Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi di Dicembre 2020

Considero regalo

Post n°3489 pubblicato il 27 Dicembre 2020 da namy0000
 

La poesia di buon Natale intitolata

“Considero regalo” che mia nipote di 9 anni ha scritto ai suoi genitori. Mi ha dato occasione di riflettere che per tutti noi c’è speranza, e che essa è spesso racchiusa nella bellezza dei bambini.

«Considero regalo una festa speciale che faccia sentire tutti più felici. / Considero regalo non prendere nessuno in giro, così potremmo giocare tutti insieme. / Considero regalo una casa per farci sentire accolti. / Considero regalo la vita per vedere tutte le cose belle che ci stanno attorno. / Considero regalo l’amicizia vera così da volerci bene. / Considero regalo andare a scuola per imparare e fare nuove amicizie. Buon Natale. Caterina» - Isabella D. (Avvenire, 26 dicembre 2020). 

 
 
 

Auguri per un mondo migliore

Post n°3488 pubblicato il 24 Dicembre 2020 da namy0000
 

Un cuore freddo / questo abbiam / nessuno al mondo più lo cambierà / ma un bimbo piccin / lo riscalderà / alla mezzanotte di questo Natal (recitano le parole di una canzone)

Buon Natale

 
 
 

Sarebbe una favola se non fosse vera

Post n°3487 pubblicato il 24 Dicembre 2020 da namy0000
 

Televisione. La forza di Marika mette in moto la vita

Lucia Bellaspiga, Avvenire, martedì 22 dicembre 2020

Domani su Italia 1 uno speciale delle Iene sull’incontro tra la giovane tetraplegica e Simone, un adventure rider. Si avvera un sogno, un viaggio in moto in cui la parola impossibile non esiste

Tutto parte da una pipì, in particolare il bisogno di fare una sosta all’autogrill di Vicenza. E a una pipì arriva, una grande conquista, prima addirittura impensabile. Ma in mezzo c’è il mondo, la forza dell’amore, il destino che bussa e si fa fiaba, di quelle fiabe che di solito nella vita non accadono, invece questa volta è tutto vero. Così L’incredibile viaggio di Marika' diventa uno speciale di due ore che Le Iene mandano in onda domani in prima serata su Italia1 come storia di Natale e di speranza per tutti.

Ma andiamo con ordine. Marika L. è nata 23 anni fa a Milano, 28ª settimana di gestazione e un chilo di peso. Intubata in terapia intensiva, miracolosamente sopravvive, prende a respirare da sola, cresce, arriva a casa con mamma Cinzia, ma l’esito della sua prima battaglia è duro, tetraparesi spastica distonica: praticamente lei è bellissima e ha una mente perfetta, ma imprigionata in un corpo quasi immobile. «Le mie compagne avevano il ragazzo, uscivano, io non potevo», racconta Marika nel film delle Iene, una diversità che con gli anni si imprime sulla sua pelle e lei impara a dare per scontata come un destino ineluttabile. Sogna a occhi aperti le cose più normali, anche solo una corsa in moto, ma appunto sogna.

Lo fa anche davanti alla tivù una sera che alle Iene vede Simone Zignoli, motociclista avventuriero, portarsi in sella Nathan, ragazzino tossicodipendente… «Come vorrei incontrare Simone », esclama innamorata. E Simone Zignoli un pomeriggio di maggio del 2019 è al parcheggio dell’autogrill di Vicenza, lo stesso in cui Cinzia ha fatto sosta. Lo riconosce e lo supplica di passare un minuto all’automobile a salutare sua figlia. Succede spesso, un autografo e la coscienza è appagata, ma Simone resta colpito dal desiderio di Marika che alla vita non chiede la luna ma appunto "un giro in moto", anche solo un minuto.

«Da Vicenza a casa ho pensato a come avrei potuto fare», racconta l’adventure rider, abituato a mille adrenaline ma non a questo, poi accantona l’idea «Marika da sola non sta dritta su una sedia, va bene l’avventura ma rischiare la pelle anche no». Eppure lei fa breccia, la va a trovare, diventano amici, le sue confidenze sono intense di emozioni, dal suo eterno desiderio di dare qualcosa agli altri (caratteristica delle persone costrette continuamente a ricevere aiuto), alla rabbia di sentirsi un peso («vorrei spaccare tutto», ma no, lei non può, le cellule del comando sono bruciate), al dolore della diversità («voglio morire, cosa ci sto a fare qui?»), al terrore del dopo di lei («dico a mia madre che quando se ne andrà me ne andrò anch’io… »). E persino la tenera dignità di non darsi attenuanti: «Lo so che c’è gente che sta peggio di me…». È la molla che fa scattare Simone il Bomber, ormai deciso a modificare la moto e a portare Marika sul suo tappeto volante…

Ne nasce un viaggio che ha dell’incredibile, come dice il titolo dello speciale di domani sera, non solo per Marika, ma per gli autori stessi Matteo Viviani e Riccardo Spagnoli, più agnelli che iene, e per i tanti personaggi che incontra nel suo giro di 15 giorni intorno al mondo (in realtà in Sardegna), tra corse in moto su strade sterrate, tuffi nel blu del mare, notti al bivacco dei pastori accanto al fuoco. La moto di Simone ora pesa mezza tonnellata, al posto del passeggero i tecnici dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide di Torino hanno costruito un "trono" che replica esattamente la seduta della sua sedia a rotelle, la preoccupazione (del rider) è tanta ma Marika non sente paura, «ho avuto tante sofferenze nella vita – spiega stupita a chi glielo chiede – questa è una cosa bella». Sa perfettamente che in qualsiasi evenienza non potrà fare niente, nemmeno attutire la caduta, è totalmente nelle mani di un altro, ma in fondo non è così da quando è nata? La fiducia è totale, «avete presente l’effetto angelo custode?». Con marzo 2020 arriva la partenza… ma anche la pandemia, che non ferma l’avventura, la rimanda soltanto.

Partenza il 13 giugno. Ed è vento, velocità, fiori, vallate, gioia che trapassa il video ed entra nelle nostre case intristite da questo anno drammatico. «Si sente l’odore del mare », urla Marika mentre la filmano, e noi ci accorgiamo tutti che questa non è la classica bella gita che a noi riempie solo il cuore, a lei il cuore si spacca, perché coglie per la prima volta l’enormità che non aveva mai avuto e cerca di contenerla tutta insieme. Con Simone e con Francesca Gasperi, l’amica pilota partita con loro per dare una mano 'da donna', Marika grida gioie e dolori fino a oggi seppelliti dentro di lei, perché «a volte soffro tanto ma non voglio farlo vedere, voglio essere forte per la mamma», la donna che le ha fatto da padre e madre insieme. È lei che Marika chiama, con gli occhi lucidi, il giorno in cui succede la cosa più impensata e gliela urla al telefono, «mamma, per la prima volta ho fatto la pipì in bagno».

Chi si scandalizza della vita vera non guardi questo speciale, che fa ridere e piangere insieme, che parla anche di saliva e pannolini indossati ancora a 22 anni… «È una cosa partita dalla mia testa», spiega Marika, dalla sua solita voglia di aiutare gli altri, grazie alla quale ha trovato per la prima volta nella vita la forza di rimanere in piedi aggrappata a Francesca. «E poi ho mangiato anche un pochino da sola… con le mani, però», annuncia a Matteo Viviani che alla fine li raggiunge in Sardegna. È lui che tira la morale, come nelle favole di Esopo, «noi non siamo una condizione fisica, siamo mente, carattere, sensibilità, questo ci rende umani ». Francesca sonda qual è l’errore che di solito facciamo con le tante Marika, «di pensarla una persona diversa, in realtà ha gli stessi desideri nostri, solo che lei non può…».

Tutto questo è flashback. Il presente è un albero di Natale, sotto il quale si riuniscono tutti, Simone, Francesca, Matteo, mamma Cinzia, e Marika che apre il suo regalo: le due ore di video che vedremo domani. Rivede la «Marika cattiva», quella che voleva morire, e non le piace più, «che brutte cose dicevo, adesso mi fa un brutto effetto». Il dramma dei sogni è che il risveglio è durissimo, il bello è che quello di Marika non è mai finito. «Siamo rimasti amici – racconta ad “Avvenire” la 'iena' Matteo – con Simone e Francesca andiamo spesso da lei, siamo stati sulla neve e in piscina con mia moglie e i nostri bambini».

Troppo facile e crudele illudere e sparire, ma se sono rimasti non è per misericordia, «Marika è una lezione di vita per chi ogni giorno rincorre il tempo alla disperata ricerca di quello che forse non gli serve», spiega il centauro Simone, forte di muscoli e tenero di cuore (che prima di cavalcare per i continenti posava pavimenti e parquet). Mamma Cinzia ne è convinta, «è la Provvidenza che ci ha mandato questo incontro speciale, come spieghi altrimenti che in autogrill si materializzi proprio il suo mito? E che pure appaghi il suo sogno impossibile? Sembra davvero uno di quei racconti di Natale, e in un periodo buio come questo fa bene a molti». Insomma, un progetto ben orchestrato? «Macché – ci assicura Matteo Viviani –, per trovare Simone mica abbiamo fatto un casting! Anche io vado in moto e me lo sono trovato davanti con il suo incredibile racconto dell’incontro in autogrill…». (Ho avuto la fortuna di vedere questo filmato che effettivamente mi ha fatto piangere e ridere: non ci sono parole per descriverne la bellezza).

 
 
 

L'incredibile viaggio

Post n°3486 pubblicato il 23 Dicembre 2020 da namy0000
 

Domani su Italia 1 uno speciale delle Iene sull’incontro tra la giovane tetraplegica e Simone, un adventure rider. Si avvera un sogno, un viaggio in moto in cui la parola impossibile non esiste

Tutto parte da una pipì, in particolare il bisogno di fare una sosta all’autogrill di Vicenza. E a una pipì arriva, una grande conquista, prima addirittura impensabile. Ma in mezzo c’è il mondo, la forza dell’amore, il destino che bussa e si fa fiaba, di quelle fiabe che di solito nella vita non accadono, invece questa volta è tutto vero. Così L’incredibile viaggio di Marika' diventa uno speciale di due ore che Le Iene mandano in onda domani in prima serata su Italia1 come storia di Natale e di speranza per tutti.

Ma andiamo con ordine. Marika Lodirio è nata 23 anni fa a Milano, 28ª settimana di gestazione e un chilo di peso. Intubata in terapia intensiva, miracolosamente sopravvive, prende a respirare da sola, cresce, arriva a casa con mamma Cinzia, ma l’esito della sua prima battaglia è duro, tetraparesi spastica distonica: praticamente lei è bellissima e ha una mente perfetta, ma imprigionata in un corpo quasi immobile. «Le mie compagne avevano il ragazzo, uscivano, io non potevo», racconta Marika nel film delle Iene, una diversità che con gli anni si imprime sulla sua pelle e lei impara a dare per scontata come un destino ineluttabile. Sogna a occhi aperti le cose più normali, anche solo una corsa in moto, ma appunto sogna.

Lo fa anche davanti alla tivù una sera che alle Iene vede Simone Zignoli, motociclista avventuriero, portarsi in sella Nathan, ragazzino tossicodipendente… «Come vorrei incontrare Simone », esclama innamorata. E Simone Zignoli un pomeriggio di maggio del 2019 è al parcheggio dell’autogrill di Vicenza, lo stesso in cui Cinzia ha fatto sosta. Lo riconosce e lo supplica di passare un minuto all’automobile a salutare sua figlia. Succede spesso, un autografo e la coscienza è appagata, ma Simone resta colpito dal desiderio di Marika che alla vita non chiede la luna ma appunto "un giro in moto", anche solo un minuto.

«Da Vicenza a casa ho pensato a come avrei potuto fare», racconta l’adventure rider, abituato a mille adrenaline ma non a questo, poi accantona l’idea «Marika da sola non sta dritta su una sedia, va bene l’avventura ma rischiare la pelle anche no». Eppure lei fa breccia, la va a trovare, diventano amici, le sue confidenze sono intense di emozioni, dal suo eterno desiderio di dare qualcosa agli altri (caratteristica delle persone costrette continuamente a ricevere aiuto), alla rabbia di sentirsi un peso («vorrei spaccare tutto», ma no, lei non può, le cellule del comando sono bruciate), al dolore della diversità («voglio morire, cosa ci sto a fare qui?»), al terrore del dopo di lei («dico a mia madre che quando se ne andrà me ne andrò anch’io… »). E persino la tenera dignità di non darsi attenuanti: «Lo so che c’è gente che sta peggio di me…». È la molla che fa scattare Simone il Bomber, ormai deciso a modificare la moto e a portare Marika sul suo tappeto volante…

Ne nasce un viaggio che ha dell’incredibile, come dice il titolo dello speciale di domani sera, non solo per Marika, ma per gli autori stessi Matteo Viviani e Riccardo Spagnoli, più agnelli che iene, e per i tanti personaggi che incontra nel suo giro di 15 giorni intorno al mondo (in realtà in Sardegna), tra corse in moto su strade sterrate, tuffi nel blu del mare, notti al bivacco dei pastori accanto al fuoco. La moto di Simone ora pesa mezza tonnellata, al posto del passeggero i tecnici dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide di Torino hanno costruito un "trono" che replica esattamente la seduta della sua sedia a rotelle, la preoccupazione (del rider) è tanta ma Marika non sente paura, «ho avuto tante sofferenze nella vita – spiega stupita a chi glielo chiede – questa è una cosa bella». Sa perfettamente che in qualsiasi evenienza non potrà fare niente, nemmeno attutire la caduta, è totalmente nelle mani di un altro, ma in fondo non è così da quando è nata? La fiducia è totale, «avete presente l’effetto angelo custode?». Con marzo 2020 arriva la partenza… ma anche la pandemia, che non ferma l’avventura, la rimanda soltanto.

Partenza il 13 giugno. Ed è vento, velocità, fiori, vallate, gioia che trapassa il video ed entra nelle nostre case intristite da questo anno drammatico. «Si sente l’odore del mare », urla Marika mentre la filmano, e noi ci accorgiamo tutti che questa non è la classica bella gita che a noi riempie solo il cuore, a lei il cuore si spacca, perché coglie per la prima volta l’enormità che non aveva mai avuto e cerca di contenerla tutta insieme. Con Simone e con Francesca Gasperi, l’amica pilota partita con loro per dare una mano 'da donna', Marika grida gioie e dolori fino a oggi seppelliti dentro di lei, perché «a volte soffro tanto ma non voglio farlo vedere, voglio essere forte per la mamma», la donna che le ha fatto da padre e madre insieme. È lei che Marika chiama, con gli occhi lucidi, il giorno in cui succede la cosa più impensata e gliela urla al telefono, «mamma, per la prima volta ho fatto la pipì in bagno».

Chi si scandalizza della vita vera non guardi questo speciale, che fa ridere e piangere insieme, che parla anche di saliva e pannolini indossati ancora a 22 anni… «È una cosa partita dalla mia testa», spiega Marika, dalla sua solita voglia di aiutare gli altri, grazie alla quale ha trovato per la prima volta nella vita la forza di rimanere in piedi aggrappata a Francesca. «E poi ho mangiato anche un pochino da sola… con le mani, però», annuncia a Matteo Viviani che alla fine li raggiunge in Sardegna. È lui che tira la morale, come nelle favole di Esopo, «noi non siamo una condizione fisica, siamo mente, carattere, sensibilità, questo ci rende umani ». Francesca sonda qual è l’errore che di solito facciamo con le tante Marika, «di pensarla una persona diversa, in realtà ha gli stessi desideri nostri, solo che lei non può…».

Tutto questo è flashback. Il presente è un albero di Natale, sotto il quale si riuniscono tutti, Simone, Francesca, Matteo, mamma Cinzia, e Marika che apre il suo regalo: le due ore di video che vedremo domani. Rivede la «Marika cattiva», quella che voleva morire, e non le piace più, «che brutte cose dicevo, adesso mi fa un brutto effetto». Il dramma dei sogni è che il risveglio è durissimo, il bello è che quello di Marika non è mai finito. «Siamo rimasti amici – racconta ad “Avvenire” la 'iena' Matteo – con Simone e Francesca andiamo spesso da lei, siamo stati sulla neve e in piscina con mia moglie e i nostri bambini».

Troppo facile e crudele illudere e sparire, ma se sono rimasti non è per misericordia, «Marika è una lezione di vita per chi ogni giorno rincorre il tempo alla disperata ricerca di quello che forse non gli serve», spiega il centauro Simone, forte di muscoli e tenero di cuore (che prima di cavalcare per i continenti posava pavimenti e parquet). Mamma Cinzia ne è convinta, «è la Provvidenza che ci ha mandato questo incontro speciale, come spieghi altrimenti che in autogrill si materializzi proprio il suo mito? E che pure appaghi il suo sogno impossibile? Sembra davvero uno di quei racconti di Natale, e in un periodo buio come questo fa bene a molti». Insomma, un progetto ben orchestrato? «Macché – ci assicura Matteo Viviani –, per trovare Simone mica abbiamo fatto un casting! Anche io vado in moto e me lo sono trovato davanti con il suo incredibile racconto dell’incontro in autogrill…».

 
 
 

Guarire il mondo

Post n°3485 pubblicato il 20 Dicembre 2020 da namy0000
 

Catechesi - “Guarire il mondo”: 6. Amore e bene comune

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

La crisi che stiamo vivendo a causa della pandemia colpisce tutti; possiamo uscirne migliori se cerchiamo tutti insieme il bene comuneal contrario, usciremo peggiori. Purtroppo, assistiamo all’emergere di interessi di parte. Per esempio, c’è chi vorrebbe appropriarsi di possibili soluzioni, come nel caso dei vaccini e poi venderli agli altri. Alcuni approfittano della situazione per fomentare divisioni: per cercare vantaggi economici o politici, generando o aumentando conflitti. Altri semplicemente non si interessano della sofferenza altrui, passano oltre e vanno per la loro strada (cfr Lc 10,30-32). Sono i devoti di Ponzio Pilato, se ne lavano le mani.

La risposta cristiana alla pandemia e alle conseguenti crisi socio-economiche si basa sull’amore, anzitutto l’amore di Dio che sempre ci precede (cfr 1 Gv 4,19). Lui ci ama per primo, Lui sempre ci precede nell’amore e nelle soluzioni. Lui ci ama incondizionatamente, e quando accogliamo questo amore divino, allora possiamo rispondere in maniera simile. Amo non solo chi mi ama: la mia famiglia, i miei amici, il mio gruppo, ma anche quelli che non mi amano, amo anche quelli che non mi conoscono, amo anche quelli che sono stranieri, e anche quelli che mi fanno soffrire o che considero nemici (cfr Mt 5,44). Questa è la saggezza cristiana, questo è l’atteggiamento di Gesù. E il punto più alto della santità, diciamo così, è amare i nemici, e non è facile. Certo, amare tutti, compresi i nemici, è difficile – direi che è un’arte! Però un’arte che si può imparare e migliorare. L’amore vero, che ci rende fecondi e liberi, è sempre espansivo e inclusivo. Questo amore cura, guarisce e fa bene. Tante volte fa più bene una carezza che tanti argomenti, una carezza di perdono e non tanti argomenti per difendersi. È l’amore inclusivo che guarisce.

Dunque, l’amore non si limita alle relazioni fra due o tre persone, o agli amici, o alla famiglia, va oltre. Comprende i rapporti civici e politici (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica [CCC], 1907-1912), incluso il rapporto con la natura (Enc. Laudato si’ [LS], 231). Poiché siamo esseri sociali e politici, una delle più alte espressioni di amore è proprio quella sociale e politica, decisiva per lo sviluppo umano e per affrontare ogni tipo di crisi (ibid., 231). Sappiamo che l’amore feconda le famiglie e le amicizie; ma è bene ricordare che feconda anche le relazioni sociali, culturali, economiche e politiche, permettendoci di costruire una “civiltà dell’amore”, come amava dire San Paolo VI  [1] e, sulla scia, San Giovanni Paolo II. Senza questa ispirazione, prevale la cultura dell’egoismo, dell’indifferenza, dello scarto, cioè scartare quello a cui io non voglio bene, quello che io non posso amare o coloro che a me sembra sono inutili nella società. Oggi all’entrata una coppia mi ha detto: “Preghi per noi perché abbiamo un figlio disabile”. Io ho domandato: “Quanti anni ha? – Tanti – E cosa fate? – Noi lo accompagniamo, lo aiutiamo”. Tutta una vita dei genitori per quel figlio disabile. Questo è amore. E i nemici, gli avversari politici, secondo la nostra opinione, sembrano essere disabili politici e sociali, ma sembrano. Solo Dio sa se lo sono o no. Ma noi dobbiamo amarli, dobbiamo dialogare, dobbiamo costruire questa civiltà dell’amore, questa civiltà politica, sociale, dell’unità di tutta l’umanità. Tutto ciò è l’opposto di guerre, divisioni, invidie, anche delle guerre in famiglia. L’amore inclusivo è sociale, è familiare, è politico: l’amore pervade tutto!

Il coronavirus ci mostra che il vero bene per ciascuno è un bene comune non solo individuale e, viceversa, il bene comune è un vero bene per la persona (cfr CCC, 1905-1906). Se una persona cerca soltanto il proprio bene è un egoista. Invece la persona è più persona, quando il proprio bene lo apre a tutti, lo condivide. La salute, oltre che individuale, è anche un bene pubblico. Una società sana è quella che si prende cura della salute di tutti.

Un virus che non conosce barriere, frontiere o distinzioni culturali e politiche deve essere affrontato con un amore senza barriere, frontiere o distinzioni. Questo amore può generare strutture sociali che ci incoraggiano a condividere piuttosto che a competere, che ci permettono di includere i più vulnerabili e non di scartarli, e che ci aiutano ad esprimere il meglio della nostra natura umana e non il peggio. Il vero amore non conosce la cultura dello scarto, non sa cosa sia. Infatti, quando amiamo e generiamo creatività, quando generiamo fiducia e solidarietà, è lì che emergono iniziative concrete per il bene comune. [2] E questo vale sia a livello delle piccole e grandi comunità, sia a livello internazionale. Quello che si fa in famiglia, quello che si fa nel quartiere, quello che si fa nel villaggio, quello che si fa nella grande città e internazionalmente è lo stesso: è lo stesso seme che cresce e dà frutto. Se tu in famiglia, nel quartiere cominci con l’invidia, con la lotta, alla fine ci sarà la “guerra”. Invece, se tu incominci con l’amore, a condividere l’amore, il perdono, allora ci sarà l’amore e il perdono per tutti.

Al contrario, se le soluzioni alla pandemia portano l’impronta dell’egoismo, sia esso di persone, imprese o nazioni, forse possiamo uscire dal coronavirus, ma certamente non dalla crisi umana e sociale che il virus ha evidenziato e accentuato. Quindi, state attenti a non costruire sulla sabbia (cfr Mt 7,21-27)! Per costruire una società sana, inclusiva, giusta e pacifica, dobbiamo farlo sopra la roccia del bene comune. [3]Il bene comune è una roccia. E questo è compito di tutti noi, non solo di qualche specialista. San Tommaso d’Aquino diceva che la promozione del bene comune è un dovere di giustizia che ricade su ogni cittadino. Ogni cittadino è responsabile del bene comune. E per i cristiani è anche una missione. Come insegna Sant’Ignazio di Loyola, orientare i nostri sforzi quotidiani verso il bene comune è un modo di ricevere e diffondere la gloria di Dio.

Purtroppo, la politica spesso non gode di buona fama, e sappiamo il perché. Questo non vuol dire che i politici siano tutti cattivi, no, non voglio dire questo. Soltanto dico che purtroppo la politica spesso non gode di buona fama. Ma non bisogna rassegnarsi a questa visione negativa, bensì reagire dimostrando con i fatti che è possibile, anzi, doverosa una buona politica, [4] quella che mette al centro la persona umana e il bene comune. Se voi leggete la storia dell’umanità troverete tanti politici santi che sono andati per questa strada. È possibile nella misura in cui ogni cittadino e, in modo particolare, chi assume impegni e incarichi sociali e politici, radica il proprio agire nei principi etici e lo anima con l’amore sociale e politico. I cristiani, in modo particolare i fedeli laici, sono chiamati a dare buona testimonianza di questo e possono farlo grazie alla virtù della carità, coltivandone l’intrinseca dimensione sociale.

È dunque tempo di accrescere il nostro amore sociale – voglio sottolineare questo: il nostro amore sociale –  contribuendo tutti, a partire dalla nostra piccolezza. Il bene comune richiede la partecipazione di tutti. Se ognuno ci mette del suo, e se nessuno viene lasciato fuori, potremo rigenerare relazioni buone a livello comunitario, nazionale, internazionale e anche in armonia con l’ambiente (cfr LS, 236). Così nei nostri gesti, anche quelli più umili, si renderà visibile qualcosa dell’immagine di Dio che portiamo in noi, perché Dio è Trinità, Dio è amore. Questa è la più bella definizione di Dio della Bibbia. Ce la dà l’apostolo Giovanni, che tanto amava Gesù: Dio è amore. Con il suo aiuto, possiamo guarire il mondo lavorando tutti insieme per il bene comune, non solo per il proprio bene, ma per il bene comune, di tutti. (papa Francesco, 9 settembre 2020)

 
 
 

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