoooo!
29.Ehm…nn so più cosa scrivere forse?
Ohibò!
30.Cosa indossi adesso?
Maglietta viola
31.Ascolti di più i cd o la radio?
Cd
32.Ke stazione della radio ascolti di solito?
Non ascolto la radio
33.Quanti amici hai?
Pochi ma buoni
34.Quanti/e raga hai avuto?
Sono fatti miei…
35.Ma stai facendo questo test xkè nn hai nient’altro da fare?
Noooooo…perché c’è la Bea_75 che rompeeeeee…..
36.Il giorno ke hai avuto più paura?
quando il mio amore è stato portato in ambulanza al pronto soccorso.
37.Perkè?
si era svenuto per una colica renale.
38.Dormi da sola nella stanza?
No dormo con mio marito!
39.La frase ke ti piace di più?
Cosa fatta, capo ha!
40.Dimmi ciao in inglese?
hello
41.E in francese?
Salut
42.Salutami...
Ciao Ciao

 

FINALMENTE HO FINITO! BASTA EH? NON NE FACCIO PIU’!

 

QUESTO TEST E' UN'IDEA DI BEA_75 (un appello! basta con questi test!

 
 
 

PRISCILLA SOROR

Post n°227 pubblicato il 08 Maggio 2009 da zoeal
 
Tag: ROSELLE

E' tornata, anche se in copia nella sua Roselle, attende con ansia il riposizionamento nel giusto loco dove fu posta (perchè adesso l'hanno messa nella bottega del macellaio) e l'arrivo dei suoi parenti e dei suoi avi....

 
 
 

Roselle: villa dei Bassi, particolari

Post n°226 pubblicato il 05 Maggio 2009 da zoeal
 
Tag: ROSELLE

nell'ordine: mosaico del tepidarium, dispensa, pavimento in marmo del triclinio

e naturalmente: foto maritodizoe

 

 
 
 

GIOCO LETTERARIO

Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

INCIPIT

 clicca su IL FOLLE se vuoi leggere il mio racconto

ho scritto anche:

 LA FINE E L'INIZIO

e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

DEUXIPPO (prima parte)

DEUXIPPO (seconda parte)

DEUXIPPO (terza parte)

DEUXIPPO (ultima parte)

L'INFAME (prima parte)

L'INFAME (ultima parte)


 

E SFOTTIAMIOLI UN PO' STI RUMACH!

 

MAGIA DEL PHOTOPAINT

 

CONTATTA L'AUTORE

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ENIGMATICO APOLLO DI VEIO:IL SORRISO CHE AMMALIA

CIAO BELLOCCIO!

 

LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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