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Ragni (racconto di un'estate di qualche anno fa)

Post n°47 pubblicato il 14 Marzo 2011 da lab79
 

Ragni. L'assordante rumore dei ragni che tessono, ciechi, nella notte. Crit, crit, crit. L'aria irrespirabile, tanto è densa del mio odore, tanto è pregna del mio sudore. Le lenzuola bianche che, ecco, d'improvviso mi paiono sporche, e così ruvide che il rumore di me stesso che mi ci avvolgo basta a tenermi sveglio. Sono oltre le tre. E i ragni, sopratutto i ragni che non smettono di lavorare, tessono ciechi giacigli per sogni che si impigliano nella notte prima di arrivare nel mio letto. La polvere bianca lungo i bordi dei muri, che tiene lontane le formiche. Gli insetti, ed io, restiamo accucciati nel seminterrato del mondo. Ciechi ai suoi sogni, sordi ai suoi lamenti. Con le nostre anime limpide, e lucide, come la chitina di cui sono fatti i nostri esoscheletri, in attesa che arrivi il nostro turno per consumare il mondo, e spolparne le ossa. Fame. Abbiamo fame. E non abbiamo più sonno. I nostri occhi non hanno più palpebre, e tessiamo instancabili ciechi giacigli per sogni che non arriveranno più nei vostri letti.

(07/07/2009)

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Commenti al Post:
manuelazen
manuelazen il 17/03/13 alle 20:33 via WEB
mi ricorda "la metamorfosi" di Kafka
 
mmcapponi
mmcapponi il 18/03/13 alle 13:05 via WEB
Parli di "esoscheletri" e poi concludi con un'immagine da macellaio: "spolparne le ossa"... per restare coerentemente tra gli invertebrati, avrei detto "succhiarne il midollo" (o "suggerne il midolo", se vuoi essere più aulico). Bah! Come diciamo dalle mie parti: fa' kel ke te òl. Non occorrono traduzioni, no?
 
 
lab79
lab79 il 20/03/13 alle 14:17 via WEB
Forse pensavo genericamente (e con approssimazione, come mi fai notare) ai coleotteri come i silfidi. Una licenza letteraria di stampo "kafkiano", se vuoi. Oppure, più semplicemente, scrivere alle 3 di notte passate circondato da tracce di insetticida non fa bene al proprio sistema nervoso.
 
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