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Nata il 31 dicembre, a mezzanotte. Ma poteva essere mezzanotte e un secondo. O due, o tre. Per una questione di istanti, il lieto evento era stato calendarizzato all'anno vecchio. Per tutta la vita si sarebbe chiesta quale fosse, effettivamente, la sua data di nascita. Lo si sa, l'orario del parto non è mai registrato con esattezza. Sentiva come di aver subito un torto. A esso attribuiva, in effetti, il bilancio fallimentare della sua esistenza, perennemente segnata da voci passive. Aveva interrotto gli studi prima di conseguire il diploma. Non aveva un lavoro stabile. Non un rapporto stabile. Perché, ne era certa, il nuovo che ciclicamente entrava a far parte della sua vita, vi entrava già vecchio, logoro, come usurato dal tempo. Tutta colpa, si diceva, di una manciata di istanti che l'avevano relegata all'anno precedente, anzi, al secolo precedente, invece che al successivo. Era nata il 31 dicembre del 1999, alle ore 24:00. E non sopportava l'idea di appartenere a pieno titolo, per una manciata di istanti, del vecchio millennio. Correva quel giorno, per l'appunto, la data del suo ventesimo compleanno. Non aveva amici con il quali festeggiare l'evento. I genitori l'attendevano a casa per una cena di auguri, ma lei non aveva alcuna voglia di festeggiarlo con loro. Se soltanto sua madre avesse avuto le doglie qualche ora prima, o più tardi... Lei sarebbe appartenuta con certezza, e senza possibilità di fraintendimento, a un secolo, o all'altro. A un anno, o all'altro. Così, invece, si sentiva galleggiare in una zona morta e senza tempo, perennemente in bilico tra una possibilità o l'altra, senza sapersi risolvere a scegliere. Quella sera, tuttavia, avrebbe scelto. Avrebbe dato una svolta alla propria esistenza. Avrebbe messo fine alla propria irresolutezza. E il nuovo sarebbe entrato nella sua vita. Entrò con passo deciso nella libreria. Stava per chiudere. Il 31 dicembre gli esercizi commerciali chiudono in anticipo. Il boato di un botto fatto esplodere in lontananza, seguito da una mitragliata di colpi secchi, petardi fatti brillare in rapida successione, ne accompagnò i passi fino al banco di acquisto dei libri. Il commesso la guardava con aria interrogativa, dal momento che non aveva alcun volume da acquistare con sé. - Stiamo chiudendo, - le disse, - ma se ha intenzione di acquistare un volume di cui non ricorda il titolo, vedrò comunque di aiutarla. - Non voglio acquistare alcun volume! - Rispose lei prontamente. - Sono mesi che entro in questa libreria e compro le prime opere che mi capitano tra le mani, solo per vedere te! Mi sono innamorata, mentre tu, probabilmente, neanche mi hai notata. Beh, oggi è il mio compleanno e voglio regalarmi un gesto di follia! Mi sono innamorata di te da almeno un anno e voglio dirtelo! Ciò detto, uscì dalla libreria con la stessa velocità con cui vi era entrata, senza aspettare che il ragazzo si riprendesse dallo stupore e le dicesse qualcosa. Tornò a casa e festeggiò il suo ventesimo compleanno con i genitori. Si sentiva più leggera, come sgravata di un peso. Per la prima volta, in vita sua, aveva fatto un gesto risoluto. Inutile, ma risoluto. La sua esistenza ora, ne era certa, sarebbe cambiata. Dopo una breve cena colmata dall'affetto dei genitori, Lia se ne andò a dormire, senza neppure attendere il brindisi per l'anno nuovo. Non ne aveva bisogno. Si "sentiva" nuova. Nuova di zecca. Il mattino successivo si svegliò serena e riposata. Prenderò finalmente quel diploma. Si disse. E mi iscriverò all'Università. E tutti quei libri che ho comprato l'anno scorso, che non ho mai degnato di un solo sguardo, finalmente li leggerò. Si disse. E non m'importa se lui non mi ama, perché ciò che importa è che io sia capace di amare. Decise di uscire a fare quattro passi, ma aperta la porta di casa, per poco non inciampò in un intralcio sulla soglia. Un pacchetto. Lo scartò. Era un libro. Un libro di poesie di Emily Dickinson.. All'interno, un segnalibro, a evidenziare una pagina.
"Per oggi è tutto quello che ho da portare - Questo, e insieme il mio cuore - " ...
Non ebbe la forza di leggere oltre. Una violenta emozione le mozzava il respiro. Le faceva tremare le gambe. E battere il cuore all'impazzata. La sua vita, ne era certa, era cambiata. O forse, semplicemente, era cambiata lei. Aveva permesso alla vita di sorprenderla. E non se ne sarebbe pentita.
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