Creato da anonimo.sabino il 06/09/2006

L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi di Ottobre 2014

SHELA (pausa nel salmodiare)

Post n°1743 pubblicato il 25 Ottobre 2014 da anonimo.sabino
 

CRISI ECONOMICA E CRISI DEL SISTEMA

     Ne parleremo da dilettanti, ma bisogna parlarne, visto che la cosiddetta “crisi economica” ci tocca pesantemente. Purché non ci si impantani con i nostri politici (ma sarebbe più appropriato chiamarli politicanti) in discorsi di manovre e interventi che incentivino la crescita e la ripresa produttiva. Cazzate e piccoli opportunismi.

     Tutta la nostra economia è cresciuta sul dogma della sempre maggiore produttività; e quindi della competitività volta a garantirla (ma a danno di altri) e dello sfruttamento delle risorse energetiche e materiali. Ma lo stesso Keynes, alla cui scuola l’economia moderna ha imparato i concetti di sviluppo e di crescita economica e che avvertiva però fortemente l’esigenza di svolgere le analisi in termini macroeconomici (domanda collettiva, reddito nazionale, occupazione mondiale, ruolo dello Stato,eccetera), guarderebbe con senso di smarrrimento allo scenario da brividi che oggi si prospetta, quello di una stagnazione secolare dell’economia; tale che la speculazione abbandona il sistema economico per rifugiarsi nel sistema finanziario, salvezza dei furbi, non certo dell’economia.

     Da dilettante dell’economia io ho sempre pensato che le teorie della crescita e dello sviluppo, che hanno americanizzato ormai l’intero pianeta, sarebbero valide soltanto in un pianeta le cui risorse fossero illimitate. Non sul pianeta Terra, quindi. Alla cui sopravvivenza non giovano pertanto le manovre di avvantaggiamento di questa o quella realtà locale, ma una revisione radicale del sistema mondiale dell’economia, che punti non più allo sfruttamento selvaggio del pianeta, ma alla gestione economica delle sue risorse, economica nel senso più casareccio del termine.

     Ma io non sono un economista, sono un sognatore, lo so. 

 
 
 

IL FIGLIO DELL'UOMO

Post n°1742 pubblicato il 24 Ottobre 2014 da anonimo.sabino
 

95.

    Nell’ora nona

da lungi lo seguì qualche donnina

e forse lacrimò una maddalena.

    La ronda lo trafisse ch’era morto.

“Contenti, no? Ma sono cazzi vostri,

ora ch’è un cristo e tornerà risorto

con nuovi preti contro i vecchi rostri...”

Schemi logici concreti;

né profeti Roma vanta,

benché immetta un mio Vangelo

il pio zelo tra i cinquanta;

    non quello le cui righe qua tu leggi,

ma verbo che da vari personaggi

compone il Gesù vero, come è d’uso

laddove in firme false è il Vero affiso.

    Nessuno colse il divo nel momento

che l’uomo si trovò nel gorgo immerso,

più incredulo lui stesso che sgomento,

solo, senza il suo seguito, disperso.

Ma uno scriba veritiero

vide il Clero, audace e arcigno,

porre a guardia dell’avello

il bargello ed un macigno.

 

Il Vangelo di Pilato (nulla a che vedere con questo mio quaderno) è fra i tanti che solo dopo il IV secolo furono dichiarati apocrifi (non autentici). Ma apocrifi, perché anonimi attribuiti più tardi ad antichi testimoni, sono tutti tranne Luca, che è un ricompilatore dichiarato. E’ in Matteo l’appendice al rito della sepoltura... Il giorno seguente, che era la Parasceve,si recarono da Pilato capi sacerdoti e farisei... “Quell’impostore, da vivo, dichiarò che sarebbe risuscitato dopo tre giorni...” Rispose: “Avete la vostra guardia per garantirvi come credete”. Ed essi andarono ad assicurare il sepolcro, sigillando la pietra e disponendo la guardia... (Matteo 27, 62-ss per avere poi la guardia testimone della resurrezione)

 
 
 

IL GESU' FIGLIO DI MAMMA

Post n°1741 pubblicato il 23 Ottobre 2014 da anonimo.sabino
 

94.

    A ebrei non piace

una madonna ai piedi della croce:

single da sempre Giove qua si fece.

    Accorsa era la madre tempo prima,

quando la fama del gesù ambulante

non era ancora assurta a quella cima,

per metter sotto chiave il deviante;

i fratelli con lei pazza,

corda e mazza, lascia e piglia,

per sottrarre dalla gogna

la vergogna di famiglia.

    E lui, già nato figlio di nessuno,

là rinnegava anche il materno seno,

per sé rispolverando il vecchio adagio:

nessuno al suo paese è mai prodigio.

    Fortuna che una Madre Dolorosa

trafuga adesso il teste giovannita

dagli altri riti, che ce n’hanno a iosa;

zelante e fiera d’ogni sua sortita,

fino al clou del melodramma:

“Pensa a mamma, ch'è disfatta…”

Poi: “Ho sete”, intese il teste.

E un celeste estremo: “E’ fatta”.

 

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di lei Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Gesù, vedendola accanto al discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio”... Per cui la prese poi a casa sua. Quindi...per adempiere la Scrittura, disse: “Ho sete”... E assaggiato l’aceto: “E’ finita”. E chinato il capo spirò. Vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe; ma un soldato gli aprì il fianco con la lancia e ne uscì sangue con acqua. Chi ha visto dà testimonianza (anche di questo particolare inedito) e la sua testimonianza è vera…Quindi le altre, diverse, sono false… (Giovanni 19; ma Marco 3,21-35;Matteo 12,46; e Luca 8,19 mostrano altrove anche ben altra madre). 

 
 
 

IL GESU' RACCOMANDAZIONE

Post n°1740 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da anonimo.sabino
 

93.

    Tra preti a schiere

saprà di certo cosa fargli dire

colui che sa pensare a un dio che muore.

    Il dio che col patire dà salvezza

per l’uno accusa il Padre d’abbandono,

per l’altro implora sopra la schifezza

ch’è venuto a redimere il perdono:

“Padre, scusali! Non sanno

ciò che fanno”. O uscir dal petto

d’aver sete solamente,

là presente, udrà il fichetto.

    Provaci tu a morire, babbaleo,

come un mortale e insieme come un dio!

Sarà che non c’è nume che la pena

non riconduca alla natura umana,

    che fosse uomo o nume, nel cordoglio,

lui forse si rimise al dio boiaccia,

come lo schiavo tuo rancore e orgoglio

smarrisce sotto il piede che lo schiaccia:

“Padre, mo mi raccomando

che, allorquando i sensi perda,

non mi lasci tra i balordi

che tu scordi nella merda”.

 

Luca e Giovanni preferiscono altre bestemmie a Eli Eli... In Luca Gesù raccomanda tutti a Dio, pie donne, aguzzini e ladrone, fino a sentire il bisogno di raccomandare se stesso: ... “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma su voi stesse e sui figli vostri”... Sul Golgota crocifissero lui e i due malfattori ai fianchi. Gesù diceva: “Padre, perdonali, ché non sanno quello che fanno”... Uno dei malfattori appesi alla croce lo provocava; ma l’altro lo redarguiva... “In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso”. E  verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò... e il velo del tempio si squarciò, Gesù gridò a gran voce: “Padre, alle tue mani raccomando il mio spirito”. E ciò detto spirò (Luca 23).   

 
 
 

IL GESU' BESTEMMIATORE

Post n°1739 pubblicato il 21 Ottobre 2014 da anonimo.sabino
 

LA REDENZIONE

 

92.

    Non reca sgarbo

a te gesù la morte più del morbo;

ché dalla carne tua estolle il Verbo.

    Nell’ombra della cella ogni scribino

adesso può donarti il motto arcano

che chiuda il suo Vangelo e il tuo cammino.

Dell’uomo solo un urlo disumano...

Ma la Tenda e il suo sigillo

quello strillo squarciò a taglio;

o destò sismici orgasmi

e fantasmi allo sbaraglio.

    Il mito non è mito se il racconto

non sa guarnire come può l’evento.

Ed ogni testo, a chiudere la scena,

gli affibbia una diversa finalina;

    perfino la bestemmia: “Elòi, Elòi,

lamà sabactanì”. Quel testo spiega

che non vuol dire: “Eli’, mortacci tuoi!”

Ma: “Padre, Padre, a te non te ne frega”.

E vorresti che alle masse

balenasse per la mente

la coscienza che all’istante

eran sante e ormai redente?

 

All’ora nona Gesù gridò a gran voce.”Eloi, Eloi, lama sabactani”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” ... Dicevano: “Chiama Elia... Vediamo se viene a toglierlo dalla croce!” Ma Gesù, dato un forte urlo, spirò. E il velo del tempio si squarciò in due...(Marco 15, 34-39)... la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono  e sante salme risuscitarono...apparendo a molti in città (aggiunge Matteo 27,45-54).

 
 
 


 

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