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Messaggi del 02/01/2015

In dispari...

Post n°2229 pubblicato il 02 Gennaio 2015 da gratiasalavida

Ovviamente il post precedente è un divertissement...

Non prendetelo troppo sul serio...

Buon 2015!

 
 
 

Quando i conti non tornano.

Post n°2228 pubblicato il 02 Gennaio 2015 da gratiasalavida
 

Trentuno più uno fa trentadue,  che fa il paio con un mese pari come dicembre, il dodicesimo della serie. Festeggiare il nuovo anno alle ventiquattro (altra cifra pari) della notte del primo gennaio avrebbe comportato un primo giorno dell'anno nuovo da trascorrere il due invece che l'uno gennaio. 

Questi calcoli andava facendo, con febbrile insistenza, dal momento in cui aveva aperto gli occhi al mattino di quel gelido 31 Dicembre del 2014.

L'anno che stava per sopraggiungere aveva un che di negativo a partire dalle fatali ultime cifre che avrebbe esibito: 2015.

Quindici. Numero dispari.

Odiava i numeri dispari.

Gli avevano sempre portato male, i numeri dispari. E il nuovo anno si prospettava sul nascere come foriero di oscuri presagi, con quelle due ultime cifre così inesorabilmente dispari.

L'uno e il cinque.

L'uno e il cinque!

Già sentiva di odiare profondamente quei due numeri, due numeri primi che da qualche giorno lo ossessionavano, con il loro portato di negatività, al punto da costringerlo a fermarsi ogni tanto, qualunque fosse stata l'occupazione nella quale era impegnato, per inspirare profondamente così da placare l'ansia che gli montava dentro, giorno dopo giorno, con intensità crescente, al punto da divorare in lui ogni rimasuglio di energia positiva fosse avanzata dall'anno non ancora compiuto.

Poi, tra una pillola di Valium e l'altra, partorì un piano perfetto.

Alle ventidue in punto del 31 Dicembre 2014 si sarebbe addormentato profondamente. Avrebbe assunto una dose di sonniferi sufficiente a protrarre il sonno fino al mattino del due gennaio 2015, consentendogli così di scavalcare l'infausta data del primo gennaio e di festeggiare l'avvento del nuovo anno con un giorno di ritardo.

Certo, il fastidio suscitatoin lui da quelle ultime due cifre dispari sarebbe rimasto inalterato, avrebbe comunque dovuto prestare la massima attenzione al primo mese del nuovo anno, di solito inviso per la propria posizione nella serie dei dodici mesi, ma se non altro l'espediente che aveva escogitato per scavalcare quel fatidico giorno uno del mese uno di un anno dispari gli sarebbe servito a esorcizzare, almeno in parte, i cattivi pensieri che nutriva riguardo al proprio futuro immediato.

In fondo trecentosessantacinque giorni passano in fretta, si disse, e lui avrebbe fatto il possibile per correre a perdifiato, lungo la linea retta del tempo, per arrivare il prima possibile al traguardo del 2016, anno da cui avrebbe tratto, in virtù di quell'ultima cifra connotata di positività, il massimo beneficio per dodici mesi.

Si preparò dunque a puntino per godere di un sonno profondissimo e prolungato che lo sottraesse alla pena di sopportare il temibile giorno uno del mese uno di un anno dispari.

La lettera di licenziamento che faceva pessima mostra di sé, sul tavolo circolare della sala da pranzo, sembrava lo stesse fissando con la cattiveria che sempre serbano in corpo le cattive notizie.

Non aveva occhi, la lettera, e non aveva corpo.

Un semplice foglio di carta spiegazzata che gli aveva comunicato attraverso un secco enunciato di venti parole che l'azienda, causa grave deficit finanziario, avrebbe dovuto rinunciare alle sue prestazioni lavorative a partire dal quindici del mese uno dell'anno 2015. Datata, la lettera, il 21 dicembre dell'anno in corso. 

IL 21 Dicembre. Giorno dispari. Il primo giorno delle ferie programmate con largo margine di anticipo per le festività natalizie.

La lettera non aveva occhi. Pure gli pareva che li avesse. Al momento n cui l'aveva letta con incredulità mista a sconcerto, pareva lo stesse fissando con occhi cattivi, gli stessi occhi ciechi e maligni che esibiva ora, dal tavolo della sala da pranzo, mentre lui si affannava a cercare le pillole che gli avrebbero permesso di scavalcare il temibile giorno uno del mese uno dell'anno 2015.

Quando ebbe in mano il tubetto dei sonniferi, si voltò per un istante a fissare la lettera: solo allo scopo di restituirle con gli interessi la cattiveria con cui lo aveva fissato fino a quel momento.

Se avesse avuto una moglie e dei figli, ne era certo, lo avrebbero preso per uno andato fuori di senno.

Era solo, invece,  e non doveva preoccuparsi che dei maligni occhi ciechi della missiva di licenziamento adagiata sul tavolo della sala da pranzo.

C'era stato un momento, nella sua vita, in cui era arrivato vicino al matrimonio: con Lauretta, la cassiera del supermercato rionale.

L'aveva amata. Certo che l'aveva amata. Aveva rimuginato più di una volta, in cuor suo, l'idea di sposarla e di avere dei bambini con lei.

Lei. Lo aveva amato. Non abbastanza, tuttavia, da condividere con lui il progetto di una vita insieme. Un bel giorno gli aveva detto che sarebbe partita per l'estero, perché il proprietario del supermercato era in procinto di chiudere l'esercizio e lei aveva deciso che era stufa di perdere ogni anno il lavoro che aveva trovato dopo estenuante ricerca. Avrebbe cercato fortuna ad Amburgo, dove già viveva sua cugina che le aveva promesso di trovarle un'occupazione stabile.

Saluti. Baci. Baci.

IL grande amore era sfumato in un commiato neanche troppo affettuoso.

E il suo progetto di una vita in due era svanito lasciandogli dentro una gran voglia di piangere.

Non aveva pianto, ma dal giorno in cui Lauretta lo aveva liquidato, un giorno dispari di un mese dispari di un anno dispari, la sua avversione per le cifre dispari era montata fino a tramutarsi in una vera e propria ossessione.

Le diciotto in punto. Ingoiò  una dopo l'altra quattro pasticche di sonnifero e si lasciò cadere sul letto. Sul comodino aveva già programmato la sveglia del cellulare per le ventiquattro in punto della notte tra il primo e il due gennaio del 2015.

Quando i vigili del fuoco ne rinvennero il corpo privo di vita, dopo essere entrati nell'appartamento dietro sollecitazione dei colleghi di lavoro, allarmati perché non era rientrato dalle ferie e non rispondeva al telefono, erano le 17 in punto del cinque gennaio del 2015.

Il decesso, secondo i dati emersi dall'autopsia, era presumibilmente avvenuto intorno alla mezzanotte del 31 dicembre, per abuso di psicofarmaci.

 
 
 

NOTA DELL'AUTRICE DEL BLOG

Tutti i testi qui pubblicati

sono esclusivo frutto della mia creatività. Cinzia M.

Tutti i diritti sono riservati.

Ho scorto su You Tube un canale intitolato Rubra Domus.

Non ha a che fare con me, che sono unicamente l'autrice

di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente

inseriti.

Cinzia M.

 

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