TheNesT

Caffè

Qualcuno ha aperto le porte alla primavera. Non io, di certo. L'ho sorpresa una mattina a sbirciare dalla finestra mentre io, reduce da una notte peggiore delle altre, dormivo malamente sul divano. Fuori soffiava leggera, gioccherellava con le foglie morte e di conseguenza con i gatti, che giocavano ad inseguirla a loro volta. La primavera non ha pensieri. Mi sono trascinato fin sul balcone per vederla, consumato dalla febbre da sonno che mi scoppia nella testa, silenziosa, come una bolla di sapone troppo pesante per restare in volo, ogniqualvolta accumulo troppe ore di veglia consecutive. Il richiamo dei merli, ed un picchio perso nel bosco che batte il becco sui tronchi degli alberi per svegliarli. Le nuvole soffici come i battufoli di polvere che dovrei pulire da sotto il divano, prima che arrivi sera. Anch'io a volte, come la primavera, non ho pensieri. Serro le dita ancora sulla penna, e con la coda dell'occhio vedo il diario aperto sul tavolino del salotto: una frase sbiascicata e una lunga linea molle che termina in fondo alla pagina, a sottolineare il momento in cui ho ceduto al sonno. Nemmeno oggi ho voglia di scrivere. Mi ostino intanto a cercare di recuperare quel sogno curioso che sognavo fino a poco prima, un sogno che per una volta non sapeva di passato e nel quale per un momento ho visto un riflesso di un desiderio, e che non sarebbe male pensarlo come un desiderio per domani. Ma il sogno se n'è andato, portato via dall'alito di vento con cui primavera mi ha svegliato dopo solo 2 ore di sonno, mentre le mie preoccupazioni per il futuro ormai tornano fretolose ad occupare i miei pensieri. Ma riesco a tenerle lontane ancora un istante, se penso a farmi un caffè.  Il mondo vero, quello che vive di giorno e la notte la dedica soltanto alle più scabrose delle passioni, adesso si dedica a produrre. Lavora e produce, al contrario di me che, messo nell'angolino più inutile del mondo, giro col cucchiaino il mio caffè. Non si tessono mai abbastanza lodi al caffè. Vorrei per una volta smentirmi e dirvi di averci visto il mio futuro, ma probabilmente il mio caffè non era abbastanza nero. Non riesco a pensare ad altro se non alla prospettiva che, ora come ora, non riesco a dare ancora alla mia vita, che si scioglie nella quotidianità come lo zucchero nel caffè amaro. "Oh, ma che poeta" penso per un momento di me stesso. "Senti qui che verso: la mia vita si scioglie nella quotidianità come lo zucchero nel caffè amaro. Puah. Che schifo." In effetti il caffè questa volta non è venuto un granchè.

Ps: Un nuovo post su http://questoblognoneunalbergo.blogspot.it/2012/03/sonno-profondo.html . Visitatelo numerosi!