Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi del 24/04/2020

Un sabato di ferie

La prima cosa che penso appena arrivato è “…io cosa ci faccio qui?”. Sì, perché dopo una settimana ricca di impegni, la levataccia per essere puntuale e presente alle ore sette del mattino davanti alla sede di viale Monza, non può che apparire un’idea quantomeno peregrina. Ed è però così che cominciano  tutti i sabati dei volontari del Pane Quotidiano. Sveglia all’alba, un maglione spesso per tenere a bada il freddo, e via, verso la porta riservata agli addetti ai lavori.

Per i neofiti come me, quattro scartoffie e un veloce giro turistico, e poi si parte, rimboccandosi letteralmente le maniche, perché il primo compito a me assegnato è pulire i carciofi – che ironia, proprio a me che poco sopporto pietanze vegetali dal colore verde.

Mentre mondo con cautela le spinose infiorescenze mi guardo intorno, e mi colpisce lo spirito del luogo: sorrisi, un caffè, due chiacchiere. Mi scontro con il contagioso sorriso di Su, un ragazzo cinese che si scusa perché non parla bene l’italiano (quanto io parlo in mandarino, penso) e con lo sguardo di Raffaele, che lavora all’ospedale Niguarda da prima che io nascessi, Barbara che passa a suggerirci di bere il caffè fin che ce n’è ancora un poco…

Siamo tutti lì, tutti insieme, quel sabato mattina. Tutti all’opera, tutti uguali, tutti presenti per dare una mano.

Mi sono portato un amico. Noi siamo in due, e siamo di certo i più imbranati, ma dove manca l’esperienza arrivano i muscoli, e si riesce a dare una mano. Mi torna in mente il confuso ricordo delle parole di quando fu fondato il Pane Quotidiano. Suonava come “Apriamo oggi aspettando speranzosi che non serva domani”.

O qualcosa del genere.

Poi alle nove, si aprono le porte.

La fila si snoda fin dietro l’angolo. Persone che erano in coda da prima che arrivassimo.

Mentre si distribuiscono i viveri, si assiste a uno spaccato della società umana.

C’è l’immancabile attaccabrighe (messo subito in riga dal “buon” Michele), c’è lo straniero che non parla bene la lingua, c’è la persona che ha da ridire, quella che ci benedice, c’è la giovane madre, l’anziana signora su di una sedia a rotelle, bambini… e non si commettano errori, in quelle ore ho dato il buon giorno a molte persone che non capiscono quasi niente di quel che stavo dicendo, ma anche a molte che hanno risposto “Buon giorno a lei e buona domenica ”.

Molti i “grazie”, molti i sorrisi, alcuni un po’ tirati. Il tempo passa, i bncali si svuotano, e dopo non molto dicono ai novellini che sono passate cinquecento persone. In quel momento mi sembrarono una marea, non potendo immaginare che a mezzogiorno sarebbero state duemila.

Duemila persone.

Di quelle duemila anime vi posso riportare di una che non dimenticherò mai. Di una che mi ha lasciato senza parole, tranne una: “Grazie”. A persona, spettavano due confezioni di formaggio. Quest’uomo, dall’aspetto più che bisognoso, mi ha fermato mentre gli porgevo le scatole, dicendo queste esatte parole: “Io sono da solo, è troppo per me. Ne prendo solo una, la seconda dalla a chi ne ha più bisogno di me”.

Lo ringrazio perché mi ha fatto capire che da questa giornata ho portato a casa più di quanto abbia dato. Un pensiero va a chi rende possibile tutto questo. Volontari e benefattori. Di nuovo tornano in mente delle parole lette da qualche parte, ora un po’ più ricche di significato: “…Sorella, fratello, qui nessuno ti domanderà chi sei, né perché hai bisogno, né quali sono le tue opinioni…”.

Le porte si chiudono.

Mi sento stanco, infreddolito, ma contento del lavoro svolto.

Ho rimediato un po’ di mal di schiena e un taglio su un dito, ma non rieso a smettere di sorridere.

La signora che ha lavorato accanto a noi, la quale mi pare si chiamasse Angela, ci dice poco prima di andare: “Ci mancherete, ragazzi. Ci farebbero comodo due come voi…”. Le rispondo stringendomi nelle spalle: “chissà…”.

E perché no… ma la prossima volta, scarpe più comode e maglia della salute. (Tommaso Ruggero P., Che vi do!, Periodico n. 90 di Luglio 2018)

 
 
 

Vite donate

Post n°3325 pubblicato il 24 Aprile 2020 da namy0000
 

2020, Avvenire 23 aprile.

Vite donate. Coronavirus: Novara, muore don Paolo, 46 anni. Il vescovo: perdo un figlio

Dopo don Alessandro Brignone, 45 anni, di Salerno, e don Enrico Bernuzzi, 46, di Tortona, il virus si porta via anche don Bosio, terzo prete (di 116 in tutto) sotto i 50 anni vittima del contagio.

«E’ come se mi fosse morto un figlio, anzi un fratello più giovane che era un’anima bella e limpida, generosa e tenera - ha scritto il vescovo Franco Giulio Brambilla in una commossa lettera rivolgendosi a lui -. Ricordo quando hai dovuto prendere la responsabilità della parrocchia di Momo con una successione non facile e piena di ferite. Ricordo la tua premura di tenermi sempre informato. Ricordo la pazienza di ricostruire la trama lacerata della comunità e il tessuto violato delle coscienze che si confidavano con te. E appena hai incominciato a vedere la luce, si è presentata la mano forte della malattia terribile che ti ha portato via anzitempo».

 
 
 

Pagella etica

2020, Avvenire 23 aprile.

Agricoltura e diritti. Oxfam: "La pagella etica dei supermarket italiani"

L'Ong grazie ai consumatori ha ottenuto in 12 mesi un maggiore impegno sui diritti da 5 grandi catene

Grazie all’adesione di oltre 20 mila consumatori che hanno chiesto a Coop, Conad, Esselunga, Gruppo Selex e Eurospin di adottare misure a difesa dei diritti umani di chi coltiva il nostro cibo e maggiore trasparenza, quasi tutti i maggiori gruppi della Grande distribuzione italiana hanno compiuto alcuni passi in avanti, dimostrando che la voce dei consumatori è importante per convincere le aziende a cambiare le proprie politiche.

Questo il bilancio a un anno dal lancio della campagna di Oxfam "Al Giusto prezzo", in un nuovo rapporto e in una nuova pagella, rispetto al modo in cui la le catene maggiori trattano i quattro temi chiave della trasparenza, dei diritti dei produttori di piccola scala, dei lavoratori agricoli e delle donne all’interno della propria filiera di approvvigionamento agricolo.

La pagella dei 5 maggiori gruppi della GDO italiana negli ultimi 12 mesi

Complessivamente, tutte le aziende analizzate hanno compiuto passi in avanti. Tra tutti, il maggior incremento relativo è di Selex, che ha messo in campo un progressivo impegno in termini di trasparenza, con la pubblicazione di policy aziendali inerenti i diritti umani nelle filiere, e l’avvio di un importante progetto di produzione agricola etica. Un lavoro che porta l’azienda dallo 0% del 2018 ad un +23% nel 2019. Mentre Coop mantiene in media punteggi più alti su tutti i parametri presi in esame, con un miglioramento complessivo del 13% delle proprie politiche. Significativi sono anche i progressi di Conad e Esselunga in tema di tutela dei lavoratori - entrambi + 25% - e di difesa dei piccoli produttori rispettivamente + 25% e + 21%. 

 
 
 

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