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L'altra campana

Itinerario spirituale di un pagano

 

Messaggi del 06/01/2016

L'ARCIPELAGO - 3

Post n°2063 pubblicato il 06 Gennaio 2016 da anonimo.sabino
 

 

Non avevamo lasciato la casa di Trastevere, in affitto bloccato. E nell’’81 vi tornammo, convinto più dall’interesse delle bambine che dalla fatica del pendolarismo, avendo chiesto e ottenuto il trasferimento a Roma.

 

Là, dopo il periodo della rabbia e delle crisi di pianto, la mia Onne ritirò fuori una forza insospettata. Ebbe l’intelligenza di cercare l’aiuto della psicologa Rossella Di Bacco e, decisa a salvare il nostro rapporto, trovò presto la capacità di capirmi e la bontà di perdonarmi, fino a riacquistare la sicurezza di essere amata, e con quella il sorriso. Sì, ero stato fortunato a trovare una compagna come lei. Riacquistai anch’io un po’ di gioia di vivere quando lei tornò ad accucciarsi sul mio petto. E il nostro amore, meno sognante ma più maturo, avrebbe vissuto gli anni successivi come una carezzevole ottobrata romana.

 

Mi meravigliò, ma per poco, la facilità con cui avevo ottenuto il trasferimento. Non venivo restituito al Ministero ma assegnato come uno dei quattro vice provveditori all’isola di via Pianciani. Lo capii quando vidi lo sfascio in cui versava il Provveditorato agli studi di Roma. Ereditai, per fortuna, con la direzione della scuola elementare e materna, funzionari bravissimi, abituati a lavorare sodo, a differenza dei ministeriali. Non ebbi la possibilità, che avevo avuta a Rieti, di occuparmi del governo generale della scuola locale: il Provveditorato agli studi di Roma era un piccolo ministero con 600 impiegati, duecento nella sola ragioneria; e la realtà sociale di Roma era dispersiva di ogni sforzo.

 

Il provveditore donna, la napoletana Lecaldano si barcamenava come poteva, chiamando in causa, davanti a sindacati e rimostranti, i suoi collaboratori. Per cui non ci dolemmo quando lasciò la penosa eredità a un rampante che si annunciava come un grande manager.

 

Il nuovo provveditore, non tanto Grande quanto presumeva, curando unicamente l’immagine, finì di disastrare il servizio. A me diede il carico dell’Ufficio Ruolo, senza attendere la ratifica ministeriale: più di cento impiegati a gestire la carriera di decine di migliaia di insegnanti e impiegati della scuola; arretrato pazzesco e pensioni a rischio. Ne progettai la riorganizzazione per gruppi di lavoro, al di fuori del riassetto progettato dal Provveditore per il resto dell’Ufficio. E visto che la mia ricetta sembrava funzionare, mi lasciò fare. Era un arrivista cinico e spregiudicato, capace di disporre un’ispezione (io stesso ne fui incaricato) nei confronti del preside dell’istituto d’arte che non si era sentito di garantirgli la collaborazione dei maestri d’arte della ceramica… nella decorazione artistica dei bagni della sua villa.

 

 
 
 


 

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