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Terrorismo delle parole

Post n°407 pubblicato il 20 Novembre 2015 da lab79
 

 

"I Califfi", articolo di Massimo Gramellini pubblicato sulla Stampa del 18/11/2015

 

"C’è un terrorismo delle parole a cui siamo particolarmente esposti in questi giorni. Vorrebbe convincerci che un miliardo di islamici sogna la sottomissione dell’Occidente e si accinge a passeggiare sui ruderi morali di una civiltà esangue, la nostra, incapace di credere nei propri valori e indisponibile a difenderli con la stessa dedizione disumana. Le ricostruzioni che stimolano il nervo della paura possiedono una certa efficacia narrativa. Però questa risulta smentita da un semplice dato di realtà: l’Isis vede calare di continuo il numero delle proprie reclute. Successe già ai tempi delle Brigate Rosse: un manipolo di estremisti che gode di protezioni ampie e inconfessabili nel campo avverso compie atti di guerriglia urbana, nella speranza di trasformarli in guerra civile attraverso il «risveglio delle masse». Ma le masse islamiche, al pari di quelle operaie degli Anni Settanta, non si sollevano. Se non contrarie, restano indifferenti al clima da crociata. Pur con tutti i suoi eccessi di materialismo, lo stile di vita occidentale improntato al piacere esercita sui giovani immigrati un potere attrattivo mille volte superiore a quello funereo dei terroristi.  

 

Come tutte le astrazioni fanatiche della storia, l’Isis attira minoranze motivate ma esigue. Sbarazzarsene sarà un lavoro lento e dolente. Ma più che l’avamposto vittorioso di un esercito sterminato, i seguaci europei del califfo sembrano la retrovia sparuta e disperata di un mondo arcaico che non accetta di avere perso la partita con la modernità. "

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Commenti al Post:
manuelazen
manuelazen il 20/11/15 alle 19:33 via WEB
Ciao Lab, nell'articolo che hai riportato c'è un'idea simile a quella su cui abbiamo convenuto io e mia sorella. Devo precisare che mia sorella, continuando la tradizione di famiglia, fa l'insegnante della scuola elementare. L'idea a cui siamo giunte è che i figli degli immigrati, gialli, neri, cappuccino che siano a scuola assieme agli altri bambini si stanno "stingendo". Questo non significa che stiano diventando bianchi perchè anche i nostri figli stanno cambiando colore. Nessuno dei bambini che frequentano le nostre scuole italiane è più italiano, certamente non come possiamo esserlo noi adulti che ci distinguiamo dai Francesi, dai Tedeschi, dagli Inglesi, dai... Le generazioni dei bambini digitali, e gli immigrati non potranno evitare che i loro figli entrino a farne parte, sono diverse da noi, i loro confini non sono più quelli nazionali e quelli delle credenze religiose tradizionali. E' vero che non sono più intelligenti di noi, non sono meno soggetti di noi ad essere strumento della volontà di altri; ma i modi in cui costruiscono la loro autostima e in cui costruiscono le relazioni sono un po' diversi dai nostri poichè passano necessariamente attraverso gli strumenti di comunicazione digitale. Molto probabilmente la violenza non verrà mai eradicata dalla natura umana; ma i terroristi di vecchio stampo non hanno in mano il futuro del mondo. Non credo che andare a casa loro a "stanarli" modfichi il fatto che, nonostante l'ansia creata dai media riguardo la questione, in realtà il futuro non lo stiamo costruendo noi dinosauri e continuare con vecchi schemi di guerra significa non voler guardare alla realtà.
 
 
lab79
lab79 il 24/11/15 alle 21:57 via WEB
La scissione maggiore è forse generazionale. Chi è giovane ora, e chi lo sarà in futuro non condivide le divisioni che ha messo in atto chi è venuto prima. Ne creerà delle altre, certo. La storia non finisce qui. Ma non saranno le stesse divisioni. E il mondo che è stato diverrà marginale, e reagirà violentemente, prima di espirare.
 
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