TheNesT

Erbaluce

Una lunga e prolungata assenza dal salotto senza tempo dove produco la maggior parte dei miei pensieri inutili, mi ha tenuto lontano da qui. I miei giorni sono occupati a mettere in ordine il mio quotidiano, in vista di augurabili futuri cambiamenti. . 

Non che non ne siano successi, di recente.

Ma come spesso è accaduto nella mia vita, i cambiamenti capitano a grappoli, pur non essendo quasi mai l'uno diretta conseguenza dell'altro. Per usare una metafora, potrei cercare di spiegarmi dicendo che la mia vita evolve nella stessa maniera in cui evolve la costruzione di una casa: oggi costruisco un muro di qui, domani scavo una fossa di là, dopodomani procedo alla posa delle tubature nell'ala di levante, settimana prossima l'impianto elettrico nell'ala di ponente. Ovviamente, i problemi e gli imprevvisti si incastrano tra un impegno programmato e un imprevvisto in via di risoluzione, facendo sì che il completamento del mio progetto (che non è mai definitivo) venga costantemente procrastinato. 

Credo di rendere l'idea.

Certo, sono un essere umano, e come tale vivo alla ricerca di una stabilità. Irraggiungibile, peraltro, e neanche davvero augurabile. Perché in fondo vivere significa affrontare ogni cambiamento con lo spirito con cui si affrontano le onde. E non importa quali mezzi abbiamo: potremmo essere a bordo di un cacciatorpediniere, una nave da crociera o una barca a remi. Magari abbiamo solo le nostre braccia, o al massimo una tavola da surf. Ma le onde resteranno le onde, e non c'è verso di evitarle. Qualcuno vi dirà che il divertimento sta proprio nel cavalcarle, queste onde, ma chiunque di voi sia stato sommerso anche solo per un istante da un cavallone sa che non è sempre così scontato divertirsi. Ad ognuno di noi è toccato bere l'acqua salata, una volta o l'altra. Sempre meglio che affogarci, certo.

Perchè scrivo questo?

Perchè mi rendo conto che a volte concentro i miei pensieri sul lato più visionario della realtà, ed è sopratutto a quello che dò libero sfogo quando scrivo su questo blog. Ma ogni tanto, una spruzzata di banale quotidianità non fa affatto male. Quella banalità a cui tanto appartengo, come persona, e a cui di solito concedo qualche minuto quando l'estate finisce e mi ritrovo seduto con la mia famiglia al  tavolino di un bar sul lungolago, in quei momenti che precedono il tramonto e poi la sera, a pontificare di quanto poco, in fondo, mi basti per essere felice. 

Un bicchiere di Erbaluce, per esempio. 

Già. Sono anche quel tipo di uomo. Quello che si accontenta di guardare il lago con la persona a cui ha promesso la propria vita, al proprio fianco, mentre nostro figlio respira con la leggerezza del vento di tramontana e dorme, la testa piena di sogni sulla mia spalla. Un bicchiere di vino, una cena promessa sul balconcino di casa. Una sera tiepida che si fa portare via dalla corrente del lago, ultima concessione dell'estate che se ne va.

E tutte le onde che la vita mi concederà di cavalcare a disegnare il fronte di un orizzonte che sembra non finire mai.

Occident - Joanna Newsom (Have one on me, 2010)