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Un uomo che si rispetti non ha patria (5)

Post n°363 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da lab79
 

 

Ma cosa sarà mai questa patria, di cui tanto si parla ogni estate in cui ci sono i mondiali di calcio? "Il luogo da cui provieni!" mi dicono in tanti. Ma il luogo da cui provengo magari è un caso, un capriccio della storia o delle necessità. Tanti gli uomini nati in marcia forzata verso un futuro migliore, nel mezzo del cammino intrapreso dai propri genitori e che, se sono fortunati, vivranno abbastanza da proseguire. Tanti gli uomini nati sul mare, e se a molti di loro non sarà dato di arrivare a vedere la terra, che patria mai potrà essere la loro? "E' il luogo in cui vai" mi risponde invece la mia coscienza, in vena di divertirsi a leggere il mondo stando a testa in giù. Ma anche questa definizione fa acqua: quale mai sarà la mia patria, se non so ancora fin dove giungeranno i miei passi? Sarà la terra che raggiungerò, oppure quella che desidero raggiungere? E poi: che patria potrà mai essere, se appartiene al sogno di un uomo soltanto?

"E' il luogo da cui provengono le tue radici" mi dice un'amica saggia. Ma orgogliosa delle proprie origini e della propria storia, dimentica che gli uomini a differenza degli alberi hanno gambe, per camminare sul mondo.

"E' il luogo in cui ritornerai" mi sussurra un uomo che ha vissuto la maggior parte della propria vita, ma nella stanchezza di vivere si illude di poter davvero tornare, e finge di dimenticare che nella vita non esistono ritorni, che se sarà di nuovo quel luogo, non sarà di nuovo quel tempo, che sarà andato perduto nella memoria del mondo.

"E' il luogo per cui daresti la vita" mi dice l'uomo della porta accanto, il mio vicino. Ma dimentica che la vita non la si regala per un pugno di terra, ma per quel che quella terra promette. Che i soldati delle mille guerre passate hanno dato la vita perché costretti, chi da una promessa di un futuro migliore, per sé e i suoi figli. Chi da una bugia, chi da un amore spezzato, chi dal desiderio di rivalsa, chi da quello di libertà.

 

 

Linea Gotica - CSI (Live a Prato, 07/12/1996 - Noi non ci saremo vol. 2)

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Commenti al Post:
zanna1999
zanna1999 il 10/02/15 alle 06:34 via WEB
La mia patria è ovunque mi fermo a riposare nel lungo viaggio che ho intrapreso e che si chiama VITA. Utopico? Serena giornata
 
 
lab79
lab79 il 11/02/15 alle 05:13 via WEB
Chissà. Forse è un utopia che non tutti possiamo permetterci. Ma se solo uno potesse viverla, per tutti, chissà se saremmo in grado di capirlo.
 
manuelazen
manuelazen il 10/02/15 alle 14:19 via WEB
Per me è difficile rispondere cosa significhi patria. Forse in senso letterale è il luogo da cui viene la nostra famiglia e in cui siamo nati; per il senso comune automaticamente dovremmo a quel luogo amore e fedeltà trascurando di valutare se in esso regnino legalità e giustizia. E' una concezione a cui non mi sento di aderire. Mi riconosco una nazionalità, legata al luogo in cui sono nata, una razza eventualmente, legata al mio codice genetico; ma quale luogo posso amare e pensare di dovere ad esso una qualche forma di fedeltà? Mi ricordo la sigla del programma televisivo a puntate "I viaggi di Gulliver" di moltissimi anni fa: "A chi mi chiede dov'è la mia casa, io gli rispondo che abito al mondo. A chi mi chiede chi sono i miei amici, io gli rispondo: usciamo per strada.". Credo che per me la cosa che più assomiglia ad una patria sia in realtà un insieme: l'insieme dei luoghi in cui abitano le persone che mi sono amiche e mi riconoscono come persona di valore, loro pari. E' disseminata in vari luoghi e non è neppure caratterizzata da un'unica nazionalità.
 
 
lab79
lab79 il 11/02/15 alle 05:15 via WEB
E' a quell'insieme che sto cercando di arrivare. Ma come al solito, prendendo una via più lunga. Forse non la più impervia. Ma forse quella da cui mi sembra, si possa vedere il mondo.
 
mmcapponi
mmcapponi il 10/02/15 alle 20:53 via WEB
Per me "patria" è una parola che non ha significato, se non quello di una divinità pagana in nome della quale anche in tempi recenti si sono compiuti inutili sacrifici umani e di proporzioni incommensurabili. Il bisogno di "appartenere" forse ci spinge a peccare di idolatria: ma io a chi appartengo? Alla terra dove sono nato? Alle terre dei miei avi? A quale popolo? A quale nazione? Cercando le risposte a queste domande ho scoperto di essere un mosaico di multicromatiche tessere, delle quali nessun colore prevale sugli altri. Un saluto. MC
 
 
lab79
lab79 il 11/02/15 alle 05:18 via WEB
 
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