ASCOLTA TUA MADRELE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA |
VERGINE MADRE
«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000
CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
Salve Regina,
Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
Angelo di Dio,
Eterno riposo.
“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)
Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II
O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II
AREA PERSONALE
Messaggi del 11/01/2010
Post n°2916 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da diglilaverita
Quello di Pietro Crisafulli è un grido di dolore. Un misto di rabbia e rassegnazione nel constatare l'accanimento del destino e, dice lui, l'abbandono delle istituzioni. I suoi fratelli, Salvatore e Marcello (nella foto), sono entrambi gravissimi. |
Post n°2915 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da diglilaverita
Come mai anche l’ateo più incallito si infervora sulla scomunica o meno di un vescovo scismatico? Il libertino impenitente tuona sull’insegnamento morale di una realtà che altrimenti ignora? Dal caso Williamson, all’Aids in Africa e oltre: perché quello di sparare a parole sulla Chiesa è uno degli sport più diffusi? Una provocazione del teologo francese |
Post n°2914 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da diglilaverita
Cresciuta tra l’austerità dell’Ortigara e lo sciacquio dell’Astico, è l’emblema della fede semplice fatta di giaculatorie, rosari e novene. Digiuni, messe feriali e pratiche di pietà intercalate da un misterioso latino dal sapore più maccheronico che ciceroniano. Donna di fede la nonna. Affezionata a quel Papa polacco – con il quale spartiva l’età – non cessò mai di tradurmi in gesti di umile ferialità la vertigine della sua anima. Fosse viva si sarebbe infuriata in questi giorni: con la legna tra le mani o la biancheria da lavare avrebbe difeso coi denti il suo Papa. Non sarà quello polacco, ma è pur sempre il Papa. E questo le sarebbe bastato. Perché era donna precisa: al prete, al sindaco e al farmacista andavano riservati gli ossequi tra le viuzze del paese. Le devo tutto a quella vecchia contadina: la fede, la vocazione, la dolcezza della mia vita. Serenità e spensieratezza, oltrechè il gaudio di un cristianesimo acceso di passione. Anche se in questi giorni mi piacerebbe spiegarle con riguardo che quel suo cristianesimo – invidiabile nella santità e nella coerenza – sta scemando. Storia bella, arricchente, profonda. A casa mia per anni abbiamo attinto a quella fede. Peccato che sui banchi delle teologie il cristianesimo della mia nonna sia deriso, umiliato, guardato con diffidenza. Studiato con la passione dell’antiquario: ma è stato pur sempre un capitolo (e che capitolo) di storia sacra. Di fede incarnata nella storia! Non le potevo chiedere: “Perché sei cristiana, nonna?”. Era una domanda stupida per lei: era cristiana e basta. Non conosceva l’ermeneutica biblica nè la teologia dogmatica. La transustanziazione era “arabismo” ma credeva nella consacrazione eucaristica: non li sapeva sinonimi! La nonna ritrae quel cristianesimo dell’abitudine, della consuetudine che oggi vediamo zoppicare. Perchè oggi sta germogliando il cristianesimo dell’innamoramento: stupore, scelta di campo, coerenza e sudore, caparbietà e sofferenza. Il cristianesimo della gioia. La lezione degli attacchi continui inferti alla Chiesa c’avverte ch’è finito il tempo degli scherzi, del sentimentalismo, di una vaga spiritualità pagana, del “sono cristiano ma in chiesa non vado”. Dei bans, degli slogan e di una certa forma di pastorale paganeggiante. Oggi il cristiano deve esporsi, battagliare, abitare l’arena moderna e accettare le sfide del popolo indifferente. Non farsi né intimidire né imbambolare! Rompere nella società fino a diventare dei cristiani creativi. Kurt Kobain, la rockstar dei Nirvana, era un genio. Con la musica interpretava il popolo, lo lanciava fino ad accenderlo, suscitava la speranza. Un genio! Sono arrivati soldi a palate, era corteggiato dalle donne che cadevano tutte ai suoi piedi come delle oche, case in abbondanza. Tanta fama e gloria. Kurt si dimenticò di essere uomo: si staccò dalle sue radici, non riusciva più ad essere creativo. Nell’ultima lettera scritta alla moglie Courtney Love, si sfogò: “Siamo diventati ripetitivi; non ce la faccio più”. Abbandonando le sue origini era diventato arido, aveva smarrito il genio. Nella stessa lettera diceva a Francio Bean, la sua piccola di due anni e nove mesi: “Non ricordare tuo papà solo per questo gesto”. E prima della firma scrisse: “Eppure lassù qualcuno ci ama”. Dio non è un personaggio comodo, chiede scelte difficili. D’altronde, ha traghettato trent’anni di silente nascondimento nell’anonimato prezioso di Nazareth, ha scolpito nell’anima la melodia di una profezia da realizzare, ha intuito che le acque del Giordano sono per lui l’inizio di un’avventura pubblica di cui tanto s’era bisbigliato. Ci meraviglia quel suo inseguire l’uomo sin nelle acque torbide del Giordano, quel correre in anticipo tra chi merita meno, quel suo darsi in pasto alle bocche meno gradevoli. Ancor oggi ci meraviglia l’amore. Peccato i cristiani non facciano più paura a nessuno. Buona notte! - autore: don Marco Pozza - donboscoland - |
Post n°2913 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da diglilaverita
Cari amici del Sussidiario, un saluto e un ringraziamento per il vostro sostegno a Lazarus Home, a Saiwa e alle sue figlie. Vi scrivo appena tornata da Ramallah (capoluogo dei territori palestinesi autonomi in Cisgiordania, ndr) dove oggi si è tenuta una nuova udienza del processo contro Saiwa. Da cinque lunghi anni Saiwa è detenuta senza motivo. E' stata gettata nell'angolo di una prigione e lasciata lì: senza garanzie, senza prospettive o esiti. Il suo avvocato non ha fatto assolutamente nulla per lei. In Palestina, se un uomo uccide una donna, riacquista la libertà il mese stesso. Ma Saiwa (che ha ucciso suo marito dopo una vita di abusi, ndr) è una donna e solo per questo motivo la sua vicenda giudiziaria sta consumandosi in un tempo che sembra non aver fine. Oggi Saiwa - per la prima volta - non ha pianto, non aveva gli occhi rossi. Ha parlato a voce alta e il giudice l'ha rimbeccata, dicendole di starsene calma. Ma lei non s'è persa d'animo e ha alzato ancora la voce. Ha protestato: «Questo processo va avanti da cinque anni e non approda a nulla. E io ho bisogno di tornare dalle mie figlie che mi stanno aspettando. Stanno diventando grandi senza di me e io soffro per questo». Ho chiesto come sempre di poter parlare a Saiwa. Ci siamo date un grande abbraccio e le ho detto degli amici italiani che ci sono vicini e che ci sostengono. E questo ci sta dando vera speranza. In Cristo, Samar LA STORIA DI SAIWA La storia che vorrei raccontare iniziò quando cinque bambine furono lasciate sulla porta dell’orfanotrofio, esattamente cinque anni fa. Diana era la più piccola e aveva due anni, Tabet ne aveva tre, poi Naziha, Lulu e Imtiaz, la maggiore, che aveva sei anni. Non potete immaginare i pianti e le lacrime sui gradini dell’orfanotrofio di queste bambine che avevano perso entrambi i genitori. La loro madre aveva ucciso il loro padre e nessuno sapeva dove era finita. Le prime parole di Imtiaz furono: «Questo posto è un rifugio? È questo l’orfanotrofio?». Le altre bambine le abbracciavano piangendo, perché anche loro si erano trovate in condizioni simili. La prima cosa che feci dopo aver accolto le bambine fu un giro di telefonate per cercare di sapere dove era la loro madre e alla fine la trovai in una prigione. Decisi quindi di andare a visitarla. La situazione nella prigione era difficile da immaginare, ma tutti i poliziotti erano commossi perché era la prima volta che qualcuno portava dei bambini a visitare la propria madre in quella prigione. Da quel momento e ascoltando la storia di quella donna, della sua vita piena di maltrattamenti e abusi, ho deciso che doveva diventare un membro della mia famiglia della Casa di Lazzaro. Ho detto di lei a tutti i miei amici e con gli amici italiani di Valmontone (che aiutano la nostra casa) siamo andati due volte nell’ufficio del Presidente dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen, per chiedere pietà per lei. La donna non è mai stata visitata da nessuno in prigione, neppure dai suoi genitori: gli unici visitatori siamo noi della Casa di Lazzaro. Una volta ho chiamato l’avvocato nominato per la sua difesa e gli ho chiesto se vi sarebbe stata pietà per Saiwa: la risposta è stata che non vi sarebbe stata nessuna pietà per una donna simile. Gli dissi: «Pietà almeno per le figlie» e la risposta fu «Neppure le sue figlie devono conoscerla». Il direttore della prigione è stato sempre molto accogliente durante le nostre visite alla prigione, ma anche lui ha parlato allo stesso modo: «Meglio non creare speranze in una situazione dove non c’è nessuna speranza». Mi ha detto anche che mi consigliava di non continuare a portare le bambine con me durante le visite alla madre, ma di tenerle lontano. Su Saiwa incombe la vendetta della famiglia e di tutta la tribù del marito, così tutti sono convinti che lei morirà comunque. Il prossimo 10 gennaio andremo ancora in tribunale per assistere all’udienza di Saiwa. È normale che ci siano molte aggressioni e in tribunale ci saranno tutti i parenti del marito, mentre lei sarà sola. Quando vede me e Padre Roberto - un prete che viene con me e altri amici alla prigione - lei sorride. Noi veniamo normalmente presentati come la famiglia di Saiwa. Questo le dà la speranza che c’è qualcuno che le vuol bene per quello che lei è; lei ha capito completamente la sua miseria e difende i propri diritti nella speranza di tornare libera e di riunirsi alle proprie figlie, che stanno vivendo e aspettando perché lei torni da loro. (da una lettera di Samar Sahhar) - ilsussidiario - |
Post n°2912 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da diglilaverita
"Una drogheria di ebrei ci regalò la coccarda nera per la bandiera dell' Azione cattolica in occasione dei funerali di Pio XII": il particolare, inedito, lo rivela il Vescovo Emerito di Saluzzo, Monsignor Diego Natale Dalla Bona. Il Prelato ricorda così l'avvenimento: " allora mi toccò guidare i giovani dell' Azione Cattolica da Pietralata a Roma per i funerali di Papa Pio XII. Quella giornata era lutto nazionale e tutti i negozi erano chiusi". Che cosa accadde?: " a metà cammino, mi resi conto che sul nostro gonfalone mancava la lista nera di lutto, la tradizionale coccarda. Mandai a cercare una merceria, ma ogni tentativo risultò vano". E allora?: " dopo varie ricerche, anche affannose, vidi una serranda mezza aperta e lessi la insegna di merceria in via Dei Cestari". Precisa il Vescovo: " timidamente bussai e mi risposero. Chiesi se avessero per caso una coccarda funebre e spiegai il motivo. La avevano. Al momento di pagare, mi fu detto: siamo ebrei, ma non ci dovete nulla". Il motivo?: " mi dissero commossi: é il minimo che possiamo fare per riconoscenza verso quel Papa che ha contribuito a salvare molte vite di ebrei durante le persecuzioni razziali". Dunque Papa Pacelli era amato: " da quel che mi risulta certamente. Io non sono stato direttamente testimone durante gli eventi della guerra, perché prima stavo in Piemonte. Ma da quanto ho appreso da molta gente, Pio XII si é operato con generosità e prudenza per salvare molte vite di ebrei e dunque non fu tollerante,ma cercò di usare la prudenza per evitare guai peggiori". Lei ha conosciuto bene anche Giovanni Paolo II: " certamente, anche dopo la sua elezione é venuto alla mia parrocchia a Roma, alla Garbatella". Che idea aveva di Pio XII?: " lo trattava con molto rispetto e considerazione, credo che ne avesse una buona idea". Eccellenza, da vari giorni, per merito del Segretario Generale della Cei, Monsignor Crociata, é in corso un dibattito sul tema delle omelie. Monsignor Crociata ha lanciato un allarme, pienamente giustificato e giustificabile, definindole a volte, immangiabili. Come fare una buona omelia?: " deve attenersi al vangelo del giorno e alla Parola di Dio. Ma per essere convincente e bella, é necessario che il primo ad essere convinto di quanto dice, é lo stesso celebrante, chiamato a metabolizzarla per sé stesso. Se non ne é padrone lui, difficilmente viene fuori una buona omelia". Che cosa conta?: " non tanto la esegesi e la interpretazione dei testi, quanto domandarci con scrupolo ed amore, che cosa si sta compiendo oggi davanti a noi. Ritengo che una omelia convincente e valida non debba stancare i fedeli e dunque non superi mai i quindici minuti". Il celebrante deve collegarsi con episodi della realtà attuale?: " ma senza fare comizi e divagazioni politiche o sociologiche. Meno ancora quelle troppo teologiche. La omelia sicuramente deve essere contestualizzata ai tempi in cui viviamo e parlare di temi concreti partendo sempre dalle letture del giorno". - Bruno Volpe - Pontifex - |
Post n°2911 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da diglilaverita
Non c’è tregua nella lotta per la famiglia e la vita nel mondo ed anche l’ultimo periodo del 2009 è stato caratterizzato da molti tenaci tentativi di operare soprattutto tramite la legislazione contro famiglia e vita e da altrettanto tenaci sforzi di mobilitazione a loro protezione. Cattive notizie dagli Stati Uniti. L’attenzione generale era rivolta alla votazione del Senato americano sulla Legge di riforma sanitaria del Presidente Obama, soprattutto per l’emendamento Harry Reid contenente un compromesso sui finanziamenti all’aborto. La votazione sull’emendamento è stata effettuata il 21 dicembre con l’approvazione, mentre il 24 dicembre, alla vigilia di Natale, l’intera legge è stata approvata. I vescovi degli Stati Uniti si erano opposti al “Compromesso Reid”, che permette al governo federale di finanziare i piani di assicurazione privata che coprono le spese di aborto. Tendenze contrastanti in Messico. Il 18 dicembre 2009 il Congresso dello Stato messicano del Chiapas ha approvato la modifica dell’articolo 4 della Costituzione in cui si protegge il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale, con esclusione quindi di aborto ed eutanasia. Sono così diventati 18 gli Stati messicani ad aver approvato la blindatura del diritto alla vita: Veracruz, Querétaro, Baja California, Chihuahua, Campeche, Colima, Puebla, Durango, Jalisco, Nayarit, Quintana Roo, Guanajuato, Yucatán, Sonora, Morelos, San Luis Potosí y Oaxaca. Sempre in Messico, però, il 21 dicembre 2009 l’Assemblea legislativa del Distretto federale di Città del Messico (a maggioranza di sinistra) ha approvato una nuova legge sulle unioni matrimoniali civili tra omosessuali. Costoro potranno godere della comunione dei beni per ottenere crediti bancari, ottenere benefici dall’assistenza sociale e anche adottare bambini. Il Cardinale Rivera, arcivescovo di Città del Messico, ha detto che "non esiste alcun fondamento razionale od etico per assimilare o stabilire analogie, nemmeno lontane, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia". Il 17 dicembre 2009 la Corte suprema irlandese ha emesso una sentenza che qualcuno ha definito storica. In fedeltà alla propria Costituzione e in contrasto con la Convenzione europea sui diritti dell’uomo ha stabilito i diritti del genitore biologico anche se si tratta di un donatore di sperma. La decisione annulla una precedente sentenza di una corte di livello inferiore la quale, richiamandosi all’articolo 8 della Convenzione europea, aveva negato ad un genitore donatore di seme l’accesso al figlio e la sua custodia. La Corte irlandese ha affermato che una “coppia di fatto” non è una famiglia. La sentenza è doppiamente importante: essa ribadisce il carattere biologico della famiglia e il primato delle Costituzioni nazionali rispetto alla Convenzione europea. Il 16 dicembre 2009 il governo portoghese ha approvato un disegno di legge che prevede il riconoscimento pubblico del matrimonio tra omosessuali, quantunque senza possibilità di adozione. Il disegno passa ora al dibattito parlamentare. La Conferenza dei vescovi ha dichiarato che una simile legge avrebbe “gravi conseguenze”, perché “la famiglia viene danneggiata quando si prendono decisioni che alterano la sua struttura fondamentale”. L’opinione pubblica cattolica spagnola si sta mobilitando contro la volontà del governo di insegnare nelle scuole la propria visione della sessualità. La legge spagnola sull’aborto – “Ley de Salud Sexual y Reproductiva y de Interrupción Voluntaria del Embarazo” – contiene anche direttive educative e il governo ha messo a punto un piano per imporre la propria visione della sessualità: moduli di istruzione obbligatoria a tutti i livelli scolastici svolta da “esperti”. Lo scopo dichiarato è “diminuire le gravidanze non desiderate e le malattie trasmesse sessualmente”, ma quello finale è di imporre una visione materialistica della sessualità e della persona umana. - *Benedetta Cortese fa parte dell’Osservatorio internazionale “Cardinale Van Thuân” sulla dottrina sociale della Chiesa. - Zenit - |
Post n°2910 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da diglilaverita
Da diverse settimane su internet, sui quotidiani ed in televisione siamo bombardati da slogans contro l’omofobia. La campagna è promossa con un largo impiego di risorse finanziarie da parte del ministero per le pari opportunità guidato da Mara Garfagna . Attraverso internet, la televisione, i giornali e una cattiva educazione sessuale si è riusciti a creare una opinione pubblica non ostile alla pratica omosessuale in base alla quale chi sostenga il contrario viene liquidato come intollerante, retrogrado, sessuofobo, roba da medioevo, da mandare appunto dietro le sbarre perché reo del crimine di omofobia e di conseguenza diviene il bersaglio favorito dai mass media. Ma cos’è questa omofobia, termine ovunque sbandierato nelle varie iniziative che vorrebbero vietare ogni critica della omosessualità e anche indirettamente di tutte le altre “diversità sessuali”? Va anzitutto notato che l’espressione “omofobia” è terminologicamente sbagliata, poiché indica una cosa ben diversa da ciò che chi la utilizza come arma da combattimento vorrebbe significare. Infatti la parola greca omo-fobia è inesistente ma comunque, se fosse presa sul serio, indicherebbe letteralmente “ avversione per il proprio uguale o simile”: dunque quasi l’opposto di quella “ avversione” per l’omosessuale in quanto diverso” che semmai dovrebb’essere indicata con la parola omosessuo-fobia intesa come forma di etero-fobia. Già questa improprietà linguistica del termine “ omofobia” indica chiaramente che esso è stato artificialmente elaborato da una lobby ideologica e poi imposto dalla propaganda mass- mediatica, con lo scopo di favorire la creazione di una realtà inesistente : appunto l’omofobia, ossia una fittizia anomalia che può essere attribuita al nemico che si vuole di volta in volta demonizzare, condannare e neutralizzare. Il termine “omofobia” è stato quindi inventato per essere usato come strumento di una sleale campagna psicologica che mira ad intimorire e ad imbavagliare chi osi esprimere critiche sull’omosessualità, e sulla sua parificazione alla normalità sessuale e al matrimonio. Chi viene tacciato di omofobia riceve infatti la seguente accusa: “ se tu avversi l’omosessualità, lo fai perché ne hai paura, e ne hai paura perché sei dominato da una ideologia repressiva o da una psiche repressiva dalle quali devi guarire” da qui lo slogan di Luxuria “ di omofobia si può guarire”. Insomma “ se tu critichi l’omosessualità vuol dire che sei anormale, sei un malato da curare”, magari sei un omosessuale latente che rifiuti la tua omosessualità combattendo i gay. E’ interessante quindi rilevare che proprio coloro che hanno assolto l’omosessualità dall’accusa di essere una devianza o una malattia, trasferiscono ora quest’accusa a chi non è d’accordo con loro: i veri anormali sarebbero coloro che difendono la sessualità eterosessuale, quella cioè secondo natura. Pertanto l’accusa di “ omofobia” riassume tuta una ideologia libertaria, omosessualista che non solo non si limita ad abolire ogni giudizio morale sulla sessualità, ma che pretende di rovesciare questo giudizio, giustificando il vizio e condannando la virtù. Il presentare la normalità come anomalia e la devianza come vera normalità era il sogno del marchese De Sade, il quale proponeva che tutti potessero realizzare le loro “ tendenze sessuali”, specie se perverse…e così realizzare la vera fraternità rivoluzionaria. Rispetto al XVIII secolo, la novità oggi è che mentre De Sade fu condannato alla prigione- manicomio dagli stessi giacobini, oggi i giudici potrebbero internare chi vorrebbe opporsi a questa ideologia omosessualista. La verità è che l’omosessualità è una condizione patologica che ostacola lo sviluppo integrale della personalità. E’ interessante che in tempi di psicologismo imperante, la lobby omosessualista fa tutto il possibile affinché non si sappia in giro che i tre grandi pionieri della psicanalisi e della psichiatria- Freud, Jung e Adler- erano concordi nel considerare l’omosessualità come una grave patologia comportamentale. E’ interessante quello che scrive sull’omosessualità Osho (1931-1987) che certamente non può essere accusato di simpatie clericali. Osho dice: “ L’omosessualità è una fase anteriore alla pienezza sessuale, ma in Occidente si sta diffondendo sempre più. E questo fenomeno ha delle motivazioni che desidero illustrarti. Gli animali allo stato naturale, non sono mai omosessuali. Ma lo diventano negli zoo. Negli zoo, dove gli animali non sono liberi, non hanno spazio a sufficienza e vivono ammassati, si stabiliscono fra loro rapporti omosessuali. Il mondo sta diventando troppo affollato; diventa sempre più simile a uno zoo. La crescita e lo sviluppo naturali stanno scomparendo, si è schiacciati dalla tensione, dalla repressione. E’ questa la prima causa della crescente omosessualità. La seconda causa è rapportabile al fatto che in occidente il sesso è vissuto più come un divertimento che come un impegno. Si desiderano incontri occasionali, poiché impegnarsi con una donna significa crearsi dei problemi, il coinvolgimento è totalizzante –bambini, famiglia, lavoro, e mille altre cose- quando una donna entra nella tua vita, il mondo intero la segue! L’occidentale sta sviluppando una mentalità sempre più timorosa d’impegnarsi, di farsi coinvolgere. Ed è più facile non rimanere coinvolti in una relazione omosessuale che in una eterosessuale. Nessun figlio, nessun dovere, nessun impegno. La terza ragione dell’omosessualità, in questo caso femminile, si può far risalire al fatto che molte donne in occidente sono legate al movimento di liberazione femminile, all’idea che l’uomo le abbia sempre oppresse, nessun’altra classe è stata tanto oppressa quanto quella femminile. Ed ecco la rivolta, la reazione. Sono dunque sorte in Occidente organizzazioni di donne che professano il lesbismo, l’omosessualità. Il maschio è il nemico, e l’imperativo è quello di fuggire ogni forma di relazione con lui: è preferibile amare una donna. Le donne stanno diventando aggressive, sempre più aggressive. E l’uomo sta diventando timoroso, sempre più timoroso di impegnarsi in una relazione. Sono queste le situazioni favorevoli al sorgere dell’omosessualità , che comunque resta una perversione” ( Osho, segreti e misteri dell’eros, editrice Es, Milano, 1991, pp.74-75). Chiedo al ministro Mara Carfagna e a tutti i cittadini italiani che non vogliono il declino dell’Italia di non finanziare o sostenere campagne a favore della lobby omosessualista. Grazie. - don Marcello Stanzione - Pontifex - |
Post n°2909 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da diglilaverita
Nell’atto battesimale cui si sottopose Gesù, c’è tutto il simbolismo della dottrina del cristianesimo, che allacciandosi alla Tradizione del Vecchio Testamento, apre la strada della nuova concezione di “figli di Dio” e quindi compartecipi con Cristo della gioia del Padre, attraverso lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo giunge ad attestare in modo solenne la divinità di Gesù nel momento in cui ha compiuto, come un uomo qualsiasi, il gesto penitenziale, essendosi sottoposto al battesimo di Giovanni. Durante la sua vita terrena, Gesù non si mostrerà mai tanto grande come nell'umiltà dei gesti e delle parole. Importante lezione questa, per noi che vediamo le cose in modo tanto diverso. Seguire Cristo significa intraprendere questo cammino di umiltà, cioè di verità. Cristo, vero Dio e vero uomo, ci insegna la verità del nostro essere. Feriti dal peccato, purificati dal battesimo, noi oscilliamo fra i due estremi, entrambi attraenti, del male e della santità. E questo si vive nella quotidianeità più umile. Ad ogni passo possiamo scegliere Dio e il suo amore, o, viceversa, rifiutarlo. Seguire le orme di Gesù, significa assicurarsi un cammino che, nonostante sia stretto e sassoso, conduce alla vita eterna, alla vera beatitudine. Anche gli antichi profeti avevano ricevuto un'investitura divina in vista di una determinata opera. I cieli si aprono; e non è per lasciar cadere un fulmine: ma una colomba bianca, il simbolo prescelto dello Spirito di Dio, che scende con volo rapido. Essa si posa per sempre sul Signore. Dopo il battesimo di Giovanni vi è quello dello Spirito, e il Signore si immerge completamente nelle sue acque vive. Bisogna ancora notare che questa teofania non fa che rendere manifesto in modo più sensibile uno stato che esiste in Cristo dal primo istante della sua incarnazione. E, al fine di raggiungere tutti, una voce lascia cadere dal cielo dischiuso queste parole, che noi sentiremo ancora il giorno della Trasfigurazione: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto". |
INFO
LE LACRIME DI MARIA
MESSAGGIO PER L’ITALIA
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi
SAN GIUSEPPE PROTETTORE
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione
ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua
santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre
di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne
preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo
sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù
Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che
ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere
delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla
morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa
di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di
noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso,
possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna
beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.
Inviato da: diglilaverita
il 30/12/2016 alle 23:44
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il 30/12/2016 alle 11:57
Inviato da: PAOLA11O
il 27/12/2016 alle 13:29
Inviato da: gesu_risortoannunz1
il 22/12/2016 alle 18:10
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il 17/10/2016 alle 21:36