Creato da susin il 03/10/2009

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PRENDE IL VIA A COPENHAGEN IL VERTICE ONU SUL CLIMA

Post n°57 pubblicato il 07 Dicembre 2009 da syrius8

Un unico obiettivo:
salvare il pianeta!

 

Anno 2009. Il pianeta Terra è a rischio autodistruzione a causa dell'inquinamento atmosferico e del conseguente aumento della temperatura. Nei capannoni di un centro congressi alla periferia di Copenhagen i rappresentanti politici di tutto il pianeta si incontrano per cercare di concordare una riduzione delle emissioni di gas serra, mentre le telecamere rimbalzano le immagini del summit ai quattro angoli del globo, tra i grattacieli scintillanti delle metropoli ricche e inquinanti e tra le baraccopoli delle regioni già sconvolte da uragani, alluvioni e siccità di un clima impazzito.

NON È FANTASCIENZA
Potrebbe sembrare l'inizio di un racconto di fantascienza ma è la realtà di quanto sta avvenendo nel mondo e nella capitale danese, dove si è aperta oggi la conferenza Onu sul cambiamento climatico. Davanti al Bella Center, dove si tiene il vertice, un vento gelido fa girare una grande turbina eolica, che servirà a limitare le emissioni di Co2 prodotte dal mega evento. Nei dodici giorni del vertice arriveranno qui circa 30 mila persone, tra cui 16 mila delegati e oltre cento capi di Stato e di Governo, incluso il presidente americano Barack Obama, che ha fatto sapere all'ultimo che sarà presente il 18, l'ultima e decisiva giornata, invece che solamente il 9 come era stato annunciato in precedenza. Un segnale che negli arrugginiti ingranaggi della diplomazia internazionale qualcosa si sta muovendo. Per l'Italia invece arriverà il 16 un recalcitrante Silvio Berlusconi, che negli ultimi due anni ha firmato controvoglia gli impegni ambientali dell'Unione europea, invocando «pragmatismo» e lamentandosi dei costi dell'attuale protocollo di Kyoto. «L'Italia sta con l'Ue, poi discutiamo, ma andiamo con un disegno condiviso», ha assicurato ieri il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, presente per seguire il negoziato giorno per giorno. «Entro due settimane da lunedì i Governi devono dare una risposta adeguata alla sfida urgente del cambiamento climatico», ha ricordato ieri il responsabile delle Nazioni Unite per i negoziati sul clima Yvo de Boer. L'obiettivo, accettato dalle 192 delegazioni nazionali presenti, è quello di limitare a due gradi l'innalzamento della temperatura terrestre per contenere le conseguenze catastrofiche prima che diventino irreversibili.

L’INTESA POLITICA
Ormai si sa che dal vertice non uscirà un trattato internazionale giuridicamente vincolante,come
era previsto dalla tabella di marcia concordata a Bali due anni fa, ma un accordo politico che potrebbe comunque sbloccare l'impasse. La griglia di partenza vede l'Unione europea in testa con un 20% di riduzione delle emissioni entro il 2020 e rispetto al 1990. Obiettivo già approvato e pronto a diventare il 30%. Gli Stati Uniti per ora hanno concesso il 4%, Cina e India si sono rifiutati di parlare di riduzioni assolute e hanno promesso riduzioni delle emissioni solo in rapporto alla crescita del Pil, in misura di rispettivamente il 40-45% e del 24%. Il Giappone ha annunciato il taglio del 25% della Co2. «Mai in 17 anni di negoziati sul clima così tante differenti nazioni hanno fatto insieme così tante promesse concrete», ha sottolineato de Boer, «Copenhagen è già un punto di svolta nella risposta internazionale al cambiamento climatico». Ma, nonostante l'ottimismo mostrato dai politici, la delusione delle associazioni e della società civile per la modestia degli impegni è forte e le autorità di Copenhagen temono le ripercussioni nelle manifestazioni che si terranno durante il vertice.

MA LA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO  QUAL E'? 
IL SILENZIO TOTALE, HANNO ALTRO A CUI PENSARE!

Intervista a Ivan Novelli, presidente di Greenpeace Italia.

Come si presenta l’Italia al vertice sul clima di Copenaghen che inizia domani?
Male, malissimo. Il lavoro preparatorio è stato fatto poco e male. Il nostro governo rappresenta delle posizioni di retroguardia. C’è pessimismo diffuso sull’esito del summit, ma dall’Italia arriva solo un silenzio davvero assordante.
 
Quali sono i punti critici delle politiche ambientali del nostro Paese?
Tra i tanti c’è certamente il nucleare. Un’ennesima dimostra zione della nostra posizione di retroguardia, della non politica ambientale dell’esecutivo. Per fortuna, insieme ad altre associazioni, siamo riusciti a far muovere undici Regioni che hanno impugnato il provvedimento che vuole farci tornare all’atomo. Noi ne faremo davvero di tutti i colori per evitare questa sciagura: il nucleare è impraticabile sia sul versante della sicurezza che su quello dei tempi e dei costi.
 
Una battaglia che si sposta sul terreno della politica?
Registro che tra le Regioni che hanno detto no all’atomo, governate quasi tutte dal centrosinistra, c’è anche la Sardegna a guida Pdl. Sul territorio, poi, molti consiglieri comunali di centrodestra sono contrari. Non credo quindi che sarà facilissimo far accettare agli amministratori locali e ai cittadini una scelta sciagurata come questa. Peraltro, il governo è molto in ritardo sulle procedure. Spero davvero che quella dell’esecutivo sia solo una politica degli annunci.
 
Perché questo summit è così importante per tutti, e non solo per le ecodiplomazie?
I cittadini di tutto il mondo subiscono danni molto gravi a causa, per esempio, dell’aumento della frequenza degli eventi atmosferici estremi che provocano sempre più perdite di vite umane ed enormi costi in termini economici. Tutto questo fa il paio, in particolare in Italia, con una politica di abbandono del territorio e della mancanza di prevenzione. Si agisce solo in termini di emergenza mettendo delle “pezze” dopo che il disastro è avvenuto. è assolutamente necessaria più lungimiranza.
 
Molti politici, però, non sembrano fare della lungimiranza la loro qualità migliore...
La politica, nel nostro Paese, è molto più indietro rispetto ai cittadini. Anche le aziende hanno capito che la green economy è una grande opportunità di sviluppo sano e duraturo.
 
Cosa risponde a chi dice che il cambiamento climatico non esiste e che il vero problema sono gli ambientalisti fissati e catastrofisti?
La verità è che i negazionisti esistono solo in Italia. In tutto il resto del mondo non ce n’è traccia. La comunità scientifica da oltre vent’anni, all’unisono, ha inquadrato il fenomeno dei mutamenti climatici e ne ha individuato cause, problemi e possibili rimedi. Solo da noi si dà voce a persone che all’estero non avrebbero nemmeno una riga sui giornali.
 
Quali esiti prevede per Copenaghen?
Non sono ottimista: credo sarà difficile raggiungere buoni risultati. Ma la questione fondamentale, comunque, è che il clima, grazie alle battaglie degli ambientalisti, è diventato una tematica “calda” che è riuscita anche a sfondare il muro dei mass media. E ora cittadini e aziende sono più attenti. Forse i governi a Copenaghen non si metteranno d’accordo, ma prima o poi saranno obbligati a farlo. Il rischio da evitare con tutte le forze è che ci si arrivi troppo tardi. Per tutti.

(da www.terranews.it 7 DICEMBRE 2009)

 
 
 
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Vola farfalla,
la metamorfosi è compiuta,
il sole della vita
ti ha resa ballerina
piccolo mimo
di figure in movimento
fantasia di danze
spettacolo per la mente. 
(A.Belviso)
 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 L'eloquenza è come la fiamma:
ci vuole la materia per accenderla,          
il moto per attizzarla,
e mentre brucia, illumina..
(Tacito)

 

 

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...T'amo senza sapere come, né quando né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
(Pablo Neruda)

 

 

 
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