Creato da lab79 il 05/02/2010

TheNesT

a place called home

 

 

« Uno stupido racconto (4)Una serata alla tv »

Uno stupido racconto (5) - finale-

Post n°138 pubblicato il 18 Aprile 2012 da lab79
 

 

Se si concentrava appena un poco, riusciva a sentire i suoi capelli tra le dita. Adorava quei capelli biondi lunghi fino alle spalle, morbidi quasi come cotone. Si perdeva incantato ad ascoltare l'assordante melodia del suo respirare, consapevole del fatto che stava sognando, ma ignaro di cosa stesse sognando. Per lui era già tutto un sogno, così. Il miagolio di un gatto alla sua finestra lo riportò improvvisamente al presente. Lo avrebbe fatto entrare, se avesse potuto. Lo avrebbe asciugato e forse riscaldato, finchè la sua natura vagabonda non gli avrebbe fatto voltare le spalle al suo benefattore, per riportarlo sulla strada. Ma non fece in tempo. Lo guardò dal profondo della sua poltrona, e il gatto, dopo qualche secondo, scomparve nella pioggia che ora era diventata battente e rumorosa. Il cielo si era perso da qualche parte sotto tutto quel mare, e stava diventando buio di nuovo. Solo allora si accorse che se ne stava andando un altro giorno. Gli procurava un certo fastidio il rumore delle passeggiate notturne nelle pozzanghere. Forse perchè erano ormai così tanti i giorni che era costretto ad ascoltarle, senza poterle interrompere, senza potersi allontanare da quei rumori. In tutto quel silenzio, il mondo che fuori continuava a girare era assordante, ossessivo, massacrante. Gli mancava da morire la voce isterica e infantile della sua recente gioia. Col passare del tempo - anche se erano passati solo alcuni mesi, dall'ultima volta che aveva sentito la sua voce - la disperazione aveva lasciato lentamente posto a un vago senso di angoscia, e ora, ormai solo a una solitaria malinconia. Ma quella voce gli mancava lo stesso. Si era promesso di ricordare per sempre l'ultima volta che gli aveva detto:"Grazie, grazie di tutto". Glielo aveva così dolcemente sussurrato all'orecchio, mentre lui era seduto in poltrona a fumare una sigaretta che non finì mai. Glielo disse senza che potesse guardarla negli occhi, senza che potesse risponderle qualcosa, sentendo solo le  mani che lentamente fuggivano via dalle sue. E così lo abbandonò a finire di morire, a finire di soffocare senza lottare, perchè non ne avrebbe mai avuto la forza. E la sua disperazione, da allora, prese a navigare nelle sue vene ferme ogni volta che pensava alle notti e ai giorni di felicità che non avrebbe più vissuto, non solo perchè la sua bambina non era più con lui -se n'era andata subito dopo aver tolto il filo d'acciaio dalla gola del suo amante, e aver parlato con qualcuno al telefono, qualcuno che poi passò per portargliela via. Qualcuno con la voce di donna, qualcuno con la voce di una madre- ma anche perchè ormai il suo cuore e le sue gambe non potevano portarlo più da nessuna parte. Ora quasi sorrideva a ricordare l'ingenua disperazione dei primi giorni, col tempo aveva scoperto che i sentimenti qui perdevano valore, che lentamente si scioglievano e lasciavano posto ai ricordi puri e spogli, ma anche questi si sarebbero dissolti prima o poi, lentamente, fino ad imbalsamare la sua anima. Ed era immerso in quel pensiero, il giorno in cui sfondarono la porta d'ingresso e si trovarono davanti quel piccolo miracolo della morte, quella mummia dagli occhi tristi e consumati, polverosa come i secoli che l'avevano preceduta e che ora avevano deposto le loro uova nel cadavere che quel uomo era sempre stato. 

Qualcuno aveva denunciato la sua scomparsa. Telefonicamente, una voce senza nome e senza volto. Una voce che chiuse la comunicazione dopo aver detto quello che aveva da dire. Al dipartimento di polizia avrebbero ignorato tranquillamente quella segnalazione. Ma per la donna che aveva ricevuto la telefonata, il nome di quel uomo aveva significato molto, alcuni anni prima, nella sua vita. Fu lei a cercarlo, fu lei a trovarlo e a scoprire che era vivo quando lo credeva già morto, ma che era già morto il giorno in cui lo trovò di nuovo. Fu lei a organizzargli un funerale, a curare ogni singolo particolare, come avrebbe fatto se fosse stata ancora innamorata di lui. Fu lei a cercare -e a trovare- la ragazzina che gli aveva tolto il cuore e la vita, solo per chiederle le chiavi della cassaforte, pur sapendo che l'avrebbe trovata vuota. Le ricevette il giorno dopo, per mano di un corriere, e scoprì che erano rimasti comunque i soldi per pagare le spese del funerale. Lui la guardava dal profondo della sua morte, attonito e grato della dedizione che quella donna, abbandonata anni prima, gli dedicava. Si chiese come mai non se ne era mai innamorato, chissà quante cose sarebbero successe, o non successe, con lei. Non ci fu nessuno al suo ultimo giorno, ma a lui non importava. E fu quasi felice quando scoprì d'essere stato sepolto in cima alla collina del cimitero. La, da ora, avrebbe potuto sentire tutta la città. E quel inverno riuscì a sentir nevicare ancora, e non ebbe più il tempo per ricordare il suo passato, nè tantomeno per cercare un futuro tra le viscere della terra o nel cuore del mondo che aveva lasciato, perchè in tutti questi anni, da quella parte lo hanno tutti dimenticato.

 Io sò soltanto quello che la sua bambina - ora è qui, dorme accanto a me - mi ha detto di lui. Il resto? Beh, come sono venuto a sapere tutto il resto, questa è un'altra storia. 

                   .x.                     Ore 1304  Venerdì 24 Marzo 2000.

 

 
Rispondi al commento:
manuelazen
manuelazen il 18/04/12 alle 20:10 via WEB
Ciao, penso che il tuo racconto sia troppo poco "stupido" e continuo a pensare che non si riesca a scrivere di cose totalmente avulse dalla nostra esperienza personale, può essere che nel trasriverla la trasformiamo tanto da farla sembrare irriconoscibile; ma sappiamo che per noi non lo sarà mai, ci apparterrà sempre profondamente.
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2amorino11bubriskalisa.dagli_occhi_bluiltuocognatino2falco1941dony686poeta_semplicemisteropaganoocchineriocchinerimonellaccio19cuorevagabondo_1962surfinia60manuelazenmarabertow
 
Citazioni nei Blog Amici: 56
 

FACEBOOK

 
 

TAG

 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963