Creato da zancarlo2010 il 02/06/2011
Guardo oltre la collina che sta davanti alla mia casa
 

 

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Viaggio Karmico

Post n°42 pubblicato il 06 Novembre 2016 da zancarlo2010

Carissima Bea mi ero proposto di scriverti ma ultimamente ho veramente poco tempo, sia perché devo seguire continuamente dei corsi, ma anche a causa degli impegni a scuola che non sono cosa da poco.

In un momento particolare della mia vita ho avuto tempo e spesso la sera d’inverno mi annoiavo a stare seduto a guardare la televisione; non mi è mai piaciuto più di tanto guardarla, se escludo i bei films per i quali preferisco andare al cinema. Fortunatamente comprai un computer e non essendoci ancora internet ho passato il tempo ad imparare ad usarlo in particolare a scrivere. Altre cose come il foglio di calcolo li ho ben conosciuti a scuola. Ho avuto tanto dalla scuola nella mia formazione personale, non smetto mai di studiare ne di confrontarmi. Quest’anno: sto ripassando e studiando per insegnare ai ragazzi che sono rimasti indietro. A uno di loro ho promesso il mio scooter se prenderà 10 in matematica, manterrò la promessa se lo farà.

Sono andato all’università convinto che mi sarei illuminato di conoscenza come una lampadina e sarei stato un faro nell’ignoranza ma non era cosi e non l’ho è stato neanche con le donne che non sono cadute ai miei piedi per adorarmi. Ho compreso che stimano molto di più il denaro e le cose costose da mostrare alle amiche piuttosto che i livelli energetici dell’atomo ed la congruenza della teoria atomica di Bohr.

Si, certamente gli studi mi hanno illuminato e mi hanno aiutato a comprendere il mondo intorno a me, a leggerlo e capirlo, per il resto sono rimasto una luce nel mezzo delle campagne disabitate della mia terra.

Mia madre per indicare il suo luogo d’origine ne parlava indicandole come Terras nostras. Ne parlava come di un bene comune che apparteneva a tutta la comunità e non soltanto a pochi. Ho lasciato la mia terra, cosa che mai avrei fatto, se non fosse stato il Ministero ad impormi di farlo seduta stante ne giro di due settimane. Oggi si pensa che gli uomini si possano muovere come le mail sui circuiti telematici e tutto deve essere fatto in di corsa altrimenti siamo persone che non riusciamo ed essere versatili e al passo con i tempi. Da poco ho ricevuto una mail da una collega, roba di lavoro niente sesso o cose carine, legendola ho visto che era stata inviata verso le 3 del mattino. Non so se si è svegliata di proposito per farmi vedere il suo attaccamento al lavoro o se dorme di giorno e lavora di notte. Spero non abbia lascito il marito con il pippo in mano ad aspettarla, per dirgli poi che non si faceva più niente considerato che era quasi ora di alzarsi.

Non so bene da dove iniziare il racconto di quanto è accaduto in quel luogo e del perche mi trovassi la.

Nella città in cui sono stato destinato, sono andato a vivere in un ex convento gestito da dei laici. Ebbi quell’alloggio grazie ad un conterraneo conosciuto in quei giorni e che si è prodigato a trovarmi una casa in cui non spendessi tanto. Infatti per quanto la sistemazione fosse veramente spartana il costo era contenuto e inoltre con una modica cifra potevo cenare con loro e mangiare le verdure dell’orto. Mi sentivo male dopo giorni passati a mangiare per strada cibi troppo sapidi e troppo conditi fatti di proposito per i turisti che in un  piatto di spaghetti pagato 9.00 Euro devono far provare qualche emozione al palato.

Grazie  uno smartfone, regalatomi prima della partenza, nei momenti in cui dovevo passare il tempo libero, ho scoperto che il convento in cui mi trovavo aveva avuto sede un manicomio. Negli gli anni 60 dell’800, il neonato Regno d’Italia, confiscò tantissimi beni alla chiesa acquisendoli al patrimonio del demanio dello Stato. L’abate (un laico) del convento mi aveva garantito che l’ultimo monaco era andato via negli anni 80 del secolo scorso. Mi disse anche altre bugie, era un siculo che faceva il capitano del convento e sicuramente abituato a vivere di bugie. Credo gli venisse veramente difficile dire la verità anche quando questa era inoffensiva e doveroso dirla. A tavola portava il suo vino, diverso dal nostro e libava abbondantemente tanto che, nella notte, apriva sempre le finestre per far entrare l’umidità e le zanzare, diceva che aveva caldo, forse la pressione arteriosa risentiva del vino.

In quel convento erano stati ricoverati gli infermi poveri che vivevano ai margini della società e che sicuramente davano scandalo, come accade quando si perde completamente il senso della realtà e del pudore Sicuramente davano loro quanto era necessario e indispensabile ad un uomo: vestiti, cibo e alloggio. Non so bene ma sicuramente, come accadeva in quegli anni e anche dopo, venivano incatenati e percossi senza pietà. Con l'energia elettrica è stato inventato l'elettroshok  e se ne è fatto abuso e senza nessun controllo. Le comunità nella persona del municipio destinavano a loro veramente poco, anche perché, considerata la miseria del nostro paese in quegli anni, buone condizioni di vita avrebbero potuto incoraggiare tanti a diventare matti.

Leggi qua e chiedi la, sono venuto a conoscenza che anche i malati mentali della provincia di Nuoro venivano mandati in quella città. Non ci voleva molto bastava una semplice ordinanza del sindaco per essere internati e, se non si era pazzi, dopo un anno lo si diventava sicuramente. Riuscivano a fare prezzi bassissimi che concorrevano con quelli delle altre strutture d'Italia. Spesso venivano organizzati dei veri e propri convogli ferroviari, della pazzia, per portare, in quel luogo, malati delle diverse regioni d’Italia per essere sepolti vivi. I degenti non potevano ne scrivere ne ricevere corrispondenza. Gli ifermieri, per regolamento, non potevano portare fuori dal manicomio nessuna notizia che riguardasse i ricoverati.

Devo dirti che sin dal primo giorno che sono arrivato in città ho recitato la liturgia delle ore: ufficio delle letture,  lodi mattutine. Ero convinto che trattandosi di un luogo sacro dovessi rispettare quel luogo in cui i frati che avevano vissuto e pregato per secoli. La mattina non mi riusciva di ricordare i sogni e l’attività onirica era confusa e disordinata. I sogni mi hanno sempre dato un'indicazione, non mi e riusciva di  trovare la guida per i giorni a venire.

Ora capisco che dovevo aprire gli occhi per vedere la verità nella realtà di quanto mi stava davanti.

Quando ho saputo che quello era stato un manicomio e che era stato un luogo di dolore e di pena, ho continuato la preghiera per coloro che avevano vissuto in quel luogo e per le loro sofferenze e i tanti patimenti.

E in quel posto e in quei giorni che ho fatto memoria di mia madre che mi raccontava con dolore come due fratelli, miei compaesani, fossero stati deportati dal mio paese a seguito di un’ordinanza del sindaco. Ancora ricordava il dolore della loro madre che andava da lei a rimproverarle di non aver fatto abbastanza per impedirlo. Io le dissi che comunque la madre poteva andare a trovarli quando voleva, convinto che fossero rimasti nell’isola. Lei precisò che erano stati portati: “ meda, ma meda allargu”, lontano, lontano oltre il mare dove la povera madre non poteva andare a trovarli anche perché la povertà glielo impediva. Ma le preghiere dei poveri e degli umili arrivano a Dio? Credo che la donna abbia urlato il suo dolore e questo sia arrivato per essere ascoltato da una giustizia divina che non ha limiti nel tempo e neanche nelle generazioni.

Corriamo e guardiamo il presente come se il tempo non esistesse, come padroni che girano per le proprietà facendo progetti e dando ordini. Ma cosa portiamo via con noi? Nulla, nudi siamo nati e nudi andremo via. Guardo all'orologio che ho al polso lo adoro penso che dovrò donarlo a una persona cara che mi dia il piacere di sapere che ancora gira per il mondo. Peggio della Ryanair non è permesso portare bagagli.

Ma cosa poteva fare mia madre? Perché ne era coinvolta? La delibera del consiglio comunale che aveva destinato i due fratelli alla deportazione era stata presa con la partecipazione di un familiare che lei aveva aiutato nelle elezioni, chiedendo i voti a clienti, amici e parenti, perché fosse eletto. Lei lo aveva implorato chiedendogli che votasse contro la deportazione. Non so per quale motivo ha votato a favore dell’internamento dei due fratelli, purtroppo non è più tra noi e non posso chiederglielo. Ma se lui ha votato a favore per stare in linea con il suo gruppo politico ha commesso una grave colpa. Quando tutti nel gruppo dicono si, è difficile andare contro e dire di no.

Tempo fa, a scuola, una collega che non mi aveva mai considerato, mi chiese di firmare una petizione offensiva contro il Preside. Preventivamente mi fece vedere una panoramica della scollatura, poggiò una mano sul mio braccio, mi sorrise e con l'altra mano mi avvicinò carta e penna. Non firmai, feci un gosso sforzo, e fu la scelta giusta.

Una domenica mattina, nel mentre lasciavo il convento, per andare in giro per la città e mangiare un piatto di pastasciutta da 9.00 Euro, ho conosciuto un signore Milanese che abitava la con la sua compagna e andava a fare una lunga camminata. E’ stato lui a dirmi che sulla collina davanti a noi era stato edificato il manicomio ed era nascosto, alla nostra vista,  dagli alberi, un luogo da andare a vedere. Dopo qualche kilometro  io sono andato per la mia strada e lui per la sua. Camminando nel silenzio della domenica mattina ho capito che in quel luogo dovevo andarci per pregare e riconciliare la mia stirpe con i due fratelli la, loro povera madre e la giustizia divina.

Quanto era accaduto oltre cinquanta anni prima nel mio paese era la sulla collina che ancora gemeva ed erano stati quei gemiti a portarmi in quel luogo.  La mia anima li aveva senti e ancora li sentiva.

Era una giornata piovosa e con l’ombrello in mano, nel pomeriggio, dopo aver riposato, sono uscito e sono entrato nella montagna girandoci intorno e cercando il sentiero in mezzo ad alberi caduti,  rovi e cespugli che impedivano nel camino. Attraversando padiglioni in rovina sono arrivato in quella che credo fosse la sede principale e la davanti all’ingresso ho recitato i vespri con la fede e il sentimento di chi presenta una richiesta di perdono consapevole che solo Dio può perdonare una manchevolezza tanto grande. Ho sentito dietro di me qualcosa che mi toccava i cappelli dietro la nuca. Porto i capelli corti e quando qualcosa si strofina contropelo lo sento subito e in maniera intensa. Non so cosa fosse, non mi sono girato a vedere cosa fosse, non ho avuto il coraggio di farlo. Sono convinto che se anche vi fosse stato qualcosa da vedere credo sia meglio che non l’abbia visto. Non ero la per curiosità o per fare il turista. Ho comunque continuato a leggere i salmi e pregato perché quel luogo fosse benedetto e perchè le tante persone che la erano stati sepolti vivi avessero riposo. Non avevo paura qualcosa dentro di me mi dava coraggio sentivo di fare una cosa che era doverosa, mi presentavo a chiedere il perdono  per quanto era accaduto tanti anni fa in quel consiglio comunale.

Ho parlato altre volte della potenza della preghiera e in particolare della liturgia delle ore e di come vada spesso a recitarla nella collina che io chiamo dello Spirito Santo, da quando ho scoperto che quel luogo è stato donato da tempo immemorabile alla cappella dello Spirito Santo del mio paese.

Quando ho avuto notizia che sarei andato a lavorare fuori dall’isola e alla sono partito ero certo che sarei rimasto in quel luogo per un pò di anni, ma le cose nel corso di qualche settimana sono cambiate e sono ritornato a casa. Forse ho veramente guarito una ferita infetta da tanti anni e non vi era più ragione di rimanere. Quanto è importante fermarsi ad ascoltare e guardare. Il mio maestro diceva che dovevo pormi con l'atteggiamento di chi sta alla finestra a guardare con interesse. Capita a tutti di farlo specialmente nelle sere d'estate.

Da sano di mente, non posso dire di avere certezza delle conclusioni che ho tratto da quanto è accaduto. E’ della serenità che ho sentito nei giorni che seguirono e della consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono che ho consapevolezza.

L’anno scorso sono andato ad un consiglio comunale perché veniva discussa e votata una questione per me importantissima e per la quale avevo organizzato una raccolta di firme. L’ufficio del comune aveva già predisposto le relazioni che avvaloravano le sue posizioni e i consiglieri che, sicuramente non avevano le competenze per opporsi, le hanno votate e confermate senza che si discutesse. Non credo le avessero lette preventivamente. Hanno soltanto confermato quanto deciso in altra sede.

Io ero la davanti a loro impotente potevo guardare e ascoltare ma non intervenire. In quel momento mi sono ricordato del racconto dei due fratelli e della disperazione della loro madre, del grande dispiacere che mia madre a distanza di anni ancora provava, e della delibera del consiglio comunale che li aveva internati. Allora ho iniziato a sospettare qualcosa.

Troppe coincidenze carissima Bea.

 

 
 
 
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