ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 06/12/2009

CHE PAURA!!! DONNE CHIUDETEVI IN CASA. ARRIVANO I CROCIATI!!!! - TANTE FALSITA' CHIARITE- PARTE SECONDA

Post n°2751 pubblicato il 06 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per motivi di spazio continuiamo il testo della conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de "il Timone" tenne a Radio Maria con i successivi paragrafi numerati.

21. Si deve ricordare, infatti, che l'occupazione di Gerusalemme da parte dei Turchi aveva messo in pericolo la memoria storica dei luoghi che avevano visto Gesù vivo. E la fede, la nostra fede cattolica, si fonda su dati storici e se si mettono in pericolo questi dati storici, questi fatti che riguardano la vita di Gesù, si mette in pericolo la Fede.

22. Così ragionavano i Cristiani del medioevo.

23. Perchè è difficile comprendere questo modo di ragionare, oggi? Perchè anche noi credenti abbiamo perso di vista il fatto che la fede è un bene tra i più grandi che possediamo. Noi ci preoccupiamo della casa, del lavoro, della salute fisica e per questi beni … importanti, certamente, ma non i più importanti nella prospettiva cristiana siamo disposti a lavorare e a lottare.

24. Le nazioni di oggi dichiarano guerra e fanno la guerra per altre ragioni: il petrolio, l'aiuto ai profughi, ragioni economiche, etc. Nel medioevo cristiano sopra ogni ragione c'è una motivazione religiosa: la fede.

25. Per quanto possa sembrare scandaloso, le cose stanno proprio così. Ma torniamo alle Crociate.

26. C'era un'altra ragione che motivava la Crociata: non solo il pericolo di perdere la memoria storica di Gesù Cristo, ma anche il pericolo concreto e tremendo che correvano le comunità cristiane che vivevano in Terra Santa e lungo i confini orientali dell'Europa, minacciati dall'avanzata dei Turchi.

27. Nel tempo delle Crociate, tutta l'Europa cristiana avverte che quella Chiesa, che quella parte del Corpo Mistico di Cristo che viveva nell' Oriente corre il serio pericolo di essere definitivamente soppressa, di venir cancellata dall'Islam.

28. Bisognava difendere i cristiani minacciati. Era necessario mostrarsi concretamente solidali con loro. La difesa della Chiesa: questo era un elemento fondamentale dello spirito crociato. Questo volevano i crociati alla fin fine: liberare i luoghi santi, recuperare la libertà di accesso ai luoghi santi e difendere i propri fratelli cristiani nella fede.

29. Era una motivazione autenticamente gratuita, che veniva prima - scrive don Luigi Negri - "di qualsiasi valutazione e di qualsiasi strategia di carattere politico", era una motivazione che sfuggiva a qualsiasi calcolo, a qualsiasi convenienza, a qualsiasi previsione di risultati.

30. Si badi bene: questo non vuol dire che durante le crociate non siano emerse motivazioni e calcoli di ordine politico, economico o anche di profilo più umano: ma non furono questi i motivi che spinsero l'Europa intera, l'Europa cristiana dei secoli XI-XIII alle crociate.

31. La Crociata dunque è una missione. Una missione di aiuto, una missione armata: e allora le cose non potevano andare diversamente. Uscire dall'Europa per liberare i territori sacri, per difendere la comunità cristiana, significava opporsi a coloro che, prima di questa uscita, avevano occupato militarmente la Terra Santa e tenevano soggette le popolazioni cristiane dell'Oriente.

32. Facciamo un passo avanti. L'idea che la Crociata fosse una operazione militare destinata non solo a liberare i luoghi santi ma anche ad occupare Gerusalemme ed annetterla all'Occidente cristiano non ha mai sfiorato i capi della Chiesa, i papi. Sul piano della teoria giuridica accettata in Occidente, la Città Santa apparteneva di diritto all'Imperatore di Oriente, all'Imperatore di Costantinopoli.

33. Una prova che la conquista di Gerusalemme non era stata programmata né dal Papa nè dai principi cristiani che avevano partecipato alla prima Crociata (10951099) l'unica Crociata che giunse a buon fine risiede nel fatto che nessuno sapeva bene come organizzare le nuove conquiste.

34. Molti cavalieri e pellegrini, sciolto il loro voto, rientravano in Europa, tornavano a casa. Nasceva lì il problema di difendere le conquiste fatte, obiettivo che nessuno si era posto e nessuno aveva preparato. Segno che lo spirito della Crociata era quello di liberare la Terra Santa, non di occuparla militarmente.

35. E soltanto la prima delle 7/8 crociate riuscì nel suo intento di liberare Gerusalemme. Tutte le altre fallirono.

36. Fallì la seconda crociata, durata due anni (1144-1146), provocata da una richiesta di aiuto da parte del regno di Gerusalemme all'Europa.

37. Fallì la terza crociata, durata sei anni (1187-1193), che vide il capo dei musulmani, il famoso Saladino, riconquistare Gerusalemme. E qui dobbiamo soffermarci per osservare un episodio rivelatore dello spirito crociato.

38. La terza crociata era comandata da Riccardo Cuor di Leone, re d'Inghilterra, e da Filippo II Augusto, re di Francia. Occorre ricordare che a questa crociata partecipa anche l'imperatore Federico Barbarossa, tuttavia non come comandante supremo, perchè è scomunicato dal Papa.

39. Dunque, un imperatore, l'uomo più potente di tutta l'Europa, colui che sfidava il papato e che era stato scomunicato per questo dal Pontefice, aveva come unico motivo di onore partecipare alla Crociata come un soldato semplice. E morirà in crociata, annegando in un fiume.

40. Per la fede, per ottenere l'indulgenza plenaria, un imperatore è disposto perfino a lottare come soldato semplice.

41. Torniamo alle crociate. Fallì anche la quarta crociata, durata due anni (1202-1204), certamente la più incresciosa. Qui le motivazioni di carattere politico ebbero il sopravvento sulle ragioni della fede. Partiti per Gerusalemme, a causa dei ricatti di Venezia i crociati si ritrovarono a conquistare la cristianissima Costantinopoli, dando vita ad un effimero impero latino, che durò pochi decenni.

42. Le altre crociate fallirono tutte, non raggiunsero mai Gerusalemme.

43. Dunque, per avere un quadro generale, anche se generico, le crociate furono 7/8, sparse in due secoli di storia e videro i cristiani combattere soltanto per pochi anni.

44. Nel 1300, papa Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo e spostò l'indulgenza plenaria dalla crociata al pellegrinaggio a Roma, rinunciando ad ogni tentativo di liberare Gerusalemme. Era la fine delle crociate in Terra Santa.

45. Veniamo ad un altro argomento: quando si parla di crociate, a qualcuno viene in mente l'inusitata violenza cui si abbandonarono i crociati, massacrando popolazioni, trucidando ebrei e arabi.

46. I fatti sono noti e purtroppo tragici. Quando, nella prima crociata, nell'agosto del 1099 Gerusalemme venne liberata, Ì crociati si abbandonarono ad un terribile massacro. Ma, mentre non dobbiamo nascondere questo aspetto crudele, tragico e tremendo, che ha caratterizzato le spedizioni crociate, dobbiamo ricordare con forza che non fu il Papa, non fu la Chiesa ad ordinare i massacri e le violenze. Questi furono compiuti da soldati che agirono al di fuori e contro le intenzioni della Crociata.

47. Dobbiamo ricordare che alla crociata partecipavano cavalieri armati e laici anche disarmati. Queste turbe di pellegrini, senza aspettare i principi cristiani che dovevano capitanare la spedizione, guidati e sospinti da indisciplinati e da predicatori improvvisati, capaci però di infiammare e di trascinare le folle, queste turbe di pellegrini dicevo si abbandonarono per esempio nel corso della prima crociata a violenze inaudite mentre attraversavano l'Europa per giungere in Terra Santa.

48. Nella primavera del 1096, sulle città del Reno e del Danubio compiono razzie e massacri di cui furono vittime soprattutto le comunità ebraiche. Saranno, si rifletta su questo fatto, i vescovi e le autorità fedeli all'Imperatore Enrico IV ad opporsi ai massacri e gli eccessi di queste turbe indisciplinate non tardarono ad essere puniti.

49. Furono attaccate e decimate a loro volta, prima dalle milizie dei signori ecclesiastici e poi da quelle del Re di Ungheria e dai bizantini, per essere infine
massacrate dai Turchi, appena i superstiti oltrepassarono lo Stretto dei Dardanelli.

50. Dunque, non il Papa, non la Chiesa aveva dato ordine di compiere questi massacri.

51. Possiamo trarre un bilancio conclusivo di questa nostra conversazione. Naturalmente, ci vuole ben altro che una mezz'eretta per illustrare quanto vi sarebbe da dire sulle Crociate. Ma a noi basta avere sottolineato qualche dato utile per respingere quella propaganda interessata che considera la Chiesa colpevole per aver chiamato i popoli dell'Europa cristiana a liberare il Santo Sepolcro.

52. Per fare questo bilancio conclusivo, che meriterebbe comunque di essere approfondito, ci facciamo aiutare dallo storico Franco Cardini. E in sintesi, possiamo dire questo.

53. Primo: la crociata non fu mai semplicemente una guerra, e tanto meno una "guerra santa". Fu vissuta come pellegrinaggio armato, per cui chi vi partecipava aveva diritto a determinate indulgenze. - di Carlo Maria di Pietro - Pontifex -

54. Secondo: non è vero che le crociate provocarono lontananza e inimicizia reciproca tra Occidente cristiano e Oriente musulmano. Il periodo delle crociate, quello fra XI e XIII secolo, fu anche quello del massimo avvicinamento fra Cristianità e Islam. Pensate che proprio in questa epoca giungono in Occidente, dal mondo arabo, la scienza e la filosofia classica che vi erano state dimenticate.

55. Terzo: non è vero che l'Islam non ci ha più potuto perdonare le crociate. L'Islam non se n'era nemmeno accorto. Bisogna aspettare il secolo scorso, quando i musulmani colti, studiando in Europa, entrano in contatto con la leggenda nera sulle crociate inventata dall'Illuminismo. Prima di allora e questo dato è assai significativo i Paesi islamici mancavano persino di una traduzione in lingua araba del termine "crociata".

56. Quarto: a dispetto di quanto si crede, nei due secoli di crociate, gli anni di guerra effettiva, di guerra guerreggiata, furono assai pochi. E furono assai limitati gli episodi di ferocia, comunque non voluti dalla Chiesa.

57. E infine un'ultima considerazione, che potrà sembrare scandalosa oggi, visto che viviamo in un mondo dove i criteri di giudizio sono quelli "laicisti", purtroppo fatti propri anche da molti nostri buoni, ma ingenui, cattolici.

58. Se si guarda al fenomeno delle crociate e alle motivazioni che spinsero migliaia e migliaia di uomini, donne e perfino bambini a mettersi in marcia per liberare la Terra Santa, a rischiare la vita, a sottoporsi a prove, fatiche e durezze, dobbiamo dire quanto scrive con coraggio don Luigi Negri: "Questa gente se ne è andata in giro per il mondo perchè credeva che Gesù Cristo fosse il significato ultimo della vita, ciò per cui valeva la pena di vivere e di morire.

59. Non si poteva accettare che non si potesse più andare ad inginocchiarsi dove Gesù era nato e dove era morto. [...] Non si poteva essere cristiani in Occidente dimenticando i fratelli a cui sarebbe stato impedito di esprimere la propria fede se fossero caduti sotto il dominio dei Turchi".

60. Con questo richiamo alla motivazione più profonda che ha spinto alla Crociata, possiamo concludere la nostra conversazione

61. Tutti ringrazio. A risentirci, a Dio piacendo, la prossima volta.

Bibliografia - Franco Cardini, Le Crociate tra il mito e la storia, Istituto di Cultura Nova Civitas, Roma 1971.  Franco Cardini, Processi alla Chiesa. Mistificazione e apologia, Piemme Casale Mon.to (AL) 1994. Luigi Negri, Controstoria. Una rilettura di mille anni di vita della Chiesa, San Paolo, Cinisello B.mo (MI) 2000. Luigi Negri, False accuse alla Chiesa, Piemme, Casale Mon.to (AL) 1997.

Amici e lettori, mi auguro che questo piccolo articolo sulle Crociate, cui ne seguiranno altri, abbia suscitato in voi almeno il dubbio che fino ad oggi vi sono state insegnate delle menzogne. Concludo dicendo esplicitamente e senza dubbio che condannare e demonizzare le Crociate equivale a distruggere il palazzo dell’ONU e, con esso, tutte le sue iniziative e missioni di pace finalizzate alla civilizzazione …  in futuro vi parlerò anche dell’ONU e di come dovrebbe cattolicamente operare. -  - di Carlo Maria di Pietro - Pontifex -

 
 
 

CHE PAURA!!! DONNE CHIUDETEVI IN CASA... ARRIVANO I CROCIATI!!!! - TANTE FALSITA' CHIARITE- PARTE PRIMA

Post n°2750 pubblicato il 06 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Non so se ridere o piangere.! Mi domando costantemente perché il mondo sottolinea ed enfatizza solo i lati “oscuri” o presunti tali della Chiesa di Roma. Dov’è lo spirito di imparzialità e la corretta analisi critica dei documenti storici? Perché si rimarcano esclusivamente le iniziative “poco chiare” della Chiesa e, con estrema mediocrità, si “sputano sentenze” senza cognizione di logica e causa? Dov’è finito il senso di giustizia? E perché, quando si nomina la Chiesa, si pensa solo alle Crociate, a papa Borgia, all’Inquisizione e al film “l’Esorcista”? Questo vergognoso modus operandi è, senza dubbio, frutto di secoli di compromessi tra illuministi, massoni, comunisti, lobby ebraiche ed altre migliaia di correnti di pensiero a cui Gesù Cristo dà fastidio. Io, giovane informatico di campagna, sento il dovere di scrivere anzitutto di apologetica e di difendere, citando fonti e documenti ufficiali ben lontani dalla favola e dalla menzogna, la Chiesa di Roma e quanto di stupendo “fece, ha fatto, fa e continuerà a fare in eterno”. Ma parliamo di Crociate: sapete che se non ci fossero stati i Crociati (come erroneamente vengono chiamati) l’Islam avrebbe invaso l’occidente e le care "pettegole", divorziste, emancipate ed anticattoliche "donnine" che ostentano preziosi, minigonne ed acconciature da 100 euro, sarebbero tutte coperte da un bel burqa e dovrebbero camminare con scarpe in gomma per non disturbare il proprio uomo? (Apro parentesi dicendo che a me farebbe piacere ... sarebbe per loro una bella lezione di umiltà ... porrebbe sullo stesso piano donne belle e donne brutte ... ci sarebbe maggiore giustizia ed equità sociale ... le capacità individuali primeggerebbero sulle fortunose doti estetiche). “La crociata nasce senza neanche chiamarsi così. Non c'è la crociata, alla fine dell'XI secolo: ma ci sono i "crociati", vale a dire i cruce signati, i pellegrini diretti a Gerusalemme che in segno di tale pellegrinaggio recano cucita o ricamata sulla spalla o sul petto oppure sulla bisaccia una piccola croce (come quelli che vanno a Santiago de Compostela portano la conchiglia e quelli a Roma le chiavi di Pietro). Alla fine dell'XI secolo, al concilio di Clermont del 1095, papa Urbano II indica all'inquieto ceto cavalleresco francese - esausto per le continue guerre al suo interno - un nuovo scopo: “partano i cavalieri desiderosi di onore verso Oriente, sulla via del pellegrinaggio, perché l'imperatore di Bisanzio ha bisogno di valorosi guerrieri onde fronteggiare l'avanzata dei turchi in Anatolia”. Dilaga il desiderio del pellegrinaggio redentore, l'ultimo della storia, quello che porterà il genere umano nella valle di Giosafat e coinciderà con il Regno dei Cieli. Inermi o seminermi pellegrini seguono i cavalieri: l'iter dei milites e la peregrinatio dei pauperes ora coincidono. È nata la crociata, quasi ex abrupto. L'esecrazione per le crociate è quasi unanime: sono state il primo esempio di guerra coloniale della storia, hanno tenuto a battesimo la follia dei pogrom, hanno costituito un triste modello di guerra di religione. Il mondo musulmano sostiene che esse furono la prima aggressione dell'Occidente all'Oriente: e non serve replicare che se di aggressione si deve parlare fu l'Islam a scatenarla, con la Jihad tra VII e X secolo. Ancora, per alcuni la crociata è la forma cristiano - medioevale dell'eterno conflitto geopolitico che "da sempre" (cioè almeno dalle guerre greco - persiane) oppone l'Occidente e l'Oriente. Voltaire ha maledetto la crociata, guerra d'ignoranza e di fanatismo. Al contrario, guerriglieri vandeani in lotta contro la tirannide giacobina, cristeros messicani impegnati nella difesa della loro tradizione cristiana, cattolici spagnoli insorti contro la repubblica atea e persecutrice hanno risvegliato a più riprese il nome e il fascino della croce sui vessilli”. [citazione di Franco Cardini]. Ho deciso di pubblicare il testo della conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de "il Timone" tenne a Radio Maria giovedì 4 marzo 1999, durante la "Serata Sacerdotale" condotta da don Tino Rolfi, conservando lo stile colloquiale e la divisione in paragrafi numerata utilizzata per i suoi appunti dall' autore.

1. Nel corso di questa conversazione affrontiamo il tema delle crociate. Come è facile intuire, si tratta di un argomento estremamente delicato, essendo uno dei cavalli di battaglia della cultura dominante, utilizzato per denigrare la storia della Chiesa.

2. A partire da Voltaire, sulle Crociate è stata costruita una autentica "leggenda nera", infarcita di menzogne e fantasticherie, a causa della quale i cattolici sono stati costretti a posizioni di "difesa".

3. La leggenda nera narra che le Crociate furono guerre di religione, dichiarate dai cristiani ai musulmani. Tali guerre sarebbero state volute dalla Chiesa al solo fine di imporre la propria religione quella cristiana ad altri popoli, nella fattispecie ai popoli "civili e pacifici" del Vicino Oriente, musulmani, fedeli di Maometto e seguaci dell'Islam.

4. Sarebbero state pertanto manifestazioni di fanatismo religioso, di fondamentalismo cristiano cattolico e c'è chi sostiene che la Religione fu soltanto un alibi che nascondeva il vero intento delle Crociate: conquistare nuove terre, promuovere la politica espansionistica e imperialistica della Cristianità medievale.

5. Naturalmente, stando ai sostenitori della leggenda nera, la Chiesa tutta intera dovrebbe vergognarsi per questa brutta pagina della sua storia. Infatti, che cosa ci sarebbe di più scandaloso, di più lontano dal Vangelo di una Chiesa che promuove la "guerra santa", che incita all'annientamento di un'altra religione e dei suoi seguaci?

6. Questo in rapida e fin troppo superficiale sintesi il contenuto di quello che ci viene abitualmente propinato dalla propaganda e dalla cultura oggi di moda.

7. Chi vi parla, ormai gli amici ascoltatori lo sanno molto bene, non si vergogna affatto della storia della Chiesa e men che meno si vergogna del fatto che ci siano state le Crociate. Prima infatti di batterci contriti il petto, è necessario capire che cosa sono state le Crociate ed è il compito che vogliamo svolgere nel corso di questa breve conversazione.

8. Per parlare delle crociate con competenza, mi farò guidare da due studiosi, uno storico e un filosofo. Lo storico è Franco Cardini, docente universitario, uno dei più prestigiosi e conosciuti studiosi del Medioevo cristiano e del mondo islamico. Il filosofo è un sacerdote, professore all'Università Cattolica di Milano, don Luigi Negri, il quale ha scritto un bel libro, intitolato significativamente: "False accuse alla Chiesa", edito da Piemme, dove troviamo un capitolo molto importante dedicato alle crociate.

9. Cominciamo allora a rispondere alla domanda: che cosa sono state le crociate? Preavverto che, per rispondere, dobbiamo fare uno sforzo: capire bene il significato delle crociate non è facile, perchè sono passati molti secoli, è cambiato il mondo, è cambiata la mentalità dell'uomo moderno e non dobbiamo cadere nell'errore di giudicare i fatti storici adoperando esclusivamente i criteri di giudizio che la moda culturale oggi ci impone.

10. Rispondiamo alla domanda cominciando con il dire che le crociate sono state molto di più di semplici spedizioni militari: sono state innanzitutto dei pellegrinaggi, dei pellegrinaggi armati.

11. Non si può negare che la spedizione armata fosse necessaria per liberare i Luoghi Santi dalla occupazione dei Turchi. Questa occupazione aveva reso impossibile lo svolgersi di un fatto che per tutto il Medioevo cristiano costituiva una esperienza normale, faticosa ma abituale: il pellegrinaggio in Terra Santa, per visitare i luoghi dove Gesù era vissuto.

12. Ma è altrettanto vero che la crociata era di più di una spedizione militare. Ho parlato di pellegrinaggi, e qualcuno certamente si sarà stupito. Ma lo stupore si dissolve se ricordiamo che la motivazione principale che spingeva alla crociata uomini e donne, giovani e adulti, perfino bambini, uomini di potere e semplici contadini, che lasciavano tutto e partivano per liberare la Terra Santa era una motivazione di carattere religioso.

13. Scrive il professor don Luigi Negri. "Le crociate sono state un grande movimento di carattere missionario la cui motivazione è fondamentalmente la fede". Dunque fede e missionarietà alla base dello spirito della crociata.

14. Il caso di san Francesco di Assisi ne è la prova più convincente.

15. Si sa che di questo straordinario santo della Chiesa cattolica ci viene trasmessa una immagine tutta "acqua e zucchero". Quanto è difficile, addirittura sorprendente, credere che san Francesco di Assisi fu un difensore della Crociata.

16. In effetti, egli accompagnò la V crociata, iniziando in prima persona la missione francescana presso i musulmani. Non risponde a verità la convinzione che san Francesco accompagnò i Crociati senza condividere la necessità di armarsi e di combattere per liberare i Luoghi Santi.

17. C'è un episodio di Francesco alla Crociata molto significativo che ci viene abitualmente taciuto: dopo essere scampato per miracolo alla morte e avere subito dai musulmani percosse sanguinose, Francesco riesce a raggiungere il sultano Malil-Al-Kamil. Con lui c'era un altro frate, di nome Illuminato, che ci riporta il dialogo intercorso tra il poverello di Assisi e il Sultano.

18. Sentiamo la testimonianza di Frate Illuminato: "II Sultano sottopose a Francesco un'altra questione: "II vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuol togliervi la tonaca" Quanto più voi cristiani non dovreste invadere le nostre terre!". Rispose il beato Francesco: "Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Altrove, infatti, è detto: "Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da tè. E, con questo, Gesù ha voluto insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell'occhio, dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di allontanarci dalla fede e dall'amore del nostro Dio. Proprio per questo, i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perchè voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione quanti uomini potete. Se invece voi voleste conoscere, confessare e adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come se stessi!".

19. Come vedete, qui ci troviamo di fronte ad un san Francesco sconosciuto da molti di noi cattolici. Un difensore dei diritti dei Crociati, sostenitore della necessità di combattere in quel frangente per la fede, pronto a offrire il contributo di cui è capace - lui non era un uomo d'armi - per il buon esito della crociata.

20. Ma possiamo capire questa posizione di san Francesco che è comune all'uomo medievale, al cristiano medievale se ritorniamo alla motivazione fondamentale della Crociata: la motivazione della fede. -  di Carlo Maria di Pietro - Pontifex -


 
 
 

ABORTO, PILLOLA ABORTIVA E RU486: IL PRESIDENTE DEL MOVIMENTO DELLA VITA RISPONDE AI LETTORI DI ZENIT

Post n°2749 pubblicato il 06 Dicembre 2009 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Per la rubrica di Bioetica, riportiamo le risposte di Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita (MpV), ad alcune domande poste dai lettori di ZENIT.

Se il feto fosse malformato non sarebbe meglio, per il bene stesso del nascituro, scegliere di abortire piuttosto che condannarlo ad una vita di sofferenze ed emarginazione?

Carlo Casini: È difficile immaginare che il bene di un malato sia la sua uccisione. Perché non ragioniamo così riguardo ai già nati? Piuttosto bisogna impegnarsi perché la società accolga e curi i malati sempre più amorevolmente e efficacemente. Siamo al solito punto: il nascituro è un bambino o non è un bambino?

Perché così tanta ostilità verso la pillola abortiva RU 486? La possibilità della RU 486 di "abortire a casa" non offre uno strumento per alleviare le sofferenze psicologiche della donna già così tanto provata, evitandole il ricovero in ospedale? Non sarebbe un modo per affrontare questa tragica scelta in un ambito più intimo e tranquillo quale quello di casa propria?

Carlo Casini: La RU 486 è un preparato chimico che produce l'aborto se assunta per bocca nei primi 50 giorni di gestazione. Produce un avvelenamento che, a sua volta, dopo due o tre giorni determina l'espulsione del feto. Sulle sue modalità di azione e sui danni che produce alla donna (la mortalità della madre è 10 volte più elevata che nel caso dell'aborto chirurgico), hanno compiuto indagini accurate Assuntina Morresi ed Eugenia Roccella, ai cui lavori rimando (tra essi si veda: "La favola dell'aborto facile", Franco Angeli, Milano 2006). I propugnatori di tale pillola sostengono che, una volta legalizzato l'aborto, è preferibile scegliere il metodo meno penoso per la donna. In realtà ci sono effetti alquanto negativi per la stessa madre. Ovviamente, come sempre nell'aborto, il danno maggiore riguarda il figlio. Per la madre, ai rischi di carattere somatico si aggiungono quelli psicologici - dicono gli esperti -, perché la donna vede il figlio uscire dal suo corpo, vede il sanguinamento nei giorni precedenti, ne attende la morte, per un paio di giorni, mentre scompare la possibilità di tornare indietro. Vi è poi una riflessione più vasta da svolgere. La produzione della RU 486 ha richiesto lunghi anni di studi, di sperimentazioni. Sono stati impiegati rilevanti mezzi economici e molte energie intellettuali. Se pensiamo a quante donne abortiscono per povertà, e a quanto sarebbe necessario offrire come alternativa all'aborto, è avvertibile tutta l'iniquità della vicenda. In secondo luogo, lo scopo vero della RU486 non è affatto quello di rendere meno dolorosa l'I.V.G., ma quello di tendere alla soluzione finale: la privatizzazione dell'aborto, per renderlo facile, incontrollabile, saltando tutti i pur tenui filtri previsti dalle leggi legalizzatici, banalizzandolo culturalmente, perché è banale inghiottire una pillola bevendo un bicchier d'acqua. Ancora la situazione non è questa, ma la tendenza e lo scopo perseguito sono questi. Al fondo vi sono due idee perverse: l'aborto non deve essere confinato a casi estremi e gravi, ma deve essere trattato come soluzione generalizzata, deve essere sostanzialmente equiparato a un contraccettivo. Inoltre, la pillola con la forza emotiva dei fatti, pretende di cancellare definitivamente la presenza di un essere umano: se basta bere un bicchier d'acqua ed inghiottire una pillola come un' aspirina o un analgesico, è facile autoconvincersi che non c'è di mezzo un bambino la cui vita è in pericolo. Non sappiamo cosa avverrà nel prossimo futuro in Italia. Una cosa è certa: quanto più l'aborto diventa un fatto privato, tanto più bisognerà rafforzare nella mente e nel cuore delle madri, della famiglia e della società la capacità di vedere il figlio e il coraggio di accoglierlo. Perciò un formale legislativo riconoscimento del diritto alla vita dal concepimento è l'antidoto più efficace.

Che cos'è la pillola del giorno dopo? E' una pillola anticoncezionale o abortiva?

Carlo Casini: Basta leggere il foglietto illustrativo del preparato denominato "Norlevo" venduto nelle farmacie. Esso viene presentato come "contragestativo", va assunto per bocca entro i primi tre giorni dopo un rapporto sessuale "non protetto" e, a seconda del momento in cui è intervenuta l'ovulazione della donna, può impedire la fecondazione oppure "l'annidamento nell'utero dell'ovulo fecondato". Il foglietto chiama il nuovo essere umano "ovulo fecondato" e chiama "contragestativo" l'effetto distruttivo dell'embrione, cioè l'effetto abortivo, ma le parole non cambiano la sostanza. In definitiva si tratta di un prodotto eventualmente abortivo. La donna che lo prende non può sapere se c'è stato o no un aborto, perché non sa se il rapporto sessuale è stato o no fecondante, ma ella inghiottisce le pillole proprio con l'intenzione che se un embrione si è formato, esso venga eliminato. Per superare l'obiezione morale, i sostenitori della "pillola del giorno dopo" dicono che la gravidanza inizia con la fissazione dell'embrione nella mucosa uterina (che comincia 5-6 giorni dopo che esso, formatosi in una delle due tube - i condotti che vanno dalle ovaie all'utero - avvia "il viaggio" verso l'endometrio). La gravidanza inizia con la nidazione - essi dicono -, prima di quel momento non può esserci interruzione di gravidanza. Ma da che mondo è mondo la gravidanza inizia con la fecondazione (concepimento), e comunque l'evento rilevante è l'uccisione del figlio appena generato. Il meccanismo d'azione della "pillola" è ancora abbastanza oscuro, cosicché coloro che la difendono sostengono talora che essa altera lo stato delle tube ed impedisce l'incontro dello spermatozoo con l'ovocita. Ma altri - più numerosi - ritengono che ne venga alterata la mucosa uterina in modo da rendere impossibile l'impianto dell'embrione. Nel Comitato Nazionale di Bioetica si è svolta una approfondita discussione su queste due tesi. Si trattava di valutare se il personale medico possa o no proporre obiezione di coscienza riguardo alla prescrizione e somministrazione della pillola. La conclusione è stata affermativa: sì, è legittima l'obiezione di coscienza, perché anche nei casi dubbi vale il principio di precauzione. Nessuno può essere costretto a compiere gesti che possano uccidere un essere umano. Insomma: la pillola del giorno dopo è un preparato "eventualmente abortivo". Per saperne di più, fare riferimento al libro di Carlo Casini "A trent' anni dalla legge 194 sulla interruzione volontaria di gravidanza" (Cantagalli - Siena).
[I lettori sono invitati a porre domande sui differenti temi di bioetica scrivendo all'indirizzo: bioetica@zenit.org. I diversi esperti che collaborano con ZENIT provvederanno a rispondere ai temi che verranno sollevati. Si prega di indicare il nome, le iniziali del cognome e la città di provenienza]

 
 
 

SANTO PADRE: IL VANGELO NON E' LEGGENDA

Post n°2748 pubblicato il 06 Dicembre 2009 da diglilaverita
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Benedetto XVI ricorda che Gesù è un personaggio storico, inserito in un preciso contesto. L’aiuto all’Immacolata per la Chiesa in lotta "tra il deserto e il giardino, tra il peccato che inaridisce la terra e la grazia che la irriga". A Copenhagen per la salvaguardia del creato, seguendo le leggi di Dio nella natura, e per varare stili di vita sobri e rispettosi dei più poveri. "Il Vangelo non è una leggenda, ma il racconto di una storia vera" e "Gesù di Nazaret è un personaggio storico": così Benedetto XVI all’Angelus di oggi. In una piazza san Pietro stracolma di oltre 30 mila pellegrini, il pontefice ha anche ricordato la Conferenza Onu sul clima che si apre domani a Copenhagen. Commentando il vangelo di san Luca (3,1-6) della seconda domenica di Avvento, il papa ha detto: "L’Evangelista punta il riflettore su Giovanni Battista, che del Messia fu il precursore, e traccia con grande precisione le coordinate spazio-temporali della sua predicazione". Il pontefice fa notare che nel brano si citano con abbondanza "riferimenti a tutte le autorità politiche e religiose della Palestina nel 27/28 d.C." (l’imperatore Tiberio, i governatori Ponzio Pilato, Erode, Filippo, Lisania, e i sommi sacerdoti Anna e Caifa). E aggiunge: "L’Evangelista vuole avvertire chi legge o ascolta che il Vangelo non è una leggenda, ma il racconto di una storia vera, che Gesù di Nazaret è un personaggio storico inserito in quel preciso contesto". Gli abbondanti riferimenti hanno pure un secondo motivo: "Dopo questa ampia introduzione storica, il soggetto diventa ‘la parola di Dio’, presentata come una forza che scende dall’alto e si posa su Giovanni il Battista". "La Parola di Dio – continua il pontefice - è il soggetto che muove la storia, ispira i profeti, prepara la via del Messia, convoca la Chiesa. Gesù stesso è la Parola divina che si è fatta carne nel grembo verginale di Maria: in Lui Dio si è rivelato pienamente, ci ha detto e dato tutto, aprendoci i tesori della sua verità e della sua misericordia. Prosegue ancora sant’Ambrogio nel suo commento: "Discese dunque la Parola, affinché la terra, che prima era un deserto, producesse i suoi frutti per noi" (ibid.)". Ricordando poi che l’8 dicembre è la festa dell’Immacolata Concezione, il papa aggiunge: "Maria è l’Immacolata … [ma] la Chiesa ha continuamente bisogno di purificarsi, perché il peccato insidia tutti i suoi membri. Nella Chiesa è sempre in atto una lotta tra il deserto e il giardino, tra il peccato che inaridisce la terra e la grazia che la irriga perché produca frutti abbondanti di santità. Preghiamo dunque la Madre del Signore affinché ci aiuti, in questo tempo di Avvento, a ‘raddrizzare’ le nostre vie, lasciandoci guidare dalla parola di Dio". Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ha ricordato la Conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici, che si apre domani a Copenhagen, con cui la comunità internazionale vuole studiare modalità per contrastare il riscaldamento globale. "Auspico – ha detto il papa - che i lavori aiuteranno ad individuare azioni rispettose della creazione e promotrici di uno sviluppo solidale, fondato sulla dignità della persona umana ed orientato al bene comune. La salvaguardia del creato postula l’adozione di stili di vita sobri e responsabili, soprattutto verso i poveri e le generazioni future. In questa prospettiva, per garantire pieno successo alla Conferenza, invito tutte le persone di buona volontà a rispettare le leggi poste da Dio nella natura e a riscoprire la dimensione morale della vita umana". - (AsiaNews) -

 
 
 

HA RAGIONE IL CARDINALE BARRAGAN: L'OMOSSESSUALITA' E' UNA PATOLOGIA E GAY SI DIVENTA, NON SI NASCE

Post n°2747 pubblicato il 06 Dicembre 2009 da diglilaverita
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Una intervista del Cardinale messicano Barragan al nostro sito, come del resto era inevitabile, ha destato qualche polemica. Era nel conto e dunque, pace. Abbiamo voluto sentire, in proposito, la opinione di uno psichiatra di chiara fama, il noto professor Francesco Bruno, volto spesso presente in Tv. Professor Bruno, l'omossesualità, può considerarsi normalità o patologia?: " il discorso é lungo. Un tempo era senza dubbio vista da tutti come patologia. Poi, recentemente, prima società americana di psichiatria e dopo la organizzazione mondiale della sanità, la hanno cancellata". Dunque non é una malattia: " bisogna vedere in che modo siamo arrivati a questo risulatato e le dico che non é una bella cosa. Come del resto si sa, le lobbies omosessuali e non solo quelle, sono potenti e per ottenere quel risultato si sono mobilitate persino con una campagna porta a porta. Ometto altri particolari per evitarmi ed evitarle querele, ma ci siamo intesi". La sua idea al riguardo?: " io ero e resto della convinzione che la omosessualità sia una patologia, una anormalità della sessualità e quindi un disturbo". Disturbo in che senso?: "per disturbo si intende un distacco dalla realtà e non ci piove sul fatto che la sessualità abbia come primo e principale scopo la riproduzione della specie. Ora non é possibile questo evento nell'atto sessuale tra persone del medesimo sesso. Nessuno, tanto meno io, vuole fare delle discriminazioni, ma é così". Dunque se l'atto sessuale é volto alla procreazione, siamo nella anormalità: " certamente, ecco il motivo per il quale parlo di patologia. In un certo senso, da un punto di vista definitorio, quello che dice l'organizzazione mondiale della sanità, non é totalmente fuori strada, ma allora il concetto di libera scelta andrebbe a farsi benedire". Chi decide in sostanza se siamo nel caso concreto nella patologia o nella normalità?: " il medico, lasciando da parte le decisioni della organizzazione mondiale. Lo stabilisce solo il medico nella sua libera scelta, in scienza e coscienza. Basta con le burocrazie imposte e che tagliano le gambe a quanto il medico può vedere nella sua libertà. Se per assurdo a me dovessero dire che é legittimo fare la iniezione letale ad un moribondo, mi negherei a farla, per il principio della sacralità della vita e per il dovere che ha il medico di curare, evitando ogni accanimento". Professore, omosessuali si nasce o si diventa?: " si diventa, spesso per ambienti nei quali si vive, per propria scelta o per tendenza. In parte ci potrebbero essere persone geneticamente predisposte alla omosessualità, ma non é detto, come altre patologie se quel virus, non mi riferisco alla omosessualità per virus, esploda oppure no. Ma omosessuali si diventa, ed il più delle volte, per libera e precisa volontà. In una società che ha perduto ogni valore etico". - Bruno Volpe-Pontifex -

 
 
 

COMMENTO DI PADRE LIVIO AL MESSAGGIO DEL 2 DICEMBRE 2009

Post n°2746 pubblicato il 06 Dicembre 2009 da diglilaverita
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Un messaggio, come vedete, come quello del 25 novembre dato attraverso la veggente Marija, che ci prepara al Natale. Leggo anche quello del 25 novembre per vedere la consonanza dei due messaggi che si completano a vicenda:

“Cari figli, in questo tempo di grazia vi invito tutti a rinnovare la preghiera nelle vostre famiglie. Preparatevi con gioia alla venuta di Gesù. Figlioli, siano i vostri cuori puri e accoglienti affinché l’amore e il calore comincino a scorrere attraverso di voi in ogni cuore che è lontano dal Suo amore. Figlioli, siate le mie mani tese, mani d’amore per tutti coloro che si sono persi, che non hanno più la fede e la speranza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

Dunque, si evidenzia la consonanza tre i due messaggi, la Madonna, in sintonia con la Chiesa, in sintonia con il cammino verso Betlemme di tutta la Chiesa, ci vuol preparare al Natale. Nel Messaggio del 25 novembre la Madonna usa la parola cuore, nel messaggio del 2 dicembre usa la parola anima, sono ambedue parole bibliche, sono ambedue parole della tradizione cristiana, l’anima e il cuore. La preoccupazione della Madonna è identica e cioè che i nostri cuori siano puri perché possano ricevere il Signore, che le nostre anime siano pure perché in esse possa nascere Gesù. Quindi vedete la perfetta struttura del messaggio in ambedue i casi, anche se il linguaggio è un po’ diverso, ma sempre un linguaggio biblico. E’ già da alcune volte che la Madonna ci provoca nel messaggio dato a Mirjana ad un esame di coscienza con degli interrogativi; ci pone degli interrogativi, ci provoca a pensare, a meditare, ci invita a metterci davanti alla nostra coscienza nella Luce di Dio e ad ascoltarne la voce. Ci provoca dunque a guardare dentro di noi, cercare di capire quello che siamo nella Luce di Dio e cercare di sradicare il male che c’è in noi. Dunque, notiamo l’esordio del messaggio a Mirjana in questo tempo di grazia:“in questo tempo di preparazione e di gioiosa attesa”, bellissimo, e poi attenzione, la Madonna dice: “io come Madre desidero indicarvi ciò che è più importante: la vostra anima”. Noi sappiamo benissimo, cari amici, che questo tempo che ci prepara al Natale è un tempo tritacarne, come si dice, è un tempo di affanni, un tempo di corse, un tempo di lavoro, ma nello stesso tempo dobbiamo preparare tante cose, dobbiamo comprare i regali, andar di qua e di là, corse nei negozi e poi ci sono i tempi in cui anche i bambini sono malati, hanno l’influenza, insomma si rischia di arrivare al Natale avendo perso l’essenziale. La Madonna dice: “io come Madre desidero indicarvi ciò che è più importante”, cioè la cosa più importante per il Natale è: “la vostra anima”, che sia un’anima tale che in essa possa nascere Gesù Cristo, se no, non celebrate il Natale. Quindi la Madonna ci richiama all’essenziale in questo Natale. Ci richiama alla purificazione dell’anima, ci chiede: “Può nascere in essa mio Figlio?” Nel messaggio a Marija la Madonna invece non aveva posto la domanda, ma aveva fatto un’affermazione, un’esortazione: “siano i vostri cuori puri e accoglienti”, e qui dice: “desidero indicarvi ciò che è più importante: la vostra anima. Può nascere in essa mio Figlio?”. Questo dunque è il Natale. Il Natale è la generazione del Figlio di Dio nei nostri cuori, come dice nel messaggio a Marija, o nelle nostre anime, che è la medesima cosa. Ambedue l’anima e il cuore, sono due categorie bibliche che indicano l’interiorità dell’uomo, la profondità della sua persona, la sua divina immagine; perché nella Bibbia il cuore è il centro spirituale dell’uomo, dove l’uomo pensa, l’uomo medita, l’uomo decide, l’uomo ascolta la voce della coscienza, l’uomo si pente, l’uomo si converte. Noi nella nostra cultura occidentale abbiamo sviluppato soprattutto la parola anima e naturalmente anche il cuore ha sempre avuto una sua cittadinanza nella spiritualità. Dunque la Madonna ci chiede di far sì che le nostre anime possano essere una culla accogliente per il Figlio di Dio: “mio Figlio”. Poi ci chiede (queste sono espressioni da stampare nella mente): “E’ purificata con l’amore dalla menzogna” cioè la vostra anima, è purificata con l’amore, cioè l’amore è ciò che purifica, l’amore per Dio ed il prossimo è ciò che purifica. E’ purificata con l’amore da che cosa?: “dalla menzogna, dalla superbia, dall’odio e dalla malvagità”. Prendete nota di queste quattro espressioni, sono quattro forme, quattro tentacoli, quattro dimensioni del male, la menzogna, la superbia, l’odio, la malvagità. Cos’è la menzogna? La menzogna è vivere senza Dio, senza la Sua parola, senza i Suoi Comandamenti, questa è la vita nella menzogna, vivere nel peccato e giustificare il peccato, vivere nel male e giustificare il male e dire che è un bene. Questa è la menzogna. “E’ purificata con l’amore dalla menzogna”, questa è un’espressione biblica, perché quante volte nella Sacra Scrittura, specialmente nel Vangelo di Giovanni, ci viene insegnato a vivere nella verità, a camminare nella verità, a essere saldi nella verità, e invece la nostra vita è nella menzogna. Quand’è che la vita è nella menzogna? Quando è lontana da Dio, dai Dieci Comandamenti. Dalla superbia, dalla superbia di chi crede, di chi mette il proprio io al posto di Dio. È La malattia di Lucifero, la superbia. Sono tutte malattie luciferine, la menzogna, la superbia, e quindi, la Madonna ci invita ad avvicinarci al Natale nella verità, nell’umiltà. Poi ci invita a purificarci dall’odio. Le forme dell’odio, cari amici, sono infinite, ma pensiamo a quelle forme di odio che riguardano soprattutto le persone che abbiamo vicine, i nostri familiari, i nostri parenti. Molte volte le ferite delle famiglie, le ferite della parentela si induriscono, diventano cancrene, perché l’odio non si spegne. E’ importante dunque che venga sradicato l’odio. E poi dalla malvagità, espressione dell’agire cattivo, del fare il male. La malvagità è il disprezzo del prossimo, la durezza nei confronti del prossimo, lo sfruttamento del prossimo e far del male al prossimo; è proprio malvagio colui che fa il male, che va nel male, che cammina nel male. Ecco dunque da quali sporcizie la Madonna ci invita a purificare con il lavacro dell’amore la nostra anima in vista del Natale, lavare l’anima dalla menzogna, dalla superbia, dall’odio, dalla malvagità. Poi la Madonna evidentemente passa alla parte positiva, cioè da che cosa deve essere sostituito il peccato, cioè al posto del peccato, al posto del male, cosa dobbiamo mettere? Il bene! Cos’è il bene? L’amore di Dio sopra ogni cosa e del prossimo come se stessi e dice positivamente: “La vostra anima ama al di sopra di tutto Dio come Padre e il fratello in Cristo”, quindi la Madonna ci invita “nel Natale”, dove gli Angeli in cielo hanno annunciato la Pace, ci invita a riconciliarci con Dio, a riconciliarci col nostro prossimo, aprendoci come figli, come Gesù si è aperto all’amore di Dio Padre, e donare questo amore che il Padre ci dona agli altri uomini nei quali dobbiamo vedere dei fratelli in Cristo. “Io”, dice la Madonna, e qui, come sempre in tutti i messaggi di Medjugorje, Lei, che è l’Ancella del Signore, ci indica il Signore, non indica mai se stessa e ci dice: “vi indico la strada che innalzerà la vostra anima all’unione completa con mio Figlio”. Dunque il Natale, cari amici, è celebrato quando il nostro cuore è purificato dalla menzogna, dalla superbia, dall’odio, dalla malvagità; quando c’è la presenza dell’amore, quando c’è la presenza di Cristo, quando c’è l’unione con Cristo, allora il Natale è veramente celebrato. Il tesoro del nostro Natale è proprio Gesù nel nostro cuore e il sigillo è proprio la Messa di mezzanotte, quando facciamo la Comunione. Quello è il momento in cui la nostra anima, il momento, direi, anche simbolico in cui la nostra anima ha raggiunto l’unione completa con Gesù. “Desidero” dice la Madonna “che mio Figlio nasca in voi”, e questo è il Natale! Che nasca in noi! Nei nostri cuori, nelle nostre famiglie. “Che gioia per me, la Madre” - che gioia per Me vedere mio Figlio nascere in voi, Io che sono la Madre, la Madre di Gesù e la Madre vostra - . “Vi ringrazio” . Quindi, cari amici, abbiamo due messaggi straordinari con i quali fare il viaggio verso Betlemme e non perdiamo la Grazia del Natale, perché la Grazia del Natale è quella che sprigionerà in noi la pace e la gioia. Questo è il regalo che dobbiamo fare a noi stessi, prima di tutto, e che faremo spontaneamente anche agli altri, perché il più bel regalo che possiamo fare agli altri è un cuore natalizio, cioè riconciliato con Dio, dove non c’è la menzogna ma la verità, dove c’è l’umiltà, dove c’è l’amore, dove c’è il bene. Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it “

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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