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Volvér

Post n°424 pubblicato il 05 Maggio 2016 da lab79

(Quella che a volte provo è una specie di malinconia struggente, o forse persino meno. Un dolore sottile e dolce, lieve come il dolore che si prova a vedere i ragazzi vivere le complicazioni della loro adolescenza, sapendo che la nostra è stata diversa, e quanto l'avremmo voluta diversa. Eppure no, è meno ancora. E' un rimpianto privo di rimproveri se non contro il tempo che è passato, le opportunità che non ho avuto e non ho saputo, contro l'amore che non ho saputo dare e la differenza che non ho saputo fare. E' il vago gusto amaro di fare un pensiero che quasi non è che un augurio: che siano felici, che i loro sorrisi non si spengano nella notte e che la vita regali loro, ogni tanto, qualche briciola di luce, quello che basta perché i loro cuori vivano ancora, seppur non sazi. Il gusto amaro che si prova a desiderare di sapere se qualcuno l'ha fatto, questo pensiero, anche per noi. E di sapere che non lo sapremo mai.

Passerà il tempo e i chilometri si faranno anni, gli anni oceani, gli amori dimenticati, le amicizie fotografie ingiallite, le loro voci ricordi, i ricordi confusi, per poi diventare meno ancora: malinconia, solo malinconia infinita. Ma così lieve da sollevarsi al primo refolo di vento, e se siamo fortunati, portarci via con sé.)

 

 
Rispondi al commento:
lab79
lab79 il 11/05/16 alle 03:41 via WEB
Ho riletto più volte il tuo commento, lieto di sapere che le parole possono smuovere qualcosa, che possono arrivare lontano. E chiedendo a me stesso: "Di quale rimpianto parli?". Ne ho uno, ecco, che brucia. Ed è stato quando qualcuno mi dedicò una canzone, e fu una sorta di addio feroce, che forse non meritavo, o forse si. Ma in fondo, che diamine, ero solo un ragazzo. Eppure fece male, sentirmi dedicare un verso che faceva: " Potrei ma non voglio fidarmi di te io non ti conosco e in fondo non c'è in quello che dici qualcosa che pensi sei solo la copia di mille riassunti Leggera leggera si bagna la fiamma rimane la cera e non ci sei più..." Promisi a me stesso che non avrei mai più perso qualcuno per le mie leggerezze, per le mie incertezze. Ma poi arrivano le notti in cui ci si sente un po' più fragili, invecchiati in una scorza scomoda da indossare, e consunti. Ed è allora che queste malinconie vengono a galla, silenziose come le meduse nel mare.
 
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