Creato da viburnorosso il 02/06/2011
speculazioni non edilizie

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 27
 

Ultime visite al Blog

cassetta2gianbytePRONTALFREDOLaFormaDellAnimaarianna680maristella750natalydgl7cerebrale_62vladimiromajakovskijlucille.nelventodaunfioremauriziocamagnaJabel.Rmoonatikaiaje_est_un_autre
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 

 

« L’attacchino acrobaticoPiezo-rap »

Intuizioni etimologiche, ovvero l’insostituibilità dei derivati del petrolio

Post n°377 pubblicato il 11 Aprile 2014 da viburnorosso

Ieri ho fatto una scoperta.
Avete presente il Mater-Bi®? Quell’inutile materiale fintoplastico con cui ora fanno le buste della spesa?
Quelle che odorano di pop-corn e si aprono come cozze mentre le trasportate dalla macchina all’ascensore? Ecco, bravi, proprio quelle!

Dicevo, il Mater-Bi®, ho capito perché si chiama così!
Perché i nomi mica si danno a caso! Sono infatti il frutto di scelte ragionate e spesso contengono allusioni sottili, che rimandano, attraverso associazioni di tipo metonimico, a qualche qualità intrinseca del prodotto, o al luogo dove viene fabbricato, o al suo inventore.
Poi in questo caso c’è dietro anche tutto un progetto di ecosostenibilità applicata al quotidiano: siamo sempre più propensi a scegliere  prodotti naturali, controllati, zerochilometrizzati; è bello sapere che una volta acquistati andranno a finire in un sacchetto riciclabile prodotto con materiale vegetali!
Questo ci rende dei consumatori consapevoli, attenti non solo a quello che acquistiamo, ma anche a come lo trasportiamo!

Ma torniamo al nome.
Mater richiama ovviamente, con tutta la dignità della lingua latina,  il concetto di madre, di colei che ci ha messo al mondo e ci ha donato la vita.
E Bi?
Beh, Bi è un riferimento, celato dietro alla lettera dell’iniziale, alle attività orali della suddetta madre.
Insomma, Mater-Bi® sta indubbiamente per “madre bo******ra”!1

Ho avuto l’illuminazione ieri, alle sette di sera, alla fine di una lunga giornata di lavoro, quando carica di buste della spesa, oramai giunta davanti alla porta di casa, uno dei sacchetti ha ceduto con uno schianto secco.
Una bottiglia da un litro di aceto (fortunatamente) bianco e un barattolo di maionese da mezzo chilo2 hanno colto l’occasione per dare immediata dimostrazione della fragilità del vetro. Per non dire della sua insidiosa affilatezza quando cerchi di raccoglierlo e buttarlo via in una in uno di quei simpatici sacchetti di Mater-Bi® per la raccoltà differenziata dei rifiuti.
E le schegge lunghe un millimetro, ma capaci di rigarti chilometri di parquet? E quel lieve afrore di insalata russa che ti accoglie davanti alla porta di casa.

Ma perché tutta questa sofferenza?
Non è possibile riavere indietro le buste di plastica? Quella vera, fatta coi derivati del petrolio? 
Che se una balena ne ingoia una rimane spiaggiata a Capocotta, ma io almeno riesco a portare la mia spesa integra fino al frigorifero? 

 

 

_________________________________________________________________________ 

1) Da cui viene fatto derivare il noto appellativo con cui nel mio delicato idioma ci riferisce alla progenie di suddetta madre.

2) In aggiunta alla scoperta del giorno, ho verificato anche che, indipendentemente dalle sue proprietà organolettiche, la maionese in barattolo, oltre ad essere perfettamente solubile nell’aceto, ha la viscosità adatta per sostituire la cera per pavimenti, nel caso doveste esserne sprovvisti. Non ho verificato però se sia possibile anche il contrario, ovvero se la cera per pavimenti dia risultati altrettanto soddisfacenti sulle patatine fritte.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Viburnorosso/trackback.php?msg=12727806

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 11/04/14 alle 17:37 via WEB
E' proprio per evitare quel genere di inconvenienti che io uso la borsa della spesa di stoffa, che io vorrei sapere com'è possibile introdurre qualunque prodotto in una materbio (che già mi sa di bestemmia, non a caso) e non romperla.
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 11/04/14 alle 19:47 via WEB
Hai ragione Je, ma il fatto è che io raramente esco di casa apposta per andare a fare la spesa, mentre molto più spesso è un'incombenza che metto in coda ad altri impegni, e regolarmente mi ritrovo sprovvista di apposite sportine in macchina. In compenso, a casa, ne ho almeno una dozzina!
Comunque il nome suscita inevitabilmente qualche associazione con uno di quei turpi appellativi con cui si riferisce alla progenitrice.
(Rispondi)
Marilynlaselvaggia
Marilynlaselvaggia il 12/04/14 alle 17:55 via WEB
Per quanto riguarda la cera, la riterrei più indicata per la frittura delle patatine, in quanto è composta (specie per il parquet) da oli essenziali. Non garantisco per il sapore. Cmq ci si abitua a tutto.
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 14/04/14 alle 09:50 via WEB
è vero. Sono convinta che la maggior parte dei prodotti siano interscambiabili, io per esempio una volta che avevo finito il balsamo per i capelli, ci misi il Coccolino, e vennero benissimo lo stesso!
(Rispondi)
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 13/04/14 alle 20:28 via WEB
http://www.espansioneonline.it/2011/01/dove-trovo-una-rete-per-la-spesa/
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 14/04/14 alle 09:55 via WEB
Come rispondevo a Je, il problema non è procurarsi la sportina ecologica, il problema è ricordarsi di rimetterla in macchina dopo che l'hai usata per portarci su la spesa.
Quella retina che mi hai linkato peraltro è il simbolo degli anni di deficit in URSS, dove era chiamata AVOS'KA, che vuol dire più o meno "metti che... / hai visto mai che ... / voglia il cielo che ...". Uno infatti se la portava appresso con l'implicito augurio di riuscire a trovare qualcosa da acquistare!
(Rispondi)
con.tin.gente
con.tin.gente il 14/04/14 alle 11:12 via WEB
hai messo l'aceto al posto del limone, ci credo che è impazzita la maionese!
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 14/04/14 alle 13:00 via WEB
Io non ci avevo messo un bel niente, anzi, che per poco non c'è finito pure lo yogurt dentro! mi sono salvata solo perché la plastica non è infrangibile come il vetro!
(Rispondi)
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 14/04/14 alle 14:28 via WEB
in tempi andati qui si usavano dei fazzolettoni enormi di stoffa per trasportare i viveri, immagina li davano alle donne nel corredo da sposa;)ripendandoci non è così male, visto che all'occorrenza si potrebbero usare per riparare i capelli in caso di temporale improvviso...:))
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 14/04/14 alle 19:45 via WEB
Voglio anche io il fazzolettone della spesa.
E a proposito della versatilità degli oggetti, tu pensa che una volta da bambina mia madre mi venne a prendere a scuola senza ombrello e per farmi riparare mi mise in testa un sacchetto di plastica della spesa!
Se lo facessi oggi i capelli ti odorerebbero subito di pop-corn, per non dire che è assai probabile che la busta si sciolga con l'acqua.
(Rispondi)
odisseando
odisseando il 01/05/14 alle 00:14 via WEB
modo interessante di finire una giornata.
avrai trovato qualcuno cui raccontarlo per decomprimere, nevvero?
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 01/05/14 alle 10:17 via WEB
L'ho trovato. Ma mi ha detto che avevo un approccio destruens e che mi percepiva negativa. Così ho preferito scrivere una lettera di reclamo alla Mater-bi.
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963