Rubra domus

Ciò che non siamo. Ciò che non vogliamo

Che scrivere dell'attualità italiana?

Al momento mi risulta difficile scrivere qualche parola che rechi testimonianza del presente, poiché il presente offre per me motivi di enorme sconcerto e disincanto. Non che non fossero stati tenuti in debito conto preventivo. Quello che l'attualità politica, sociale ed economica di questo paese offre al presente era già stato da me preventivato da almeno tre anni e in questo fa fede il mio blog e quanto vi sono andata scrivendo ormai molti mesi or sono. Nessuna sorpresa, dunque, ad alimentare il disincanto e l'amarezza attuali. Chiamiamolo pessimismo della ragione, cui vorrebbe porsi, quale contraltare, l'ottimismo della volontà.

Mi spiego.

Piuttosto che pormi quale passiva testimone di quanto (ed è tanto) mi delude nel presente, preferirei sostanziare i miei interventi di una sana aspirazione al cambiamento, quella aspirazione al cambiamento che ho nutrito per anni e che per anni mi ha consentito di non abbattermi nella constatazione di quanto di negativo andavo giorno per giorno verificando nel'andamento di questo nostro Belpaese; un'aspirazione al cambiamento che allo stato attuale, non avendo riscontro in una formazione politica che se ne faccia portavoce, è momentaneamente scorporata da qualsiasi concreto riferimento alla realtà odierna.

Sono pienamente consapevole di ciò che non va e di ciò che vorrei cambiare.

Sono anche pienamente consapevole di non avere alcun rferimento politico cui vincolare, al momento, la mia ansia di trasformazione della realtà.

Mi auguro che prima o poi, nel paese, nasca una vera forza di opposizione a Sinistra,, che permetta a tanti, come me, di recuperare un canale di interlocuzione politica che per il momento hano perso.

Me lo auguro.

In Grecia hanno Syriza.

In Spagna, Podemus.

In Italia un'incognita.

Aspettando che l'incognita si traduca in qualcosa di concreto, mi affido alle parole di un grande poeta, per esprimere il mio stato d'animo attuale.

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato

l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco

lo dichiari e risplenda come un croco

perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico,

e l'ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,

sì qualòche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,

ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Eugenio Montale "Ossi di seppia"