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« Estensioni concettuali d...Segnali di sviluppo puberale »

Madeleine di lampone

Post n°117 pubblicato il 11 Agosto 2012 da viburnorosso
 

Ieri non ho resistito, ho comprato un cestino di lamponi.
Un'euro e mezzo per una confezione più plastica che lamponi, ma fa nulla, inseguivo un desiderio.
E poi, che cavolo, quel poveretto del fruttivendolo egiziano con vista sulla Piramide Cestia, che tiene aperto all'ora di pranzo di metà agosto solo perché nel delirio da caldo è convinto di stare ancora al Cairo, lo vogliamo far lavorare?
Una volta a casa, lavo velocemente i frutti e li metto su un piattino, qualcuno non fa in tempo ad arrivare al piattino.
Sotto la spinta di quel profumo-sapore parte in sequenza una mitragliata di associazioni mentali, che Proust, co' la storia della Madeleine, aveva proprio scoperto l'acqua calda!
In ordine, perché amo essere sinteticamente didascalica:

1) le estati sulle Dolomiti nel giardino della zia, sull'amaca dietro il capanno degli attrezzi. Tutto attorno le siepi di ribes rosso e nero, e le piante di papavero ornamentale. Io e mio fratello avevamo il divieto tassativo di mangiarne i semi, però ... ogni tanto ...

2) le passeggiate in montagna che si partiva coi cestini pieni, strada facendo diventavano pieni, e al ritorno erano di nuovo vuoti

3) le pasticcerie in Austria, appena passato il confine, con quelle torte così dimostrativamente coperte di frutti di bosco, che ti chiedevi perché la strega di Biancaneve non ne avesse usata una fetta per tentare la povera ragazza,

4) lo sciroppo antibiotico per la tonsillite di quando ero piccola,

ed infine

5)il sapore di un lucidalabbra a cui so che è associato un bacio. Ma il bacio non me lo ricordo, invece il lucidalabbra sì.

Queste sono le sensazioni che sono riuscita a catturare durante quei pochi secondi che ci vogliono a mandar giù il piccolissimo frutto.
Sono sicura che ce ne è anche qualcun’altra che al momento mi sfugge, ma il secondo assaggio non ha mai il potere evocativo del primo.

 
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