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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 26/01/2015

IL GIORNO DEL CACCOLA

Post n°1823 pubblicato il 26 Gennaio 2015 da anonimo.sabino
 

50.

     Venne l’incendio dell’Apocalisse.

Più nulla ricordò di tanto atroce

la plebe che a quel rogo sopravvisse:

sei giorni d’un inferno che dal piano

del Circo si sferrava

a divorare i colli e il puzzo umano

sepolto nei tuguri e la sua voce.

Fra tanta strage un demone guidava

ad attizzar l’inferno

gli eletti per quel giorno.

Era il giorno di Dio, che dell’immondo

ultimo Impero inceneriva il cuore:

perisca il seme umano ed il suo mondo!

Ben dieci su quattordici quartieri

il giorno del Giudizio

ridusse in fumiganti cimiteri,

mirando nei ritorni di furore

i templi e i luoghi di piacere e vizio;

Nerone alla chitarra,

Poco a guidar la tragica gazzarra.

    Tolleranza, che non spegni

alcun cero a Madri e Cristi,

alla cronaca consegni

tu, ammutiti i vangelisti,

la mancata parusia;

né più orrore dai lamenti

delle fiaccole viventi

suscitato mostri in te,

che dall’infima genia

cui quel rogo risplendé,

     l’orda furente

chiamata al Regno dall’Altissimo Mandante.

Voci profane

l’Alto Mandante riconobbero in Nerone.

     Vede il laico scriba come odiosa e deleteria

la nuova setta e ne paventa la miseria;

morbo chiama il credo che per farli bruciar ritti

rianima i relitti,

servi, disperati, folli, apolidi randagi.

E nel timore che quel morbo lo contagi,

forse, agl’invasati di Gesù poi nelle pene

dà compassione;

quanta gliene tributa chi sa la loro fama

d’ostilità al sistema.

Tu compatendo, laica  Storia, più li offendi

delle torture inferte a causa degl’incendi

    dall’istrionico regnante;

che a rimuovere il sospetto

d’esser lui l’Alto Mandante

dei fanatici del ghetto,

infierisce nei supplizi

su nefanda fede e ottusa,

la follia dal Dio delusa

che in deliquio già crollò.

Compatendo tu sevizi

chi al delirio si votò.

 

Seguì un incendio gigantesco… E ne impedivano i tentativi di estinzione le minacce e l’aperta azione di individui che scagliavano fiaccole accese, dichiarando di essere a ciò “chiamati”… Dopo sei giorni il fuoco riprese al largo… con minore strage di gente, ma con vasta rovina di templi e di pubblici ritrovi. Poiché né interventi umanitari né largizioni né riti espiatori dileguavano la voce che indicava in Nerone il “Mandante”… denunciò come colpevoli… una genia odiosa per le sue nefandezze, che il volgo chiamava cristiani… Deleteria superstizione, soffocata da Pilato in Giudea… ora pullulava anche a Roma, dove si riversano tutte le atrocità e le vergogne. Furono arrestati cristiani pubblicamente professi e su loro denuncia altri, convinti non tanto del reato d’incendio quanto di odio verso l’umanità. Ma l’atrocità delle pene… pur suscitava pietà…(Tacito, Annali XV, 38-44)

 
 
 


 

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