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A tratti

Post n°236 pubblicato il 30 Giugno 2013 da lab79
 

Scrivo poco, troppo poco. Ho i pensieri intasati di rancore, o senso di rivalsa. Forse semplici reazioni alla paura, che fatico sempre ad ammettere.  Non riesco a districare le parole in tempo per l'alba che arriva presto, troppo presto, e troppo in fretta l'orologio si mangia un pezzo di ogni mio respiro. Fisso lo schermo muto e sfarfallante della tv cercando l'ordine delle cose, il senso di marcia della storia. A volte un'intuizione fa capolino alla finestra, si acquatta in mezzo ai libri, un pensiero che diresti un gatto, tanto sornione si aggira a passi felpati nel mio cuore. Accumulo dati, numeri, notizie e note, e invariabilmente alla fine di ogni notte li confronto con la fragilità dei miei sogni, con la pochezza del mio già fotunato presente. Cammino in cerchio insoddisfatto di quello che ho, e non ne capisco pienamente il perché. E sulle mie spalle, il peso della fiducia che mi viene accordata si fa pesante da portare.

A tratti - CSI (Ko de mondo - 1994)

 

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Commenti al Post:
manuelazen
manuelazen il 01/07/13 alle 00:54 via WEB
Mi spiace tu non creda nel dio in cui credo io perchè "accetteresti" che la fiducia che ci viene accordata non è un peso; ma una responsabilità; e che ci vengono dati i sogni; ma anche le opportunità per realizzarli... Felici notti, Lab
 
 
Me_stessa95
Me_stessa95 il 03/07/13 alle 00:19 via WEB
Io credo che la fiducia sia un dono.. ma anche i doni molto spesso possono avere un gran peso..
 
   
lab79
lab79 il 03/07/13 alle 05:26 via WEB
E' proprio della paura di non poter portare quel peso, che scrivevo. E' della frustrazione di provare paura.
 
 
lab79
lab79 il 03/07/13 alle 05:25 via WEB
Non dispiacerti troppo: non riuscirei mai a credere in qualcosa di cui non posso dubitare! Quella di questo post non è una dichiarazione di certezza, bensì l'ammissione di un momento di debolezza. La rabbia in fondo non è altro che quello. E' la paura di non riuscire, di restare impantanato dal peso delle proprie aspettative, tra le quali si trova quella di ripagare la fiducia che in me viene riposta. E' questo, soltanto questo che chiedo a me stesso. Di saper portare il peso del mondo. Nient'altro.
 
beside_me
beside_me il 01/07/13 alle 12:16 via WEB
le parole delle volte andrebbero sostituite dai gesti,come un abbraccio di quelli forti.Tu comprendi molto bene il valore di tante cose,e questo spesso ti rende più severo con te stesso,mettendoti continuamente in discussione.La vita è fatta di semi che vanno nutriti,ma questo non prevede che escano sempre fiori.
 
 
lab79
lab79 il 03/07/13 alle 05:28 via WEB
Un abbraccio per sapere di non essere soli. Un abbraccio che ci faccia sentire altre spalle vicino. Allora diventa chiaro che si, è possibile portare il peso del mondo sulle spalle. Perché non sono soltanto le nostre spalle. Perché non siamo soli.
 
Me_stessa95
Me_stessa95 il 03/07/13 alle 00:18 via WEB
A volte bisogna buttar giù il peso dalle spalle senza pensarci troppo su... Chi in fondo merita fiducia?
 
 
lab79
lab79 il 03/07/13 alle 05:27 via WEB
Noi stessi, per prima cosa. E di conseguenza, forse persino il mondo.
 
mara.alunni
mara.alunni il 03/07/13 alle 00:22 via WEB
...e quanto è pesante da portare il peso della fiducia non accordata?...diventa più semplice "sostenere" la fiducia dataci, se pensiamo che ci venga data con il verbo all'indicativo presente? :-) per esempio: non "devi camminare, puoi camminare, cammina!" ecc ecc, ma semplicemente "tu cammini", così come "tu scrivi", "tu pensi", "tu sei soddisfatto di quello che hai e ne comprendi pienamente il perché"...così, semplicemente e indicativamente, come fosse una semplice descrizione di quello che "già" stai facendo....un caro saluto
 
 
lab79
lab79 il 03/07/13 alle 05:30 via WEB
Renderci conto che la fiducia non è un braccio appoggiato alle nostre spalle, ma una mano alla quale aggrapparci? Si, forse è davvero così...
 
mmcapponi
mmcapponi il 06/07/13 alle 00:43 via WEB
Non senza vergogna ti confesso che era un mese che non ti leggevo più, ma ho sentito il bisogno di passare a leggerti. Ero troppo preso da piccole quisquilie di paese che rubano il tempo ai piaceri della vita. Un po' come l'orologio che si mangia a pezzetti ogni respiro - mio, tuo, di chiunque. Purché possa permettersi un orologio.
 
 
lab79
lab79 il 07/07/13 alle 04:11 via WEB
E perché mai vergogna? D'altronde la vita è fuori, questa è solo una bacheca lungo il corridoio: a volte qualcuno passa e lascia un saluto, altre volte appendo un pensiero, come ad asciugare all'aria aperta, perché si alleggerisca. Posso essere soltanto grato che chi passa di qui mi legga con tanta attenzione!
 
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