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Post n°2173 pubblicato il 23 Marzo 2014 da gratiasalavida

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La cruna di un ago

Post n°2172 pubblicato il 23 Marzo 2014 da gratiasalavida

Sarò breve.

Non condivido affatto l'idea di operare ulteriori tagli sul pubblico impiego, che ha già pesantemente offerto il proprio contributo al riordino delle spese dello Stato. Non condivido, a meno che i tagli non vadano a incidere sul costo della managerialità e dei pubblici appalti.

Dare moneta, vedere cammello.

Elementare, quasi ovvio.

Chi venderebbe le proprie merci a qualcuno che non paga?

Da questa perla di elementare buon senso bisognerebbe ripartire per arrivare alla quadratura del cerchio delle finanze pubbliche.

Ovvio, così ovvio che pare quasi incredibile il fatto che nessuno degli autorevoli membri degli autorevoli consigli che via via si sono sono succeduti al governo di questo paese non ci abbiano pensato.

O ci hanno pensato e non hanno fatto in modo che il pensiero si traducesse in intervento immediato ed effettivo?

Dare moneta vedere cammello, dicevo.

Questo, il punto.

Bisognerebbe pagare quanto si è effettivamente acquistato e pagare il lavoro che è stato effettivamente svolto, e la qualità con cui è stato svolto.

In tema di appalti, accade esattamente il contrario.

Le gare di appalto per realizzare le opere necessarie al buon funzionamento della macchina pubblica, normalmente prevedono un rilancio al ribasso.

Vince la gara chi sia in grado di offrire il miglior servizio al prezzo più basso.

Almeno apparentemente, dal momento che le pagine dei quotidiani ci hanno abbondantemente informati sull'elevato numero di appalti che vengono vinti sulla base di altre regole che non siano quelle della trasparenza.

Facciamo finta per un istante che le regole del gioco siano corrette.

Chi vince una gara d'appalto la vince poiché mostra di offrire un servizio di buona qualità a prezzi convenienti, entro un tempo stabilito.

Di fatto, poi accade che i tempi vengono dilatati oltremisura, e l'opera, invece di essere consegnata alla data stabilita, viene consegnata con due, tre, quattro, cinque anni di ritardo, che l'opera nn risponda ai criteri di qualità che erano stati inizialmente concordati.

IL ritardo con cui vengono portati avanti i lavori pubblici, lungi dall'essere penalizzato, mi sembra che spesso venga premiato con l'accettazione, da parte delle pubbliche amministrazioni, di un prezzo più elevato rispetto a quello concordato al momento dell'assegnazione dell'appalto.

Mi sbaglio?

Se mi sbaglio correggetemi, ma mi sembra che il prezzo con cui vengono realizzate le opere pubbliche cresca in misura direttamente proporzionale all'allungarsi dei tempi con i quali l'opera viene consegnata.

E se le opere vengono realizzate male?

Sono previste penali?

Mi piacerebbe che le imprese che realizzano male le opere che sono state loro commissionate, fossero chiamate a rispondere dell'errore,  rifacendole interamente senza ulteriore aggravio per la pubblica amministrazione, invece mi pare che non sia così.

Quale un modo per risparmiare denaro pubblico?

Bandire gare di appalto che magari prevedano un costo del servizio offerto non eccessivamente orientato verso il basso (per evitare che la qualità richiesta venga a soffrirne), ma che comportino vincoli rigorosi sui tempi entro i quali fornire l'opera e sulla qualità dell'opera che viene prestata.

Bisognerebbe bandire gare d'appalto che comportino delle penali per quelle ditte che non rispettano i tempi previsti e che realizzano opere di qualità inferiore a quella concordata.

Basterebbe questo, e scandali come quello dei cantieri perenni sulla Salerno Reggio Calabria non si ripeterebbero.

Riguardo, invece, alla managerialità, basterebbe fissare un semplice  criterio di base per i compensi:quello di premiare coloro che abbiano effettivamente realizzato i risultati per i quali sono stati chiamati a operare per il pubblico bene e di punire, attraverso una sensibile riduzione dei compensi, quanti invece hanno operato senza raggiungere il risultato previsto.

Basterebbe questo.

Dare moneta, vedere cammello.

Troppo semplice?

Evidentemente troppo semplice.

Forse è per questo che è più facile che un cammello riesca ad attraversare la cruna di un ago, piuttosto che  un ricco riesca ad  ascendere al Regno dei Cieli.

Di aghi e di cammelli se ne vedono pochi, in giro, negli ultimi tempi.

Di strade male asfaltate, invece, se ne vedono in gran quantità.

 

 
 
 

NOTA DELL'AUTRICE DEL BLOG

Tutti i testi qui pubblicati

sono esclusivo frutto della mia creatività. Cinzia M.

Tutti i diritti sono riservati.

Ho scorto su You Tube un canale intitolato Rubra Domus.

Non ha a che fare con me, che sono unicamente l'autrice

di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente

inseriti.

Cinzia M.

 

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