Messaggi del 07/01/2016
Per accreditarsi presso il ministro come grande riformatore, il nuovo provveditore proclamava lo smantellamento completo dell’ufficio provinciale e la sua riorganizzazione… per distretti scolastici. Ma il personale amministrato, a parte la continua mobilità, non era assegnato per distretti; né le operazioni riguardanti i singoli né quelle di livello provinciale, come trasferimenti e graduatorie, potevano essere distrettualizzate. Così gl’impiegati continuarono a lavorare come prima, ma più disorganizzati, grazie a un anticipo di riforma che non solo ignorava l’esigenza di un intervento legislativo che vi adeguasse organicamente tutto il sistema amministrativo, ma era un mero bluff pubblicitario.
Anche gli impiegati erano rimasti delusi e frustrati dopo avere sperato un riassetto effettivo. E mi elessero quasi all’unanimità nel Consiglio Scolastico Provinciale contro il candidato del Grande Furbo.
La furbizia. Una volta dovetti quasi litigare con mio fratello, che mi rimproverava di essere poco furbo:
“Al tuo posto”, diceva, “io sarei già direttore generale”. Gli risposi sgarbatamente:
“Allora, perché non sei al mio posto?”
“Perché tu hai tante altre qualità”, ammetteva lui, “non la furbizia: appunto perché sei intelligente, tenace, simpatico, dico che se tu fossi anche un po’ più furbo chissà dove potresti arrivare”.
“Non ti salta per la mente che se fossi furbo potrei non essere così intelligente e tanto meno simpatico?”
“E’ più intelligente chi è più furbo. E la furbizia è una cosa simpatica”, asseriva anche Giancarla.
“Può essere simpatico il furbare del povero cristo che deve fare appello a tutte le sue risorse”, solidarizzava Antonietta. Io sentenziavo da moralista:
“Ricorrere alla furbizia significa perseguire a spese del prossimo ciò che non si riesce a raggiungere. Una scelta antisociale. La furbizia è il contrario dell’intelligenza. Può essere intelligente chi non è civile?”
Intanto, riorganizzato l’Ufficio Ruolo (ero stremato), il Grande Furbo mi affidò il Settore Scuola Media, sempre sostituendosi al Ministro. Gli confidai candidamente che non sapevo come organizzarlo per distretti, a parte il fatto che i Consigli Distrettuali erano ancora quasi tutti da costituire. Con palese insofferenza mi rispose di arrangiarmi. E subito dopo, senza una spiegazione, dispose il mio accantonamento perché un suo tirapiedi vi potesse effettuare i sei mesi di reggenza della divisione che gli occorrevano come titolo per la promozione. |
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