Creato da lab79 il 05/02/2010

TheNesT

a place called home

 

 

« SensoConfessioni di un bugiardo »

Di tutte le assenze...

Post n°420 pubblicato il 02 Aprile 2016 da lab79

Di tutte le assenze, quella che ora meno sento è proprio la mia.

Quando ho scritto questa frase, beh: era un altro tempo, un altro mondo. Un altro me. Di allora mi è rimasto poco: poco di quel entusiasmo, di quelle speranze da uomo nuovo, rinnovato dall'attesa di un figlio. Ora sono un padre e marito come tanti, annoiato dal peso della mia quotidiana incapacità di fare il salto avanti, quello strappo che porterebbe me e la mia vita altrove.

Poco importa. Non sono di certo il primo.

Quello che resta è invece l'abitudine a lasciar macerare i dubbi tutti insieme nell'alambicco del cuore, con un pizzico di curiosità, a cui ogni tanto aggiungo qualche lettura casuale. Il tutto tenuto al caldo tenue dell'incertezza, tanto a lungo da pensare di aver dimenticato quei pensieri. Tanto a lungo da pensare di non averci mai pensato.

E intanto nel mondo continuano a suonare le solite sirene, a scoppiare le solite bombe, a morire i soliti morti, quelli che non hanno colpa alcuna. Non dico niente di nuovo, lo dico sopratutto la notte tardi, quando nessuno ascolta. E metto insieme numeri che non sono preparato abbastanza per comprendere, sommo assenze e sottraggo presenze dalle statistiche che leggo sui giornali, ignoro le opinioni degli opinionisti, le grida dei venditori di fumo, le offerte dei compratori di voti. Siedo sulla soglia della mia porta, e distrattamente macero pensieri futili, come quello secondo il quale il fatto che se ben il 46% della popolazione dichiara un reddito sotto i € 15.000, l'aumento delle morti e la sostanziale stagnazione del numero di nascite non sia una pura coincidenza.  Che in tali condizioni sia normale aspettarsi una crescita economica vicina allo zero, perché difficilmente una famiglia progetta un futuro a lungo termine (comprare casa, fare un figlio, spendere in cure e benessere) se non ha prospettive concrete di migliorare le proprie precarie condizioni economiche. Mi faccio prendere dal sospetto che la forte disparita economica tra il sottile 0.1% per cento della popolazione che dichiara un reddito annuo sopra i € 300.000 e il resto del paese non sia di stimolo alla crescita degli investimenti a lungo termine. Perché a chi interessa investire il proprio tempo e le proprie energie in un mondo in cui gli ultimi restano ultimi, se i primi sono irraggiungibili?

E poi vedo me stesso e con me stesso gli altri che come me, sono nati altrove e altrove sono andati a cercare un futuro migliore. Il mio altrove è qui, un luogo al quale appartiene almeno una parte del mio futuro; almeno quella di cui posso avere qualche certezza. E mi accorgo che non è difficile vederci nemici predoni in una terra che piano piano si spopola e rinsecchisce, i cui alberi si fanno alti e sempre più in alto danno i frutti, raggiungibili solo da chi possiede scale abbastanza alte e robuste da poter allungare la mano, e godere dei frutti migliori. Agli altri tocca la terra secca, e i frutti caduti dall'albero perché troppo maturi, troppo fragili per resistere a lungo.

I miei pensieri vagano in queste languide terre, un 2016 dall'inverno troppo lieve, e troppo lungo, e intanto chi mi circonda chiede cosa ne penso, ed io taccio. Taccio perché so di avere troppi dubbi, e i dubbi hanno voci che sussurrano ai cuori diffidenti come il mio, e questo invece è il tempo della gente perbene,  quella che presta ascolto soltanto alle grida di guerra.

 

 
Rispondi al commento:
lab79
lab79 il 09/04/16 alle 05:34 via WEB
Il razzismo, come dici tu, è proprio quello: protezionismo impaurito dalla propria incapacità di reggersi in piedi da sé. Ma è questa smaccata guerra fra poveri che inquieta, perché rinfocolata da altri che hanno interesse a cuocere il proprio pasto tra queste fiamme. Leggo, non molto ultimamente, eppure leggo e un filo vago e sottile sembra tenere insieme tante notizie. Paradisi fiscali che un po' inutilmente si scoprono vulnerabili, statistiche asettiche che raccontano di un paese un po' più vecchio, un po' più piccolo, un po' più ignorante. Di pochi libri, di tanta tv, di poco lavoro se non quello rimediato e che raramente si ritrova sulle carte ufficiali dello stato. Capisco, sai, che ci sia qualcuno che possa lucrare su questo, e capisco che ci provi a farlo. Quello che non capisco sono i miei vicini sulla tavola bagnata di questa "Medusa" che affonda, naufraghi anche loro eppure pronti ad affogare chi siede vicino a loro, come se questo potesse salvarli.
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

monellaccio19Maheocassetta2amorino11bubriskalisa.dagli_occhi_bluiltuocognatino2falco1941dony686poeta_semplicemisteropaganoocchineriocchinericuorevagabondo_1962surfinia60manuelazen
 
Citazioni nei Blog Amici: 56
 

FACEBOOK

 
 

TAG

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963