L'altra campana

ARRIVANO I NOSTRI - 6

Non mi dispiacque, a quel punto, vagare ancora per le isole dell’arcipelago restando lontano dal Palazzo, a respirare un’aria più salubre.

Assunsi le funzioni di sovrintendente scolastico regionale dell’Abruzzo mentre la famiglia, sfrattata da Trastevere, si trasferiva sull’Esquilino: prendendo il coraggio a due mani e con l’aiuto finanziario di Enrico vi acquistammo una casa. Viaggiai per L’Aquila cinque anni. Amareggiato e deluso dalle precedenti ultime esperienze, mi sentii confortato dall’abbraccio delle montagne. E fu il mio ultimo impegno burocratico, non privo di piccole soddisfazioni.

Per prima cosa acquistai una carta e lessi quanto trovai nella libreria, per conoscere la regione, peraltro attigua alla mia Sabina e, almeno nell’area aquilana, assai simile: stessi lupi, che dal Monte Velino, attraverso i rilievi carseolani, venivano a sfamarsi e a figliarsi tra i nostri monti; giungendo una volta, come suggerisce la favola di Romolo e Remo, fino alle porte di Roma.

Anche qui diedi maggiore spazio al capo della scuola che al capo dell’ufficio, attuando un serio coordinamento dei provveditori, spesso a loro richiesta, su tutti gli impegni comuni, a tutela della uniformità di indirizzo, e mobilitai gli ispettori nella loro azione di consulenza e di stimolo, più che di controllo, confermando nella loro guida effettiva il valentissimo coordinatore Carlo Petracca.

Visto che qui avevo macchina di servizio e autista, riuscii a fare il sovrintendente, girando molto anche per le altre province.

Con le università affrontai il problema dell’orientamento degli studenti delle scuole secondarie verso le varie facoltà universitarie, in attuazione di una buona direttiva ministeriale che prevedeva anche la sperimentazione delle preiscrizioni prima della maturità. Fu istituito nella sovrintendenza un Comitato Permanente per l’Orientamento che seguisse quella sperimentazione.

Mentre mi aprivo a nuovi rapporti, con gli uffici della Regione e con enti locali e istituzioni cointeressate a problemi scolastici (come la Direzione Regionale delle Ferrovie a Pescara sul problema del vandalismo), assicuravo al preside Gaetano Bonetta dell’Università D’Annunzio di Chieti l’impegno dei quattro provveditori per il varo della Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario, il nuovo canale formativo specifico previsto finalmente per i docenti, purtroppo non obbligatorio. 

Per l’anno accademico 1999-2000, anno di avvio della Scuola di Specializzazione, il Rettore dell’Università di Chieti mi volle affidare, come riconoscimento, la cattedra di Legislazione Scolastica.