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Inverno

Post n°102 pubblicato il 30 Novembre 2011 da lab79
 

Sarà Dicembre. Sarà l'inverno, il freddo, il natale che si avvicina, la neve che non c'è.  Sono stanco. Dormo. Mi sveglio. Mangio. A volte no. Guardo fuori dalla finestra ed è buio già ora, già allora. Già da qualche ora. Devo iniziare, ma mi fermo, mi guardo le mani cercando di decifrare il mio futuro, e l'unico pensiero che mi viene in mente è "ora non mi va." Si accumulano negli angoli morti della mia vita i piccoli doveri della quotidianità, come i batuffoli di polvere dimenticati sotto il divano, e riportati fuori dall'unico refolo gelido di novembre entrato dalla finestra dimenticata aperta per un istante. Devo cambiare una lampadina, forse due. Devo riparare quel vecchio piccolo danno del divano, e la libreria. Devo appendere una quadro, qualche cornice. Devo sostituire il vecchio computer, e finire di settare quello nuovo. Devo risistemare l'armadio, dare una pulita decente al pavimento, leggere il giornale, terminare questo libro, leggere quell'altro (caso mai mi dia veramente una mano a mettere a fuoco quell'idea là..), mandare un messaggio a un vecchio collega di lavoro, cercare gli ultimi regali di natale, pensare alle ferie l'anno prossimo, programmare qualcosa da fare nel futuro. Devo uscire di casa. Prendere un pò di aria, o magari solo un caffè. Mi guardo le mani e mi chiedo che cosa non va. L'alba è già diventata sera, il mio riflesso pallido nel vetro sporco appena mi guarda, si volta, se ne va. Io resto qua.

 

( "Inverno" di Fabrizio DeAndrè )

 
Rispondi al commento:
navigaria
navigaria il 30/11/11 alle 17:36 via WEB
...e...dopo questo elenco di "devo" giustamente rimasti appesi al fiocco di neve che non c'è, caso mai trascinati dal batuffolo di polvere spostato dal refolo di vento....e dopo tutto ciò, hai sicuramente fatto soltanto, assolutamente soltanto, quello che volevi, vero?... :-) Lab, leggo questo brano come una metafora dell'inverno, il tempo del riposo, tempo che in tempi passati veniva riconosciuto rispettato e vissuto...in tal senso hai fatto un capolavoro, sempre secondo il mio modestissimo parere...spesso io scrivo usando come soggetto un "io" che non corrisponde a me...i lettori spesso fanno confusione tra questo uso e me, e ho provato a spiegare che uso l'io avendo come modello il "tu montaliano"...in questo post tu riesci a metaforizzare l'inverno con l'immagine di io umano stanco obbligato e incerto, e con l'esito di un meraviglioso invernale naturale fermarsi... complimenti Lab... :-)
 
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