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Creato da: jacopo147 il 25/02/2006
blog comunista. agli insulti si risponde a tono.

 

 
« Messaggio #144Messaggio #146 »

Post N° 145

manifestar mi è duro in questo mar...

in ritardo, va beh.
partiamo dalla manifestazione del 20, si era minimo in 700.000 massimo in un 1.000.000.

il senso della cosa era più o meno questo:


"scusate stronzoni, ci sarebbe il programma con cui vi siete fatti
eleggere, ricordate? ma si quello lievemente di sinistra, beh non
l'avete cagato neanche di striscio in tutti questi anni e la cosa non
ci va giù, se non volete finire nella merda è meglio che gli diate un
occhio",


messaggio che ufficialmente voleva essere un "ri-appoggio" al governo
prodi, ma al governo che si era fatto eleggere con il programma
dell'unione, così da poter manifestare "contro" il governo senza però
manifestare "contro" il governo, salvando così capra e cavoli. la cosa
bene o male è riuscita, magari non alla perfezione ma quasi, la
partecipazione è stata altissima, pensate che sul mio bus si parlava di
un numero previsto di 80-100 mila partecipanti, figuriamoci quando ci
siamo accorti di essere in più di mezzo milione... un'espressione da
imbecilli ci ha riempito la faccia...


era strapieno di: rifonda, comunisti italiani, sindacati, qualche verde
e tantissime sigle e organizzazioni "minori" compresi partiti come il
CARC; qualche gruppo "a sinistra della sinistra" ha distribuito lettere
aperte, io ne ho contate 3, in cui si criticava il fatto che con quella
manifestazione si riconosceva automaticamente al governo prodi di
essere un governo degno di rimanere dov'è e di rappresentarci, ovvio
che sto semplificando eh, criticando così, con cortesia piena, la
manifestazione, tuttavia le opzioni sono o ammettere che non si è in
democrazia e quindi essere meno civili e più efficaci, magari lo
volesse il "cielo", oppure manifestare civilmente in questa farsa di
democrazia per premere sul governo minacciandolo velatamente, ovvio che
molti gruppi e cani sciolti preferirebbero la prima, io compreso, ma la
maggioranza del popolo della sinistra preferisce essere civile, quindi
dato che una rivoluzione non la si fa in 4 la manifestazione era
l'unica cosa attualmente fattibile, e mi sembra che fosse dovere anche
di chi preferirebbe la prima opzione partecipare alla seconda, dato che
era l'unica per l'appunto fattibile, anche se forse non la più giusta.


il vero problema di fondo che mi sembra colpisca il "nostro popolo",
parlo di quei cattivi comunistacci che siamo, è che la maggioranza di
noi crede realmente di essere in democrazia mentre la minoranza è
cosciente del fatto che siamo in dittatura.


parlando su msn con un compagno della sardegna dopo la manifestazione è
venuto fuori che in pratica l'unica cosa che ci distingueva era appunto
questo, il fatto che consideriamo questa società in 2 maniere diverse;
lui viene chiamato "comunista di destra" e "traditore" dai gruppuscoli
a sinistra della sinistra io invece vengo chiamato "estremista
pericoloso" e "anarco-insurrezionalista mascherato" dalla sinistra
civile, quindi siamo su 2 posizioni moral-politiche differenti, ma
questa differenza non viene tanto dal fatto che uno si vende il culo e
che l'altro spara, ma dal fatto che uno vede in questa società la
democrazia, fatta male ma sempre democrazia, l'altro crede che questa
sia una farsa astuta dei "padroni" che si sono resi conto che essere
autorizzati a comandare è più semplice che obbligare a farsi ubbidire e
che quindi questa è una dittatura mascherata.


mi spiego meglio con un esempio semplice:


in una dittatura non ti dicono "
sei libero", ti dicono "sei prigioniero",
lo sai ne prendi atto e agisci di conseguenza, hai coraggio,
convinzione, valori, principi? allora lotti, non li hai allora subisci.
io sono strasicuro che molti compagni e non lotterebbero con tutti i
mezzi necessari, ma se invece si è in "democrazia" come molti affermano
e cosa di cui sono fortemente convinti allora bisogna seguire le regole
civili e quindi si parla, al vento sempre al vento. allora perchè dire
al polpolo "sei prigioniero" quando puoi dirgli "sei libero" e fare
comunque quel cazzo che vuoi senza però subirne le conseguenze che
sarebbero portate dalla coscienza del popolo che stai sottomettendo? le
dittature ufficiali vanno bene in paesi del 3° mondo o giù di lì dove
la coscienza è "bassa", ma in paesi europei come l'italia che si è già
liberata da una dittatura non vanno bene, perchè il popolo per quanto
sia di merda, non l'accetterebbe e resisterebbe un altra volta, quindi
molto meglio è fargli credere che il potere sia del popolo obbligando
quindi il popolo stesso ad agire secondo democrazia e civiltà.


le regole civili sono belle e giuste ma in una democrazia reale e non in una dittatura.


in una dittatura bisogna essere incivili, bisogna essere ingiusti,
bisogna essere "cattivi". la guerra ha le sue regole e la pace ne ha
altre, se si prova ad usare le regole della pace in tempo di guerra non
si ottiene un cazzo. cantava qualcuno " 1000 morti all'anno tra lavoro
e malasanità, se questa non è pulizia etnica cos'è? uno che cià i soldi
può avere tutto, uno che ne ha di meno non ha diritto nemmeno a un
letto in ospedale quando sta male!" "questa è una guerra, e io sono un
pazzo, un pazzo fottuto che con una guerra in corso vado ancora in giro
disarmato...un pazzo, un pazzo fottuto..."


forse è ora di riconoscere il fatto che non siamo in tempo di pace.


quel mio amico, quel compagno che era alla manifestazione con cui ho
discusso dopo su msn, sostiene anche che per arrivare al comunismo
serve la democrazie e che tramite essa ci si deve arrivare. concordo
pienamente, alla perfezione, ma il punto rimane che per lui questa dove
stiamo ora è democrazia per me la democrazia è una società socialista,
e da questa società che è e rimarrà sempre dittatoriale, un
totalitarismo del mercato e del denaro, si arriva al socialismo solo in
una maniera, con la forza. questa società deve essere abbattuta e al
suo posto ne deve essere fondata un altra, chi ha il potere, chi ha le
redini e comanda non si lascerà mai e poi mai spodestare e vincere
attraverso regole civili e democratiche senza batter ciglio, perchè lui
non le segue e mai le ha seguite.


ora attendo che la digos mi bussi alla porta...

 
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Commenti al Post:
marcos19771
marcos19771 il 23/10/07 alle 10:45 via WEB
Una cosa che spesso dico con molta convinzione...è che nei maggiori paesi occidentali il senso della parola democrazia è stato stravolto a proprio piacimento dai "signori" del potere...per loro uso e consumo...tutto questo con l'appoggio dei loro servi e lacchè...giornalisti in prima linea... alla gente dicono e scrivono che c'è democrazia,che siamo liberi...ma a tal proposito sappiamo che non è così...le dittature ora sono più sottili ma per questo non meno dolorose...mi spiego...un cittadino va a votare convinto di dare il suo contributo e la sua indicazione...ma loro i "signori" poi fanno quello che loro vogliono...fregandosene allegramente di quel cittadino...un esempio lampante sono state le primarie del PD e la consultazione sindacale...così come tutte le altre consultazioni...sono tutte finte...ci prendono per il culo... hanno già il "loro" programma non quello che ci fanno votare... Ecco...questo è il punto cruciale...bisogna far saltare questo ingranaggio,per ridare senso alla parola democrazia...che vuol dire partecipazione,solidarietà,servizi ai cittadini,dignità e vero progresso per il paese. Per tutto questo che ho scritto...un libertario ha il diritto e dovere di essere un ribelle rivoluzionario... Quei "signori" che siedono in parlamento tutti a pulire le strade... una casa in rovina è meglio buttarla giù e poi ricostruirla con materiale migliore...nel senso della passione civile e amore per la vera politica,per il bene comune,per essere donne e uomini che nel cuore hanno la parola...al servizio del mio popolo... Fino a quando questo non avvera ci saranno sempre tanti ribelli rivoluzionari che lotteranno per amore...solo per amore. Un abbraccio.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 31/10/07 alle 10:24 via WEB
Vorrei sapere su che basi affermi che il sistema politico italiano non corrisponda ad una Democrazia. In Italia, oggi come oggi, ritengo si abbia una democrazia, certo non perfetta e perfezionabile, ma pur sempre una democrazia. Non ci vengono negate le libertà politiche, e questo è già di per se un fatto democratico, e abbiamo accesso, pur non essendo politici "di razza", a svariate attività politiche (senza contare l'elemento del voto). In primis l'iscrizione e la militanza in un un partito. Tramite un partito non solo possiamo arrivare a delle cariche statli elettive, ma in più possiamo attivamente partecipare e "cambiare" la politica stessa del partito (per questo, d'altronde, esistono le famose "correnti interne"). Ovviamente per arrivare a prendere decisioni bisogna essere supportati dalla maggioranza, ma questa è una regola democratica. Inoltre abbiamo un utile strumento di democrazia diretta nel nostro ordinamento: il referendum abrogativo, sancito dall'art 75 della nostra costituzione. Ovviamente anche questo strumento ha dei limiti (sono tutti elencati nell'articolo) che mi sembrano anche giusti. Per richiederlo bisogna riuscire ad ottenere 500.000 firme (oppure serve una richiesta di 5 consigli regionali) e non è contemplato per alcune leggi (come, ad esempio, le leggi di bilancio). Certo, posso condividere alcune critiche al nostro sistema, ma credo che voi facciate uno sbaglio di fondo, ovvero scambiare le critiche ad alcune leggi (economiche, giudiziarie o politiche che siano) con critiche alla Democrazia. Questa infatti non è una politica, per esemplificare potremmo associarla ad un barattolo vuoto. Noi veniamo da decenni di governo democristiano, quindi è ovvio che il nostro sistema rispecchi quel determinato tipo di politiche. Ma ciò non è che il contenuto del barattolo. La democrazia infatti può essere usata per elaborare qualsiasi tipo di politiche, cambiando quindi il contenuto del barattolo. L'unico modo per "svuotarlo" e "ri-riempirlo" è appunto quello di prendere il potere tramite gli strumenti che la stessa Democrazia ci da. E gli strumenti che ci vengono offerti sono alla portata di tutti. Semmai il problema è dato dalla gente, che va istruita sulle reali potenzialità di questo ordinamento. E' troppo comodo infatti votare e basta, anche perchè così il voto molto spesso diventa di pura convenienza, dato che non ci sono ideali che lo strutturano. Il popolo italiano semmai va educato ad usare meglio la democrazia, si eviterebbero di certo molti di quei cancri come il clientelismo o il lobbyng. Veniamo poi al problema del colpo di stato (o rivoluzione). Attuare un colpo di stato oggi non risolve affatto i problemi, ma anzi crea un nuovo orizzonte di problemi (a mio parere ben più vasto di quello odierno). Innanzitutto teniamo conto che l'Italia è intrappolata in una ragnatela di trattati internazionali (pensate in primo luogo alla U.E.) esattamente come una mosca lo è nella tela di una ragno. Un colpo di stato oggi ci porterebbe quasi certamente di fronte ad una prospettiva autarchica e questo è già un grosso problema. Avremo quindi i problemi di sostentamento della nazione con le nostre sole forze (ben arduo!!), oltre a quello di gestione (e vittoria) di tutti i tentativi di controrivoluzione che ne scaturirebbero. Senza contare che l'autarchismo snaturalizza, e non poco, il socialismo originario portandolo a derive nazionalistiche o, nel caso peggiore, ad un fascismo "rosso". Ricordatevi che il socialismo prospera solo nell'internazionalismo. Una rivoluzione rossa soddisfacente (e sottolineo soddisfacente, ovvero che non si snaturalizzi) è possibile solo se accompagnata da rivoluzioni a macchia di leopardo in altri stati. Da soli non si va da nessuna parte. Infine, avremmo il problema più grosso: strappando la tela faremo incaz*are il ragno. E questo può benissimo mangiarsi rivoluzione e mosca in poco tempo. Per tutte queste ragioni ritengo che un colpo di stato (o se vi piace di più il termine, una rivoluzione), nel 2007, non solo è anacronistica e altamente improbabile nel nostro paese e nel nostro continente (pensate davvero che un buon numero di persone vi parteciperebbe, nel caso? a me non sembra che gli italiani siano poi così alla fame), ma è anche potenzialmente dannosa per la nostra causa, nel caso si verificasse. Quindi, il problema che si presenta ad un comunista oggi è duplice: 1) Arrivare a governare, ovvero avere la facoltà di "riempire" il barattolo democratico. 2) Fare in modo che le politiche prodotte con gli strumenti democratici siano consone ai nostri ideali. Ma sia per il primo punto che, a maggior ragione, per il secondo, abbiamo bisogno che la maggioranza degli italiani ci voti. E che, sopratutto, il governo che ne risulterà vincente dal gioco elettorale sia disposto ad avallare alcune nostre politiche (purtroppo, oggi come oggi, non saliremo mai al potere da soli, ma abbiamo bisogno di inseririci in una coalizione, con tutte le cose che essa comporta). Arrivati poi in condizioni da poter creare politiche potremo anche "cambiare" alcune regole stesse della democrazia, ovviamente sempre rispettando la sua base costitutiva che, a mio parere, è abbastanza giusta.
(Rispondi)
 
 
jacopo147
jacopo147 il 31/10/07 alle 11:37 via WEB
inizio a risponderti spiegandoti perchè io e altri non crediamo di essere in una democrazia, e ti assicuro la spiegazione non è poi così complessa. il potere NON E' DEL POPOLO, puoi forse negare questo piccolo e semplice passaggio? comandi tu, io, il vicino, in maniera corretta, semplice, con la possibilità di eleggere gente retta, onesta che sia della nostra stessa risma? oppure comanda una ristretta élite che fa ciò che più gli aggrada dando contentitni spesso fasulli al popolo? e legittimandosi con un voto che è francamente quanto di più ridicolo esista.. questo, che è innegabile, basterebbe per definire la nostra società dittatura. la verità è che tu sei ben cosciente di ciò, solo che consideri questo un difetto della democrazia, io invece considero democrazia solo un sistema che risponda ai fondamenti base del sistema democratico, ciò che è imperfetto rispetto al canone principe di quel sistema, potere al popolo-del popolo, non può essere democrazia. tu citi per definire questo sistema democrazia non la base dei principi ma la superficialità dei mezzi(voto, parlamentarismo, dibattito politico, libertà di espressione) la democrazia o è democrazia o non lo è, le vie di mezzo sono escluse. tu in pratica dici che una tavola di legno su 2 sassi è un tavolino, io invece ti rispondo che a questo punto un cadavere impalato per i 4 arti è anch'esso un tavolino, invece la verità è che il tuo è semplicemente una tavola su 2 sassi che funge da tavolino, ma che non lo è, perchè un tavolino è un asse minimamente lavorato unito a 3 o 4 o più gambe anch'esse lavorate, in piano, come si dice in bolla, quello che hai tu non è un tavolino imperfetto, ma un simulacro fasullo di un tavolino. ergo può essere usato in una maniera simile ad un tavolo, può sembrare un tavolo, ma se ci poggi sopra una biglia rotolerà a terra, se ti ci sederai sopra si romperà, se tenterai di alzarlo i sassi rimarranno a terra e tutto quello che avrai in mano sarà una tavola di legno marcia e fatiscente. una volta spiegato questo(che già ti avevo spiegato l'altra volta ^^) ovvero che vediamo la stessa realtà ma con "occhi" diversi e che quindi tu la interpreti in una maniera io in un altra(o se preferisci, voi in una noi in un altra) rispondere al resto del tuo commento sarebbe un pò inutile mi sa... quindi se hai ancora qualche domanda esprimila pure..
(Rispondi)
 
 
jacopo147
jacopo147 il 31/10/07 alle 11:59 via WEB
una cosa in effetti devo aggiungerla.

la rivoluzione è un atto di rovesciamento di una classe da parte di un'altra classe. partiamo da qui, primo non è necessario sia violenta(quasi esclusivamente lo è, ma in linea per lo meno teorica può avvenire anche in metodi non cruenti, tipo quello culturale, ne hai un esempio discreto nell'affossamento della classe proletaria da parte di quella borghese negli ultimi 50 anni attraverso la "cultura" occidental-consumistica), secondo, le rivoluzione è come tutte le cose, o quasi, riguardanti le grandi masse sociali una azione non improvvisa, ma bensì maturata nel tempo, ora una rivoluzione è impossibile in questo paese, infatti ne io ne molti altri abbiamo fucili in casa ne tantomeno ci addestriamo alla guerriglia urbana, è impossibile(attualmente e qui)perchè mancano dei presupposti, l'internazionalismo da te citato è uno di questi ovviamente, siamo tutti(o almeno si spera) coscienti del fatto che il ragno si arrabbierebbe, mentre per quanto riguarda la ragnatela io non mi preoccuperei più di tanto, strapparla non è difficile, difficile è appunto la reazione dei ragni che l'hanno tessuta e che ci abitano. un altro dei tanti motivi che rendono impossibile una rivoluzione(sia violenta sia non) oggi in italia è che non esiste una classe che possa abbatterne un altra, grazie in parte anche alla cultura che crede di essere in democrazia la classe dei diseredati( o proletaria se preferisci) ovvero quella classe che non sta bene e che ha una cultura sufficiente a comprendere il perchè non esiste più se non in potenza, perchè nell'atto è svanita quando ha iniziato a credere di essere borghese, quando si è lasciata comprare, quando ha smesso di lottare coi denti e le unghie ed ha iniziato a lottare con le "parole al vento", fossero almeno parole sostenute da fatti sarebbe un passo avanti, ma purtroppo sono solo parole, e questo comportamento esiste ed è possibile tra le altre cose anche grazie appunto al fatto che tutti credono di essere in "democrazia". peccato che se uno tenta di usare i metodi democratici in una dittatura il minimo che lo aspetta è l'esser ignorato, il massimo è l'esser soppresso. ti posso citare casi che rientrano in entrambe le categorie. io conclusione chi crede che fare una rivoluzione violenta adesso e qui sia possibile ed utile è un ignorante(ignora alcune cose) chi invece crede che la rivoluzione è un fatto inevitabile e necessario per passare dalla dittatura alla vera democrazia è probabilmente solo uno che vede più in là del suo naso, e che sopporta il fatto, per nulla piacevole te lo assicuro, che pur essendo in una dittatura non può fare un cazzo, se non dire "parole al vento", per farci qualcosa. ora come ora l'unica ocsa che uno può fare è dire, dire ciò che pensa con tutta la forza che ha e non mettere per nessun motivo, sperando che qualche parola finisca nelle orecchie di un altro a rafforzare i suoi pensieri o a crearne di nuovi, finchè questa società dittatoriale non sia più in gradi di reggere se stessa a causa dei conflitti in essa esistenti(ti ricorda niente? marxismo) a quel punto si che sarà rivoluzione, e sarà anche pienamente violenta.

modesta opinione di un compagno qualsiasi.
(Rispondi)
 
 
jacopo147
jacopo147 il 31/10/07 alle 12:10 via WEB
un ultima cosa,

in pratica questa è la differenza tra
progressisti
e
rivoluzionari

senza nulla togliere ai progressisti ne senza nulla aggiungere ai rivoluzionari.
(Rispondi)
 
Soul_Edge
Soul_Edge il 01/11/07 alle 18:45 via WEB
Il fatto che il potere non sia del popolo non la trovo un espressione corretta. Tu la commenti in tre periodi: 1)comandi tu, io, il vicino, in maniera corretta, semplice, con la possibilità di eleggere gente retta, onesta che sia della nostra stessa risma? No, non comandiamo nè io nè tu. Ma d'altronde non ci viene negata la possibilità di accedere all'elettorato passivo (ovvero di essere eletti) tranne che per il senato (in qual caso dovremmo avere 25 anni). Certo bisogna sempre essere eletti per comandare, quindi bisogna innanzitutto stendere un programma sulla base del quale poi la gente ci voterà. Purtroppo la democrazia italiana ha una pecca, che non è data tanto dalla democrazia quanto dal popolo stesso (e dal sistema elettorale, che, badate bene, è extracostituzionale, ovvero non è contemplato dalla costituzione in se, la quale non dà disposizioni in merito, ma è frutto di leggi subordinate a questa, quindi non è un problema della democrazia ma dei governanti). E' molto difficile arrivare a governare in Italia senza stipulare coalizioni. E le coalizioni per forza snaturano il programma originale. Pensi forse che sia il Prc, sia il Pdci sia anche i Ds (un pò di meno però) non farebbero (e attuerebbero) un programma veramente di sinistra se non avessero bisogno della Margherita e dell'Udeur per vincere? La democrazia è l'arte del compromesso, specie quando non si hanno i voti necessari per fare ciò che ci pare ( in tal caso 5 anni di legislatura basterebbero eccome per dare una brusca sferzata al timone dell'italia verso sinistra). 2) comanda una ristretta élite che fa ciò che più gli aggrada dando contentitni spesso fasulli al popolo? Il fatto che comandi un elite è innegabile. Ma anche questo, come quello di prima non è un frutto attribuibile alla costituzione (e quindi alla democrazia). E' semplicemente il risultato di decenni di politiche atte a tutelare oltre misura i parlamentari. A ciò ci sarebbero tre modi di rimediare. Il primo è l'iniziativa legislativa popolare (cioè la via che sta imboccando grillo), tutelata dall'Art. 71 della costituzione, ultimo comma: "Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi mediante la proposta di 50.000 elettori". Questa via però ha un problema. Anche se la costituzione obbliga le camere a discutere qualunque iniziativa popolare entro un tempo limite è difficile che essa venga approvata, specie se ha in se contenuti devastanti per l'elite al potere (come appunto, quella di Grillo). Il secondo modo sarebbe appunto quello di impegnarsi in politica (tutelato nell'Art. 49 Cost.). Se uno non milita in un partito e non si candida è impossibile che prenda il potere. Bisognerebbe innanzitutto favorire una militanza di massa e cercare di arrivare con queste idee al governo e attuarle prima che ci si "imborghesisca". E' molto difficile e anche lento come processo, ma gli strumenti a disposizione non ci mancano. Se militi in un partito infatti prima o poi ti viene chiesto di candidarti, ed è già qualcosa. Se poi vieni eletto non è più "qualcosa", ma è tanto. Bisognerebbe risvegliare le coscienze del popolo sulla partecipazione politica e muoversi in questo senso. Il terzo sarebbe il referendum abrogativo, come ho già specificato nel post anonimo di prima. Infine il fatto che al popolo vengano dati dei contentini è solo il risultato della legge elettorale e del popolo stesso, come ho detto prima. Purtroppo per governare si hanno bisogno di coalizioni. Se così non fosse l'elettore di sinistra che vota un partito di sinistra il quale in seguito prende il potere da solo non riceverebbe di certo dei contentini. Guarda per esempio la Spagna di Zapatero. Ovviamente non è una repubblica socialista, ci mancherebbe che ci riuscisse a trasformarla così tanto in così poco tempo, ma ha creato vere e proprie politiche di Sinistra, in barba ai cattolici, ai borghesi e ai post-fascisti. E la democrazia spagnola è molto simile alla nostra. (anche se, a onor del vero è una Democrazia Maggioritaria e non una Democrazia Consensuale...ma non cambia più di tanto). 3) io invece considero democrazia solo un sistema che risponda ai fondamenti base del sistema democratico, ciò che è imperfetto rispetto al canone principe di quel sistema, potere al popolo-del popolo, non può essere democrazia. Uhm...con questo ultimo periodo non ho ben capito che vuoi dire..di conseguenza stipulerò una critica rispetto a ciò che mi sembra di capire, quindi se sbaglio corregimi pure. Il fatto che il potere arrivi da un mandato popolare è innegabile. Il voto, nel bene o nel male, ne è un espressione. Certo, si può votare per vari motivi, per ideologia, per ignoranza, per convenienza, per strategia politica o perchè si hanno pressioni esterne al voto in se. Ma resta intatto il fatto che, se la maggioranza del popolo non ti vota, tu non governi. Quindi mi sembra chiaro che il potere legislativo ed esecutivo discenda dal popolo (esclusi ovviamente i casi dei senatori a vita, il cui potere deriva da una nomina di un organo che prende il potere da chi ha preso il potere dal popolo...è un giro di parole enorme ^^...ma è così). Resta il fatto del potere "al popolo". La nostra è una democrazia rappresentativa, quindi è ovvio che il popolo non esercita direttamente il potere (esclusi i casi dell'iniziativa legislativa e del referendum abrogativo, ovviamente), ma elegge dei rappresentanti che, appunto, lo rappresentano. In caso contrario avremmo una Democrazia Diretta, come quella ateniese dell'antichità. Ma una democrazia diretta è praticamente impossibile da farsi sia in una società complessa come quella del nuovo millennio, sia in uno stato relativamente grande come quello Italiano. Penso sia facile da capire. Già quella Ateniese funzionava "male", dato che venivano esclusi dalle decisioni gli schiavi e le donne. Al massimo si potrebbe tentare di creare una Democrazia diretta "stratificata", sarebbe anche molto bella come idea, ma è un esperimento molto difficile. Ci hanno provato in Russia dopo il 1917, accrescendo enormemente i poteri dei Soviet. Ma dopo qualche anno l'esperimento è fallito e l'URSS è diventanta una dittatura totalitaria. La Democrazia Rappresentativa rappresenta attualmente l'unico modello senza intoppi (ovvero derive totalitarie) che conosciamo bene. Il fatto che magari funzioni male, lo ripeto, non è dovuto dalla Democrazia rappresentativa in se, quanto dalle politiche che magari la "inceppano". Io non considero queste tre cose un difetto della democrazia, semplicemente perchè sono due storture non date dalla democrazia ma dalle politiche che i politici attuano con i suoi strumenti. Se proprio devo trovare un difetto nella nostra democrazia il primo che mi salta agli occhi sarebbe il bicameralismo simmetrico (o perfetto) che la ritengo una cretinata dura e pura (Art. 70: "La potestà legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere"), ma con questa discussione non c'entra nulla. In sostanza, la democrazia attuale non sarà una scrivania LuigiXVI, ma sicuramente non è nemmeno un'asse sopra due pietre.
(Rispondi)
 
 
jacopo147
jacopo147 il 01/11/07 alle 20:17 via WEB
ti dirò è dura rispondere data la mole, comunque intento la cosa..

il punto in definitiva rimane sempre lo stesso... in maniera molto semplice tu consideri i difetti del sistema(rispetto ad una democrazia vera nella sua fase di totale realizzazione che io chiamo comunismo )semplici difetti della democrazia(anzi delle "leggi" della democrazia, discernendo l'idea della democrazia dalla realtà della democrazia), mentre io considero il difetto(che non sta nell'idea ma nella realtà) una cosa inaccettabile, per me una demo-crazia è solo ed esclusivamente un diamante puro, senza imperfezioni di sorta che ne danneggino la luce(la luce è appunto il presupposto del potere al popolo). per dimostrarti che questo presupposto manca analizzerò i passaggi che tu riporti per dimostrarmi che il potere è del popolo.

iniziamo dal principio se così si può chiamare. tu mi dici che io posso essere eletto se voglio, basta seguire un percorso. secondo te io come posso fare per essere eletto? militanza ecc ecc il problema è uno, ed è principe, come tu mi hai confermato il potere è di una élite, datogli dal popolo, ma sempre loro, ora come si fa ad entrare in una élite? soddisfacendo dei requisiti. credi forse che un anarchico mantenendo le sue idee possa entrare in quella élite? o che una qualsiasi persona di questo pianeta con la ferma e seria intenzioni di scacciare la corruzione e i privilegi dai palazzi di governo possa entrare in quella élite? spero che tu non lo creda.. in quel gruppo ristretto entrano solo quelli che dimostrano di essere parte di quel gruppo ristretto, in quel gruppo entrano i politici, che non sono mai e sottolineo MAI in questo paese persone del tutto oneste, e più in alto sono più cala la loro onesta, la loro diligenza politica, la loro fermezza di idee, e più salgono di livello meno vale la parola data. questa è una equazione perfetta, che non accetta eccezioni ne difetti e che è dimostravile quanto vuoi, spero che tu non me lo chieda perchè è un lavoro immenso, e perchè spero che tu non sia uno di quelli che crede ancora alle favole. se comandi, sei del gruppo elitario che comanda, il gruppo elitario che comanda è la cara vecchia borghesia, o se preferisci termini più moderni sono gli industriali, i ricchi, i benestanti, gli avidi, gli approfittatori, i ladri, i truffatori, chi usa tutti i mezzi necessari per arrivare al potere, la favola che il crimine non paga è appunto una favola, il gruppo del comando è un gruppo di criminali perchè è ovvio che in una gara tra un onesto e un baro vincerà sempre il baro, perchè? perchè l'onesto segue le regole del gioco, il baro non ne segue nessuna. quindi il gruppo che comanda, l'élite, è corrotta, nel senso che "bara" che non si attiene alle regole che loro stessi fanno(vuoi esempi? leggi un qualsiasi giornale, e poi leggi la costituzione, o meglio ancora il significato di democrazia.) quindi se vuoi arrivare a comandare devi essere un baro. puoi comandare senza esserlo? si, ma il massimo a cui puoi aspirare è di essere assessore in un paese di 2000 abitanti in emilia, e stai pure certo che un sacco di cose "sporche" ti passeranno sotto il naso senza che tu le veda. nessun baro permetterebbe mai che un onesto gli entrasse in casa a dettare legge. ergo gli unici politici eleggebbili sono e rimarranno dei disonesti, bari che non rispettano niente e nessuno, e che violano ciò che più gli aggrada a seconda delle esigenze. un qualsiasi comportamento, neanche onesto, ma che può portare ad un atto deleterio per l'élite viene subito eliminato(e se necessario anche l'uomo o il gruppo portatori dell'atto) ricordi moro? compromesso storico? infiltrazioni cia nelle br? che senso aveva farlo secco, perchè lui, che non era il peggior nemico, e non andreotti per esempio? la verità è che il popolo è soggiogato da una élite, e che può solo ed esclusivamente eleggere e quindi autorizzare al comando gente che fa parte di quella élite. che ovviamente fa ciò che gli è di interesse. bertinotti, diliberto, sono politici come gli altri, solo che la loro onestà è superiore a quella di altri. vuoi sapere chi è il più onesto? il più meritevole di fiducia e voto? cerca quello che ha meno potere, meno rilevanza, quello che viene meno preso in considerazione. vuoi provare a dargli potere con il voto? puoi provarci, se ci riuscirai sarà escluso, emarginato, non gli sarà permesso di esercitare il suo potere, per il semplice fatto che sarà una esigua minoranza in una vasta maggioranza. fatto comunque che non potrà riuscirti, perchè i mezzi di chi ha il potere sono molto ben affilati appunto allo scopo di impedire a chi non è "degno" di entrare a far parte dell'élite di entrarvici. vuoi provare a "fregare" il sitema? se sei estremamente bravo, ma veramente un genio, diverrai morto. peppino impastato, si azzardò a presentarsi a delle comunali in una pesino del cazzo, solo che i cani da guardia dell'élite, o ancor meglio, i padroni locali dell'élite non era d'accordo, perchè peppino non era dell'élite, e quindi era un pericolo, peppino era bravo, cazzo se lo era, infatti è stato considerato un gravissimo pericolo e per questo è stato ucciso. so che non è bello, ma è la verità(almeno per me e altri) dura e brutta, che ti fa rendere conto del fatto che sei nella merda non fino al collo ma bensì fino a un metro sopra i capelli, che ci nuoti e te la devi mangiare ogni giorno. la democrazia E' UNA SCRIVANIA LUIGI XVI, se non è quello non è democrazia. :)
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Soul_Edge
Soul_Edge il 01/11/07 alle 18:47 via WEB
Veniamo ora al discorso sulla rivoluzione. Scusa se anche io divido il mio pensiero in due, ma non vorrei che il limite di parole a commento me lo tranciasse di netto poi... Sostanzialmente concordo con te su più punti che hai espresso, tranne che su qualcuno. Il fatto che esistano rivoluzioni non-violente mi sembra difficile da pensare. L'unica che mi viene in mente è quella operata da Gandhi in India e quella che stanno cercando di portare avanti i monaci in Birmania. Ma mentre Gandhi aveva contro il ragionevolissimo popolo inglese, i monaci hanno contro un pazzo che non capisce nemmeno lui di che colore politico sia. Semplicemente è un pazzo che ha il comando dei militari (e quindi il monopolio della forza). Se riescono davvero a farcela, tanto di cappello, hanno fatto una cosa che, a mio parere, è molto più imponente di quella fatta da Gandhi (appunto per via che si trovano di fronte un pazzo e non una classe politica splendidamente razionale come quella Inglese). Tu chiami rivoluzioni non-violente le rivoluzioni culturali. Ma quella che citi tu non è affatto una rivoluzione. Una rivoluzione, oltre ad essere il rovesciamento di una classe da parte di un'altra classe, è anche il rovesciamento del sistema statale per crearne uno nuovo. Ciò non è accaduto con quella che chiami rivoluzione culturale degli ultimi 50 anni. Semplicemente perchè la borghesia deteneva già il potere nell'Occidente. Più che altro si è verificato un consolidamento del potere detenuto. Ma questa non è qualcosa che si possa chiamare "rivoluzione". Per il resto sono d'accordo che il problema del "strappare la tela" non sia così complicato. Sempre premettendo il fatto che nel caso non saremmo le sole mosche a farlo. Se infatti tutti ci liberassimo non tarderemo molto a crearne un'altra di tela, più consona alle noatre idee, e in tal caso il ragno deve stare attento a non scontrarsi con un altro suo simile. Sono meno d'accordo sul fatto che la rivoluzione sia l'unico modo per passare da una Democrazia ad una Politia (siccome non mi va di appellare la nostra Democrazia "dittatura", perchè credo non lo sia, userò i termini platonici, che rendono meglio l'idea. Democrazia è un governo popolare dove il potere viene usato male, anzi malissimo. Per Platone era pure peggio della tirannia. Politia è un governo del popolo puro, penso che si avvicini molto come termine a quello che tu chiami "Democrazia Vera"). Per me è possibile arrivare ad una Politia senza rivoluzione. Usando quindi gli elementi democratici e sfornando politiche che migliorino di molto la democrazia. Esattamente come sta facendo Zapatero in Spagna (come ho scritto nel post precedente). Certo, come hai fatto bene a specificare, questa d'altronde è la differenza tra progressisti (o riformisti) e rivoluzionari...
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Soul_Edge
Soul_Edge il 01/11/07 alle 18:50 via WEB
Mi scuso per un errore relativo quando parlavo dell'elettorato passivo al Senato. Non è possibile essere eletti a 25 anni, ma bensì a 40...
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"l'utopia è come l'orizzonte, se fai un passo verso di lui lui ne fa uno lontano da te, se ne fai 10 lui ne fa 10, allora a cosa serve l'utopia? a continuare a camminare..."
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moderne è che non sono ancora
riuscite a realizzare la democrazia."
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"La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perché il re è il Re, non si rende conto che in realtà è il re che è Re perché essi sono sudditi."
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"Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla vostra sete di totale devastazione, andate a frugare anche il mare. Avidi se il nemico è ricco, arroganti se è povero. Le terre dell'oriente e dell'occidente non vi possono saziare, solo voi bramate a possedere con tale smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome, lo chiamano impero...rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome, lo chiamano ordine.
E infine dove fanno il deserto dicono che è la pace"
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Beata è la fiera ad ogni circostanza
Beata la mia prima donna che mi ha preso ancora vergine
Beato il sesso libero si ma entro un certo margine
Beati i sottosegretari i sottufficiali
Beati i sottaceti che ti preparano al cenone
Beati i critici e gli esegeti di questa mia canzone

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