TheNesT

Föhn

Dopo solo qualche ora di sonno, è stato il Föhn a svegliarmi mentre spensierato e dispettoso ribaltava le piante nel balcone, e gli alberi morti ancora in piedi nel bosco, scaldando come fosse primavera questa vigilia di natale. Molte ore dopo il falò  sarebbe arso sul vecchio cimitero, attizzato dagli ultimi sospiri del vento, mentre attorno gli uomini avrebbero bevuto vin brulé. Ma io nemmeno quest'anno l'avrei visto, perso com'ero nei miei doveri notturni. Sarei stato già qui. Eccomi qui. Singhiozzo di sonno e cammino in tondo ed intorno al fortino delle pertinenze di cui sono a guardia, novello Tenente Drogo posto a confine della notte da qui e da ora e per sempre, finchè non arrivano i barbari, finchè non  arrivano i tartari. Sono questi i curiosi pensieri di un natale qualunque incredibilmente arrivato anche lui a destinazione. Il tempo, come il vento, non può essere fermato. D'altronde, non c'è necessità. Li navigo entrambi a bordo del mio veliero di carta, aquilone portatore sano di sogni sognati a metà, e abbandonati al vento, che se li porti dove vuole, chè i sogni appena li sogni già non sono più tuoi ma del mondo, e dunque che al mondo tornino quando il cielo splende e il vento soffia, a perdifiato, giù dalle montagne e verso paesi che non ho visto mai, e chissà che facendosi portare dal vento non vadano tanto in alto da poter vedere anche loro un giorno il mare.

Tanti auguri anche ai vostri, di sogni.