L'altra campana

UMANITA' SCONFITTA

12.

di pochi grassi ragni è quest’inferno

e un nugolo d’insetti tutt’attorno.

     E’ il tempo d’una umanità sconfitta.

Sindrome culturale: scetticismo.

Tutto il sociale il disimpegno azzitta.

La nostalgia: miracoli e teismo.

L’uomo, oggetto e peso inerte,

si diverte ad umiliarsi;

riti e droghe per fuggire;

nel patire la catarsi.

     Cristi e sibille i popolari eroi.

Il vero sempre scritto in nome altrui,

come a dare più peso alla tua merda

nascondendo il tuo volto a chi ti guarda.

     Tisici i nostri padri, concepiti

dalla sconfitta ai nonni nostri inferta,

handicappati ci hanno partoriti,

per farci poi figliare peste certa;

santi martiri i nipoti,

pronipoti frati e suore:

per i preti messe immensa,

per chi pensa il crepacuore.

Oggi tutti i giudici mercanteggiano le loro sentenze…Ma il destino a me offriva, sia pur tarda, una speranza di salvezza… e per purificarmi, immersi la testa nell’acqua sette volte, numero che il divino Pitagora insegnò essere adattissimo alle sacre cerimonie; e con volto pieno di lacrime, ma pronto e lieto, invocai la potentissima divinità… (Apuleio, L’asino d’oro, X, 33; XI,1) Fu proposto di unire al corpo dei Libri Sacri un testo della Sibilla... Ma molti libercoli apocrifi venivano divulgati sotto nomi celebri (Tacito, Annali VI,12)... Aetas parentum, peior avis, tulit nos nequiores, mox daturos progeniem vitiosiorem (Orazio, parafrasato nel testo).