Creato da zancarlo2010 il 02/06/2011
Guardo oltre la collina che sta davanti alla mia casa
 

 

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Memorias (Parte prima e parte seconda)

Post n°21 pubblicato il 29 Novembre 2012 da zancarlo2010

Cantas tristas memorias su coro m'ispirat.

 

Ripeto con la mente questo ritornello preso da una poesia della mia terra.

la tristezza che sento non è quella cattiva che morsica il cuore rosicchiandolo e facendo male. Un male profondo che sembra essere una malattia antica che appartiene all'uomo e credo anche agli animali. Il mo cane è scomparso per andare a morire chissà dove dopo che è morta la sua compagna. Un dolore per il quale io non potevo fare niente e perciò è morto da solo.

Con l'età era diventato sempre più  indipendente dalle mie carezze e dal mio consenso.

La mia tristezza, comprendo, che si nutre di rimpianto e diventa tanto grassa da diventare un peso.

Questi giorni, sarà forse con l'avvicinarsi dell'inverno, e il freddo mi fa rimanere volentieri a letto a pensare. Ricordo Nausicaa che incontrai diversi anni fa, anni che ora cominciano a diventare tanti.

Ci trovammo seduti vicini all'università a seguire una lezione che frequentavano in pochi perchè molti ritenevano quel corso pesante e come tale da evitare. Non è che volessi torturarmi ma spesso le cose più importanti sono le cose più difficili da ottenere. Accadeva che lei, che io chiamavo con me stesso:"la stronza", andava ad aprire la finestra quando io la chiudevo ed io la chiudevo quando lei la apriva. Non gli chiesi mai che nome mi avesse dato nei suoi pensieri. Una guerra continua anche perchè la sala per quanto piccola era priva di riscaldamento e il poco calore arrivava da una piccola stufa elettrica ed io sentivo veramente freddo.

Però la guardavo ed era alta longilinea, belle labbra e il naso  che  pur non essendo al livello di tutto il resto era in armonia co il suo viso. I capelli molto chiari cadevano un poco al di sopra delle spalle, il seno, come dice una venerabile blogger (permettimi di citarti ma mi hai fatto sorridere per un paio di giorni): "due calzini con un euro dentro". Gli occhi grandi e profondi .mi guardavano e mi sfidavano. Ma cio che ricordo di più sono le sue braccia, erano esili lunghe ed aggraziate nei movimenti. Ed è da queste braccia che è nato il suo nome, con la quale oggi la ricordo, Nausicaa.

Ulisse arriva nell'isola dei Feaci e si nasconde tra le fronde degli alberi perche è nudo. Non ha di che vestirsi e ha perso i suoi compagni ai quali aveva promesso di riportarli alle loro case. Ha perso la nave ed è un naufrago che è ha avuto salva la vita perchè e arrivato su quell'isola.

Credetemi anch'io ero naufrago avevo perso tutto e vivevo in una stanza in affitto e passavo la domenica, giorno in cui non studiavo, a leggere libri che in qualche modo mi aiutavano a lenire il dolore che sentivo.. Non provavo rabbia per il tradimento subito, non ne provai mai, ne rancore o propositi di vendetta. Semplicemente non provavo più niente un  poco come accade in un lutto dove si tarda a comprendere cosa è veramente accaduto. e, quando lo si, fa si prova solo solitudine e dispiacere.

Ulisse incontra Nausicaa che Omero la chiama: "dalle morbide braccia", . Morbide Braccia si innamora di Ulisse ma per amarla deve stergli vicino. ma Ulisse deve ripartire per Itaca verso la sua meta. Io credo fosse, in lui, era ancora vivo il ricordo della maga Circe che lo tenne vicino per tanti anni. Ulisse si rifiuta a lei anche, credo, per non offendere il padre di lei che lo ha ospitato, vestito e nutrito. Ricambire l'ospitalità seducendogli la figlia?  E così riparte per la sua casa, Itaca.

Nella mitologia vi sono gli avvenimenti che sono tipici degli uomini, nel mito noi releghiamo ciò che è consuetudinario e tipico del nostro essere.  Jung parlava di archetipi dell'inconscio collettivo.

Un contadino semi analfabeta, che mai aveva spinto lo sguardo e i suoi passi  oltre la collina che stava davanti a casa sua, gli aveva fatto comprendere come ogni individuo fosse portatore  del mito. Conosceva i miti nonostante non sapesse leggere o scrivere e nessuno li avesse parlato in proposito.

 

Non ricordo come siamo diventati amici e abbiamo iniziato a passare ore a parlare, ma accadde. Così iniziamo a studiare quell'esame insieme e, stare vicini per ore, stimolava la confidenza. La confidenza e la complicità e  una cosa meravigliosa quando si esprime tra un uomo e una donna.

 

Parte seconda

E in quei giorni fu un raggio di sole in un cielo in tempesta.

Guardavo le sue morbide braccia e speso i suo occhioni si fermavano a parlare con i mei. Quanta meraviglia e quanto stupore.

Ma cosa non andava? Mi sentivo inadeguata a stare con lei che era così delicata e la sua femminilità era tanto diversa da quella che fino ad allora avevo conosciuto. Troppo morbide quelle braccia perchè io potessi stringerle o che potessero posarsi su di me e carezzarmi. Mi sentivo uno zoticone, un uomo grossolano che avrebbe potuto dare ben poco a lei. E poi i tempi per il rientro si accorciavano, gli esami stavano finendo, e presto sarei ritornato nel luogo dal quale ero partito. Mi ero impegnato a ritornare anche se non lo avevo fatto in modo esplicito. Ora comprendo che quell'impegno era stato scritto su una pietra della collina che sta davanti alla mia casa perchè non venisse dimenticato. Io ero in debito e con il rientro  avrei pagato quanto avevo avuto . Se non fui creato per vivere come bruto ma:" per aver virtute e conoscenza", tanta poesia e predestinazione non mi esoneravano dal dovere di pagare il mutuo esistenziale che aveva contratto per pagarmi anni di studio. A pensarci bene fanno qualcosa di simile gli americani per pagare le sperse universitarie.

Diceva una mia amica, di estrazione sociale simile alla mia, che nelle nostre famiglie siamo debitori per quanto abbiamo avuto.

 

E se Ulisse al suo rientro ricevette aiuto e ospitalità al porcaro io, al mio rientro, divenni guardiano dei porci. Era già accaduto tanti anni prima anche allora avevo terminato un ciclo di studi e di nuovo  accadde. Che sia una traccia per comprendere il mi destino?

 

E ancora devo dire che: tristas memorias su coro mi ispirat.

 

Amento de cussos annos lo sterco che trascinavo tra i piedi di quegli animali, per tanti uomini stimati come maledetti e considerati impuri e pensavo a lei.  Sentivo nei loro grugniti  la voce che mi diceva di stargli lontano e fuggirli.

Ma non si saltano generazioni di contadini senza pagarne il prezzo. Credetemi e anche in quelle persone che sembrano non manifestarlo e che sono fuggiti dalla terra ne portano il segno. Una specie di marchiatura di Caino che li manda, erranti sulla terra, senza che possano fuggere dalla loro vera natura. E se l'ascesa sociale avviene tramite la scuola io ero asceso sicuramente ma non lo manifestavo perche era tutto dentro di me e fuori non si vedeva niente.

 

Negli anni che eguirono conobbi, in senso biblico, altre ragazze, ma di nessuna di loro mi  spirat sas tristas memorias che ancora oggi risveglia Morbide Braccia. Quando la notte non dormo o mi sveglio i miei ricordi non le rincorrono, le lasciano andare via quando appaiono nude nei miei sogni agitati dalla sessualità non espressa. Forse quello che rimpiango, non è la mancanza di lei vicino a me oggi ma  la sessualità mai vissuta con lei o le sue  morbide braccia che mi stringono a lei amandomi per non parlare di tutto il resto.

Mi manca, con certezza, il raccontarci l'uno dell'altro il guardarci negli occhi e l'annegare nelle emozioni che suscitava il cercarci tra i banchi o tra gli amici.

Ne ero profondamente innamorato qualche volta penso che fosse una questione di anime che conosciutesi in altri luoghi si sono riincontrate. Ed il guaio, oggi, è che questi ca.....o di sentimenti non muoiono ma rimangono vivi detro di me e vengono fuori a rompere nei momenti in cui sono più debole.

Mi chiedo perchè delle donne con le quali ho fatto sesso non mi è rimasto un ricordo così profondamente legato alla mi emotività e alla mia persona?

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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