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Post N° 115

Post n°115 pubblicato il 08 Maggio 2008 da Seventeent

CHISSA’
CHI LO SA……

TV in Bianco e Nero…….

..vorrei vorrei …

..riavvolgere il nastro un po’….

..per chi.. ..non sa..

..di quel nostro tempo là…

..vorrei ..vorrei…

Squillino le trombe, entrino le squadre. Con questa frase iniziava dagli studi di Corso Sempione di Milano "Chissà chi lo sa",        ovvero una delle trasmissioni che è rimasta maggiormente impressa nella mente dei ragazzi e degli adolescenti vissuti negli anni '60 e '70. Ogni sabato, alle 17 e 45, tutti i ragazzi dell'epoca si sedevamo davanti al televisore di casa e cominciavano a tifare per i loro coetanei che avevano la fortuna di far parte delle scuole prescelte a partecipare alla trasmissione.

Compariva sugli schermi il presentatore Febo Conti: si affacciava  nelle nostre case con il suo volto sorridente e presentava le due squadre che di lì a poco si sarebbero incontrate. In mano aveva sempre una cartella con un grosso punto interrogativo: era il simbolo delle domande che avrebbero dato inizio alla sfida fra i due gruppi di ragazzi.

L'ideatore di questa trasmissione fu Cino Tortorella che per l'occasione aveva smesso i panni sgargianti del Mago Zurlì dello Zecchino d'Oro. 

Le squadre sfidanti erano composte ognuna da sette ragazzi provenienti dalla stessa scuola: la competizione si svolgeva sulla base di domande di cultura generale e di enigmi e giochi vari. Una delle caratteristiche particolari di questa trasmissione era il montepremi che, visto con gli occhi di oggi, fa sicuramente sorridere: il premio finale era composto da un consistente numero di libri che andavano alla biblioteca della scuola vincente. Che differenza rispetto ai premi degli odierni telequiz e del denaro che viene profuso in maniera sfacciata anche a chi riesce a rispondere correttamente, sorretto dai soliti 'aiutini', alle domande più semplici!  

Durante il periodo di "Chissà chi lo sa" era attivo per la Rai l'Indice di Gradimento (che differenza rispetto all'attuale Auditel!): è pur vero che non esistevano alternative   ma è doveroso ricordare che questa trasmissione raggiunse il valore elevatissimo di 84,7 come gradimento generale. Questo enorme successo comportò un numero di richieste di partecipazione da parte delle scuole italiane che superò in alcuni anni il tetto delle 20000 domande. "Chissà chi lo sa" diventò anche una importantissima passerella per gli uomini di spettacolo e di cultura di allora: fra i tantissimi ospiti ricordiamo Gianni Morandi, Lucio Battisti, i Nomadi, Rita Pavone, Mina e il premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo.

La sigla finale variava di anno in anno: fra le canzoni che si susseguirono nel corso delle varie edizioni ci furono "Un falco nel cielo" cantata dagli Osage Tribe (gruppo fondato da Franco Battiato), "Aliante" eseguita dalle Orme e "Yummi yummi yummi" cantata da Jimmy Fontana.

Definire questa trasmissione una pietra miliare nella storia della Televisione Italiana e della Tv dei Ragazzi non è sicuramente un'esagerazione. L'importanza di questa trasmissione è racchiusa nella seguente frase di Walter Veltroni: "Noi che abbiamo visto quei ragazzi giocare siamo, in fondo, l'unica testimonianza che c'è stato davvero, un giorno per tanti anni, un meraviglioso programma per milioni di ragazzi del sabato pomeriggio." (rif. Enciclopedia della Televisione - Garzanti - Aldo Grasso).  

"Chissà chi lo sa" è stata una delle trasmissioni più longeve della Rai avendo avuto ben tredici edizioni: la prima puntata andò in onda il 19 luglio 1961 mentre l'ultima fu trasmessa nella tarda primavera del 1972. Anche per questa trasmissione facente parte della gloriosa TV dei Ragazzi bisogna far notare purtroppo che negli archivi della Rai non è presente nessuna registrazione. I nostri indelebili ricordi restano quindi i soli testimoni di questa fantastica trasmissione.

Per finire voglio ricordare e sottolineare l'impegno sociale di Febo Conti (fondatore fra l'altro anche del parco giochi di Gardaland) che con le sue innumerevoli iniziative nel campo della filantropia e degli spettacoli di beneficenza negli ospedali e presso i diseredati in genere, si discosta sicuramente da tanti odierni uomini di spettacolo interessati solo al culto della propria personalità e alla frequentazione dei salotti buoni.

 

N.B.

Fonte ‘Pagine 70’ e i miei ricordi di ragazzino, che ha pure partecipato a due trasmissioni!

E che ha avuto la fortuna e l’onore di stringere la mano a Lucio, a Febo e Augusto dei Nomadi…

 

*__^

 
 
 
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