DISCLAIMER:
come fan tutti bighellono per i blog e mi fermo dove qualcosa colpisce la mia immaginazione. senza avviso aggiungo "Blog tra gli amici" per il piacere dei loro narrati. per tornarvi e condividere. ma non intendo urtare nessuna sensibilità. nel caso esprimete chiaramente il dissenso, il clik elimina non costa nulla ma evita tante arrabiature ;____^. wU'
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Post n°20 pubblicato il 18 Maggio 2015 da fatamatta_2008
In quella specie di tana costituita da lamiere e teli di nailon, costretto nella squallida periferia della città, il ragazzo ogni sera ricorda! Ricorda il villaggio, con le case bianche di calce, le acacie dalle lunghe spine, che regalavano ombra al modesto giardino in cui la madre, cantilenando una nenia, intrecciava le ceste che poi avrebbe venduto al mercato. Rivive le ore scandite dalla luce del sole, trascorse nell'umile scuola , la maestra una suora sempre pronta al sorriso; la chiesa, minuscola oasi di pace e frescura. Il ragazzo è intento ad accudire le capre, nel mezzo del campo non viene notato, si fa -Niente- tra le zolle di terra! Finiti gli spari comprende che tutto è concluso, che la furia è passata e allora...corre!
La città è un mostro crudele, così, lui straniero la vede.
Fatamatta_2008
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Costretto a lasciare la sua Città Villaggio si deve mescolare alla Città Metallica (gusci fragili -di cemento e vetro), in un groviglio di carni impazzite, un agglomerato di destini residenti che, forse, non sa più guardare, esodato anch'esso/Noi. C'è molto altro da dire ancora, sul grande dibattito attorno ai "clandestini". Questo racconto a mio avviso pacificherebbe in qualche modo gli istinti avversi alla loro presenza, laddove è il caso di rammentare che al rifugiato e alle vittime di guerra è impossibile vietare la fuga. In quei luoghi non esiste di certo un esercito liberatore, tantomeno il senso di una partigianeria. Un mondo così diverso che ci dovrebbe mettere inevitabilmente di fronte a grandi riflessioni, ma non accade. Siamo tutte città in guerra. Per tornare con i "piedi" nel Contest però, questo brano lento di ritmo emotivo sul vasto movimento che vi accade, sfora decisamente la griglia delle duemila battute, motivo per cui forse c'è più spazio a quei dettagli lirici che ci trasportano. bAx M®^
Riporto la mia poesia introduttiva al tema con l'impressione di aver steso i medesimi concetti senza qualificarli di alcuna accezione sia positiva che negativa perchè resta la traccia fondante di questo percorso su cui si sono innestate le diverse sottotrame. Grazie per il tuo importante contributo.
wU
Meteora d'identità ammantata di leggende
Un favo d'alveare
L'alveolo all'alveolo
Agglomerato urbano dal cuore antico e Suburbia prepotente prima del vasto mutevole amazzonico deserto di campagna e l'immenso
Architettura complessa caotica di viandanti Di pietra locale Somma di snodi Oasi del tempo
Un vasto sogno comune
Scorcio d'intimo incrocio d'umani
l'Altro è la città stessa
siamo in viaggio o nativi o entrambi
in Spazi impraticabili di realtà inaccessibile
poi d'emozione che si fa fluida
L'impatto con un odore dal sentore sotterraneo di un flusso di energie
Entità che trasale dal lembo del ricordo che transita in un attimo
word_user
leggendoti ho trasformato il tuo racconto in una sequenza cinematografica.
Perché non ci sono dialoghi, in quello che scrivi, ci sono scene.
Una lunga carrellata che mostra quel ragazzo nella sua sofferta risalita verso Nord.
Percorso che inizia da un prato e da un incubo, attraversa un deserto e poi un mare per finire in un luogo che, nei sogni di questo ragazzo, avrebbe potuto e dovuto diventare il suo nuovo protettivo villaggio.
La realtà è diversa. Questo nuovo villaggio, fatto di asfalto, di incomprensione, di indifferenza, di lotta e di grandi difficoltà, di nuovo fa paura.
L'unica cosa bella, che gli resta nel cuore, è il ricordo di una felicità ormai smarrita che lui, ogni notte, racconta a questo mostro assopito.
Un racconto che inizia nella piena luce del sole Africano, per finire in una buia notte europea. Brava.
Deserto che ci circonda, che opprime i nostri cuori ..che li riempie di sterile sabbia...se non riusciremo a distogliere lo sguardo dal nostro "se" e rivolgerlo all'altro... sei riuscito con il tuo commento a farmi fare una piccola lirica... ahaha...grazie anche a te !!!
infatti quello che credo sia essenziale in una fuga non è il considerare ciò che è attorno a noi come il paesaggio o magari un fiore che sta nel prato, ciò che conta è mettere in salvo la propria vita.. essere riuscita a trasmettere alcune sensazioni, come i rumori, la sete l'affanno del protagonista...mi gratifica tantissimo... Ti ringrazio di cuore...
Punto primo adoro Pascoli Punto secondo hai presente il mio nik? fata MATTA , qualche rapporto con i reparti di igene mentale forse c'è però giuro non Wzappetto. Punto terzo sono abbastanza convenzionale in tutto, ma numme frega niente di essere diversa da come sono, meglio essere convenzionale che originale ad ogni costo, al punto di diventare ridicola e scrivere cose ancora più ridicole. Punto quarto: il tuo commento mi è piaciuto moltissimo, i tuoi velati complimenti mi hanno fatto molto piacere...ma non mi toccare Pascoli d'accordo! Hai notato mi è scappato un punto escamativo. Con amicizia (spero Lilly)
La verità è che di fronte al tuo commento mi mancano le parole, mi hai commosso... Io non scrivo per stupire o per cercare strade alternative scrivo semplicemente ciò che sento , ciò che colpisce il mio animo , il mio cuore... avevo un proff. che diceva sempre "un bravo scrittore è colui che con parole semplici sa arrivare al cuore del lettore" io ho fatto mie le sue parole...tutto qua. Grazie mille per aver saputo trovare la chiave per interpretare così bene il mio scritto...ciao Lilly
"deve salire sull'infido gommone" che in questa occasione sembra abbia svolto anche una funzione da "amico" non essendo stato imposto al povero ragazzo l'impossibile pagamento dell'usuale corrispettivo su cui è fondato il traffico di "corpi umani" resi merce ...con le anime sospese.
Solo una semplice considerazione per confermare il mio apprezzamento della dedica così sentita e partecipata.
Un saluto, M@.