ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 05/12/2009

AVVENTO: PRONTI, SVEGLI, DEGNI!!!

Post n°2745 pubblicato il 05 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Tutto ciò va inserito in una dimensione che lega l’esperienza terrena a quella divina, perché è proprio dei giovani volare alto, puntare alle vette più alte, andare al cuore delle cose. Consapevoli di questo tempo speciale che ci conduce fino al Natale "andiamo con gioia incontro al Signore", con una prospettiva di futuro gioiosa, quella della casa del Signore, di giungere al termine di questo grande "pellegrinaggio" che dev’essere la vita terrena. "Siamo fatti per cielo", ma spesso lo dimentichiamo e da qui nascono la noia, la pesantezza, il nulla, l’abbandono, il vizio, la capacità di affrontare le piccole cose, la rottura dei rapporti di fedeltà e amicizia, il mettere da parte di Dio. L’Avvento – ci dice Papa Giovanni Paolo II - è una riconferma dell’eterno cammino dell’uomo verso Dio; è un nuovo inizio, ogni anno, di questo cammino: la vita dell’uomo non è una strada impraticabile, ma via che conduce all’incontro col Signore! Questo incontro parte dall’interno e coinvolge la persona interamente come quando ci si innamora davvero e tutto sembra acquistare una luce nuova. Il cristiano non incontra una teoria o una filosofia, ma un uomo che è anche Dio, Gesù Cristo. L’aspetto spirituale si unisce con quello storico e concreto, difatti, l’Avvento non vuol essere solo la memoria del periodo storico che ha preceduto la nascita del Salvatore, anche se esso, così inteso, ha già di per sé un altissimo significato spirituale, ma ci vuol ricordare che tutta la storia dell’uomo e di ciascuno di noi va intesa come un grande "Avvento", come un’attesa, istante per istante, della venuta del Signore, così che egli ci trovi pronti e vigilanti per poterlo degnamente accogliere. Qui ritroviamo tre elementi importanti e tipicamente giovanili in un senso o nell’altro come vedremo: pronti, vigilanti, degnamente.

- Essere pronti è proprio del giovane di oggi; pronto a tutto a volte pure spericolato. Pronti e via, si parte a volte senza meta e senza orari, si parte senza una vera organizzazione; si è pronti e basta. Già, ma l’essere pronti fino all’estremo porta spesso frutti effimeri e così si rischia di restare per strada, in panne, senza soldi, senza nessuno. E’ necessaria una meta, una preparazione, una strategia, una buona compagnia, una guida affidabile. Si tratta di coniugare l’impeto giovanile con l’essenzialità del Vangelo, per essere davvero "pronti" e non correre rischi inutili. Pronti allora, sì, con la fiducia in chi non ci abbandonerà mai, con una parola data che è certa e ricca di speranza.

- Essere vigilanti sembrerebbe essere il pane quotidiano dei giovani, se intendiamo le notti passate, nei fine settimana o durante l’estate, ben svegli fino all’alba. La vigilanza richiede di essere sentinelle, di essere desti e lucidi, pronti a rimettersi subito in attività. Forse questa seconda parte è un po’ più difficile, dopo certi notti in bianco a volte tra fumi e alcool. Il fatto che sia difficile però dovrebbe stimolare, non è sempre un limite e poiché sappiamo che tanti giovani sono capaci di cose grandi, questa attesa può anche essere una vera e propria preparazione fatta di sacrificio, impegno, servizio, preghiera. Qualche volta è necessario tenere svegli e pronti anche gli altri, coloro a cui si vuole bene, non deresponsabilizzandoli, ma coinvolgendoli in questa nuova prospettiva di attesa.

- Essere degni è l’altra chiave per prepararsi all’Avvento. C’è un abito esterno ed uno interno e si è chiamati a curarli entrambi e a volte anche a prendersi cura di quello del prossimo. Ciò che è – per così dire – indegno fa di certo moda oggi tra i giovani dal linguaggio, alla gestualità, dall’abbigliamento ai comportamenti. Ma quale ragazzo o ragazza non farebbe di tutto per essere "degno/a" della persona che ama? Chi non si renderebbe pulito ed elegante per un appuntamento importante? La questione è di stile, è lo stile è quello del Vangelo, senza fronzoli, essenziale, deciso, ma sempre carico di fascino e coinvolgente. Vogliamo entrare o no in queste "club" che è il Regno di Dio? Le regole? Non è esclusivo nel senso che non esclude chi ci mette un po’ di buona volontà per esserne degno; si entra anche accompagnati e nessuno paga anche quando sembra che il prezzo sia troppo alto; la consumazione la si paga già su questa terra, a volte con sacrificio, ma la quantità è cento volte tanto; non ci sono buttafuori anzi "buttadentro"; il Padrone garantisce gioia vera e una vita in pienezza senza la necessità di sballarsi. Essere degni, insomma, conviene!

Cosa dire ancora in occasione dell’inizio dell’Avvento? Lo lasciamo dire ancora a Papa Giovanni Paolo II: E’ questo tempo liturgico stesso che ci dice appunto che l’umanità intera e ogni uomo ha un futuro felice, nonostante tutto quello che possono portare i tempi, le esperienze umane, la storia, le tragedie. Nonostante tutto quello che vediamo ogni giorno, che sentiamo quasi nell’aria: nonostante tutto l’umanità ha un futuro, ha un avvenire, e un avvenire buono, un avvenire divino. È questo il messaggio dell’Avvento, il messaggio della salvezza. Dio vuole salvarci e ci salva.

Che cosa significa tutto questo? Significa puntare a Cristo e a quanti sono di Cristo senza timore, senza pensare di dover dare chissà quali giustificazioni, senza doversi necessariamente chiudere in clausura o esiliarsi dalle cose del mondo. Questo avvenire personale è anche comunitario, ed è possibile in tutte le situazioni, persino le più contrarie. Si tratta di avere fiducia nella stessa giovinezza, in chi vi guida senza interesse e con amore, in chi agisce con coerenza, in chi dà la propria vita tutti i giorni. - Marco Pappalardo - donboscoland -

 
 
 

TESTIMONIANZA DI UN SACERDOTE: NEUCATECUMENALI, GNOSI E USO DEL DENARO PER ACCRESCERE I CONSENSO

Post n°2744 pubblicato il 05 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dopo il mio articolo " I Neocatecumenali di Kiko: movimento ecclesiale o setta all’interno del Cattolicesimo?", diversi lettori di Petrus mi hanno chiesto ulteriori dettagli sul Cammino Neocatecumenale e sulla mia storia personale. Premetto che non sono un teologo di professione ma un normale parroco di Campagna, per cui mi rifaccio alla mia esperienza con il Cammino Neocatecumenale durata diversi anni per spiegare perché decisi di chiudere con tale gruppo. A lungo andare la frequenza neocatecumenale mi puzzava sempre più di gnosticismo. Mi spiego meglio: le eresie gnostiche sono state, dall’epoca patristica, tra i più pericolosi nemici della Chiesa Cristiana, ma, malgrado i ripetuti attacchi, non hanno mai potuto abbattere l’edificio costruito da Cristo. Esse si basano sulla "conoscenza"(gnosi, appunto) che è riservato ad un ristretto numero di persone (gli "iniziati" o "illuminati" a seconda della varie sétte), mentre gli altri (gli "affiliati") devono essere all’oscuro di tutto e non avere la minima idea di dove li porterà il loro cammino iniziatico. Molte persone, anche oggi si affiliano alla Massoneria Operativa senza avere la benché minima idea di dove questa affiliazione possa portarle, magari per l’impronta vagamente filantropica di alcune logge, o magari per accrescere il loro status sociale nella società e aumentare così il proprio potere, non immaginando certo di diventare veri e propri schiavi di satana, cosa che solo alcuni arriveranno a capire, salendo la lunga scala dell’iniziazione massonica. Riguardo al Cammino, poi, quando uno entra nel movimento Neocatecumenale deve dimenticare le domande. Per lungo tempo non è permesso di porne e, anche quando arriva il momento di chiedere qualcosa, le risposte sono evasive, a meno che mai quelle che riguardano le tappe future del Cammino perché allora è tutto top secret. Il sapere è tutto nelle mani dei responsabili, o dei "catechisti", che non sono persone che hanno fatto studi particolari di teologia, liturgia, patristica od altro, ma solo persone che hanno fatto almeno cinque o sei anni di cammino e che sono state indottrinate imparando a memoria o quasi le catechesi di Kiko. Catechesi che sono piene di eresie dottrinali e che sono state fatte nel contesto socio-culturale degli anni 70 e vengono ancora propinate nel ventunesimo secolo! Loro stessi non hanno idea di quello che verrà loro insegnato nei prossimi anni. Il miglior allievo per i Neocatecumenali è colui che è al digiuno di nozioni di catechismo, di teologia e di Bibbia, in modo da potergli insegnare tutto quello che pare a Kiko. Ma ci chiediamo: perché tanta gente, all’inizio, si fida dei Neocatecumenali? Perché l’annuncio delle catechesi viene fatto la domenica in parrocchia e i catechisti dicono che sono stati mandati dal vescovo. Ricordo che quando le perplessità sulla bontà del Cammino divennero delle evidenze sconcertanti e iniziai a lamentarmi pubblicamente, ricevetti una telefonata dalla responsabile del Cammino che mi disse che essi avevano deciso di chiudere il Cammino nella mia parrocchia, io replicai allora che se erano stati inviati, come essi dicevano, dal vescovo doveva essere il vescovo che se era vero l’aveva aperto, doveva lui solo dirmi di chiuderlo, e non loro, laici, a dare ordini a un sacerdote. Il fatto interessante avvenne subito dopo, per anni ero stato il confessore di centinaia di neocatecumenali di altre comunità parrocchiali, i quali non si facevano scrupolo di venirsi a confessare a tutte le ore. Tante volte, stavo per mettermi a tavola e finalmente mangiare, o stavo schiacciando il pisolino pomeridiano, ed ecco i "fratelli" che approfittando della pausa pranzo venivano a confessarsi. Chiuso il Cammino nella mia parrocchia, non ne vidi più nessuno, ma proprio nessuno e la cosa mi sconcertò alquanto, perché con gli anni ti affezioni alle persone. Ci furono ordini di scuderia per cui nessuno doveva più venire da me. Ed io, allora, preticello ingenuo, pensavo che venivano dal sacerdote cattolico a riconciliarsi con Dio. No venivano dal Presbitero di comunità, e quando questi non lo fu più, ci fu No Kiko No party… Il catechista neocatecumenale che aveva aperto il cammino nella mia parrocchia quando venne l’ultima volta a trovarmi, stizzato mi disse che tra me e loro non ci poteva essere dialogo perche io- sue testuali parole che non scorderò mai- rappresentavo la Chiesa di Pietro, mentre loro rappresentavano la Chiesa di Giovanni. A queste testuali parole capii finalmente che Dio, nella sua infinita misericordia, mi aveva liberato da una setta che per ingenuità sacerdotale giovanile io stesso avevo aiutato ad impiantarsi nella mia parrocchia! Da varie fonti massoniche sono trapelati vari documenti che attestano come da molti anni siano in corso piani per l’annientamento della Chiesa Cattolica, operando dal suo interno(cfr. "La faccia nascosta della storia" di P. Mantero, Ed. Segno, Udine). Esaminiamo alcuni punti interessanti: 1. La svalutazione e il deprezzamento della SS. Eucarestia e conseguentemente la desacralizzazione e profanazione del culto cattolico e dei luoghi di culto. 2. L’eliminazione della Mariologia e dell’angelologia dalla teologia cattolica. 3. Eliminazione del sacerdozio ministeriale e di tutto ciò che ha a che fare col sacro. 4. Uso del denaro per accrescere il consenso. Ora esaminiamo ad uno ad uno questi punti, confrontandoli con la catechesi neocatecumenale tratta da gli orientamenti alla èquipes di catechisti di Kiko Argüello, come riportato da P. Enrico Zoffoli, da essi considerato il loro nemico n. 1, nel suo volumetto "Il neocatecumenato della Chiesa Cattolica": Per i Neocatecumenali la Messa non è un vero "sacrificio", il perpetuarsi del sacrificio della Croce, ma soltanto un banchetto comunitario che celebra la potenza salvifica di Cristo risorto che è bene celebrare non in Chiese consacrate, ma in stanze qualsiasi proprio per far risaltare che è una cena, e se si celebra in Chiesa per ragioni di spazio(con più comunità riunite) l’altare(cioè, la tavola)va tolto dal presbiterio e portato al centro della Chiesa. Il Pane Consacrato non si muta nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo, non avendo altra funzione che quella di simboleggiare la presenza spirituale di Lui che, risorto, tutti trascina sul carro di fuoco... Negati il Sacrificio eucaristico e la transustanziazione, il "Pane consacrato"(con tutti i suoi resti e frammenti) esclude la reale presenza di Cristo, perciò abbiamo che nelle messe celebrate da sacerdoti Neocatecumenali non viene fatta la purificazione dei vasi in modo corretto, non si fa caso se dei frammenti cadono a terra(una volta si chiamava sacrilegio...) e viene negato ogni culto al SS. Sacramento. (niente Quarant’ore o adorazione eucaristica ). VI - L’Eliminazione della Mariologia dalla teologia cattolica . L’unica effigie Mariana ammessa è un icona di vago sapore bizantino, chiamata "Madonna di Kiko", Ricordo che una volta durante la liturgia della parola del mercoledì non si trovava il quadro di Kiko, ed io proposi di andare a prendere il quadro del Cuore Immacolato di Maria appeso in sacrestia e metterlo sul trepiedi. Ovviamente non se ne fece niente, perché tutto il materiale liturgico deve essere disegnato da Kiko. Come ho già scritto, c’è un culto della personalità verso l’Arguello, che non è offensivo definirli Kikiani. . Ovviamente non si può parlare ai Neocatecumenali di Lourdes, Fatima ecc. a cui viene negata ogni importanza. VII – Eliminazione o almeno marginalizzazione del sacerdozio ministeriale e di tutto ciò che ha a che fare col sacro. L’eliminazione del sacrificio comporta la soppressione del sacerdozio ministeriale, non dovendosi riconoscere altro sacerdozio se non quello di Cristo: l’Eucarestia è celebrata nella comunità dei credenti, tutti indistintamente partecipi di quell’unico sacerdozio... L’esclusione del sacerdozio ministeriale porta al crollo della gerarchia Ecclesiastica, ossia il rifiuto dell’ordine sacro che la fonda, soppresso il quale, la Chiesa, come società visibile e gerarchica, non ha più alcuna ragione di essere. Infatti, nel neocatecumenato tutta l’autorità e tutto il sapere sono nelle mani di Kiko e dei responsabili da lui nominati a livello zonale e dei catechisti, ai quali, tutti, anche i sacerdoti devono obbedienza! I preti servono solo a celebrare le messe secondo le indicazioni liturgiche di Kiko. Il rispetto verso i sacerdoti è solo formale, i veri pastori sono i Catechisti del Cammino che, laici, non si fanno pudore di chiedere , durante gli scrutini , anche ai sacerdoti se si masturbano…Aspetti privatissimi della vita intima di una persona non li conosce il sacerdote parroco o il sacerdote confessore, che in virtù del suo ministero ne avrebbe tutto il diritto , ma dei semplici laici conoscono i fatti di tutti! In realtà essi non si fidano dei preti, è questo il motivo per cui Kiko ha voluto i seminari Redemptoris Mater per avere un clero plasmato a sua immagine e somiglianza! Mia mamma, che avevo portato insieme a mia sorella nel cammino mi fece notare che i catechisti Neocatecumenali poi non si inginocchiavano mai, né davanti al Santissimo, né alla consacrazione,e assumevano atteggiamenti irriverenti durante le celebrazioni(la posizione classica in Chiesa è con le gambe accavallate ed i due gomiti appoggiati allo schienale, possibilmente in posizione obbliqua rispetto alla panca). Io stesso devo ammettere che durante la mia permanenza nel Cammino ero come se fossi stato ipnotizzato, tenevo le fette di prosciutto sugli occhi. Ma la cosa che mi fece svegliare dal sonno ipnotico fu durante una convivenza piena di termini e ritualità giudaiche, in cui ad un certo punto mi chiesi: ma dove sono capitato? Sono in un’associazione cristiana o sono finito in una sinagoga ebraica? Mi trovo tra i marrani, ossia gli ebrei spagnoli che fingevano di essersi convertiti a Cristo o in un gruppo cattolico? Non sono assolutamente un antisemita, ma il rinnovamento della chiesa si deve rifare alla Padri della Chiesa non all’ Antica Alleanza che è superata! I Neocatecumenali dispongono di grosse somme di denaro, che vengono elargite dai loro membri. Con quale "liberalità" ci sarebbe molto da discutere: C’è la storia di una suora alla quale fu tolto l’orologio perché si "liberasse dai beni" non avendo altro da dare a causa del voto di povertà e perciò non possedendo niente. Arrivati ad un certo punto del cammino devono dare le "decime "non sapendo ovviamente dove vanno a finire: nessuno presenta consuntivi. In gran parte vengono date in elemosina ai vescovi delle Diocesi che li ospitano al fine di accrescere il consenso della Gerarchia nei loro confronti. Un altro aspetto del cammino Neocatecumenale che trova riscontro nello statuto massone è il comportamento verso il prossimo. Come nel giuramento massone è fatto obbligo di aiutare i "fratelli" della stessa loggia, anche per i neocatecumenali c’è l’impegno del mutuo soccorso all’interno della propria comunità ed eventualmente delle altre comunità. In conclusione a proposito di soldi, sul blog " La Verità sui Neocatecumenali" è stato riportato il mio primo articolo su Petrus e tra i commenti c’è ne uno di un anonimo che scrive le testuali parole:" LA STORIA SI RIPETE…DON MARCELLO COME GINO CONTI… ANCHE LUI COMINCIA A VENDERE LIBRI… INTERESSANTE NO??? PRIMA L’ARTICOLO COPIAEINCOLLA CON ZOFFOLI…L’ANNUNCIO DEL NUOVO LIBRO…DAJE MARCE’…SE VOI 50 EURO TE LI REGALO IO…" Al caro anonimo ricordo che sono molti anni che mi dedico alla compilazione di libri, ne ho attualmente scritto 24, alcuni tradotti in diverse lingue, quest’anno 2008 ne pubblicherò altri 10, per cui se segui Petrus dovrai abituarti alla pubblicità frequente dei miei libri! Un’ultima cosa, per quanto riguarda i 50 euro che vuoi regalarmi, parlane prima con il responsabile della tua comunità, lo sai non ti è lecito fare l’elemosina senza il suo permesso, potrebbe essere interpretato come un atto di superbia da parte tua… -

di Don Marcello Stanzione -Pontifex -

 
 
 

GENITORI E NON SOLO ATTENTI: FACEBOOK E' UN PERICOLO DAVVERO

Post n°2743 pubblicato il 05 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

 

Il confine tra il reale e il virtuale è sempre più confuso proprio perché impalpabile, mobile, in continua trasformazione. Liquido, appunto. Basta un semplice click per farsi teletrasportare dalla solita scrivania alla seconda vita in Rete. Un’altra esistenza, non necessariamente alternativa a quella reale, ma sicuramente più libera e spontanea. Una dimensione da cui non siamo più in grado di prescindere. Questa via di fuga ci è offerta anche dai  social network: strumenti dalle forti potenzialità, che agiscono come semplificatori del reale, aiutandoci a entrare in contatto con milioni di persone dislocate in tutto il mondo, permettendo di condividere con loro esperienze, emozioni, immagini. E’ in questi non-luoghi che l’uomo sociale si isola dalla solita routine e riesce veramente a essere se stesso liberandosi, almeno temporaneamente, dalle catene che la società gli costruisce intorno. Può finalmente esprimere opinioni, pensieri e preoccupazioni, senza la paura di essere giudicato. Ma la "web-libertà" ha un prezzo. Un utilizzo inconsapevole dei social network può provocare effetti collaterali, le cui conseguenze vengono traslate dal virtuale al reale e si ripercuotono sulla vita di tutti i giorni. Ogni volta che postiamo una frase, tagghiamo una persona in una foto o condividiamo un file corriamo un pericolo. Hacker, cyber-criminali o più semplicemente i nostri datori di lavoro potrebbero utilizzare contro di noi le informazioni che ricavano dai social network che utilizziamo. Proprio il non-luogo creato appositamente per renderci liberi, potrebbe diventare una trappola. Gli utenti che utilizzano social network come Facebook devono essere a conoscenza di tutte le possibili conseguenze (anche le più remote) che potrebbero incontrare una volta iscritti. Tecnoreview ci mette in guardia su alcune applicazioni di Facebook che in un primo momento appaiono del tutto innocue: Per prima cosa dobbiamo sapere a cosa andiamo incontro nel momento in cui ci iscriviamo al famoso social netwwork, Facebook. Dalle condizioni che Facebook impone nel momento dell’iscrizione, possiamo vedere che tutte le informazioni che in futuro metteremo sul famoso social network, saranno di proprietà proprio di Facebook, non solo , anche le immagini, video e contenuti multimediali rientreranno in automatico nelle proprietà di Facebook. Questo può diventare un vero problema, anche perchè solo con una cancellazione del nostro account, che tra l’altro necessita di un procedimento non proprio facile e intuitivo (potete trovare la procedura qui), potremo risolvere eventuali problemi, anche se solo in parte. Infatti, le immagini in cui noi siamo taggati possono costituire un vero e proprio problema. Questo è sicuramente uno degli aspetti meno conosciuti su Facebook. Un altro aspetto che non si conosce molto o che comunque può portare conseguenze pericolose sono i famosi quiz di Facebook. I quiz di Facebook sono delle applicazioni create da persone, società, altro e variano da temi a temi, ce ne sono moltissimi. Ora vi spieghiamo cosa succede quando noi facciamo uno di questi quiz. Prima di iniziare il quiz di Facebook, per proseguire dobbiamo dare il consenso al proprietario del quiz, l’uso dei nostri dati e le relative risposte che andremo ad inserire.(Social network, i non-luoghi della "libertà osservata" ) - I SEGNI DEI TEMPI

 
 
 

LA PREGHIERA DI LIBERAZIONE DAL MALIGNO

Post n°2742 pubblicato il 05 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Alcuni anni fa, nel 1987, il Papa Giovanni Paolo II, recandosi al Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo sul Gargano affermò riguardo al combattimento spirituale del credente contro il potere delle tenebre: "Questa lotta contro il demonio che contraddistingue la figura dell’Arcangelo Michele, è attuale anche oggi; perché il demonio è tuttora vivo e operante nel mondo. Infatti il male che è in esso, il disordine che si riscontra nella società, l’incoerenza dell’uomo, la frattura interiore della quale è vittima non sono solo le conseguenze del peccato originale, ma anche l’effetto dell’azione infestatrice e oscura di Satana". Qualche anno prima il suo predecessore il Papa Paolo VI in una celebre udienza del mercoledì aveva dichiarato: "Il male non è più soltanto una deficienza, ma un’efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà, misteriosa e paurosa. Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla esistente". Infatti negare l’esistenza e l’operatività del diavolo significa non capire una delle funzioni più importanti di Gesù e della Chiesa: combattere ed espellere gli spiriti del male. San Matteo, nel suo vangelo, scrive che Gesù elesse i dodici e "diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie"(Mt 10,1). Anche l’evangelista Luca scrive a riguardo: "Egli allora chiamò a sé i dodici e diede loro potere ed autorità su tutti i demoni e di curare le malattie" (Lc 9, 1). Secondo San Marco la lotta contro gli spiriti delle tenebre fu affidata da Gesù agli apostoli fin dall’inizio del loro ministero e dopo una notte in preghiera, il Maestro scelse i dodici "per mandarli a predicare, e perché avessero il potere di scacciare i demoni" (Mc 3, 14). La stessa esperienza di lotta ai diavoli, Gesù la fece fare anche al gruppo dei 72 discepoli che al ritorno dalle loro campagne di evangelizzazione con gioia, entusiasmo e una punta di orgoglio affermarono: "… anche i demoni si sottomettevano a noi nel tuo nome" (Lc 10, 17). Prima di ascendere al cielo, Gesù conferisce il mandato ufficiale agli apostoli e San Marco riferisce: "E questi saranno i i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno" (Mc 15, 17-18). E’ assai interessante notare che il primo dei segni per i credenti è lo scacciare i demoni. La Chiesa ha ricevuto tale potere da Cristo e lo gestisce nei modi più adatti ad ottenere l’effetto liberatorio. E’ ora necessario spiegare la differenza tra esorcismo e preghiere di liberazione. Ebbene non solo i sacerdoti ma tutti i battezzati possono fare preghiere di liberazione senza il permesso episcopale perché, altrimenti, sarebbe come dire che per recitare il Padre Nostro ci vuole l’autorizzazione scritta della Curia. Le preghiere di liberazione vanno distinte dall’esorcismo che è un sacramentale istituito dalla Chiesa e che può essere amministrato esclusivamente da quei sacerdoti che, secondo il canone 1172 del Codice di Diritto Canonico, ne abbiano peculiare ed espressa licenza scritta del loro vescovo. L’esorcismo è fatto utilizzando le apposite preghiere del Rituale e può essere amministrato solo dai preti esorcisti che possano esibire la lettera episcopale di nomina, tutte le altre preghiere sono di liberazione, e non essendo esorcismo, possono essere fatte da tutti i sacerdoti o laici, singolarmente od in gruppo e nessuno le può vietare perché sono un diritto-dovere dei battezzati. Alla domanda che differenza c’è riguardo gli effetti tra l’esorcismo e la preghiera di liberazione, il padre Gabriele Amorth così scrive: "Un laico che prega per la liberazione dal demonio fa una preghiera privata, in cui esercita il sacerdozio dei fedeli e si avvale del potere dato da Cristo a quanti credono in lui. Il sacerdote che prega allo stesso scopo, fa anche lui una preghiera privata che, a pari condizioni, ha più efficacia in quanto usa del sacerdozio ministeriale e del suo mandato di benedire. Un esorcista che amministra un esorcismo, ha un’efficacia ancora maggiore, di per sé. Perché compie un sacramentale, fa quindi una preghiera pubblica, che coinvolge l’intercessione della Chiesa". "Ma stiamo bene attenti – scrive padre Amorth – il Signore tiene molto conto della fede. Per cui è possibile che la semplice preghiera di un laico, benché preghiera privata, abbia più efficacia delle altre. Così è possibile che la preghiera di un sacerdote non esorcista, fatta con molta fede, abbia più efficacia di una preghiera di un esorcista autorizzato dal vescovo, ma che agisce con minor fede". Comunque è da sottolineare fortemente che la preghiera di liberazione deve restare "una preghiera" senza mai trasformarsi in esorcismo, infatti solamente nell’esorcismo ci si può rivolgere direttamente al demonio ed imporgli di lasciare libera una persona mentre nella preghiera di liberazione i credenti si rivolgono al Signore pregandolo appunto di liberare dal demonio una persona che è molestata dagli spiriti maligni. Il compianto cardinale Suenens in un suo libro sul demonio scriveva che occorre: "stabilire con chiarezza la distinzione fra preghiera di liberazione ed esorcismo di liberazione mediante apostrofe diretta al demonio. La preghiera di liberazione viene rivolta a Dio come ogni altra preghiera. La domanda finale del Padre Nostro: "liberaci dal male" è la preghiera di liberazione per eccellenza. E’ accessibile a tutti e fa parte della nostra eredità spirituale". In sintesi le preghiere di liberazione sono quelle orazioni fatte con fede o da un gruppo di fedeli o anche da un qualsiasi sacerdote non esorcista (cioè la quasi totalità del clero cattolico) per chiedere la liberazione dagli influssi del maligno. L’esorcista Don Salvucci scrive: "Bisogna rimarcare subito la grande importanza di questo tipo di preghiera per il suo alto valore comunitario e per la parziale funzione di supplenza al limitato numero di esorcisti. Con questo mezzo è possibile con facilità portare conforto, sostegno e reale aiuto di liberazione alle persone sofferenti di questo male occulto". La preghiera di liberazione, che ogni credente laico può fare, è quindi assai utile nel contrastare l’opera demoniaca. E allora perché non farla? -

Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 

FELTRI ORA SI CORREGGE SU BOFFO: IRRESPONSABILITA' DEL MONDO DELL'INFORMAZIONE

Post n°2741 pubblicato il 05 Dicembre 2009 da diglilaverita
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Oggi più che mai noi giornalisti dobbiamo avere il coraggio di ammettere che il più lancinante dei problemi che attanagliano il mondo dell’informazione non è quello della libertà, ma quello della responsabilità. Responsabilità verso la realtà dei fatti, verso chi ci legge e ci ascolta...

Noi non facciamo titoli a tutta pagina. O, meglio, non li facciamo quasi mai. Quello che pubblichiamo oggi, infatti, non è un titolo nostro. È un titolo di tutti, perché siamo disposti a prestarlo a tutti in questo Paese dove nessuno corregge mai, o quasi mai, con evidenza i propri errori. Lo prestiamo a ognuno di noi di Avvenire (che pure facciamo una ragione professionale forte dell’accurata verifica dei fatti) e a tutti i colleghi giornalisti: troppo spesso la nostra categoria maneggia con noncuranza, e a volte anche con ferocia, fatti e accuse (soprattutto su chi, a torto o ragione, è ritenuto vulnerabile) e non rettifica mai, quasi mai, con evidenza le imprecisioni, le storture, le falsità che mette in circolazione. Lo prestiamo a tutti coloro che sono convinti che ci siano, sempre, almeno due verità. E lo prestiamo a Vittorio Feltri, che evidentemente di titoli a tutte colonne (nove in dieci giorni tre mesi fa) su Dino Boffo non ha più intenzione di farne. È un fatto che il direttore del "Giornale", ieri, ha avuto fegato. Dopo quasi cento giorni, alla sua maniera (sempre ruvida) ha corretto la rotta. Una manovra difficile, condotta a denti stretti, sapendo di avere più che buoni e stringenti motivi per non sottrarsi al dovere verso l’interessato, i propri lettori e l’intera opinione pubblica (io – non lo nascondo – l’avrei affrontata in modo assai diverso, ma ognuno mette nel nostro mestiere quel che ritiene e che può). Davvero non so quanti altri avrebbero fatto quel che Feltri ha fatto, sin dal principio. Certo lui un gesto così non lo aveva ancora osato. È un gesto che impressiona, interroga e fa rumore. Come tutti quelli che l’avevano preceduto, eppure in modo infinitamente migliore. Perché ribadisce – e dovrebbe fare chiaro a tutti – che la verità dei fatti può essere maltrattata, stiracchiata, persino negata, ma è una sola. E la verità su Dino Boffo, galantuomo e direttore di questo giornale per tre bellissimi lustri, è sempre stata una: quella che noi abbiamo detto e scritto sin dal principio con la sobrietà che lui stesso ci aveva chiesto di tenere cara e che ora Feltri gli riconosce dicendo che «non può non sucitare ammirazione». La verità su Dino Boffo è quella che la sua vita – passata negli ultimi quarant’anni in una casa di cristallo – racconta. Ce l’eravamo detto – no?– che anche il tempo, giudice inesorabile, sarebbe stato galantuomo. Stavolta non abbiamo dovuto attendere molto, anche se ogni giorno è stato uno di troppo. Forse qualche lettore penserà che il nostro titolo è imponente e il nostro ragionamento è tutto sommato modesto. Forse chi non conosce bene noi di Avvenire rimarrà interdetto. Dov’è il clangor di sciabole? Dove sono le rivalse, le controaccuse, le scudisciate? Sono altrove. Noi facciamo battaglie, non guerre. Indichiamo problemi e, quando possiamo, soluzioni, non sputiamo sentenze. E siamo e restiamo preoccupati. Perché un atto di riparazione dopo una smisurata operazione denigratoria è stato, in qualche modo, compiuto, ma un problema enorme resta aperto. Oggi più che mai noi giornalisti dobbiamo avere il coraggio di ammettere che il più lancinante dei problemi che attanagliano il mondo dell’informazione non è quello della libertà, ma quello della responsabilità. Responsabilità verso la realtà dei fatti, verso chi ci legge e ci ascolta, verso noi stessi. Stavolta era stato uno di noi, uno dei migliori tra noi, a finire immotivatamente nel tritacarne. È rimasto in piedi nonostante tutto, perché è un uomo probo e ha la libertà di chi vive una vita spirituale intensa. E ha potuto ricevere pubblica soddisfazione (domani capiremo fino a che punto) dal pubblico ripensamento di Feltri. Ma chi non è altrettanto forte moralmente, chi è solo e disperato, chi non è conosciuto da tanti per ciò che davvero è, chi non è in condizione di ottenere (o anche solo aspirare a ottenere) riparazione nel sommario "tribunale" dei mass media? È una domanda ancora senza accenno di risposta. E da essa non possiamo e non dobbiamo distoglierci. -Marco Tarquinio - Direttore di Avvenire -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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