Messaggi del 25/11/2015
Il dottor Caiazza mi fece accomodare con grande cordialità, scusandosi anche del fatto che, mentre gli esponevo il progetto, dovesse continuare a combattere con i due telefoni che teneva sul tavolo:
“Ma certo, onorevole! Ma si figuri, se a un amico… Oh, eccellenza! Come sta la signora?… Solo un certificato? Ma si figuri… Mi scusi tanto, dottor De Mico. Vede come sono combinato? Ma continui, continui pure, ché io la seguo ugualmente”.
“Basta predisporre una scheda (l’ho abbozzata) che gli stessi candidati possono compilare. Il Presidente della Commissione la completerebbe con l’esito dell’esame e la firma. Noi ne faremmo uno schedario fotografico. E due soli impiegati sarebbero in grado di sfornare tutti i certificati richiesti. Costo una ottantina di milioni una tantum; risparmio un centinaio di milioni all’anno…” Non feci in tempo ad esporre gli interventi che inoltre auspicavo in sede legislativa e regolamentare, che egli avrebbe potuto promuovere presso il Ministro per evitare la richiesta di tanti certificati inutili.
“Vede, dottor De Mico”, mi interruppe garbatamente, “alla sua età anch’io avevo i suoi slanci innovativi e la pensavo come lei. L’esperienza poi mi ha insegnato una cosa che anche lei deve tenere bene a mente… Pronto! Sì, pronto! Oh, non mi dica che ha bisogno di me…” Eccetera, eccetera… “Sa chi era?” rivelò tornando a me: “Nientemeno che il segretario particolare del Presidente… Sì, di lui”. Puntava il dito verso il ritratto appeso alle sue spalle. “E anche lui è un nostro amico. Sa perché?”
“Per via di un certificato urgente”.
“Esatto. Lei è intelligente ed io condivido tutte le sue perplessità. Ma ponga mente a quanto le sto per dire, dottor De Mico. Anzi, le dirò che potremmo avvalercene anche sul piano sindacale… L’importanza di un ufficio, con la conseguente possibilità di farsi tanti autorevoli amici e di promuovere l’occupazione, dipende da due fattori: il numero degli impiegati e il numero delle pratiche arretrate. E sono proprio le cose che lei vorrebbe eliminare… Ci pensi, dottor De Mico, ci pensi. Poi magari ne riparleremo”. E mi congedò.
Mi fu negato l’acquisto degli strumenti per la microfilmatura. Ma piacquero le idee della scheda precompilata da fotocopiare, della richiesta della marca da bollo in luogo della carta bollata e dell’acquisto di una buona fotocopiatrice, che nei successivi esami di abilitazione e di concorso misero in grado l’ufficio di far fronte sbrigativamente alle richieste dei nuovi esiti concorsuali senza aggravare, per lo meno, il vecchio arretrato. |
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