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Risveglio

Dormivo ad occhi aperti un sonno ininterrotto sotto il vento che si insinuava tra le lenzuola, attraverso la finestra aperta su un mondo tanto limpido da sembrare nuovo. Era da tempo, che non dormivo così. Ragazzi dai passi veloci giocavano a pallacanestro, mentre i bambini più piccoli si rotolavano sull'erba fresca, nonostante i rimproveri che le madri rivolgevano alle bambinaie.

Ma che mondo è questo?

Il lago là sotto increspa la sua pelle di serpente all'aria fresca di questo lembo di primavera, un pomeriggio d'estate. Le barche scivolano sulle chiglie contro il cielo dipinto nell'acqua, le macchine costeggiano la conca del lago. Le vetrine dei negozi vengono pulite dalle commesse: tra le poche diplomate ad aver trovato un lavoro più o meno stabile. Le altre si barcamenano tra le casse dei supermercati e servendo capuccini al bar. Una linea sottile ma concreta le divide dai giovani che hanno parcheggiato malamente il Suv tra il marciapiede e la strada. Ne hanno il diritto, suppongono loro stessi.  I loro genitori hanno pagato fior di denari, perché potessero permettersi di guardare i loro coetanei dall'alto in basso, con la certezza di avere la verità a portata di mano. Le cameriere li ascoltano raccontare annoiati delle vacanze alle maldive, l'anno scorso, e di come sia difficile al giorno d'oggi trovare un luogo decente dove passare il sabato sera. Annuiscono, poi raccolgono le tazze sporche e li salutano gentili, come vecchi amici. La tv in sottofondo ronza notizie sconcertanti: proteste nelle strade di Bahia, migliaia di morti in Siria, e un sistema economico nazionale al collasso. 

Ma quel mondo sembra lontano.

Qui regna una calma fatta di strade pulite, aiuole fiorite, e parchimetri funzionanti. L'estate  promette giornate di sole caldo e turisti a frotte, e soltanto se si presta orecchio alla voci aspre e basse dei vecchi che commentano i giornali, affiora il rumore sordo di un odio sottile contro il futuro, il fastidio per ogni cambiamento, e la ferma intenzione di offendere con ogni mezzo chiunque contesti la loro convinzione che tutto sia stato fatto come andava fatto.

Ma questi sono solo i vecchi.

I più giovani odiano in silenzio.

Radunano tutto l'odio coltivato per diletto dai loro genitori, e lo mescolano alla noia malcelata sotto l'abbronzatura invernale, e il cocktail velenoso che ne risulta lo annaffiano di denaro ostentatamente evaso e nascosto al di là del confine, a qualche chilometro da qui. Poi lo bevono d'un fiato, ed ebbri di disgusto per la complessita del mondo, inseguono a fari spenti le proprie ombre sull'asfalto nell'intima convinzione che tanto non valga la pena sopravvivere alla notte, che non ci sia momento migliore di adesso, perché tanto domani è vano, e se proprio si dovessero sbagliare, basterà comprarlo.

E io? Che posto occupo io in questo mondo?

Io dormo ad occhi aperti un sonno ininterrotto sotto il vento che si insinua tra le lenzuola, attraverso la finestra aperta su un mondo tanto limpido da sembrare nuovo. E' da tempo, che non dormo così. Ragazzi dai passi veloci giocano a pallacanestro, mentre i bambini più piccoli si rotolano sull'erba fresca, nonostante i rimproveri che le madri rivolgono alle bambinaie.

In vigile attesa del risveglio della nostra coscienza.

Ruthless Gravity - Craig Armstrong (As if to nothing - 2002)