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Ogni volta che sono in qualche luogo vorrei essere da un'altra parte con il risultato che sono sempre nella terra di nessuno

Creato da maryland83 il 20/08/2006

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BUON Compleanno Franci


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Post N° 338

Post n°338 pubblicato il 15 Agosto 2007 da folletto700

Ciao a tutti.
La mia amica Mary mi ha chiesto
di scrivere qualcosa sui posti che ho visitato pochi giorni fa in Asia
centrale. In realtà più che una visita si è trattata di una missione per conto
del Governo italiano, ciò mi porta a non poter dire molto, poichè molte cose
sono coperte da segreto. Mi limiterò a raccontarvi ciò che mi è permesso, e lo
faccio con molto piacere perché Mary è una delle poche persone conosciute nel
web che stimo tantissimo e apprezzo per le sue grandi qualità di altruismo e
bontà.
Ero in Afghanistan da alcuni
giorni per svolgere un lavoro. Il rischio che potessi rimanerci fino a
settembre era stato scongiurato presto, perché appena avevo esaminato la
situazione mi ero accorto che non era così grave: nel giro di due settimane
sarei rientrato in Italia. La sera del 6 agosto c’è una variante, mi viene
ordinato di partire con un piccolo aereo da trasporto per il Tagikistan. Con me
ci sono altri due italiani e uno svizzero. Dobbiamo riuscire ad atterrare entro
il tramonto perché lì, la corrente elettrica è già un lusso averla in casa,
figuriamoci per accendere le luci lungo la pista d’atterraggio.  Il paesaggio che si presenta è mozzafiato,
sembra di trovarmi nella verde Irlanda, con una infinità di colline ricoperte
di erba color smeraldo e dalle forme dolcemente tondeggianti che si perdono a
vista d’occhio. Il Tagikistan è uno dei Paesi più poveri del mondo. Dopo il
crollo dell’Unione Sovietica ha ottenuto l’indipendenza, ma la corsa al potere
politico ha scatenato una guerra civile che lo ha impoverito. La disoccupazione
e l’analfabetismo sono elevatissime e tutti i tecnici migliori hanno preferito
emigrare in Russia, dove gli stipendi sono più elevati. La manodopera non
manca, ma non ci sono i mezzi tecnologici. La nostra presenza è giustificata da
tutto questo ma le difficoltà sono state enormi: innanzitutto la lingua; si
parla il farsi (persiano), il russo o i dialetti locali. Per fortuna masticavo
un po’ di russo e mi sono fatto capire, ma risolto il problema della lingua ne
sono sorti degli altri: durante le pause lavorative, per esempio, i tagiki
usano bere moltissima vodka, per cui verso la fine della giornata non sono più molto
affidabili, inoltre tutti i giorni, prima di iniziare un lavoro, usano sgozzare
una pecora per tenere lontani gli spiriti maligni.
Una sera d’agosto, l’8, abbiamo
acceso il fuoco davanti al villaggio di Akrabad, e siamo stati a parlare sotto
un cielo stellato dalla limpidezza incredibile. Non ho mai visto ad occhio nudo
tante stelle come quella notte. Gli anziani del villaggio mi fecero un
indovinello, che ora io propongo a voi per gioco; essi mi dissero: <<Due
padri e due figli vanno a caccia nella steppa, e ciascuno uccide una lepre.
Quante lepri hanno ucciso?>>. L’indovinello consta di due parti, nella
prima bisogna indovinare il numero di lepri uccise, nella seconda bisogna
spiegarne il motivo. Qualcuno vuole cimentarsi?
Il 9 agosto il nostro compito
finisce. L’aereo ci riporta a nord dell’Afghanistan e da lì, terminato l’altro
mio compito, mi reimbarco nelle prime ore del 12 per tornare in Italia (scalo
nella base NATO di Incirlik, in Turchia, per rifornimento).
Questo è il mio piccolo
contributo per il tuo blog, Mary.
Spero di non averti annoiata.
Ti auguro buone ferie. TVB.
Fabio.

 
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