Messaggi del 27/11/2015
“Sarai il primo direttore generale comunista”, mi diceva tra il serio e il faceto Sciorilli Borelli, che era l’anima della neonata CGIL Scuola. Io stesso ero ben lontano dal pensare che di lì a poco avrei disdetto sia la tessera del sindacato che quella del partito, senza clamori, vivendo ogni delusione come una sconfitta; proprio mentre una piccola folla di artisti e intellettuali si spintonava per salire sul carro del prossimo previsto vincitore, dal quale io ero sempre più tentato di scendere.
Erano gli anni in cui partiti e sindacati paventavano lo scavalcamento a sinistra da parte di formazioni giovanili che, inneggiando a Trotzki o a Mao, contestavano i sindacati, i partiti e il loro tatticismo. Erano detti cinesi, extraparlamentari, gruppettari. “La Cina è vicina” era il titolo del primo film di successo di Marco Bellocchio. Esprimevano posizioni verbose e casinare che mai mi sedussero; ma cercai di incanalare nell’alveo sindacale la loro passione politica; come favorii l’ingresso nella segreteria di Enzo Consiglio, vicino alle posizioni dei dissidenti del “Manifesto”; compagno e amico di grande sensibilità e intelligenza, oltre che di riconosciuto valore professionale.
E un giorno si presentò nel mio ufficio un giovane cicciottello, appena assunto nella qualifica di vice segretario in prova, ma ancora studente prossimo alla laurea. Era il figlio di un dirigente, certo Athos Melendez, che nessuno sapeva cosa dirigesse, negli uffici del Personale, ma tutti davano come corrispondente della NATO. La cosa faceva un po’ ridere perfino in quel sistema di simulazioni funzionali: quali rapporti potevano intercorrere tra l’alleanza militare dell’Occidente e il Ministero della Pubblica Istruzione?
Francesco (era il nome del ragazzo) mi si sedette davanti e mi chiese a bruciapelo un consiglio, dandomi del tu:
“Nella mia condizione di studente lavoratore, secondo te dovrei militare nel partito comunista o nel movimento studentesco?” Cercammo di chiarirci un po’ le idee. Infine gli chiesi:
“Ma perché sei venuto a cercare consiglio proprio da me?”
“Perché mi è piaciuta la tua scheda”.
Francesco divenne poi mio compagno e successore nella segreteria della cellula comunista. Lui non me ne parlò più e forse si pentì di quella confidenza; ma dopo qualche anno venne fuori, negata dai protagonisti, l’esistenza di una cellula dei Servizi Segreti denominata Gladio, che attraverso referenti inseriti in tutti gli uffici pubblici schedava i funzionari ritenuti pericolosi per conto della NATO. |
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