Creato da lab79 il 05/02/2010

TheNesT

a place called home

 

Messaggi del 12/06/2014

Intervallo (2)

Post n°309 pubblicato il 12 Giugno 2014 da lab79

Vi parlo del mondiale, per una volta e poi basta. Che poi non si dica che non mi interesso di calcio.

Partiamo dal Brasile, che ospita la coppa e sta giocando in questo momento. Qui le previsioni sono facili. Il Brasile può fare due sole cose: vincerlo, e allora il mondo sarà un pianeta più bello in cui vivere. Oppure perderlo, in quel caso seguirebbero carestie, cavallette, distruzione e morte.

Non si scappa.

La Croazia (ne parlo perché sta giocando in questo momento, mica ho intenzione di parlare di tutte le squadre del mondiale!) è la solita. Rognosa, spigolosa, e tutti gli altri aggettivi fastidiosi che vi vengono in mente. Poche storie, è una nazionale fatta per i tornei. Potrà non vincerne mai uno, ma nessuno avrà mai voglia di trovarseli nella propria strada.

Passiamo ora a l’Inghilterra, che da quel che leggo (non sono informatissimo, lo ammetto) è il primo avversario dell’Italia. Gli inglesi conoscono il calcio meglio di chiunque altro: i suoi principi e le sue regole, le sue tattiche e strategie, e le applicheranno tutte alla perfezione. Perdendo, ovviamente.  Senza riuscire a spiegarsi perché. Noi li lasceremo nei loro dubbi amletici fino al prossimo torneo, perché è tanto divertente vedere gli inglesi angosciarsi perché non capiscono qualcosa che hanno inventato loro. Chapeau.

Ora, l’Italia. L’Italia è il solito semplicistico rebus. Ma non è così difficile capire cosa farà. Seguitemi nel mio ragionamento.

L’Italia, a differenza del Brasile, ha a sua disposizione un sacco di opzioni.  Può vincere, perdere, perdere male oppure malissimo, dominare la partita contro i campioni del mondo oppure prenderle dalla squadra esordiente al torneo, e nulla di tutto questo avrà un rapporto diretto col modo in cui hanno giocato. Perché sarà sempre colpa dell’arbitro. Fine del discorso.

Ma quanta strada farà l’Italia? Vediamo:

(1)Se l’Italia vince bene la prima partita, vincerà anche la seconda, ma meno bene, alla terza pareggerà o perderà, ma passerà il girone per la differenza reti. Tutti gioiranno soddisfatti, al sorteggio uscirà un avversario scarso che però farà la partita della vita, e l’Italia uscirà dal torneo fra le polemiche.

(2)Se l’Italia perde la prima partita, vincerà la seconda a grande fatica, pareggerà alla terza e qui si presentano due ipotesi:

                - Ci sarà una combinazione sospetta di eventi che escluderanno il passaggio degli azzurri, che torneranno a casa fra le polemiche.

                - Gli azzurri ce la fanno per il rotto della cuffia, e passano il turno fra le polemiche.

In qualsiasi caso, la squadra non sopravvivrà ai due turni successivi. Si trascinerà per il campo con sempre meno ossigeno in corpo, e finirà il suo torneo mestamente, fra le polemiche.

(3) L’Italia fa un girone mediocre, ma non malissimo. Il gioco è scarso, ma gli avversari anche, quindi l’Italia passa  il turno fra le polemiche. Si attendono gli azzurri al varco, quando giocheranno contro avversari davvero validi, ma l’Italia, per un colpo di culo pazzesco, non ne troverà fino alla semifinale contro la Germania. Partita della vita, i tedeschi non si capaciteranno di aver perso ancora contro l’Italia, ma ciccia: siete crucchi e questo è il vostro destino.  E si arriverà in finale, contro un avversario stellare: l’Italia si arroccherà in difesa e partirà in contropiede, segnerà il gol più casuale della storia del calcio che poi spacceranno per uno schema studiato a tavolino. Se l’avversario è furbo, aspetterà la fine della partita per pareggiare. Se è pollo, tenterà di ribaltare la partita, e le prenderà. Comunque l’Italia vince il torneo, il carro del vincitore si affollerà di gente che “Io l’avevo detto”, sulle strade la gente festeggerà come se non ci fosse un domani (e non avranno del tutto torto), il Pil salirà di un punto e gli azzurri torneranno a casa come eroi mitologici, fra le polemiche contro quelli che non ci hanno creduto.

 

Ecco. Ora che lo sapete, fatevi i vostri calcoli. Per quanto mi riguarda, questo mondiale finisce qui.

 

 
 
 

Semplicemente (3)

Post n°308 pubblicato il 12 Giugno 2014 da lab79
 

Poteva succedere a qualsiasi ora del giorno, ma era ovviamente la notte ad esserle più complice. Agli uomini piaceva la notte, convinti forse di nascondersi più facilmente nel buio e, creduti non visti, furtivi sgattaiolavano dalle mura domestiche per concedersi un piacere che avevano dimenticato. Si accoccolavano nel suo seno incapaci di credere alla propria fortuna, non importa quanto costosa, e in quella carne si immergevano ebbri del veleno del quotidiano, alla ricerca della chimera della propria virilità.

 Agli uomini bastava così poco per essere accontentati.

Lei lo sapeva, e per questo li assecondava. Non ricordava d’aver mai davvero temuto di diventare vittima dei desideri degli altri, perché in fondo bastava così poco per disinnescare la rabbia che scaturiva dalla frustrazione. Bastava rinunciare a sé, completamente, per potersi riavere completamente poco dopo. Che i desideri degli uomini duravano così poco, e vivevano solo uno per volta. Bastava ascoltarli un momento per riconoscerli, guardare dove posavano gli occhi e con quanta fretta li distoglievano, per leggere nei loro cuori.

I loro cuori erano semplici.

Avevano fame e avevano sete, di cibo e di riconoscimento, di potere, di vino e di coraggio, qualche volta di consolazione alla propria solitudine. Ma questo gli uomini non lo sapevano: sapevano solo di avere desideri da soddisfare e che lei li sapeva soddisfare. Sapevano di avere capricci, come quello di legarla al letto per il puro gusto di saperla alla propria mercé. Come quello di scoparla ancora vestita e con le luci accese, di sentirla urlare, farla camminare a quattro zampe sul pavimento freddo intorno al letto. Capricci come quello di fingere di violentarla,  di sentirla inerme nelle proprie mani forti. Avevano sete di dominio, di sapere qualcun altro dipendente dalle proprie scelte. Sete di violenza, mai sete d’amore, che è una cosa così complicata che nessun uomo sa davvero cosa farsene, dell’amore. Non avevano mai fame di felicità, troppo stanchi di vivere per immaginare di poter fare lo sforzo di raggiungerla. E a questi capricci era così facile rispondere, che a lei nulla costava assecondarli, farsi creta nelle loro fantasie e lasciarli fare, finché la stanchezza non li prendeva, e li portava via. Una volta soddisfatto quel capriccio gli uomini tornavano ad essere docili, impauriti come cuccioli  sotto un tetto malfermo, durante la tempesta.

Quando finalmente tornava ad essere sua, gli uomini avevano ceduto al sonno. Richiudeva la porta dietro di sé, lasciandosi dietro la scia di un profumo antico, ultimo vestigio di quel che restava di sua madre, in cui si riconosceva la fragranza di un addio. Il rumore dei suoi passi affogava nella moquette del corridoio, ma tanto bastava al portiere del hotel per alzarsi dalla sedia e portarsi dietro al bancone del bar. Non c’erano saluti, soltanto un sorriso stanco a cui lei, inconsapevolmente, arrossiva di rimando.

- Caffè?

- Si, grazie. Soltanto un caffè.

Lo guardava voltarsi verso la macchina del caffè, che borbottava in una lingua che lui sembrava capire. La sua schiena curva poteva aver portato il peso di tutte le notti del mondo, ma le mani si muovevano lievi sulle cose, come quelle di qualcuno che non ha più nessun rimpianto. Le serviva il caffè e un piattino di biscotti dolci, che lei accettava con un sorriso, guardandolo in viso. I suoi occhi erano neri, segnati dalle ombre lunghe che le notti avevano scavato intorno, e parevano aver visto il mondo. Poteva avere trentacinque anni, oppure settanta, oppure mille, e non avrebbe fatto alcuna differenza. L’avrebbe sempre guardata con quegli occhi nascosti nel buio della notte, e si sarebbe sempre lasciato sfiorare la mano senza malizia, quando lei gli avvicinava la tazzina vuota del caffè. Sarebbe sempre rimasto il fantasma di un enigma, un uomo che aveva vissuto la vita, o alla quale aveva rinunciato, e per la quale non aveva che una lieve malinconia.

[Continua]

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

monellaccio19Maheocassetta2amorino11bubriskalisa.dagli_occhi_bluiltuocognatino2falco1941dony686poeta_semplicemisteropaganoocchineriocchinericuorevagabondo_1962surfinia60manuelazen
 
Citazioni nei Blog Amici: 56
 

FACEBOOK

 
 

TAG

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963