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Semi di senape

Post n°39 pubblicato il 27 Ottobre 2015 da zancarlo2010

Quanti semi di senape ho messo nelle mie tasche?

E’ la domanda che mi sono posto dopo che ho letto il blog di un’ amica. Colgo l’occasione per salutarti carissima Bea.

Meditando ho compreso che l’albero più grosso che è venuto su da quello che sembrava un piccolo seme di senape è la scuola. Oggi con una mia alunna ho calcolato che sono a scuola da circa 45 anni. Son tanti e se mi chiedessero di cambiare la vita trascorsa con un’altra magari più comoda e ricca degli oggetti che rendono manifesta la ricchezza non lo farei. Tra ci circa un anno festeggio il ventesimo compleanno della mia macchia, un critico d’arte diceva che ciò che è bello rimane tale anche se cambiano le mode. E’ un buon fuoristrada consuma un pò ma quando si vive nelle campagne sarde, spopolate e dimenticate dagli amministratori dello Stato, la si apprezza in maniera particolare durante l’inverno quando le strade sono allagate perchè prive delle opere idrauliche elementari. Non è in linea con i nuovi Suv  cromati e fatti per girare sulle strade asfaltate,  mi trasporta e potrebbe riuscire a farlo ancora per un pò, a me basta.

Da bambino non avevo particolari qualità che mi mettessero in evidenza nella classe di merda che frequentavo nel paese natio. Forse di quella classe sono l’unico ad essere arrivato a percorrerei corridoi dell’università e ad esserne uscito titolato.

Viviamo in tempi in cui la conoscenza sembra essere alla portata di tutti e che tutti sappiano quanto serve per vivere   e anche di più, Se li frequentate e ci lavorate vicino vi accorgete che molti di coloro che hanno lasciato gli studi dopo la terza media sanno a malapena scrivere non so come sia la lettura o la comprensione di un testo che utilizzi un linguaggio diverso da quello quotidiano. Un mio alunno del corso serale che faceva l’impiegato mi ripeteva ogni tanto che io non sapevo quanto fosse difficile lavorare con la terza media. Si esprimeva come  Dante quando trovava il pane altrui salato.

Come vi dicevo da bambino non ero niente di particolare credo fossi molto al di sotto nella produzione scolastica di un bambino con poche capacità  ma seguito a casa.

Terminai le elementari e passai l’estate in campagna mi erano stati affidati un branco di maiali, li sorvegliai e li pascolai fino all’autunno. Raccontare come trascorsi quei mesi mi è difficile e ancora oggi sento pesare la costrizione e la solitudine che subii.

Ma i maiali sono una costante nella mia vita anche dopo la laurea ritornai da loro. Un mio alunno che aveva avuto il padre gravemente ferito da un grosso maiale ( 80 punti di sutura e quasi rottura dell’arteria femorale) mi racconto che la sua famiglia era stata maledetta in quanto il nonno, aveva messo incinta una ragazza e non avendola sposata, era stato ucciso da un maiale, la ferita provocatagli dalle zanne ai testicoli era andata in cancrena.  

Mi sono chiesto quale maledizione oscura mi avesse colpito, da bambino ero stato morso da un maiale ma in maniera non grave e non ho mai dato peso a questo avvenimento. Però la constatazione del fatto che dopo aver terminato le scuole mi trovassi con loro mi fa ancora riflettere. Sin da bambino mi ero reso conto che quanto mi capitava di desiderare la carne dei maiale o di porcetto quell’animale moriva. Oggi non la desiderò più o quando capita ne tengo sempre una buona provvista nel freezer,per anni evitai di guardarli pensando di mangiarli. Nel Vangelo si legge che Gesù guarì due indemoniati che vivevano vicino a un branco di porci lasciando che i demoni andassero tra i porci. Possiedo un grosso maiale maschio, a detta di un ligure che è capitato dalle mie parti: “è grande da far paura”, riesce a saltare muri dell’altezza di oltre un metro, spesso lo guardo e percepisco qualcosa di diverso dagli altri maiali e come se in lui ci fosse qualcosa di pensante che lo spinge ad essere autonomo e ad esprimere la sua autorità. Sono solo sensazioni ma ci sto attento.  

Riguardo alle cause di una possibile maledizione so per esperienza che le cose vergognose in una famiglia o sono di dominio pubblico o vengono relegate nell’oblio dopo qualche generazione.   Quando arrivai alle medie un grave lutto mi impressionò a tal punto che nella seconda classe avevo dimenticato tutto, insieme alle cose spiacevoli avevo dimenticato anche come si svolgeva una semplice operazione matematica. Grazie a una sorella più grande di me superai anche  momento e riuscii a superare anche l’esame di terza media, nessuno dei miei insegnanti si era accorto quanto avevo vissuto in quegli anni. Mi congedarono con il consiglio che il lavoro manuale sarebbe stato il modo migliore  per guadagnarmi da vivere.

Iniziai le scuole superiori ed ero bravo e nonostante mi fossero rimaste, dalle medie, delle profonde lacune in matematica riuscii a compensare abbondantemente nelle altre materie.

Durante la terza classe mi trovai nella campagna senza un mezzo che mi portasse a scuola. Provai a raggiungere a piedi una strada statale  nella quale avrei potuto prendere un pulman  la strada era distante e non mi riusciva di arrivare in tempo. Così un giorno pur non avendo patente salii su una vecchia moto e andai a scuola. Ancora mi chiedo come ho potuto viaggiare per tanto tempo senza che venissi fermato, oggi credo che non sarebbe possibile. Forse chi aveva il compito di vigilare mi vedeva percorrere la strada che porta scuola che era situata nella periferia e ha lasciato che continuassi. Non avevo la patente e non conoscevo la segnaletica stradale. Un giorno andai nel centro della città e mi infilai in un senso unico contromano, un autista mi affiancò e mi consigliò di girare la moto e scappare via prima che i vigili allertati mi raggiungessero. Fortunatamente allora non esistevano i telefoni cellulari.

Si dice che i maiali se lasciati liberi facciano ogni giorno un passo in più diretto all’esplorazione del territorio e si allontanano tanto che è difficile ritrovarli. Ho visto maiali percorrere ogni giorno chilometri per andare a mangiare le ghiande che durante la notte erano cadute dagli alberi. Anch’io stavo andando in esplorazione allontanandomi un poco ogni giorno. Capii che dovevo recarmi a scuola ed evitare di rischiare inutilmente girando per la città.

 

 
 
 
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