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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 02/01/2015

IL RINVIO DELLA FINE DEL MONDO

Post n°1803 pubblicato il 02 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

35.

     Intanto che Diofiglio tra le stelle

nuda lasciava ancora la sua croce

e congreghe di schiavi e di zitelle

il Paracleto reclutava al Regno,

in pugno il Padreterno

mo tratteneva il suo finale sdegno.

“Ho sbagliato qualcosa…” Un dubbio atroce:

“Offrire a me il patire non è scherno

verso il dio che lo mena,

lo dosa e lo destina?

E avrò per santo io chi più mi accora?

Avrò piacere che il tapino scorga

la mia grandezza nella sua malora?

Trarrò al Regno colui che un nome in petto

tra le sue piaghe incise,

sulla parola d’un borioso insetto?”

Come chi dell’orario non s’accorga,

in tasca le sue folgori rimise:

“Non è per cattiveria,

ma io tra i santi no, porca miseria!

     Culi flaccidi, sconvolti

grazie a spiriti e spinelli;

gran vociare a freni sciolti

di prodigi e di flagelli;

spettri scossi un po’ dagli ozi

dell’arcano nell’udire

con gli eterni ha-da-venire

una tromba far pepè;

sassi a insegne di negozi…

L’Anticristo mio dov’é?”

     Restò con rabbia

schivo l’Eterno a macerarsi nella nebbia

ed in attesa,

forse, lui pure d’un evento o d’una scusa.

     Come in terra è l’arnia dei redenti fredda e chiusa,

con Eva ancora più colpevole ed esclusa,

sempre più incolore, senza femmina, e di gelo,

col Trio di maschio pelo,

l’etra resterà pur se vi torni il Gesù nostro

con il Parà. Che indugia anch’egli attorno al mostro

da riportar su (“Non è turbata da carezza

la sua cucuzza”).

Fino a che il fenomeno, che un poco sta a guardare,

infine a malincuore

solleva in volo… E sai perché solo da Atene

esce il Ladrone né a sassate né in catene.

     Spira il Vento alla serena

e con Poco al cielo ascende.

“Cerchi in me sapienza aliena

che soltanto il Cielo intende?”

“Beh, ti devo riportare”.
”Non scendiamo immantinente

sulla terra in fuoco ardente?”

“Per far cosa?” “Per far sì

da arrostire in terra e in mare

chi il vangelo non l’udì…”

 

…Le tribolazioni che sopportate, o Tessalonicesi, sono segno del giusto giudizio di Dio, che vi proclamerà degni del regno per il quale soffrite… quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli spiriti della sua potenza in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio… Ma non vi fate turbare da ispirazioni, parole, lettere fatte passare per nostre (già!), quasi che il giorno del Signore venga immediato… Prima deve avvenire l’apostasia ed essere rivelato l’Iniquo… Pregate perché intanto la parola si diffonda… e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi… A voi demmo questa regola: chi non lavora neppure mangi. Ché alcuni di voi vivono disordinatamente, oziando e in continua agitazione… Il Signore sia con tutti voi… (Paolo, II Epistola ai Tessalonicesi)

 
 
 


 

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