ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Gennaio 2010

INTERNET VA USATO CON CRITERIO: LA NUOVA EMERGENZA SANITARIA

Post n°3014 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"La nuova emergenza? Guardarsi dai danni alla salute che può causare un uso eccessivo e morboso di internet": lo afferma il coraggioso parroco siciliano don Fortunato Di Noto, serio nemico di ogni malefatta cibernetica. Don Di Noto, nel recente messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali, Papa Benedetto XVI ha sostenuto che per una capillare ed efficace evangelizzazione é conveniente utilizzare le nuove e moderne tecnologie: " il Papa ha detto una cosa assolutamente condivisibile, per altro affermata nel passato anche da Giovanni Paolo II. Intendiamoci, internet di per sé non é satana e va usato con criterio, evitando quei fenomeni negativi che sono l'alienazione e la dipendenza". Dipendenza?: " certamente, internet può causare dipendenza. Seri studi americani di medici hanno dimostrato che un uso morboso di internet é causa di disturbi agli occhi, ma anche al cuore. Pertanto non é per niente azzardato sostenere che oggi esista una emergenza sanitaria causata dalla rete e dalla sua eccessiva utilizzazione". Insomma, internet come una rete di pescatori nella quale ci sono pesci buoni e cattivi: " infatti ci sta di tutto, dalle cose di valore e serie, alle porcherie pornografiche messe in giro da gente senza scrupoli. Sta a noi e specialmente alle famiglie, vigilare con la dovuta attenzione che internet non diventi uno strumento di devianza. In sostanza, in internet noi dobbiamo vedere il volto di Dio e fare in modo che i pesci buoni mangino o scaccino quelli cattivi". Un compito non facile: " senza dubbio, ma é una sfida che ci lancia la modernità. Meglio, la lancia alle famiglie e questa sfida si allaccia con quella educativa che i vescovi italiani stanno affrontando. Anche questa della educazione é una reale emergenza". Che cosa pensa della recente aggressione con assassinio da parte di un ragazzo nei confronti del padre mentre assisteva ad un video gioco?: " in questo caso sono della idea che il video gioco abbia nessun ruolo. Si é trattata della esplosione di collera e problemi repressi, la violenza domestica oggi é un grave problema perché in famiglia ci si conosce poco. Meglio, si apprendono le cose spesso quando ormai é tardi. Dobbiamo investire molto sulla famiglia". Che cosa pensa del reato di stalking?: " la mia idea é che si sia lanciato un messaggio serio e giusto, basta con le minacce, le ingiurie, le persecuzioni che non sono solo contro le donne, ma anche ai danni dell'uomo. Io stesso, prete, sono vittima di stalking, quando me ne dicono tante per telefono e in rete e conosco altri sacerdoti molestati da perditempo". Crollo di Favara: " il Vescovo ha lanciato un grande messaggio da condividere. Quella di Favara e di tante parti della Sicilia é una vergogna che grida vendetta davanti a Dio. Si accertino le responsabilità e si prevengano decisamente queste situazioni. Basta con le malefatte". - Bruno Volpe - Pontifex -

 
 
 

DOMENICA 57a GIORNATA MONDIALE DELLA LEBBRA: SANTA SEDE, NECESSARIE NUOVE STRATEGIE

Post n°3013 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Di fronte al propagarsi della lebbra, è necessario che gli Stati diano vita a strategie più efficaci per contrastare questa malattia, squarciare il velo di silenzio che l'avvolge ed evitare lo stigma sociale di chi ne è colpito. E' questo in sintesi l'appello lanciato dal Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, mons. Zygmunt Zimowski, nel suo messaggio per la 57a Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra che si celebrerà domenica, 31 gennaio, sul tema “Salviamo la bellezza dell’uomo dalla lebbra”. Secondo i dati più recenti pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha ricordato mons. Zimowski, nel 2009 sono stati registrati oltre 210mila nuovi casi di lebbra, conosciuta anche come Morbo di Hansen. Al giorno d'oggi circa 10 milioni di persone distribuite in 15 nazioni del mondo hanno la vita segnata da questa malattia. La 57a Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra sarà dedicata in particolare all'India, il paese che registra attualmente il più alto numero di nuovi casi di lebbra ogni anno, seguita dal Brasile. “Sempre da un punto di vista statistico – ricorda nel messaggio il Capo del Dicastero vaticano –, i Paesi che risultano più colpiti sono in Asia, nell’America Meridionale e in Africa”; mentre “si registrano anche numerosi casi in Angola, Bangladesh, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Indonesia, Madagascar, Mozambico, Nepal e Tanzania”. Un problema che si osserva al giorno d'oggi, scrive mons. Zimowski, è che “nei Paesi economicamente più avanzati sembra che questa malattia sia stata dimenticata, così come lo sono  le persone che ne sono affette”. “Chi ne soffre o, sebbene guarito, ne porti le mutilazioni inconfondibili, è troppo spesso condannato alla solitudine e alla paura, a rimanere come invisibile agli occhi degli altri, della società, dell’opinione pubblica”. “Sul piano sociale – aggiunge – persistono al contempo le paure che,  di norma generate dall’ignoranza, aggiungono un pesante stigma al già terribile fardello che la lebbra comporta anche a guarigione avvenuta”. Inoltre, nonostante il gande impegno di istituzioni, organismi a matrice ecclesiale e non governativi che lottano contro la lebbra e l'esistenza di efficaci cure per contrastarla, il Morbo di Hansen continua a propagarsi. “Mi appello pertanto alla comunità internazionale e alle autorità di ogni singolo Stato – scrive mons. Zygmunt Zimowski –, invitandole a sviluppare e rafforzare le necessarie strategie di lotta alla lebbra, rendendole più efficaci e capillari soprattutto dove il numero dei nuovi casi è ancora elevato”. A questo proposito il presule sottolinea la necessità di “campagne di educazione e di sensibilizzazione in grado di aiutare, le persone affette ed i loro familiari, ad uscire dall’esclusione e ad ottenere le cure necessarie”. “Maria Salus Infirmorum sostenga i malati nella difficile lotta contro le sofferenze e i disagi provocati dalla malattia e possa squarciare il velo del silenzio con un sempre crescente  numero di atti di vera solidarietà a favore delle persone colpite dalla lebbra”, conclude infine. La Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra è stata istituita nel 1954 da Raoul Follereau (1903-1977) e riconosciuta ufficialmente dall'ONU. Lo scrittore e giornalista francese, che dedicò tutta la sua vita a dare un impulso decisivo alla sconfitta di questa malattia, fu completamente trasformato dall’incontro in Costa d’Avorio con un villaggio di lebbrosi, mentre seguiva per motivi giornalistici le orme del futuro beato Charles de Foucauld. La Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra assume quest'anno, inoltre, un valore maggiore alla luce della recente canonizzazione, l'11 ottobre 2009, di padre Damiano De Veuster, il padre belga che dedicò la propria vita ai malati di lebbra dell'isola di Molokai (Hawaii), rimanendo con loro per sedici anni prima di morire contagiato anch'egli dalla malattia. - Zenit -

 
 
 

POLITICA ITALIANA: IL SIGNIFICATO DELLA CANDIDATURA DI EMMA BONINO

Post n°3012 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nella politica, come nella storia, vi sono uomini e donne che riassumono nelle loro persone una concezione della vita e del mondo. Il nome di Emma Bonino è, in Italia, il simbolo del laicismo integrale, come in Spagna lo è divenuto quello di José Luis Zapatero. Occorre fare un passo indietro, risalire agli anni Settanta, quando la marcia di conquista del PCI si svolgeva attraverso due linee direttrici: un fronte politico, rappresentato dallo stesso partito di Berlinguer, che tendeva la mano ai cattolici, in nome di un compromesso “a-ideologico” e un fronte “sociale”, incarnato dal Partito radicale di Marco Pannella, che aggrediva ideologicamente, per estirparle, le radici della morale naturale e cristiana. Il Muro di Berlino è caduto, il PCI si è dissolto, ma il processo di disgregazione morale della società italiana è continuato in maniera implacabile. Nessun leader della sinistra rivendica ufficialmente l’eredità di Gramsci e di Berlinguer, ma Marco Pannella ed Emma Bonino, i due protagonisti storici di tutte le battaglie, proclamano con orgoglio la loro identità radicale. C’è insomma un postcomunismo, ma non c’è un “post- radicalismo”: c’è il laicismo puro e duro di chi avanza verso orizzonti trasgressivi sempre più avanzati. Anche quando ha svolto il ruolo di Commissario europeo, Emma Bonino non ha mai dimenticato la sua identità e certamente così sarà, se mai dovesse guidare la Regione Lazio. Al settimanale “Panorama” del 5 novembre 1998, che Le obiettava: «Lei oggi in Europa è importante. Ma Pannella c’è sempre…», la Bonino rispondeva categorica: «Io sono un gruppo, una storia, la sua». La storia di Marco Pannella e del Partito radicale: la storia della “modernizzazione” del nostro Paese attraverso fasi successive e concatenate: divorzio, aborto, eutanasia, educazione sessuale obbligatoria, liberalizzazione della droga, matrimonio omosessuale, provetta selvaggia: non c’è tappa del processo di secolarizzazione degli ultimi quarant’anni che non sia stata fatta propria da Emma Bonino, nessuna trasgressione che non sia stata rivendicata come “conquista civile”. Giuliano Ferrara ha dunque ragione di scrivere: «Quella candidatura è un modello ideologico, un programma di rilancio della peggiore ipoteca laicista a Roma, un tentativo di rivincita sulla chiesa contestata ma non irrilevante del referendum sulla fecondazione assistita, uno schiaffo ai vescovi e ai laici del dies familiae; è anche la definitiva certificazione, se non combattuta, della marginalizzazione della Chiesa dei movimenti, delle battaglie culturali all’insegna della difesa della fede, alleata della ragione, nello spirito pubblico occidentale» (“Il Foglio”, 23 gennaio 2010). È difficile immaginare un personaggio politico che incarni meglio della Bonino la negazione dei “valori non negoziabili” richiamati da Benedetto XVI. Con la Bonino cade ogni possibilità di compromesso e di mediazione. Se c’è un nemico è lì. Ma la Chiesa ha nemici? Questo è il punctum dolens della situazione, emerso dall’inchiesta de “Il Foglio” tra i cattolici di base. Il ritornello è sempre lo stesso: non ci si deve dividere sui problemi etici, né fare la guerra sulle questioni di principi, perché chi evoca l’esistenza di uno scontro lo alimenta. Non importa che la guerra ideologica sia in corso, sotto i nostri occhi; della guerra non bisogna parlare, perché ammetterne l’esistenza significa doversi schierare ed essere costretti a combattere. Ma ciò che caratterizza l’odierna mentalità ecclesiale è proprio il rifiuto della lotta, l’odio per lo scontro morale e per la polemica ideologica e dottrinale. Nelle polemiche, come in ogni guerra, anche solo verbale, si alzano i toni, si infliggono e si subiscono ferite talvolta difficili a rimarginare, si creano inimicizie spesso profonde, in una parola si soffre. Il cattolico di oggi, qualunque posto occupi nella Chiesa, prova istintiva repulsione verso la sofferenza. La sua filosofia di vita è il relativismo, che giustifica ogni forma di edonismo e teorizza il culto dell’io e dell’appagamento dei propri bisogni, all’interno di un ordine delle cose secolare o “mondano” che ha espulso ogni traccia di sacrificio. Il sacrificio implica l’idea di verità e di bene ed è incompatibile con il relativismo religioso e culturale contemporaneo. Esso presuppone una mortificazione dell’intelligenza, che si pieghi alla verità, su una linea esattamente contraria a quella della autoglorificazione del pensiero umano che caratterizza il pensiero moderno e post-moderno. Le radici di questa malattia spirituale affondano, come osserva Francesco Agnoli, nello spirito irenistico e relativistico, penetrato nella Chiesa conciliare, dimenticando che talora è necessario opporsi al mondo, seguendo la via della croce. Il Cristianesimo non concepisce la vita come una festa, ma come lotta e come sacrificio. Una delle ragioni della sconfitta dei cattolici nel secondo Novecento è stata la perdita di questa visione militante cristiana, incentrata sullo scontro tra le “due città” agostiniane. A partire dagli anni Sessanta si è ritenuto che la causa dell’anticlericalismo e del laicismo dell’Ottocento e del Novecento fosse stata l’intransigenza della Chiesa che, condannando il mondo moderno, ne aveva prodotto la reazione. I cattolici hanno mutato il loro atteggiamento verso il mondo moderno, praticando un falso dialogo, ma il processo di scristianizzazione non si è arrestato. L’anticristianesimo è cresciuto al punto che oggi ci troviamo di fronte a una “cristofobia” europeista e a una “teofobia” evoluzionista senza precedenti nella storia. Come stupirsi se le giovani generazioni ritengano che la fede sia una questione puramente personale e che non bisogna dividersi sui problemi etici, respingendo ogni tentazione di “fondamentalismo”? La filosofia soggiacente è quella immanentistica, che postula l’espulsione del sacro da tutti gli aspetti della vita sociale e l’immersione del Cristianesimo nel mondo, con il conseguente assorbimento di tutto ciò che il mondo esprime. Questa filosofia della storia si fonda sul mito, proprio dell’Illuminismo, del mondo diventato “adulto” che deve liberarsi dei valori del passato, appartenenti all’infanzia dell’umanità per accedere ad un livello di vita pienamente razionale. È la cosiddetta “maturità del mondo” di cui parlano Bonhoeffer e Rahner. La liturgia, per il principio lex credendi, lex orandi, dovrebbe esprimere questo processo di irreversibile “mondanizzazione” della realtà e farsi essa stessa, come scrive Rahner, «liturgia del mondo». I cattolici irenisti, che votano la Bonino, sono gli stessi che rifiutano la rinascita liturgica avviata dal Motu proprio “Summorum pontificum” di Benedetto XVI. Nella Messa tradizionale essi intravedono l’antitesi del secolarismo, il richiamo a una concezione trascendente della vita in cui i fedeli di Cristo si propongono di “cristianizzare” il mondo e non di lasciarsi “mondanizzare” da esso. La Messa, il cuore della vita cristiana, non è una gioiosa assemblea, ma il rinnovamento incruento del Sacrificio per eccellenza, quello di Gesù Cristo sul Calvario. E c’è ancora chi crede che solo in quella Croce possa essere la speranza di salvezza del mondo. (R. d. M.)
 - Corrispondenzaromana -

 
 
 

......IN CAMMINO CON MARIA.........

Post n°3011 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La rubrica, "In cammino con Maria", é affidata a don Maurizio Gagliardini, sacerdote della Diocesi di Novara, fondatore e presidente dell'Associazione "Difendere la vita con Maria". Lo ringraziamo per aver accettato il nostro invito, arricchendo così la nostra rivista. L'intenzione della rubrica è di offrire, di volta in volta, degli spunti di meditazione che siano come dei piccoli passi alla scuola della Regina della Pace. Passi che vorrebbero aiutare a progredire un poco nella via del Vangelo che Maria viene a ricordarci; passi non solitari, ma di comunione con la Chiesa; passi che, senza anticipare i suoi giudizi, si mettano docilmente nella sua scia. Segnali e indicazioni dunque, che invitano a ripercorrere il sentiero indicato da Maria in tutti questi anni, nell'auspicio di sostenere il cammino spirituale di chi legge,per seguire, sotto la guida della Chiesa, in modo docile e concreto, Colui che è la Via.

Amare la vita

Cari amici di Medjugorje mi immagino che questo giornalino arriverà nelle vostre case all'inizio del mese di febbraio, proprio quando tutta la Chiesa italiana celebra la giornata della vita, domenica 7 febbraio. Quest'anno per la trentaduesima edizione i Vescovi invitano tutti a riflettere sui necessari sostegni alla famiglia, non ultimo quello economico, con un messaggio dal tema: "La forza della vita una sfida nella povertà". "Chi guarda al benessere economico alla luce del Vangelo sa che esso non è tutto", - ci ricordano i Vescovi - "infatti, può servire la vita, rendendola più bella e apprezzabile e perciò più umana". Il messaggio per la giornata della vita ribadisce che "la Chiesa si impegna per lo sviluppo umano integrale, che richiede anche il superamento dell'indigenza e del bisogno"[ ... ] "Proprio perché conosciamo Cristo, la Vita vera, sappiamo riconoscere il valore della vita umana e quale minaccia sia insita in una crescente povertà di mezzi e risorse. Proprio perché ci sentiamo a servizio della vita donata da Cristo, abbiamo il dovere di denunciare quei meccanismi economici che, producendo povertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offendono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi." "Anche la crisi economica che stiamo attraversando può costituire un'occasione di crescita: la bellezza della condivisione ci spinge a prenderci cura gli uni degli altri. Ci fa capire che non è la ricchezza economica a costituire la dignità della vita, perché la vita stessa è la prima radicale ricchezza, e perciò va strenuamente difesa in ogni suo stadio, denunciando ancora una volta, senza cedimenti sul piano del giudizio etico, il delitto dell'aborto". "Sarebbe assai povera ed egoista" sottolineano i Vescovi una società che, sedotta dal benessere, dimenticasse che la vita è il bene più grande. Del resto, come insegna il Papa Benedetto XVI nella recente Enciclica Caritas in veritate, "rispondere alle esigenze morali più profonde della persona ha anche importanti e benefiche ricadute sul piano economico" (n. 45), in quanto "l'apertura moralmente responsabile alla vita è una ricchezza sociale ed economica" (n. 44).

Credere in famiglia

Sono veramente lieto di avere questa serena e pacata occasione di riflettere con tutti voi su questo tema. E non è improbabile che esso possa magari anche rivelarsi un'occasione di dialogo e di scambio di opinioni in casa sui valori fondanti e non negoziabili, come ci ha spesso indicato anche il Papa Benedetto XVI, quali la vita, famiglia e l'educazione. Queste riflessioni emergono alla luce e alla presenza materna di Maria, che non si stanca mai di sospingerci verso il bene della preghiera, che non è mai un'allontanarsi dalla realtà né tanto meno dai problemi, ma è una forza in grado di illuminarci ed a sostenerci. Qualche anno fa il Vescovo di Novara, Mons. Renato Corti, nella lettera pastorale e in diverse omelie ha espresso un auspicio "come una profezia", cioè che il popolo amante della vita sia sensibile alla tematica della pace e viceversa.

Il confessionale luogo della vita e della pace

Mi pare bello qui rilevare che questo bene - della vita e della pace - ha trovato una sua profonda unione proprio a Medjugorje, dove la Regina della Pace ha ripetutamente richiamato tutti alla sacralità della vita e al valore della famiglia. Spesso con parole accorate è ritornata su questo tema pensando alle nostre situazioni concrete. Questo mondo di affetti, che è la famiglia e la vita, sono in taluni casi al centro di grandi sofferenze: come quando si interrompe il dialogo comunicativo tra genitori e figli e tra figli e genitori; come quando si verifica il caso di una famiglia che "si rompe" e ha bisogno di un supplementare soccorso d'amore per capire, accettare, andare incontro e perdonare; oppure addirittura come quando una vita viene per diversi motivi violata attraverso il ricorso all'aborto o con pratiche contraccettive. Questa armoniosa intesa che si stabilisce fra la pace e la vita non è certo uno slogan di facciata, ma alla scuola di Maria diventa un progetto di vita, un cantiere aperto dove nulla si improvvisa senza fatica, ma tutto si conquista con la fede, la fiducia, la generosità e l'amore, e soprattutto attraverso la gratuità. Questo intende Maria, la Regina della Pace, quando invita alla conversione. Ciò che avviene però in questa terra veramente benedetta di Medjugorje è un straordinario soccorso della Provvidenza che con voce materna e con sollecitudine pedagogica conduce ciascuno a fare un'esperienza diretta dell'amore di Dio. Mi piace qui rievocare una frase di Ignacio Larrafiaga, francescano minore e autorevole maestro di spiritualità, che a metà degli anni '70 ripeteva spesso nelle sue conferenze e pubblicazioni questa convinzione, cioè che "nel futuro non ci sarebbe stata più una fede di tradizione ma ogni credente sarebbe stato uno che avrebbe esperimentato la presenza di Dio nella sua vita: un mistico". A Medjugorje c'è un luogo a cui tutti ricorrono come ad una oasi d'approdo sicura e come una fonte che disseta e risana: il confessionale. Luogo da cui ciascuno riparte, risanato dal perdonato e rinnovato nella fiducia. Così il sacerdote, così ogni fedele. Il confessionale, luogo della vita e della pace. Vi ricordo tutti sempre con grande affetto nella Santa Messa, un abbraccio fraterno, - Don Maurizio Gagliardini - "Medjugorje Torino" n. 151

 
 
 

DOVE DIO PIANGE: SITO INTERNET SUI CRISTIANI PERSEGUITATI

Post n°3010 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

"Dove Dio piange" mostra la testimonianza di agenti pastorali in zone di pericolo

Un sito Internet dedicato alle nuove persecuzioni subite dai cristiani è stato lanciato il 25 gennaio su iniziativa della Catholic Radio and Television Network (Crtn) dell'associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). Si tratta della pagina web in inglese "Where God Weeps - the suffering Church in focus", http://www.wheregodweeps.org("Dove Dio piange, una messa a fuoco sulla sofferenza della Chiesa"). Il nuovo sito vuole offrire agli utenti informazioni complete sulla situazione dei Paesi in cui molti cristiani sono esiliati o uccisi, e raccoglie testimonianze di Vescovi, Cardinali e missionari sul tema. Secondo quando ha riferito all'agenzia Sir Mark Riedemann, direttore di Crntv, "il sito offre una importante opportunità per le persone che vogliono conoscere maggiormente le sofferenze patite dai cristiani nel mondo. Le persecuzioni sono in aumento e quelle contro i cristiani in particolare. Al punto che in alcuni Paesi è a rischio la stessa sopravvivenza della Chiesa". Chi visiterà questa pagina potrà quindi scoprire come nel XXI secolo la gente continui a dare la vita per far fruttare il seme del Vangelo, annunciando il Signore in luoghi in cui tanti cristiani sono discriminati e perseguitati. L'elemento centrale di "Dove Dio piange" è un reportage che si realizza una volta al mese da un Paese diverso. Si tratta di un documentario di circa 12 minuti in cui si offrono statistiche, un panorama generale della realtà e testimonianze o interviste a qualche leader della Chiesa locale. "Dove Dio piange" ha dedicato questo mese il suo approfondimento alla situazione dei cristiani in Libano. Oltre alla panoramica generale, si offre la testimonianza di Paul Karn, direttore nazionale della Pontifical Mission Society nel Paese. Il reportage mostra come il Libano, pur essendo un Paese democratico in cui coesistono 18 credo diversi, sia in continuo pericolo per via dei Paesi vicini, il cui regime è teocratico o dittatoriale. Molti cristiani di altri Paesi asiatici arrivano a rifugiarsi in Libano in modo clandestino per le continue minacce o persecuzioni. "Dove Dio piange" non si ferma al piano informativo, concentrandosi anche su quello propositivo. Offre agli utenti modi per aiutare a sostenere economicamente le azioni evangelizzatrici e il seminario e illustra il sostegno offerto dalle Diocesi libanesi ai cristiani che vi si rifugiano. Le serie trasmesse da "Dove Dio piange" si possono vedere anche sui canali televisivi EWTN Global, Salt & Light TV (Canada) e Boston Catholic TV, e seguire sulle stazioni radio EWTN Radio, Sacred Heart Radio, Guadalupe Radio, Ave Maria Radio. - Zenit -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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