L'altra campana

LA MISTICA IGNORANZA

104.

    Intanto allevia

quaggiù l’avvilimento dell’ignavia

la mistica ignoranza che diluvia.

    E cresca l’ignoranza sullo stelo

del credo, perché narri i fatti veri

lei che legge la storia nel vangelo,

chiaro come il domani il nostro ieri.

Né mai più chi accetta il dubbio

vanti un rubbio di saggezza,

ma chi in nome d’un suo dio

detta al miope certezza.

    Null’altro vuol sapere il suo seguace

che “Gesucristo, e Gesucristo in croce”.

A dar l’ultimo colpo alla ragione

regni il Vangelo. E attorno il buiocane.

    Recare di sentenze un abominio

perché di nulla si rimpinzi il cranio.

Riporre la speranza nel dominio

del dio che il mondo intero ha già in demanio.

E apolitico serbarti

per chiamarti mite e retto;

né più Eraclito ti sputi

d’uomo inutile il verdetto.

L’apolitico non è un uomo mite ma un uomo inutile, per Eraclito. E i cristiani sono per i testimoni pagani: Brutta e fanatica superstizione (Plinio il Giovane) ...congrega occulta e luttuosa, muta all’aperto, garrula negli antri (il pagano dell’Octavius di MinucioFelice); superstizione esiziale (Tacito); superstizione nuova e malefica (Svetonio). Per loro stessi: uomini che abitano la terra da pellegrini; hanno una cittadinanza che subiscono da stranieri... In breve,quel che nel corpo è l’anima tali sono nel mondo i cristiani (Lettera a Diogneto, del I secolo)... Noi condanniamo la cultura profana come dottrina della stoltezza... e così le corse, i salti, i lanci… (Tertulliano, De Spectaculis15,18)