Quando si allunga il rosso arcobaleno, è come sei il cielo si colorasse; quando splendono i bianchi raggi del sole, è come se il cielo si accendesse di luce. Ma il cielo, per sua natura, non è cosa che si possa illuminare. Né tingere. Con uno spirito simile, anch'io do colore alle più svariate forme pur sapendo che nulla rimane...
(Kawabata Yasunari)
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27.04.2014
Post n°203 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da maandrax
Hic occultus occulto occisus est Stavo appoggiato con il corpo leggermente inclinato verso sinistra e le mani appoggiate alle tempie. Il tempo scorreva lento come dentro una clessidra e le uniche visioni che mi soccorrevano erano quelle di estesi prati e foreste fittissime. La mia casa editrice mi chiedeva altre storie truculenti e selvagge mentre il mio cervello reagiva e ripiegava su sé stesso, abbandonandosi a un dolce tepore autunnale e a immagini di gnomi e folletti alla ricerca della pentola colma di monete d'oro. Fu così che iniziai a scrivere :"C'era una volta nella terra di Saydicc un potente stregone....." Da quel momento in poi le parole sgorgarono come flutti e in pochi minuti avevo abbozzato già metà del racconto. Fu allora che venni interrotto da Alex al cellulare per informarmi che la mia raccolta di piccole prose crudeli stava sfondando sul mercato. Non ne fui sollevato o soddisfatto perché quell'opera (conclusa per soddisfare i bassi appetiti di lettori ignoranti) non mi aveva mai veramente rappresentato e forniva un'immagine distorta della mia arte, intrinsecamente votata alla bellezza e alla serenità. "Stavi scrivendo?" Mi aveva fatto Alex con il suo pesante accento genovese. "Sì" Gli avevo risposto "Una storia di gnomi, fate, unicorni e tesori." "Posso già immaginare come finirà" replicò velenoso. Mi ribellai :"Sarà una storia d'amore e di buoni propositi, di grandi viaggi e altrettante avventure." "Certo, certo." Mi interruppe mettendo giù il telefonino. Lo mandai mentalmente al diavolo e tornai alla mia bella storia. Solo che questa (Forse per l'influenza della chiamata del mio editor) stava completamente mutando e guadagnando toni oscuri :"Joseph prese la testa dell'orco e con un colpo secco di daga la staccò di netto dal busto..." Ero attonito e arrabbiato. Tentando di mutare il tenore del racconto affondavo sempre di più nella tragicità e nell'orrore. I villaggi venivano incendiati, gli abitanti messi in catene, Le donne erano orribili megere e gli affabili folletti imbroglioni e furfanti di mezza tacca. Mi arrestai davanti al computer con la mano tremante e mi alzai per prepararmi una tisana ai frutti di bosco. Quando, dopo dieci minuti, tornai alla mia postazione, Essa era sparita e al suo posto sorgeva un pozzo corroso dal tempo e invaso dall'edera. Senza riflettere sulla bizzarria della situazione presi la penna che avevo tante volte usato nell'adolescenza per comporre le mie poesie e la gettai dentro l'apertura affacciandomi nel contempo. Ben presto la penna d'argento scomparve ai miei occhi e la sentì unicamente rimbalzare sui sassi delle pareti interne. Quando giunse con un lievissimo "plop" nell'acqua si levò un frastuono potentissimo e grandi nuvole nere salirono dal pozzo. All'interno di queste nubi minacciose potevo distinguere i volti dei miei piccoli gnomi e delle mie fate, le fattezze tenere e delicate di animali fantastici e di bambini bellissimi. Li sentivo echeggiarmi parole nelle orecchie. Li sentivo chiedere di vendicarli rispetto ad anni di oppressioni e lordure, di Morte e riti di passaggio. Li udì chiaramente implorarmi di scrivere una storia che non fosse inquinata, come il pozzo, dalle distorsioni degli adulti, Lì sentì piangere e gemere in attesa di abiti e vite che non fossero tagliati su misura da individui perversi e cattivi. In pochi istanti compresi che le fiabe sono la maniera della gente matura per fare i conti con il proprio passato oscuro e passarlo in dote ai bambini da loro stessi generati. Compresi che l'Uomo è l'essere più vendicativo ed egoista del mondo, incapace di accettare la Felicità di fronte ai propri occhi delusi. E da quel momento decisi di scrivere soltanto per riscattare i piccoli esseri della foresta e i loro sogni puri ed innocenti. Mi svegliai che suonava il mio cellulare. Non fissai nemmeno la chiamata e lo spensi. |
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